1 Cos’è un CHO
Vi sarà ormai chiaro che non si possono affrontare le sfide che oggi il mercato continua a porre incessantemente rifiutandosi di cambiare la propria cultura lavorativa. Dev’essere un cambio di mentalità e di prospettiva, che consiste nell’iniziare a promuovere una reale sinergia tra la qualità della vita lavorativa e la produttività.
Il cambiamento della cultura lavorativa all’interno di una società richiede uno sforzo collettivo da parte di tutti, nessuno escluso. Deve essere un desiderio condiviso e i benefici di tale cambiamento devono essere divulgati, in modo che i nuovi valori possano circolare anche all’esterno, innescando un circolo virtuoso.
Certo, cambiare le regole e le proprie abitudini è un’impresa ardua, ma non impossibile. Ci vuole pazienza, costanza e positività. Ovviamente, non si cambia dalla mattina alla sera.
Oggi si ha il bisogno di introdurre nuovi valori nel mondo del lavoro, come l’empatia, l’inclusività, la collaborazione, la fiducia, l’altruismo, la condivisione, uno stile di vita sano, l’equilibrio tra vita privata e vita lavorativa.
Il cambiamento della cultura lavorativa all’interno di una società richiede uno sforzo collettivo da parte di tutti, nessuno escluso.
La cultura organizzativa di molte aziende, invece, si fonda ancora su un’impostazione che ha radici lontane, ormai molto distanti. I valori del controllo, una forte gerarchia o un’eccessiva rigidità, però, non sono più sufficienti per determinare la competitività di un’impresa.
Inoltre, se una persona lavora all’interno di un’azienda che ha questi valori retrogradi, farà fatica a identificarsi o a sentirsi parte di essa e di conseguenza sarà difficile che parli bene dell’azienda.
È invece fondamentale che i lavoratori parlino bene dell’azienda nella quale lavorano e che si identifichino con essa. Sono sicuramente tante le cose da fare ed è per questo che il titolare di un’attività non può pensare di fare tutto senza avere un responsabile al proprio interno che si occupi di queste problematiche.
Chi può essere questo responsabile? Il Chief Happiness Officer può essere questa persona.
Potreste non aver mai sentito parlare del Chief Happiness Officer: letteralmente, il «responsabile capo della felicità». Un titolo impegnativo, non c’è che dire.
La mia intenzione è farvi conoscere questa nuova figura professionale. Un CHO è il responsabile del benessere dei lavoratori all’interno di un’azienda. O in altre parole, la persona che si interessa della felicità sul luogo di lavoro.
L’obiettivo principale per un CHO è quello di creare un ambiente di lavoro caratterizzato da bassi livelli di stress e da un clima di fiducia tra i collaboratori.
Per farlo il primo passo è quello di parlare con tutti i lavoratori per capire quali modelli incentivare e quali invece disattivare, comprendendo quali sono le situazioni più urgenti da risolvere.
Google, nel 2014, fu tra i primi a introdurre la figura del CHO, intuendo che se i dipendenti avessero sviluppato un alto grado di appartenenza, ciò avrebbe influito positivamente sulle loro prestazioni lavorative.
L’unico modo per avere lavoratori che si sentano parte dell’azienda, è quello di farli sentire realmente apprezzati, creando un modello di gestione aziendale in grado di valorizzare le persone, e diffondendo una cultura con un proposito forte, capace di generare un impatto sociale.
È fondamentale che questa nuova cultura si rifletta nei linguaggi e nei comportamenti messi in atto. Avere in azienda un CHO è molto importante, perché le persone che lavorano in un ambiente professionale positivo, in cui vige il rispetto, l’armonia e la collaborazione, sono persone con una migliore salute fisica e psicologica.
Evidenze neuroscientifiche dimostrano come le emozioni siano strettamente correlate alle funzioni cognitive. Lavorare in ambienti che generano continue emozioni negative, oltre a danneggiare il sistema immunitario dei soggetti che provano tali emozioni, induce la persona a sviluppare un senso di inadeguatezza. Al contrario, una cultura organizzativa orientata alla positività ottiene incredibili risultati sia a livello individuale che nel contesto in cui opera. E i dati lo confermano.
Recenti ricerche e studi, infatti, dimostrano che una cultura «positiva» è in grado di determinare risultati come:
• l’aumento del 44% del senso di appartenenza (Gallup);
• l’aumento del 300% della capacità di innovare (Hrb);
• l’aumento del 31% della produttività (Greenberg & Arawka);
• l’aumento del 37% delle vendite (M. Seligmann);
• la diminuzione del 66% di assenteismo per malattia (Forbes);
• la diminuzione del 55% di turnover (Gallup).
Ciò che rende felici le persone sono le relazioni umane e la qualità di queste relazioni. Anche sul luogo di lavoro, relazionarsi in modo sano con il prossimo permette a una persona di provare una reale sensazione di benessere.
In Italia, per ottenere la certificazione di Chief Happiness Officer, si può frequentare il corso proposto da 2BHappy Agency fondata da Daniela Di Ciacci, sociologa delle organizzazioni, e Veruscka Gennari, filosofa, con il proposito di diffondere gli approcci, gli strumenti e i metodi da adottare per creare luoghi di lavoro sani, sicuri, felici e produttivi.
Dall’esperienza di 2BHappy Agency è nato nel 2019 l’Italian Institute For Positive Organizations (IIPO), con gli obiettivi di fare ricerca, raccogliere e mettere a disposizione dati, e fornire corsi per la certificazione di CHO. Inoltre, esiste un portale online dedicato a questa figura professionale, disponibile per la libera consultazione: https://www.chiefhappinessofficer.it/.
Sono consapevole che, per una piccola attività, sia impensabile assumere una persona per svolgere la mansione del CHO, ed è per questo motivo che ho deciso di scrivere questo libro: per dare la possibilità a ciascuno di voi di riflettere sul proprio modo di approcciarsi con colleghi, datori di lavoro o dipendenti, e migliorare.
Che questo libro vi sia d’ispirazione.
Avete instaurato delle buone relazioni con i vostri colleghi? Lavorate bene in gruppo?
2 I valori e gli strumenti per la felicità sul luogo di lavoro
Ma che cos’è la felicità sul luogo di lavoro? È davvero possibile ottenerla?
Per rispondere a queste due domande e analizzare gli aspetti che possono influire sul benessere dei lavoratori, è utile porsi molte altre domande. Mettere in dubbio la propria condizione lavorativa, il modo in cui si gestisce i propri dipendenti, il modo in cui si collabora con i propri colleghi, sollevare questioni che di solito vengono taciute e date per scontate può essere estremamente utile.
Come in ogni aspetto della vita, uscire dalla propria comfort zone può portare a trasformazioni positive e a vantaggi evidenti. Dimenticatevi allora di piscine e palestre, che non tutte le attività lavorative possono mettere a disposizione, e concentratevi invece su ciò che non costa nulla, ma che spesso non viene fatto per le scuse più assurde. Ad esempio:
Rispettate la parola data?
Siete educati con le persone con cui vi rapportate?
Cooperate con i vostri colleghi?
Svolgete il vostro lavoro con entusiasmo e impegno?
Non sentitevi in colpa se vi rendete conto che negli ultimi anni non vi siete comportati come avreste voluto. Potete rimediare a partire da oggi.
I valori fondamentali che permettono, alle persone e alle aziende, di raggiungere dei risultati maggiori, saranno approfonditi nei prossimi capitoli.
Sono quei nuovi valori, che abbiamo già in parte anticipato, che si contrappongono al vecchio sistema basato sulla gerarchia, il controllo, la rigidità.
Inizieremo parlando della fiducia, negli altri e in se stessi.
Proseguiremo trattando l’empatia, la capacità dell’essere umano di mettersi nei panni dell’altro.
Quindi passeremo alla comunicazione, l’entrare in contatto con gli altri nel modo corretto.
Analizzeremo inoltre le emozioni, elementi troppo spesso sottovalutati in ambito lavorativo. Da qui avremo la possibilità di parlare dell’intelligenza emotiva e del suo ruolo fondamentale in ambito lavorativo.
Dopo aver affrontato i valori necessari per raggiungere i risultati, ci occuperemo di alcuni strumenti che permettono di applicare questi valori, come la meditazione e trovare le giuste motivazioni.
Toccherà p...