La paura è una sega mentale
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La paura è una sega mentale

Come liberarsene per sempre

  1. 168 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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La paura è una sega mentale

Come liberarsene per sempre

Informazioni su questo libro

La paura sistematica, che dà disturbi anche gravi come ansia, attacchi di panico, depressione e somatizzazioni, è dovuta al mancato sviluppo della personalità adulta e quindi al permanere della personalità infantile. Giulio Cesare Giacobbe lo ha mostrato nel suo fortunato saggio Alla ricerca delle coccole perdute, fondando così la psicologia evolutiva.
In questo suo nuovo libro mostra invece come sviluppare la personalità adulta e liberarsi finalmente dalla paura nevrotica con un training, un percorso di cura che chiunque può affrontare facilmente anche da solo. Questo è quindi il manuale ufficiale della psicoterapia evolutiva.
Ma è anche, come tutti i libri di Giacobbe, un libro divertente e di semplice lettura. Niente paura.

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Informazioni

Vincenzo

L’invenzione della psicoterapia evolutiva è stata, come molte altre invenzioni, casuale.59
Avevo provato tutte le metodiche conosciute, con le persone che soffrivano di insicurezza, paura, ansia, depressione, angoscia, attacchi di panico.
Ma inutilmente.
Naturalmente tutte terapie basate sul dialogo.
Ma hai mai provato a convincere a parole uno che soffre di attacchi di panico che la deve smettere?60
O a guarire uno che soffre di depressione semplicemente parlandogli?61
O a convincere a prendere l’aereo uno che ha paura di precipitare?
Tutto inutile.
La paura se ne frega, dei ragionamenti.
Finché un giorno venne da me Vincenzo.
Aveva cinquantanove anni.
Da dieci anni soffriva di paura.
Paura di tutto.
Non sapeva nemmeno lui di cosa e perché.
Aveva paura e basta.
Non era in grado di uscire di casa da solo.
Se non lo accompagnava la moglie.
Non usciva in strada, da solo.
Non guidava l’auto, da solo.
Non prendeva un autobus, un treno, un metrò, da solo.
Non parliamo dell’aereo.
Aveva paura.
Paura di tutto.
Paura di ammalarsi.
Paura di invecchiare.
Paura di rimanere solo.
Paura di vivere.
Una nevrosi grave.
Invalidante.
Che lo ha costretto alla pensione anticipata.
Che naturalmente lo ha aggravato.62
Che fare?
Le solite lunghe chiacchierate inutili?
All’inizio è stato così.
Vincenzo, devi smettere, di avere paura.
Vincenzo, non c’è niente, di cui avere paura.
Come dire a un pesce: devi smettere, di stare sott’acqua.
Come sparare a una nuvola.
Poi un giorno, per fare qualcosa di diverso, ho provato con l’ipnosi.
Non quella vera, quella profonda.
Non il sonno di cui non si ricorda nulla.
Quella superficiale.
Con il soggetto sveglio.
Solo un po’ assopito.
Che a voler fare i precisini non è nemmeno ipnosi.
Ma si chiama così da quando la usa la programmazione neurolinguistica.63
Forse non fa al caso di Vincenzo, mi dico.
Non è stato violentato dallo zio.
E nemmeno dalla zia.
Il che è ancora meno comprensibile.
Non ha subito alcun trauma.
Almeno così dice lui.
Dice che non ricorda.
Ma non sono forse proprio i traumi rimossi, quelli che non si ricordano, a provocare la nevrosi, l’isteria, secondo la psicanalisi?
Anche se questo non sembrava proprio, un caso di isteria.64
Infatti non aveva nessun sintomo, dell’isteria.
Che è poco frequente, negli uomini.
Ancora meno nei napoletani.
Così, senza nemmeno troppa convinzione, lo metto in questa ipnosi superficiale.
«Raccontami quello che vedi» gli dico.
«Un deserto.»
«Bene, vai avanti. Cosa vedi, d’altro?»
«Un bambino.»
«Bene.»
Il terapeuta deve sempre dire: «Bene», qualsiasi cosa veda il soggetto, anche la più terrificante.
Se no si spaventa.
Il soggetto, naturalmente.
Ma qualche volta anche il terapeuta.
«Vai avanti.»
«Piange.»
«Chi?»
«Il bambino.»
«Lo sai, perché?»
«Sì.»
«Perché?»
«Perché è terrorizzato.»
«Da cosa?»
«Da tutto.»
«Come, da tutto?»
«Da tutto, ma soprattutto dalla solitudine.»
«Perché? È solo?»
«Sì.»
«Ed è per questo, che è terrorizzato? Perché è solo?»
«Sì. Perché da solo non sa sopravvivere.»
«E di cosa ha bisogno, per sopravvivere?»
«Della mamma. Ha bisogno della mamma.»
«E con la mamma riesce a sopravvivere?»
«Sì.»
«Perché?»
«Perché la mamma lo protegge. Con la mamma si sente protetto.»
«Come te con tua moglie?»
«Sì.»
«Quindi tu sei come quel bambino?»
«Sì.»
«Forse c’è qualcosa di più.»
«Cosa?»
«Forse sei proprio tu, quel bambino. È così?»
«Sì. Sono io, quel bambino.»
È nata così, la psicoterapia evolutiva.
Ho sottoposto allo stesso trattamento tutti i nevrotici che conoscevo.
Tutti bambini.
Maschi e femmine.
Bambini e bambine.
Tutti soli, abbandonati.
Molti nel deserto (i bambini).65
Alcuni nel bosco (le bambine).66
Soli.
Abbandonati.
Terrorizzati.
Senza la mamma.
Nella vita reale tutti attaccati morbosamente a una “mamma”.
La moglie.
Il marito.
La fidanzata.
L’amica.
Il cane.
Ma queste mamme non li guariscono.
Perché sono mamme finte.
Non possono stare a loro disposizione ventiquattr’ore su ventiquattro.
Tranne il cane.
Che non può scappare.
Ma il cane non parla.
Sta lì e ti guarda.
È già qualcosa.
Ma non basta.
Non ti parla.
Tu vorresti che ti dicesse:
«Non temere, piccolina mia, c’è qui la tua mamma che ti protegge».
«La tua mamma non ti abbandonerà mai più, piccolino mio.»
«La tua mamma ti amerà per sempre.»
«E ti proteggerà.»
«Da tutto.»
Ma questo il cane non te lo dice.
Secondo me non lo pensa nemmeno.
Se ne guarda bene.
Anzi, di solito è anche lui un disgraziato senza la mamma.
Il quale crede che la sua mamma sia tu.
Dalla padella alla brace.
Ma non te lo dicono nemmeno gli altri.
Anche perché nessuno, è in grado di mantenere la promessa.
Di starti accanto senza abbandonarti mai.
Nemmeno il cane.
Che appena può scappa.
E allora ti senti sola e abbandonata.
In un deserto desolato.
In un bosco buio e terrificante.
In un universo ostile dove oltre alla solitudine c’è l’insuccesso, la povertà, la malattia, la vecchiaia e la morte.
E tu sei una piccola bambina o un piccolo bambino incapace di fronteggiare da solo simili mostri.
Ecco la causa delle tue paure!
Delle tue ansie.
Della tua insicurezza.
Della tua depressione.
Della tua angoscia.
Dei tuoi attacchi di panico.
L’universo ostile.
I mostri di cui è popolato.
È naturale, che tu abbia paura di tutti quei mostri.
E di altri ancora.
Di tutti, i mostri.
Che se non ci sono te li inventi.
Perché il bambino non manca certo di fantasia, nell’inventarsi i mostri che lo minacciano.
Ecco dunque la causa della nevrosi infantile!
L’autoimmagine infantile di sé.
l’autoimmag...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. La paura è una sega mentale
  3. La paura
  4. La nevrosi infantile
  5. La psicoterapia evolutiva
  6. Il tanghero
  7. L’autoimmagine
  8. Le subpersonalità
  9. Il bambino
  10. Vincenzo
  11. La personalità
  12. L’autoimmagine adulta
  13. La costruzione dell’autoimmagine adulta
  14. Il modello
  15. Il training per lo sviluppo della personalità adulta
  16. La visualizzazione guidata
  17. Il bambino dentro di noi
  18. La Grande Madre
  19. La Donna di Luce e il Guerriero di Luce
  20. Visualizzazione e concettualizzazione
  21. I rinforzi
  22. La respirazione
  23. L’esperienza
  24. La dinamica della psicoterapia evolutiva
  25. Dello stesso autore
  26. Colophon