L'amore se ne fotte
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L'amore se ne fotte

  1. 216 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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L'amore se ne fotte

Informazioni su questo libro

«Forse siamo noi sbagliati per l'amore, frate, non lo meritiamo, in fondo siamo figli dell'odio e della rabbia: sappiamo bene dove infilare l'uccello per vendicarci di ciò che non abbiamo avuto, ma poi non sappiamo come infilare l'amore che ci arriva nel cuore.» Devid, Jack, Konfu e Jegher sono quattro amici cresciuti storti in un quartiere borderline di Milano.

Nonostante l'adolescenza spesa al bar, il tempo perso in qualche vizio di troppo e le difficoltà dell'ambiente in cui sono immersi, i quattro amici riescono ad acquistare una discoteca.

Da quel momento cambia tutto.

In pochi mesi il locale decolla e loro vedono finalmente aprirsi uno squarcio di sereno all'orizzonte. Stanno facendo soldi rapidamente, sono pieni di donne e il successo ha cementato ancor di più la loro amicizia, si sentono fratelli nella buona sorte.

Ma dal via vai degli avventori, fra musica a palla, buttafuori e tavoli riservati, fiumi di alcol e molte sostanze, emerge Anna.

Non è particolarmente bella, né disinvolta. Ma è diversa, speciale. È semplice come un fiore di campo e accoglie il mondo con un sorriso sincero e potentissimo. Anna è il contrario di tutto ciò che i quattro co-protagonisti hanno sempre conosciuto ed esplode come una bomba nel loro patto di fratellanza. Perché l'amore, quello vero, se ne frega di quel che c'era prima di lui: quando arriva si prende tutto, senza chiedere permesso.

Con L'amore se ne fotte, Devid Sassi racconta la generazione che ha speso le notti nei locali da ballo a cercare l'amore. Una storia struggente e fuorilegge, un canto d'amore roco e bellissimo, capace di emozionare e anche insegnare quel che c'è da sapere oggi sui sogni e sull'amore.

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2017
Print ISBN
9788804685029
eBook ISBN
9788852083471

1

«Non eri tu che dovevi partire e non tornare più?»
«Ma che dici?»
«È Vasco, Va bene, va bene così, la canzone…»
«Perché?» gli domanda lei, continuando ad accarezzargli la punta del naso. «Perché proprio quella?»
«Non so, mi è passata per la testa… Sarà che non è mai stato così per me» dice lui ancora sudato, guardando il soffitto.
«Non capisco… o forse sì, ma voglio che me lo dici, voglio sentirlo…»
Lui le sposta dal viso i capelli spettinati.
«Con le altre mi sono sempre chiesto se si accorgessero che io non ero proprio lì…» Di colpo si interrompe.
«E poi?» insiste lei.
«Vivevo il sesso, la scopata, le sensazioni, ma non vivevo loro. E alla fine dicevo sempre che avevo da fare per scappare di lì.»
«Bugiardo quando ti conviene, come dice Vasco… Lo so che sei solo un po’ randagio, ma giura che non me le dici più le bugie!» E se lo stringe forte come una bimba.
Lui sorride, poi ride. Le si avvicina all’orecchio.
«Tu sei bellissima…»
«Non cambiare argomento come al solito. Giuramelo!» dice lei pizzicandolo forte.
«Te lo giuro che sei l’unica…»
Lei prova a dire ancora qualcosa, ma lui le prende le guance e le stampa le labbra sulla bocca, e continua a baciarla, non vuole altre domande, le risponde come può. Non sa ancora dire certe cose, ma non vuole più fuggire dall’amore, vuole iniziare quel viaggio.
Sono i momenti più intensi quelli subito dopo aver fatto l’amore, quando il mondo è perfetto, l’anima è perfetta, e il destino sembra essersi purificato dal male. Non c’è bisogno di spiegazioni, tutto fila dalla pelle al cuore, come la luce da una stella all’altra: due corpi se ne stanno lì uno sull’altro, ancora caldi di calore, nei profumi magici del sesso, nell’assenza di vergogne per un cazzo di momento, in cui vorresti solo guardare in eterno, stringere in eterno, sussurrare in eterno, baciare, sì baciare per una fottuta eternità, finché la lingua, un morso, una mano scivola a rilanciare un’altra volta, un altro viaggio, per dire ancora: facciamo l’amore?
«Non ho mai fatto con nessuno quello che ho fatto con te…»
«Neanch’io…» dice lui ridendo.
«Scemo! Tu chissà cosa hai fatto… Ma io parlo sul serio, cretino!» E gli tira i capelli mordendogli il collo con forza. «Come mi guardi, come mi accarezzi tu, come mi prendi tu… come mi mangi tu… come mi fai venire tu…»
«Come ti faccio ridere io mentre lo facciamo, giusto per rovinare tutto…»
«Scemo! Invece è bellissimo. Mi fai sentire libera, non mi fai vergognare di niente: è tutto, tu sei… noi, noi… perfetti.»
«Posso chiamarti fragola? Senti qua, la mia fragola preferita…» dice lui accarezzandole il corpo.
«Tu non mi ascolti! Uffa!»
Lui ride, se la stringe, la bacia, poi la guarda. «Non è vero, mi scrivo tutto in un posticino segreto dentro di me, poi me lo rileggo tutte le sere prima di dormire, per stare bene, per stare con te, per stare… come si dice? Fra l’innamorato e il felice?»
«Ammore!» sussurra lei mordendogli dolcemente una guancia. Poi, lentamente, fra un bacio e l’altro, eccitata da quella dichiarazione, per premiare il loro amore gli fa scivolare la mano fra le gambe, accarezzando prima, stringendo poi lì, dove gli uomini si arrendono a tutte le decisioni.
«Ti prego no, piccola… devo andare…» sussurra lui, «sono già in ritardo di mezzora, devo risolvere dieci problemi, mi aspettano…»
Lei stringe ancora, lo morde, e con la lingua si avvicina al suo orecchio.
«No dài cuore, stai qui con me per sempre, per mila e mila coccoline tutte per me ancora…» e si abbassa lentamente, graffiandolo sul petto, sulla pancia, e poi…
Le donne sono sempre in cerca di coccole, anche quando fanno le zoccole, c’è poco da fare. E grazie al cielo. È il femminile che salva il mondo, che lo colora, lo scalda. Se fosse per il maschile saremmo solo delle bestie, sarebbe solo una sciocca questione fisiologica, un gran fare e disfare per possedere e scopare il più possibile. Una tristezza infinita. Il mondo senza dolcezza vale più o meno come la pisciata di un cane.
Quando c’è l’amore, quello vero, è tutto chiaro, è come uscire dal karma, dalle logiche distorte del destino, allora sì che ti senti davvero fortunato. L’unico problema è che in questa realtà sono pochi quelli che l’hanno scoperto, che hanno trovato davvero quell’incantesimo, che ti dà tanto, ti porta su un altro pianeta, ma in un certo senso ti emargina dal resto del mondo che vive e s’ammazza in cerca di quello o quell’altro per riempire i suoi vuoti.
Veniamo dal nulla, e dobbiamo vestirci di maschere per resistere, e poi quasi sempre siamo costretti a farci una storia partendo dalla rabbia per arrivare all’amore, una storia proprio come questa, dove fortuna e sfortuna sono carambolate fra l’anima e l’uccello, fra quel poco di Dio che c’è in noi e quel tanto di assurdo che è sparso nel mondo.
E c’è chi ce la fa e chi s’ammazza per provarci, e tutto sempre per amore: dei soldi, di se stessi, di qualcun altro, o per amore di quest’idea che pompa dal cuore e dà alla testa, fa una gran confusione e sposta fortune e sfortune senza misura. Ed è gran sfiga per i tanti che scambiano l’amore per qualcos’altro, e tanta fortuna per i pochi che per culo, un gran culo, s’innamorano davvero.
«Tu mi fai morire…» dice lui mentre lei risale dal suo ventre.
«No… Macché morire! Tu devi stare sempre con me…»
«Se almeno non fossi così bella…»
«Dimmelo.»
«Cosa?» e sorride. «Che ti amo?»
Lei le fa un cenno con gli occhi.
«Ti amo… Solo te, per davvero.» E le dà un bacio.
«Tu sei mio! Per sempre…»
Chissà se? Chissà, mi viene da dire, pensando a Dio, pensando a quanto sono belle le femmine, chissà, mi ripeto una due cento volte pensando all’uomo, al destino, a questa mia storia e alle centinaia di storie che ho incontrato. Chissà, dico, pensando alla rabbia e alla dolcezza che si combattono si scopano e si amano, chissà, chissà se l’amore porta o non porta sfiga.

2

Come è iniziata, mi chiedi?
Come vuoi che sia iniziata, come una storia qualunque si potrebbe dire, ma in realtà non lo è mai stata.
Cosa vuoi sapere? Perché è finita così? Ci sono milioni di storie che iniziano chissà perché, chissà come, poi divengono straordinarie per chi le vive, e per il resto del mondo sono solo parole da carta igienica, racconti che stracciano le palle a chi deve subirle e consolare i protagonisti.
Ma se le sai raccontare, le storie, e chi le ascolta ci sa ragionare sopra, ci sarebbero milioni di storie sprecate in meno, e molta più saggezza per le strade, nelle case, nei supermercati; saremmo una razza che pensa prima di parlare, e allora spesso ce ne staremmo zitti, e il bene e il male andrebbero nel posto giusto, al momento giusto, senza troppi casini.
Ma forse, più di tutto, amiamo combinare qualche casino, perché per noi questo nostro incasinarci è la vita in pieno. Amiamo buttarci nella mischia e tornarcene a casa con qualche guaio, come amiamo sentire il cuore che batte, masticare una bistecca e fare accoppiare i nostri ormoni con quelli di qualcun altro.
Ed è stata una storia di cuori e ormoni anche questa, in fondo. E poi c’era il destino, che quella sera pure lui voleva fare serata, e s’è cercato qualche anima da bere, da masticare, e alla fine sputare. E forse ha esagerato.
“Questo gioco è un gioco di equilibrio, devi solo farci un po’ la mano perché vivere il mio tempo è viverlo da dentro” cantavano i Litfiba, e il destino, come noi, di storie come queste ne ha viste a manciate, e lo straordinario lo sa vedere in tutto, come in niente, proprio come noi, cani sciolti, cani della strada: annoiati e aggressivi durante la settimana, lì ad aspettare un weekend per ridare un po’ di smalto alla vita. Liberi di stare bene in maniera facile, liberi di sciogliere le insoddisfazioni in un cocktail, nella speranza di conoscere finalmente qualcuno con cui possa valer la pena scopare, liberi di raschiare il fondo con qualche sostanza per strizzare tutta la potenza dalle budella della notte.
È così che si sono incontrati, questi protagonisti, se così li vogliamo chiamare, spinti da queste scompagnate libertà, da questa incompiuta ingenuità, a trovarsi in un solo luogo che fa da imbuto a molti destini, spinti dal desiderio positivo di alcuni e dal desiderio balordo di altri, come spesso accade. Nelle storie migliori questi due desideri devono incontrarsi in un punto e in un tempo preciso, fare scintille e accendere una nuova stella nel cielo.

3

Eravamo nel nostro locale, un venerdì sera come tanti di inizio autunno, col primo vero freddo e qualche vestito in più sulle d...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. L’amore se ne fotte
  4. 1
  5. 2
  6. 3
  7. 4
  8. 5
  9. 6
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  21. 18
  22. 19
  23. Copyright