
- 252 pagine
- Italian
- ePUB (disponibile sull'app)
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eBook - ePub
Il diario segreto di Laura Palmer
Informazioni su questo libro
Torna dopo vent'anni dallo strepitoso successo Il diario segreto di Laura Palmer: la chiave per capire tutti i segreti di Twin Peaks, la misteriosa cittadina sulla costa pacifica dove le forze del Bene e del Male si scontrano per conquistare l'anima - e il corpo - della giovane Laura.
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Informazioni
Print ISBN
9788804675921eBook ISBN
9788852081996Il diario segreto di Laura Palmer
22 luglio 1984
Caro diario,
mi chiamo Laura Palmer e da tre minuti ho compiuto ufficialmente i dodici anni! È il 22 luglio 1984 ed è stata una giornata meravigliosa! Tu sei stato l’ultimo regalo che ho aperto e non vedevo l’ora di salire in camera mia per cominciare a parlarti di me e della mia famiglia. Mi confiderò con te. Prometto di raccontarti tutto quel che succede, tutto quello che provo, tutto quello che desidero. E tutto quello che penso. Ci sono certe cose che non posso dire a nessuno. Prometto di dirle a te.
Comunque, quando questa mattina sono scesa a colazione, ho visto che mamma aveva appeso i festoni in tutta la casa e persino papà aveva messo uno di quei buffi cappellini di carta e per un po’ ha suonato il kazoo. Credevo che io e Donna non avremmo più smesso di ridere a crepapelle!
Oh, Donna è la migliore amica che ho al mondo. Di cognome si chiama Hayward, e suo padre, il dottor Hayward, mi ha aiutata a venire al mondo esattamente dodici anni fa! Non riesco a credere di avercela fatta. A tavola mamma ha pianto perché dice che, prima che me ne accorga, sarò diventata donna. Già, sicuro. Passeranno anni prima che mi vengano le mie cose, questo lo so. È matta se crede che diventerò grande in un baleno, soprattutto se continua a regalarmi animali di peluche per il mio compleanno.
Oggi è andato tutto come volevo io. C’erano solo Donna, mamma e papà. E naturalmente Jupiter, il mio gatto. Per colazione c’erano le frittelle di mele, le mie preferite, con tanto sciroppo d’acero e pane tostato.
Donna mi ha regalato la camicetta che avevo visto nella vetrina di Horne’s, e so che l’ha comprata con la sua paghetta, dato che risparmiava da molto tempo e non voleva dirmi perché. È la camicetta più bella che abbia mai visto! È di seta bianca, ricamata a roselline, ma non tante da essere di cattivo gusto. È perfetta. Per il compleanno di Donna anch’io le farò un regalo specialissimo.
Mia cugina Madeline (il suo diminutivo è Maddy) verrà domani e si fermerà qui da noi per una settimana. Io, lei e Donna costruiremo un fortino nel bosco e ci accamperemo là, se mamma ci darà il permesso. So che papà dirà di sì. A lui i boschi piacciono, come a me. Una notte ho sognato che papà ci portava a vivere in una casa in mezzo al bosco e davanti alla finestra della mia camera da letto c’era un grande albero con un nido, e dentro due uccellini.
Torno fra un minuto, diario. Papà mi sta chiamando dal pianterreno. Dice che ha una sorpresa. Quando torno ti racconto tutto.
Con affetto,
Laura
22 luglio 1984, più tardi
Caro diario,
non riuscirai a credere che cosa è appena successo! Sono scesa e papà ha detto a me e a mamma di salire in macchina e di non fare domande prima di essere arrivati. Naturalmente mamma ha continuato a fare domande per tutto il tragitto. A me non dispiaceva perché pensavo che forse papà si sarebbe lasciato scappare qualcosa, e invece no. Stavo zitta per non perdermi la sorpresa. Quando ci siamo fermati alle scuderie The Broken Circle, ho capito! Papà mi aveva comprato un pony! Diario, è così bello, più bello di quel che potevo sognare. È rosso cannella e marrone scuro, e ha gli occhi grandi e molto dolci. Mamma non ci credeva quando l’ha visto e ha cominciato a domandare a papà come aveva fatto a comprarlo senza che nessuno sapesse niente. Papà ha risposto che se l’avesse saputo lei avrebbe rovinato la sorpresa, e ha ragione.
Per poco a mamma non è venuto un attacco di cuore quando mi ha vista sotto le zampe del pony per scoprire se è maschio o femmina. Mi è bastata un’occhiata per capire che è maschio. Come se non ne avessi mai visto uno! Mamma non conosce la sua bambina così bene come crede, eh?
A proposito del mio pony. Ho deciso di chiamarlo Troy, come il pony dell’album di foto della signora Larkin. Zippy, che lavora nelle scuderie, ha detto che preparerà una targa con il nome TROY a lettere grandi e l’appenderemo, così che tutti sapranno il suo nome quando la vedranno. Troy è ancora troppo piccolo per essere cavalcato, ma fra due mesi potrò correre con lui nei prati! Oggi l’ho condotto al passo e gli ho dato le carote (papà le aveva portate nel baule della macchina) e una zolletta di zucchero che mi ha dato Zippy. A Troy sono piaciute. Prima di lasciarlo gli ho sussurrato all’orecchio che andrò a trovarlo domani e che scriverò di lui sul mio diario. Non vedo l’ora di mostrarlo a Donna! Quasi dimenticavo, lo vedrà anche Maddy!
Mentre tornavamo dalle scuderie papà ha detto che io e Troy compiamo gli anni lo stesso giorno perché, quando si regala un pony, chi lo riceve deve poi avere tutto in comune con lui. Allora, buon compleanno anche a te, Troy!
Sono contenta di non sapere da dove viene, così è come se il Cielo l’avesse mandato apposta per me.
Comunque, diario, domani è un gran giorno e stanotte dormirò bene e sognerò Troy e tutto il tempo che passeremo insieme. Sono la ragazzina più fortunata del mondo.
Con affetto,
Laura
P.S. Spero che stanotte BOB non venga.
22 luglio 1984, sera
Caro diario,
è molto tardi e non riesco a dormire. Ho avuto un incubo dopo l’altro e alla fine ho deciso di non dormire per niente. Immagino che Maddy sarà stanca per il viaggio e domani vorrà fare un sonnellino, così dormirò anch’io. Forse, se dormo di giorno, i miei sogni non saranno così terribili.
Uno è stato spaventoso. Mi sono svegliata piangendo e ho avuto paura che mamma sentendomi venisse da me; ma voglio stare sola, e lei non capirebbe. Viene sempre e mi canta Waltzing Matilda quando non riesco a dormire oppure quando faccio un brutto sogno, come stanotte. Non è che non voglio che canti; ma c’era quello strano uomo nei miei sogni che cantava quella canzone con la voce di mamma e mi ha spaventata tanto che non riuscivo a muovermi.
Nel sogno camminavo nel bosco vicino ai Pearl Lakes e c’era un vento forte, ma solo intorno a me. Era caldo. Il vento. E a circa sei metri da me c’era quell’uomo con i capelli lunghi e le mani grosse e callose. Erano ruvide e le tendeva verso di me mentre cantava. La barba non si agitava nel vento perché il vento era solo intorno a me. I polpastrelli dei pollici erano neri come il carbone, e si muovevano disegnando circoletti mentre le mani si avvicinavano. Io continuavo a camminare andandogli incontro, anche se non volevo perché mi faceva tanta paura.
Lui ha detto: «Ho il tuo gatto», e Jupiter è scappato dietro di lui ed è sfrecciato nel bosco come una macchiolina bianca su un pezzo di carta nera. L’uomo continuava a cantare e io cercavo di dirgli che volevo tornare a casa e volevo che Jupiter venisse con me, ma non riuscivo a parlare. Poi ha alzato le mani in aria, come se stesse diventando sempre più alto e più grosso, e quando ha alzato le mani ho sentito che il vento smetteva e tutto taceva. Ho pensato che mi lasciasse andare perché aveva fermato il vento con le mani; ho pensato che mi lasciasse libera di tornare a casa.
Poi ho dovuto abbassare gli occhi perché ho sentito un calore fra le gambe, e non era un calore piacevole ma bruciava, e così ho dovuto allargare le gambe per rinfrescarle e perché smettessero di scottare. Le gambe hanno cominciato ad allargarsi da sole come per staccarsi dal corpo, e ho pensato: “Così morirò, e come farà la gente a capire che cercavo di tenere le gambe chiuse ma siccome bruciavano non ci riuscivo?”. Poi l’uomo mi ha guardato, mi ha sorriso in quel modo orribile e ha cantato con la voce di mamma: «Verrai con me a ballare il valzer, Matilda...». E io ho cercato ancora di parlare ma non ci riuscivo, ho cercato di muovermi ma non ci riuscivo, e lui ha detto: «Laura, sei a casa» e mi sono svegliata.
A volte, quando sogno, mi sento in trappola e ho tanta paura. Ma se guardo quello che ho appena scritto, non mi sembra tanto spaventoso. Forse scriverò tutti i miei sogni d’ora in poi, così non dovrò più aver paura.
Una notte, l’anno scorso, ho fatto un sogno così terribile che il giorno dopo a scuola non riuscivo a combinare niente. Donna pensava che stessi diventando matta perché tutte le volte che diceva il mio nome o mi toccava la spalla in classe per passarmi un bigliettino, io sussultavo. Non è che stessi diventando matta come Nadine Hurley o cose del genere, ma avevo ancora l’impressione di sognare. Non ricordo bene, ma so che nel sogno ero in un mare di guai perché non avevo superato quella strana prova dove devi aiutare un certo numero di persone ad attraversare un fiume con una barca, e io non ci riuscivo perché volevo nuotare, e allora mi avevano fatto seguire da qualcuno che mi toccava in un gran brutto modo. Non ricordo nient’altro, e forse è meglio così.
Sono così stanca di aspettare di diventare grande. Un giorno o l’altro succederà e allora sarò la sola persona che giudicherà se sentirsi contenta o scontenta di quello che faccio.
Ci risentiamo domani. Sono molto stanca.
Laura
23 luglio 1984
Caro diario,
la cugina Maddy arriverà da un momento all’altro. Papà è andato da solo alla stazione ad aspettarla perché mamma non ha voluto che mi svegliasse. Ho dormito fino a un quarto d’ora fa. Non ho sognato, però mamma dice che mi ha sentito mentre la chiamavo e strillavo come un gufo. Sono così imbarazzata. Ha detto che è entrata nella mia camera e io ero mezza addormentata ma... ho strillato di nuovo, e poi ho riso, mi sono girata e ho continuato a dormire. Spero che non lo racconti a nessuno. Racconta sempre queste cose quando abbiamo qualcuno a cena, come gli Hayward. Comincia sempre: «Laura ha fatto una cosa tanto carina e tanto strana...». E io capisco che cosa sta per dire.
Come la volta che ha detto davanti a tutti che una notte, nel sonno, ero entrata in cucina poco prima che lei andasse a letto. Mi ero spogliata, avevo messo tutta la mia roba nel forno e poi ero tornata a letto. Adesso tutte le volte che mi avvicino al forno a casa degli Hayward, quando io e Donna diamo una mano a preparare la cena, la signora Hayward mi chiede scherzando se so che un forno è un forno e non una lavatrice.
La sera che mamma l’ha raccontato aveva bevuto, quindi l’ho perdonata. Ma morirò di vergogna se racconterà a qualcuno che strillavo come un gufo. Credo che i genitori non smettano mai di essere una continua causa d’imbarazzo per i figli. I miei non fanno eccezione.
Forse se smettessi di fare cose tanto stupide nei sogni, lei non avrebbe niente da raccontare agli altri.
A più tardi,
Laura (chiù! chiù!)
27 luglio 1984
Caro diario,
ho tante cose da dirti. Queste parole ti giungono da un fortino che abbiamo costruito io, Donna e Maddy. Papà e mamma ci hanno dato il permesso, ma non dovevamo allontanarci troppo. Abbiamo adoperato il legname che ci ha dato Ed Hurley e papà ha inchiodato tutto con il martello. Donna dice che se venisse un temporale ci crollerebbe addosso, ma io penso che reggerebbe.
Maddy è diventata così carina! Ha sedici anni e invidio la sua vita! Vorrei avere sedici anni anch’io. A casa ha un ragazzo e sente la sua mancanza, e lui le ha telefonato per sapere se stava bene. Papà l’ha presa in giro perc...
Indice dei contenuti
- Copertina
- Frontespizio
- Prefazione alla nuova edizione
- Il diario segreto di Laura Palmer
- Copyright