First Class
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First Class

Il viaggio accanto a un milionario che ti cambierà la vita

  1. 216 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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First Class

Il viaggio accanto a un milionario che ti cambierà la vita

Informazioni su questo libro

"La maggior parte delle persone passa la propria giornata a fare cose che non han- no relazione con i propri sogni. Si svegliano, vanno al lavoro e tornano a casa tardi la sera. Non staccano mai con la testa. Se questo ti suona familiare, allora prova a farti una domanda: stai lavorando per te o per qualcun altro? Probabilmente non te lo sei mai chiesto, perché ti hanno abituato a pensare prima ai soldi, solo poi alla libertà. Bene, è arrivato il momento di aprire gli occhi." Alfio Bardolla è il numero uno dei financial coach. Da molto tempo insegna una materia che nel nostro paese non tratta nessuno: l'educazione finanziaria. Attraverso corsi di formazione con oltre 2000 partecipanti, conferenze e pubblicazioni, Bardolla sta innescando una vera rivoluzione nel rapporto con il denaro, affinché chiunque si conceda la possibilità di vivere la vita che realmente desidera.

Milioni di italiani si sentono come criceti nella ruota: corrono tutto il giorno, restando sempre nello stesso punto. Lavorano principalmente per pagare il loro stile di vita, e hanno poco tempo per gli affetti o per coltivare le loro passioni.

La rivoluzione di Bardolla conduce alla libertà finanziaria e si basa su un presupposto molto semplice: far lavorare i soldi al proprio posto. Cambiando mentalità, studiando i mercati e realizzando una serie di best practice, chiunque può riuscire a raggiungere una dimensione in cui il denaro serve anche per "comprarsi" il bene più prezioso, il tempo per sé.

In questo racconto, il manager di una multinazionale, in perenne affanno per mantenere l'equilibrio lavoro-denaro-famiglia, incontra un milionario durante un volo Milano - New York. Le iniziali chiacchiere di circostanza si trasformano in un formidabile coaching di libertà finanziaria in nove ore, che cambierà per sempre la sua vita. Gomito a gomito sulle poltrone della First Class, Bardolla spiega a lui (e a tutti noi) quello che veramente dobbiamo sapere sul denaro e sulla nostra economia, e come fare per avviare il cambiamento dentro di noi - per esempio, smettere di avere paura dei debiti, imparare a farci i conti in tasca e a fissare obiettivi concreti e misurabili - per arrivare a vivere la vita che sogniamo.

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Informazioni

XIII

La regola del 5-3-1

Ancora tre ore, poi dovremmo atterrare. Per quanto mi faccia piacere confrontarmi con il mio vicino, l’atmosfera dell’aereo dopo un po’ mi stufa. Sento di aver bisogno d’aria, di spazio e di movimento. Mi alzo per sgranchirmi le gambe lungo il corridoio. Ogni volta che passo accanto al mio posto guardo Alfio e mi chiedo che cosa penserebbe Silvia se fosse seduta qua con noi. Sarebbe entusiasta anche lei o ci prenderebbe entrambi per matti? Silvia è una grafica freelance, impegnatissima e attualmente molto impensierita dalla rivoluzione organizzativa che ci attende dopo la nascita del bambino. Concreta come sempre, ha già messo le mani avanti: ha chiesto disponibilità a entrambe le nonne e fatto colloqui con una decina di baby-sitter. In cuor suo, però, sa perfettamente che questa volta non può prevenire un bel niente. Soprattutto, non può sapere adesso come si sentirà lei, come mi sentirò io. Il grande mistero con cui abbiamo a che fare è questo: non sappiamo cosa proveremo quando il bimbo sarà nato, come decideremo di comportarci.
Se fosse qua, immagino che avrebbe impiegato almeno un’ora per perdonare ad Alfio di averle detto che non sta “lavorando” ma che ha una professione. Guai, poi, a nominarle l’illusione della sicurezza: lei è una “professionista libera”, come ama definirsi. Eppure, ritrovo anche lei nelle parole del mio vicino, alcuni suoi atteggiamenti, la sua tendenza a risolvere tutto subito senza nemmeno soffermarsi a costruire una scala di priorità.
Anche per questo mi piacerebbe che fosse qui. Sono sicuro che certi concetti lavorino dentro di noi solo se a comunicarceli è un estraneo che consideriamo attendibile, non una persona cara, men che meno quella con cui viviamo. Se fossi io a dirle che comprare casa è un errore finanziario mi sbranerebbe; se l’avesse sentito dire da Alfio, invece, chissà… Magari si starebbe facendo le mie stesse domande.
Torno al mio posto sovrappensiero. Mentre mi siedo, un neonato scoppia a piangere. La sua voce ci arriva come ovattata. Sembra lontanissimo, mentre forse è solo in classe economica, appena una decina di file dietro la nostra.
Alfio mi guarda sorridendo: «Pronto alla nascita?».
«Sì e no. Da un lato non vedo l’ora di conoscere mio figlio; dall’altro sono spaventato. Ho paura di non essere all’altezza, di deludere la mia famiglia. Se devo essere sincero, ho paura anche di smarrire me stesso, la persona che sono stato finora.»
«Ne hai parlato con qualcuno?»
«Ne ho parlato?! Ho rincretinito tutti i miei amici già padri! Uscire con me è diventato così piacevole che se non sono io a offrire da bere non trovo nessuno che mi dica di sì…» gli spiego ridendo. «Diciamo che sono abituati a vedermi più brillante…»
Alfio sa di cosa sto parlando. Si fa una risata, poi commenta: «Vedo che ti sei attrezzato costruendo una squadra, comunque. Non è da tutti…».
«Se è per questo, Silvia sta già cercando la baby-sitter perfetta, ed è appena al quinto mese… Sul gioco di squadra non siamo secondi a nessuno!»
«Sai che questa è un’altra caratteristica delle persone di successo?»
«Davvero? Ho sempre pensato che i ricchi fossero soli al comando.»
«Per favore, basta con le convinzioni…»
«… depotenzianti. Giuro, la smetto.» O almeno ci provo…
«Conosci Jim Collins?»
«No, chi è?»
«È un americano esperto di leadership: ha insegnato a Stanford e fondato un laboratorio di business in Colorado, frequentato da alcuni dei CEO e senior manager più in vista del mondo. Come autore ha pubblicato diversi bestseller, ma il suo capolavoro è O meglio o niente: come si vince la mediocrità e si raggiunge l’eccellenza. Uno dei motivi per cui alcune aziende fanno il salto e altre no, secondo lui, è proprio la capacità dei loro manager di costruire la squadra giusta. Collins fa l’esempio di un autobus. Scrive che la cosa importante non è tanto il business o l’idea, che può pure non essere granché: la cosa importante è chi hai caricato sul tuo autobus. Se hai a bordo le persone giuste puoi arrivare dove vuoi.»
«Lei è d’accordo?»
«Certo. Tu stai caricando sul tuo autobus persone con conoscenze che non hai, padri che hanno già “fatto il salto”, baby-sitter esperte e, suppongo, nonni e nonne…»
«Naturalmente!»
«Nel business funziona allo stesso modo. Purtroppo (o per fortuna) non siamo onniscienti: è fondamentale rendersene conto. Meglio avvalersi di esperti di fiducia dotati di quel sapere che per noi sarebbe troppo dispendioso acquisire o provare a fare tutto da soli, quando sappiamo di non poter essere all’altezza del compito? Secondo me, meglio costituire una squadra ben fatta.»
«Mi farebbe un esempio?»
«Io ho costituito squadre per tutti i settori di cui mi occupo. Prendiamo l’immobiliare: ne fanno parte un geometra, un architetto e un ingegnere; poi mi avvalgo di un commercialista, di un avvocato e di un notaio; ho una serie di agenti immobiliari di fiducia che mi segnalano operazioni interessanti; se devo ristrutturare conosco l’impresa che può farlo; infine condivido l’opportunità con banche e finanziatori. Per orientarmi nel mercato dei mutui faccio riferimento a un broker specializzato e, quando ho dubbi, chiedo al mio mentore. Non l’ho materializzata in un paio di giorni, è chiaro: questa squadra è frutto di anni di contatti, incontri, appuntamenti, grazie ai quali sono riuscito a individuare persone con le quali lavoro bene e di cui mi fido. Oggi, però, mi basta una telefonata per avere pareri informati su qualsiasi aspetto di un’operazione immobiliare, dalle questioni legali a quelle ambientali o ingegneristiche.»
«Quindi non è necessario disporre di tutte queste persone da subito?»
«Ma no! Prendiamo te. Prima abbiamo parlato di un videocorso sulla negoziazione, giusto?»
«Mi serve una squadra anche per realizzare quello?»
«Dipende: sai cos’è un content management system e sai promuovere contenuti su internet? È questione di tempo e di ottimizzazione delle risorse. Se sai già usare una cinepresa, benissimo, fallo. Se però non hai la cinepresa, dovresti comprarla, leggere le istruzioni, fare delle prove per scoprire, magari, che non sai regolare le luci e che ti servirebbe anche un cavalletto… Forse vale la pena consultare un esperto. Di sicuro risparmieresti tempo, forse anche denaro, e cominceresti a creare una tua squadra per quanto riguarda i videocorsi… Vedi, Andrea, le relazioni sono fondamentali per le persone di successo: le squadre che durano nel tempo si creano solo con una buona attività di networking. Lo stesso vale per i rapporti con i propri mentori.»
“Le relazioni sono più importanti del denaro”
«Pensavo che le persone di successo non avessero bisogno di consigli, che facessero tutto da sé…»
«Che errore! Assolutamente no: le persone ricche sono curiose, superformate. Non si accontentano di ciò che sanno, ma cercano il lato interessante di ogni argomento e approfondiscono. Frequentare corsi di alto o altissimo livello è fondamentale per crescere e migliorarsi: i ricchi sanno di doverlo fare, classificano queste azioni come un investimento utile per sé e per le proprie attività; cosa che non sempre fanno i poveri e la classe media, per tutte le ragioni che abbiamo già citato.»
«Riassumendo: smetti di lamentarti e comincia ad agire?»
«In estrema sintesi, sì. È duro da digerire, ma è così. Se vuoi scalare una montagna, prima studierai le caratteristiche del terreno, ti procurerai tutta l’attrezzatura che serve, poi cercherai una guida, perché non puoi scalare da solo una montagna che non hai mai scalato. È rischioso, non avrebbe senso. Un mentore è una persona che ha già ottenuto il risultato che tu vorresti ottenere. Tutti ne abbiamo bisogno, me compreso. Come tutti, ne ho avuto più bisogno all’inizio, ma anche adesso cerco di apprendere dalle persone di successo che incontro.
«Mi sono dato una regola, l’ho chiamata la “regola del 5-3-1”. Se voglio imparare qualcosa di nuovo devo parlare con 5 persone che fanno quello di mestiere, leggere 3 libri sull’argomento, frequentare almeno un corso dedicato. È così che ho trasformato la mia vita.»
Lo fisso curiosissimo, sperando che continui. Non vedo l’ora di scoprire di più sulla sua storia.
Alfio non mi delude: «Ti ho raccontato di aver frequentato l’università a Milano lavorando al contempo in un’aziendina di software che avevo fondato, no?».
«Sì, me ne ha parlato.»
«Bene. Da un giorno all’altro, l’azienda è quasi saltata per aria. Prima, però, era cresciuta a dismisura: siccome ci occupavamo di internet quando ancora in pochi lo facevano, alcuni investitori si erano innamorati di noi e ci avevano promesso grosse cifre. Mi ero mosso di conseguenza, assumendo e cominciando a implementare un piano di crescita. Un giorno stavo uscendo dalla metropolitana e ho ricevuto una telefonata: entrambi questi investitori si sono rimangiati la promessa. La causa? La bolla della new economy: le aziende come la mia erano state supervalutate, poi il mercato si è ridimensionato. Non avendo esperienza né mentori che potessero consigliarmi, non ho intercettato il fenomeno in tempo e ne ho subito le conseguenze. Lì per lì, non riuscivo nemmeno a capire esattamente cosa fosse successo: il giorno precedente ero sulla rampa di lancio, con due banche d’affari pronte a versare più soldi di quanti ci stessero sul display della mia calcolatrice; nemmeno un giorno dopo mi sono trovato a dover licenziare dei dipendenti appena assunti e capire come gestire un pignoramento sulla casa dei miei genitori. L’ultima cosa che avrei voluto fare era guardare negli occhi quei ragazzi e dovergli dire che il nostro sogno era svanito e che tutto finiva lì. È stato un periodo difficile. Avevo perso tutto, letteralmente: azienda, impiegati, sogni e soldi. Non avevo più uno spicciolo e, anzi, avevo circa cinquecento milioni di lire di debiti. Allora ho iniziato a fare una delle cose che mi erano sempre riuscite meglio: studiare. In quei giorni stavo leggendo un libro di Jim Rohn, Sette strategie per la ricchezza e la felicità. Ho preso un taccuino e vi ho scritto i miei obiettivi: il primo era raggiungere la libertà finanziaria, cioè trovare il modo di costruire una ricchezza che non andasse in fumo per colpa di agenti esterni, ma che potesse durare. Avevo fatto quella gran fatica ed era stato tutto buttato via, in un colpo di vento: dovevo cambiare strategia.
«Ho speso il poco che mi rimaneva in banca per iscrivermi a un corso di programmazione neurolinguistica dell’autore del libro. È stato lui il mio primo mentore. Con le nuove conoscenze che avevo acquisito ho venduto la mia società, che è stata assorbita da un’enorme compagnia. Ho continuato a lavorarci come amministratore delegato e ho sfruttato quel momento per assorbire tutto ciò che potevo sul funzionamento delle grandi aziende. In parallelo, ho cominciato a studiare strategie e tecniche per gestire il denaro, e a cercare persone ricche con cui confrontarmi. Il successo, Andrea, è come una lumaca: lascia traccia. Parlare con ricchi provenienti da diversi paesi mi ha permesso di mettere a fuoco le loro caratteristiche comuni, in termini di ragionamento e di mentalità. Volevo scoprire come diventare anch’io uno di loro. Oggi posso dire di esserci riuscito.»
Incredibile! Quest’uomo ha trasformato un destino decisamente avverso nella base della sua fortuna… Chissà se accetterà di farmi da mentore, una volta che avrò capito in quale campo darmi da fare…
«Alfio, non so cosa dire. Sono senza parole… Non me l’aspettavo. Ora decisamente non dirò mai più che piove sempre sul bagnato o altre scemenze del genere!»
Il mio vicino sorride: «Era ora!». Guardandomi soddisfatto, prosegue: «Ci ho messo una manciata di ore ma sembra che sia riuscito a toglierti dalla testa qualche pregiudizio, compreso quello che i mentori servono solo a chi è agli inizi. Come ti dicevo, ho un mentore per ogni settore, e continuo a consultarlo anche quando posso ritenermi a mia volta un esperto».
«Se una persona è già esperta, però, perché cercare il consiglio di un’altra?»
“Il mentore ci è già passato e può indicarti la strada, starà a te diventare chi vuoi essere”
«Per umiltà, innanzitutto, poi per risparmiare tempo ed evitare di commettere errori inutili, che potresti evitare se qualcuno che ci è già passato ti dicesse come fare. Ti faccio un esempio: quest’estate ero al mare e sono andato in kite. Lo adoro, pratico questo sport da anni, ho esperienza, ho imparato a manovrare la vela e la tavola, ma ho comunque cercato un trainer del posto. Confrontarmi con lui mi ha aiutato a dare il meglio in una situazione in parte nuova. Altrimenti, avrei dovuto dedicare molto tempo ad acquisire informazioni sulla direzione del vento e delle correnti.
«Similmente, per quanto io possa essere esperto di aziende, so di non esserlo come Richard Branson. E tu… Per quanto tu sia bravo a negoziare, per esempio, saprai sicuramente di non essere all’altezza dei migliori esperti del Program on Negotiation di Harvard, ti torna?
«Il mentore non deve sostituirti, e non lo fa, ma ti spingerà a dare il meglio. Non farà le flessioni al tuo...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. First Class
  4. Premessa
  5. Introduzione
  6. I. Allaccia la cintura
  7. II. Professione o lavoro?
  8. III. Si parte!
  9. IV. La chiave per la ricchezza: tu
  10. V. Ai blocchi di partenza: calcolare il cash flow
  11. VI. Il primo passo
  12. VII. L’illusione della sicurezza
  13. VIII. Cambiare strada
  14. IX. Prendi il controllo della tua vita
  15. X. Che cosa pensi del denaro?
  16. XI. Gestire il tempo
  17. XII. Una nuova routine per la tua nuova vita
  18. XIII. La regola del 5-3-1
  19. XIV. Parliamo di numeri
  20. XV. Unire i puntini
  21. XVI. Pianifica il tuo futuro
  22. XVII. Gli strumenti finanziari
  23. XVIII. I grattacieli americani
  24. XIX. Un business che ti rende libero
  25. XX. Le 3 abilità del denaro
  26. XXI. Qual è la tua unique ability?
  27. Wake up call
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  29. Bibliografia
  30. Ringraziamenti
  31. Copyright