Diari di guerra
  1. 406 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Informazioni su questo libro

Questo volume offre al pubblico italiano tre importanti inediti di George Orwell: i Diari di guerra, il celebre saggio Il leone e l'unicorno e le appassionate Lettere da Londra, scritte per la rivista socialista americana "Partisan Review". Meno noti rispetto alle opere di narrativa orwelliane, questi scritti ci consegnano, a sessant'anni di distanza, una testimonianza unica di uno dei momenti più difficili della storia dell'Inghilterra e del mondo intero. Scritti a partire dal maggio 1940, con la capitolazione della Francia di fronte all'avanzata dell'esercito tedesco, i Diari descrivono la lotta quotidiana della popolazione civile inglese contro le privazioni e i pericoli, le tensioni e i sospetti, la tragedia dei bombardamenti, le folle di profughi ebrei che cercano rifugio nella metropolitana, il cibo razionato. Con alcune inaspettate pagine dedicate all'Italia e agli italiani che vivevano nel Regno Unito (diventati veri e propri paria dopo l'entrata in guerra di Mussolini), Orwell offre al lettore di oggi una serie di acute, illuminanti, spietatamente lucide riflessioni sulla sua epoca e sulle tragedie belliche di ogni tempo.

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2015
Print ISBN
9788804570936

da Un patriota, dopotutto1

1940-1941

28 maggio 1940

Questo è il primo giorno di definitiva soppressione delle locandine dei giornali. La prima pagina dello «Star» del mattino dedicata per una metà a notizie sulla resa del Belgio, per l’altra metà a notizie dalle quali si direbbe che i belgi stanno resistendo e il re è con loro. Presumo lo si debba alla penuria di carta. Però, delle otto pagine dello «Star» del mattino, sei sono dedicate alle corse.
Non ci sono vere notizie da giorni, e scarse sono le possibilità di capire che cosa stia realmente accadendo. Le alternative plausibili sembravano le seguenti: 1) che i francesi fossero davvero sul punto di contrattaccare da sud; 2) che sperassero di farlo, ma che i bombardieri tedeschi impedissero la concentrazione di un’armata; 3) che le forze a nord si sentissero in grado di resistere e che pertanto si preferisse evitare una controffensiva fino all’esaurimento dell’attacco tedesco; 4) che le postazioni a nord fossero in effetti senza speranza e che le forze lì dislocate potessero soltanto combattere per aprirsi un varco verso sud, oppure arrendersi, esporsi a un totale annientamento o fuggire via mare, con ingenti perdite. Ormai sembra possibile solo la quarta alternativa. I comunicati francesi parlano di stabilizzare la linea lungo la Somme e l’Aisne, come se le forze tagliate fuori a nord non esistessero. Per quanto orribile, spero che il BEF2 venga fatto a pezzi piuttosto che costretto alla resa.
La gente parla un po’ di più della guerra, ma comunque molto poco. Come sempre, è impossibile cogliere commenti nei pub ecc. Ieri sera, E.3 e io siamo andati al pub per sentire il notiziario delle 9.00. La cameriera non avrebbe acceso se non glielo avessimo chiesto, e non mi è parso che ci fosse qualcuno interessato ad ascoltare.

29 maggio 1940

Di questi tempi le notizie importanti si vengono a sapere per accenni e allusioni. Di ieri sera più che altro resta impresso che il notiziario delle 9.00 è stato preceduto da un incoraggiante discorso di Duff Cooper4 (piuttosto ben fatto), per indorare la pillola, e che Churchill nel suo messaggio ha preannunciato nuovi aggiornamenti sulla situazione verso l’inizio della settimana prossima, e che il Parlamento deve prepararsi a «fosche e pesanti novità». Presumibilmente significa che hanno intenzione di tentare una ritirata, ma se con «fosche novità» alludesse a un enorme numero di vittime, alla resa di parte del BEF o a chissà che altro, nessuno lo sa. Ascoltato il notiziario al Torch Theatre, tra un atto e l’altro di una rappresentazione con qualche pretesa intellettuale. Il pubblico ascoltava con molta più attenzione di quanto avrebbe fatto in un pub.
E. dice che al dipartimento per la censura, dove lavora, trattano alla stessa stregua tutti i giornali «rossi», e collocano il «Tribune»5 esattamente nella medesima categoria del «Daily Worker».6 Recentemente, quando è stata proibita l’esportazione delle testate «Daily Worker» e «Action», uno dei suoi colleghi le ha chiesto: «Ma tu lo conosci, questo “Daily Worker and Action”?».7
Si vocifera che Beaverbrook,8 dal momento della nomina, abbia messo in pista 2000 aerei in più prendendo tutte le scorciatoie possibili per ovviare agli impedimenti; che in capo a due giorni si verificheranno dei raid aerei, si pensa su Londra; che il piano di Hitler per invadere l’Inghilterra sia quello di usare migliaia di motoscafi veloci in grado di superare le zone minate; che ci sia una terribile carenza di fucili (questo secondo diverse fonti); che il morale della fanteria di linea tedesca sia pietosamente basso; che nel caso della Norvegia il ministero della Guerra fosse così mal informato da non sapere nemmeno che le notti norvegesi sono corte e da credere che le truppe, poi costrette a sbarcare in pieno giorno, avrebbero potuto contare sul favore del buio.

30 maggio 1940

Il BEF sta ripiegando su Dunkerque. Impossibile dire non solo quanti uomini possano uscirne vivi, ma anche quanti ce ne siano sul posto. Ieri sera, intervento radiofonico di un colonnello di ritorno dal Belgio, che sfortunatamente non ho sentito ma che, a quanto mi dice E., era intervallato da commenti redazionali perché gli ascoltatori capissero bene che l’esercito era stato deluso nelle proprie aspettative 1) dai francesi (che non hanno contrattaccato) e 2) dalle autorità militari in patria, che lo hanno equipaggiato male. Sulla stampa, non una parola di recriminazione contro la Francia, e l’intervento di due giorni fa di Duff Cooper metteva in guardia proprio da questo. La situazione odierna dà l’impressione che i contingenti francesi in Belgio si stiano sacrificando per coprire la ritirata del BEF.
Borkenau9 dice che l’Inghilterra ormai è entrata definitivamente nel primo stadio della rivoluzione. In proposito, Connolly10 ha riferito un episodio accaduto di recente su una nave che stava lasciando il Nord della Francia con a bordo dei profughi e qualche passeggero comune. I profughi erano soprattutto bambini in condizioni terribili per essere scampati a mitragliamenti ecc. Tra i passeggeri c’era Lady ***, che spintonando aveva cercato di passare in testa alla fila per essere la prima a salire a bordo e che, all’ordine di tornare indietro, aveva detto indignata: «Sa chi sono io?». Lo steward aveva risposto: «Non mi interessa chi sei, brutta puttana. Puoi tenerti il tuo posto in coda». Interessante, se vero.
Ancora nessuna prova di interesse per la guerra. Le elezioni suppletive, la risposta agli appelli per il reclutamento ecc. dimostrano quali siano i sentimenti della gente. Sembra che non riescano a capire di essere in pericolo, nonostante ci siano buoni motivi per credere che l’invasione dell’Inghilterra verrà tentata nel giro di pochi giorni, e tutti i giornali lo dicano. Connolly dice che allora cederanno al panico, ma io non credo.

31 maggio 1940

Ieri sera, a vedere The Peaceful Inn di Denis Ogden. Robaccia spaventosa. La cosa curiosa è che nonostante sia stata allestita nel 1940 non contenga alcun riferimento diretto o indiretto alla guerra.
Colpito dall’esiguo numero di uomini reclutati, persino ora. Di regola, per le strade non si vede un’uniforme. Recinzioni di filo spinato in molti punti strategici, per esempio di fianco alla statua di Carlo I in Trafalgar Square. Sento dire dappertutto che mancano i fucili, tanto che credo debba esser vero.

1º giugno 1940

Ieri sera, alla Waterloo e alla Victoria per vedere se si potessero avere notizie di [Eric].11 Impossibile, naturalmente. Gli uomini rimpatriati hanno l’ordine di non parlare con i civili, e in ogni caso vengono prelevati dalle stazioni il più rapidamente possibile. In effetti ho visto ben pochi soldati inglesi, per esempio del BEF, ma molti profughi belgi e francesi, qualche soldato belga e francese e alcuni marinai, anche della Marina militare. I profughi sembravano per lo più persone del ceto medio, tipo bottegai e impiegati, piuttosto ben messi e con una certa quantità di oggetti personali al seguito. Una famiglia portava con sé un pappagallo in una gabbia enorme. C’era una profuga che piangeva, o era sul punto di farlo, ma per la maggior parte sembravano solo sconcertati per la ressa e per la stranezza della situazione. Alla Victoria c’era una marea di gente che guardava, e la polizia doveva tenerla indietro per permettere ai profughi e agli altri di raggiungere la strada. Ossequioso silenzio per i profughi, ma entusiastiche grida di benvenuto per i marinai, di qualunque tipo. Un ufficiale della Marina con un’uniforme che era stata in acqua ed equipaggiamento d’ordinanza da soldato si affrettava verso un autobus, sorridendo e tenendosi l’elmetto sui due lati, mentre le donne gli urlavano qualcosa e gli davano pacche sulle spalle.
Vista una compagnia di Marines che attraversava a passo di marcia la stazione per prendere posto su un treno diretto a Chatham. Colpito dalla straordinaria bellezza del fisico e del portamento, dal fragoroso calpestio di stivali e dal superbo contegno degli ufficiali. Tutto mi riporta al 1914, quando ai miei occhi i soldati sembravano giganti.
I giornali di questa mattina affermano variamente che i quattro quinti o i tre quarti del BEF sono già stati recuperati. Le foto, probabilmente selezionate o rimaneggiate, mostrano uomini in buone condizioni con l’equipaggiamento intatto.

2 giugno 1940

Impossibile dire quanti uomini del BEF siano stati realmente rimpatriati, ma le notizie apparse su vari giornali suggeriscono che si tratti di circa 150.000 uomini, contro i 300.000 originariamente impegnati nell’avanzata sul territorio belga. Nessuna indicazione sul numero dei soldati francesi che erano con loro. Parecchi giornali alludono all’ipotesi che si intenda mantenere il controllo di Dunkerque anziché evacuarla. Sembrerebbe impossibile, se non impegnando un gran numero di aerei esclusivamente in quell’area. Se però 150.000 uomini sono davvero già stati evacuati, è presumibile che se ne possano recuperare molti di più. L’entrata in guerra dell’Italia adesso è prevista per una non definita data successiva al 4 giugno, probabilmente accompagnata da una sorta di offerta di pace che ne fornisca il pretesto. La previsione generale è che a questo punto si concretizzi un tentativo di invasione dell’Inghilterra, anche solo come tattica diversiva mentre Germania e Italia cercano di chiudere definitivamente la partita con la Francia. Molti evidentemente credono alla possibilità di uno sbarco aereo in Irlanda, compreso de Valera.12 Fino a pochi giorni fa quasi non se ne parlava, nonostante fosse un’eventualità scontata fin dal principio.
Solito andirivieni di folla domenicale, persone a passeggio, gruppi di ciclisti, gente che porta a spasso i cani, compagnie di giovani che perdono tempo agli angoli delle strade. Nei loro volti e negli stralci di conversazione colti per caso, nulla fa pensare che si siano resi conto della probabilità di un’invasione in capo a poche settimane, nonostante sia scritto su tutti i giornali domenicali. La risposta ai rinnovati appelli di allontanare i bambini da Londra è stata molto scarsa. Il ragionamento deve essere: «I raid aerei non si sono verificati la volta scorsa e non lo faranno adesso». Queste persone però saranno coraggiose quando verrà il momento, sempre che vengano informate sul da farsi.
Analisi sommaria della pubblicità sul numero odierno di «People»:
Il giornale è costituito da 12 pagine – 84 colonne. Di esse, circa 26 colonne e mezzo (più di 1/4) sono pubblicità, suddivisa come segue:
generi alimentari: colonne 5 e 3/4
farmaci brevettati: colonne 9 e1/3
tabacco: 1 colonna
gioco d’azzardo: colonne 2 e 1/3
abbigliamento: colonne 1 e 1/2
varie: colonne 6 e 3/4.
Delle 9 pubblicità alimentari, 6 reclamizzano prodotti di lusso non necessari. Delle 29 pubblicità farmaceutiche, 19 sono fraudolente (cura della calvizie e simili), più o meno deleterie (Sali Kruschen, Bile Beans13 ecc.), o del tipo ricattatorio («Lo stomaco di tuo figlio ha bisogno di magnesia»). Pochi medicinali meritano il beneficio del dubbio. Delle 14 pubblicità «varie», 4 reclamizzano saponi, 1 cosmetici e 2 prodotti «governativi»: un annuncio di grandi dimensioni per i fondi di risparmio nazionali. Solo 3 pubblicità in tutte le categorie speculano sulla guerra.

3 giugno 1940

Da una lettera di Lady Oxford al «Daily Telegraph». Argomento, le economie imposte dalla guerra:
«Poiché le case londinesi sono per la maggior parte vuote, ci sono poche occasioni di divertimento. in ogni caso, quasi tutti hanno dovuto separarsi dai propri cuochi e vivono in albergo.»
Evidentemente, nulla farà mai capire a questi soggetti che esiste anche il restante 99 per cento della popolazione.

6 giugno 1940

Sia Borkenau che io ritenevamo probabile che Hitler portasse il prossimo attacco alla Francia, non all’Inghilterra, e adesso i fatti ci danno ragione. Secondo Borkenau, il caso di Dunkerque prova una volta per tutte che gli aeroplani non possono battere le navi da guerra, se queste ultime hanno l’appoggio dei propri aerei. I dati diffusi parlavano di 6 cacciatorpediniere e circa 25 imbarcazioni di altro genere perdute nel corso dell’evacuazione di 350.000 uomini. È plausibile che il numero dei soldati evacuati corrisponda al vero, e anche vol...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Nota al testo
  4. Diari di guerra
  5. da Un patriota, dopotutto. 1940-1941
  6. da Tutta la propaganda è menzogna. 1941-1942
  7. da Tenere pulito il nostro angolino. 1941-1942
  8. Il leone e l’unicorno: il socialismo e il genio inglese
  9. Lettere da Londra. 1941-1946
  10. Postfazione. di Bernard Crick
  11. Copyright