
- 448 pagine
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Informazioni su questo libro
"Ho messo insieme scritti che contengono dichiarazioni di poetica, tracciati di rotta da seguire, bilanci critici, sistemazioni complessive del passato e presente e futuro, quali sono andato successivamente elaborando e mettendo da parte durante gli ultimi venticinque anni...
Posso ora raccogliere questi saggi in volume, cioè accettare di rileggerli e farli rileggere. Per fermarli al loro posto nel tempo e nello spazio. Per allontanarli di quel tanto che permette d'osservarli nella giusta luce e prospettiva. Per rintracciarvi il filo delle trasformazioni soggettive e oggettive, e delle continuità. Per capire il punto in cui mi trovo. Per metterci una pietra sopra." Italo Calvino
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Informazioni
Print ISBN
9788804399919eBook ISBN
9788852062285Per Fourier
1. La società amorosa
«L’Espresso» (supplemento-colore, 18 aprile 1971). In occasione della pubblicazione della mia scelta di scritti di Charles Fourier. (Vedi presentazione del testo seguente.)
La speciale qualità della sua immaginazione visionaria contraddistinse Fourier anche ai tempi suoi: ci fu chi lo definì già allora «l’Ariosto degli utopisti» ed era solo per dire che non era il caso di prenderlo sul serio. Pure ebbe seguaci che vollero mettere in pratica punto per punto le sue dettagliate istruzioni per fondare le Falangi e i Falansteri. E non solo in Francia: Dostoevskij fu come «fourierista» che si trovò un giorno di fronte al plotone d’esecuzione; e negli Stati Uniti la Falange di Brook Farm ebbe sostenitori illustri, tra cui Hawthorne. Stendhal chiamò Fourier «sognatore sublime», Engels «uno dei più grandi satirici di tutti i tempi». Ma la fortuna moderna dell’utopista di Besançon comincia con Breton che nella sua Ode a Charles Fourier lo celebra come il progenitore della rivoluzione surrealista.
Commerciante passato di dissesto in dissesto durante la Rivoluzione francese e le guerre napoleoniche, Fourier elaborò una critica radicale della civiltà mercantile. Anzi: della Civiltà tout-court, perché Civiltà era per lui un’epoca determinata, succeduta alla Barbarie, e che com’era cominciata era destinata a finire, lasciando il posto all’Armonia.
Altro bersaglio della sua polemica accanita è la famiglia: la sua analisi delle ipocrisie del matrimonio era giudicata scandalosa dagli stessi suoi discepoli; la sua rivendicazione della libertà femminile ne fa oggi un precursore del Woman’s Lib.
Fourier aveva l’ossessione di classificare tutto in lunghi elenchi divisi in generi e specie: stese pure una classificazione dei vari tipi di mariti cornuti, che insieme ad altri elenchi (per esempio, i vari tipi di bancarotta commerciale) doveva far parte d’un’analisi generale dei difetti della Civiltà.
Questo aspetto di critica della civiltà occupa una larga parte nell’opera di Fourier, ma di critici della civiltà ce ne sono stati e continuano a essercene parecchi, e non è questo che rende Fourier uno scrittore unico nel suo genere, bensì la sua facoltà di vedere un mondo completamente diverso, di descriverlo nei più minuti particolari, di analizzarlo nel meccanismo delle sue motivazioni.
A differenza di quasi tutti i pensatori sociali prima e dopo di lui, Fourier non vuole cambiare le «passioni» umane: le «passioni» sono la sola essenza dell’uomo, sono positive per definizione, mentre negativo è tutto ciò che le intralcia e le reprime, cioè la Civiltà. Partendo dall’analisi di queste «passioni», Fourier costruisce pezzo per pezzo un modello di società in cui le passioni di tutti possano essere soddisfatte, anzi: in cui la soddisfazione delle passioni altrui garantisca la soddisfazione delle proprie. Ne viene fuori un’organizzazione complicatissima: al contrario di quel che si può pensare, una teoria antirepressiva portata alle ultime conseguenze come questa di Fourier lascia ben poco margine alla spontaneità, al caso, alla indeterminatezza degli impulsi psicologici: tutto è calcolato, preciso, concertato.
L’organizzazione d’una giornata lavorativa nella Falange, in cui ognuno passa da un lavoro all’altro senza soffermarvisi mai più di due ore, con mansioni e ruoli diversi nelle varie «Serie» a cui è associato, si basa soprattutto sul soddisfacimento della passione detta «Farfallante», cioè del desiderio di alternare le occupazioni e le compagnie. Le coreografie, le mascherate, le divise, le sfilate, hanno grande parte nella vita sociale, anzi, nella vita produttiva, perché «il fasto nei luoghi di lavoro» e le acconciature e decorazioni mitologiche o esotiche per ogni categoria professionale sono grandi incentivi alla produzione sociale.
L’aspetto della vita d’Armonia che l’autore ha descritto in modo più esauriente è il sistema educativo; e sono queste le pagine più sorprendenti. Fourier considera inutili le virtù materne e dannosa la convivenza dei figli coi padri. Già il lattante inizia una vita collettiva sotto le cure di bambinaie di vocazione; e a tre anni, divertendosi a sbucciare piselli, il bambino comincia a svolgere un lavoro utile: cosa del tutto naturale in un mondo in cui è difficile tracciare un confine tra il lavoro e il gioco.
La trovata più straordinaria e famosa del Fourier pedagogista è quella delle Piccole Orde. I bambini che amano giocare con la sporcizia – cioè la gran maggioranza – sono organizzati in Piccole Orde che hanno l’incombenza della raccolta delle immondizie. Così quello che nella Civiltà è un vizio, diventa in Armonia una passione benemerita della collettività; e ciò che nella Civiltà è una fatica ripugnante, diventa in Armonia un gioco che corrisponde all’intima vocazione. Anziché essere disprezzate, le Piccole Orde sono circondate dalla venerazione pubblica, i loro membri sono considerati dei piccoli santi, e questo prestigio stimola la loro dedizione al bene comune. I bambini delle Piccole Orde portano uniformi da ussaro, suonano trombe e campanacci, cavalcano poneys (mentre le Piccole Bande, cioè i bambini più gentili che si occupano dei fiori, sono montati su zebre, animale molto caro a Fourier). Il frastuono e la rozzezza del linguaggio sono prerogative delle Piccole Orde, inscindibili dai loro compiti sociali, che comprendono la caccia ai rettili e la lavorazione delle trippe nelle macellerie. (Gli psicoanalisti trovano una coincidenza puntuale tra la descrizione delle Piccole Orde e quella che Freud dà della fase sadico-anale dell’infanzia.)
Il cammino della santità sociale, che s’intraprende nell’infanzia con le Piccole Orde, può essere proseguito dall’età adulta in due campi principali: la gastronomia e la vita amorosa. Quando scrive di «scienza gastronomica» (o «gastrosofia»), Fourier, che non per niente era parente, compaesano e amico di Brillat-Savarin, ha sempre la mano felice. La classificazione dei gusti gastronomici e l’associazione di amatori di questa o quella vivanda o di questo o quel particolare modo di cucinare una data vivanda, è fondamentale per il buon andamento della Falange. Le galline vecchie, che messe in tavola da spose malaccorte provocano scenate coniugali, possono fare la felicità degli appassionati di pollame stagionato, che in Civiltà non si conoscono tra loro e raramente trovano chi li capisca, mentre in Armonia si riuniranno periodicamente per gustare il piatto favorito.
La classificazione dei gusti regola anche il perfetto funzionamento del sistema degli amori. Prima di Krafft-Ebing e del rapporto Kinsey, Fourier sente la necessità d’esplorare il mondo delle manie sessuali. Contemporaneo di Sade, grafomane visionario come lui, Fourier non si lascia suggestionare dal sadismo: dove c’è sadismo c’è soffocamento d’una passione: la principessa Stroganoff che torturava le sue schiave era lesbica senza saperlo; la sua passione se soddisfatta veramente non avrebbe provocato la sofferenza altrui ma solo il piacere.
Il lesbismo riceve da Fourier un’attenzione particolare, ed egli è ben cosciente di questa predilezione. Pure sollecito egli si mostra verso le soddisfazioni amorose dei vegliardi e delle vegliarde. Ma tra tutte le passioni amorose, quella per l’amore platonico sembra suscitare gli aneliti più divoranti; questo aspetto definisce meglio d’ogni altro il carattere di Fourier, la sua estrema libertà mentale e il suo fondamentale candore.
I manoscritti recentemente scoperti del Nuovo Mondo Amoroso contengono un vero e proprio romanzo: Fakma e il Turbine di Cnido. È un’avventura fanta-erotica in un Oriente di maniera che potremmo benissimo veder illustrata dai cartoons di Barbarella. Un’armata di bellissime donne e giovinetti s’avventura in una guerra galante. Caduti in un’imboscata, gli avvenenti prigionieri devono riscattarsi con prestazioni amorose che siano anche prove di virtù. Fakma, gigantesca regina che aspira alla santità, viene presa dal desiderio d’una casta passione platonica: riuscirà a realizzare il suo sogno ma solo a patto di concedersi carnalmente a cinquantasei persone.
Per Fourier
2. L’ordinatore dei desideri
Introduzione a: Charles Fourier, Teoria dei Quattro Movimenti – Il Nuovo Mondo Amoroso e altri scritti sul lavoro, l’educazione, l’architettura nella società d’Armonia. Scelta e introduzione di Italo Calvino, traduzione di Enrica Basevi, Einaudi, Torino 1971. La stesura di questa introduzione, datata aprile 1971, e la pubblicazione del volume concludono un periodo di letture di e su Fourier, iniziato nel 1968.
Inesauribile inventore di vocaboli, Fourier non ebbe la fortuna linguistica dalla sua. Dei bizzarri neologismi di cui traboccano le sue pagine, uno solo fu accolto e consacrato dall’uso comune, in tutta l’area delle lingue europee: «Falansterio». Perduta a poco a poco la sua connotazione avveniristica, il termine ha finito per designare gli enormi monotoni fabbricati popolari delle periferie urbane, simbolo del livellamento collettivo della nostra civiltà: tutto l’opposto insomma del mondo multicolore e multiforme immaginato da colui che fu definito, da un pubblicista del suo tempo, «l’Ariosto degli utopisti».
Sebbene Fourier resti, per i più, «quello dei Falansteri», il termine s’incontra poche volte nei dodici tomi delle sue opere complete: molto vi si parla delle Serie di Gruppi, o Serie passionali, cioè dell’insieme di persone che si dedicano alle diverse specialità di uno stesso lavoro o d’una stessa passione; e dei Seristeri o locali destinati alle Serie; e della Falange, cioè dell’unità sociale, – agricola e industriale – formata dalle Serie, che deve rendere possibili le combinazioni tra gli 810 caratteri e temperamenti umani; e dell’Ordine societario, basato sulle Falangi, che instaurerà nel mondo intero l’Armonia.
Tra i tanti quadri in cui lo spirito visionario e minuzioso di Fourier anticipò le opere e i giorni dell’Armonia, un posto poco più che marginale occupa la descrizione dell’edificio, o insieme d’edifici, abitato dalla Falange, il Phalanstère, che concentra nel bel mezzo d’un paesaggio campestre gli agi della vita metropolitana, escludendone gli inconvenienti esecrati dal nostro autore in modo quasi ossessivo: il fango, le immondizie, il puzzo, i rumori.
Eppure, la fortuna emblematica del Falansterio – nome e immagine – cominciò subito, non solo tra i profani ma soprattutto tra i seguaci, col titolo del primo giornale fourierista e con i primi esperimenti societari. Una ragione doveva pur esserci, per questa presa immediata sull’immaginazione: l’Ordine proposto da Fourier è per prima cosa un ordine mentale, non astratto ma fantasmatico, un sistema di rapporti tra le persone e prima ancora di rapporti all’interno d’ogni singola persona, di conoscenza e chiarezza interiore; le prime operazioni che egli chiede a chi l’ascolta sono il doute absolu e l’écart absolu, cioè di mettere in discussione e allontanare da sé tutto ciò che è stato detto e pensato fin qui in fatto di filosofia e soprattutto di morale. Fourier ha un bel dire che non l’uomo va cambiato ma la Civilisation: poiché questa costituisce una grossa parte di noi stessi, è pur sempre una metamorfosi interiore quella che egli esige come condizione preliminare; e si può capire che tanto i discepoli quanto gli avversari, anziché interrogarsi su questo punto, preferissero attaccarsi all’immagine più solida e stabile ed esterna che veniva loro offerta, quella dell’edificio. La storia dei fallimenti cui il fourierismo «pratico» andò incontro, sta tutta nelle pieghe di questa dottrina che si presenta come d’un’evidenza irrefutabile.
E anche nel nostro secolo, alla riscoperta di Fourier da parte dei poeti e degli scrittori (e dei psicoanalisti), s’accompagna quella da parte degli architetti, come precursore dell’urbanistica moderna,1 altro sogno di felicità fallito (la ville radieuse di Le Corbusier è il riferimento che viene fatto di solito); ma tra le due riscoperte resta uno iato difficile da colmare.
È la contraddizione tra i due modi d’usare l’utopia: considerandola per quello che in essa appare realizzabile, come il modello d’una società nuova che possa crescere in margine alla vecchia per eclissarla con l’evidenza dei nuovi valori, oppure per quello che in essa appare irreducibile a ogni conciliazione, in opposizione radicale non solo al mondo che ci circonda ma ai condizionamenti interni che governano le nostre attribuzioni di valori, la nostra immaginazione, la nostra capacità di desiderare una vita diversa, il nostro modo di rappresentarci il mondo: una rappresentazione totale che ci liberi dentro per renderci capaci di liberarci fuori. Possiamo dire che si comincia a leggere Fourier soltanto oggi, da quando nella sua opera non si cerca più di separare gli aspetti seri da quelli fantasiosi e scandalosi, come facevano i suoi imbarazzati seguaci, ma si considerano gli aspetti visionari non meno significativi degli altri, e gli aspetti più seri come improntati allo stesso spirito visionario, e gli uni e gli altri felicemente apportatori di scandalo.
Questo non è che uno dei tanti capovolgimenti di cui è fatta la storia della fortuna del nostro. Il quale, se pure ha divulgato di sé un’immagine di profeta inascoltato, l’uomo che aspetta ogni giorno a mezzogiorno il mecenate che finanzi la prima Falange –, fu già in vita (almeno per gli ultimi dodici anni) a capo d’una nutrita scuola di seguaci, cui non mancarono nemmeno i munifici finanziatori, e fece in tempo a vedere tentare – e fallire – il primo esperimento societario. La sua scuola sopravvisse per più decenni alla sua morte, pur tra aspre divisioni, e moltiplicò gli esperimenti.2 Vi fu, negli anni tra il 1830 e il 1848, un’espansione fourierista internazionale: per l’influenza che ebbe sull’intellighenzia rivoluzionaria russa basti ricordare il circolo Petraševskij di Mosca i cui membri (tra i quali Dostoevskij) finirono nel 1849 davanti al plotone d’esecuzione e (graziati in extremis) in Siberia; negli Stati Uniti, l’esperimento della collettività di Brook Farm, fonda...
Indice dei contenuti
- Copertina
- Frontespizio
- Presentazione
- Cronologia
- Bibliografia essenziale
- UNA PIETRA SOPRA
- Presentazione
- Il midollo del leone
- Natura e storia nel romanzo
- Il mare dell’oggettività
- Tre correnti del romanzo italiano d’oggi
- Pavese: essere e fare
- Dialogo di due scrittori in crisi
- La «belle époque» inaspettata
- I beatniks e il «sistema»
- La sfida al labirinto
- Un’amara serenità
- L’antitesi operaia
- Non darò più fiato alle trombe
- L’italiano, una lingua tra le altre lingue
- L’antilingua
- Vittorini: progettazione e letteratura
- Filosofia e letteratura
- Definizioni di territori: il comico
- Per chi si scrive?. (Lo scaffale ipotetico)
- Cibernetica e fantasmi. (Appunti sulla narrativa come processo combinatorio)
- Il rapporto con la luna
- Due interviste su scienza e letteratura
- Per una letteratura che chieda di più. (Vittorini e il Sessantotto)
- La letteratura come proiezione del desiderio. (Per l’Anatomia della critica di Northrop Frye)
- La macchina spasmodica
- Il mondo alla rovescia
- Definizioni di territori: l’erotico. (Il sesso e il riso)
- Definizioni di territori: il fantastico
- Il romanzo come spettacolo
- Per Fourier. 1. La società amorosa
- Per Fourier. 2. L’ordinatore dei desideri
- Per Fourier. 3. Commiato. L’utopia pulviscolare
- L’estremismo
- Lo sguardo dell’archeologo
- I Promessi Sposi: il romanzo dei rapporti di forza
- Un progetto di pubblico
- Gli dèi della città
- Usi politici giusti e sbagliati della letteratura
- La penna in prima persona. (Per i disegni di Saul Steinberg)
- Il sigaro di Groucho
- Le parolacce
- Note sul linguaggio politico
- I livelli della realtà in letteratura
- Postfazione. di Claudio Milanini
- Copyright