Le rose imperiali
eBook - ePub

Le rose imperiali

  1. 180 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Le rose imperiali

Informazioni su questo libro

La Cina della leggenda "visitata" da un raffinato narratore: diciotto racconti che ruotano intorno alle splendide rose che crescono nei giardini dell'Imperatore, inaffiate con il sangue dei sudditi decapitati...

Domande frequenti

Sì, puoi annullare l'abbonamento in qualsiasi momento dalla sezione Abbonamento nelle impostazioni del tuo account sul sito web di Perlego. L'abbonamento rimarrà attivo fino alla fine del periodo di fatturazione in corso. Scopri come annullare l'abbonamento.
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Perlego offre due piani: Base e Completo
  • Base è ideale per studenti e professionisti che amano esplorare un’ampia varietà di argomenti. Accedi alla Biblioteca Base con oltre 800.000 titoli affidabili e best-seller in business, crescita personale e discipline umanistiche. Include tempo di lettura illimitato e voce Read Aloud standard.
  • Completo: Perfetto per studenti avanzati e ricercatori che necessitano di accesso completo e senza restrizioni. Sblocca oltre 1,4 milioni di libri in centinaia di argomenti, inclusi titoli accademici e specializzati. Il piano Completo include anche funzionalità avanzate come Premium Read Aloud e Research Assistant.
Entrambi i piani sono disponibili con cicli di fatturazione mensili, ogni 4 mesi o annuali.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì! Puoi usare l’app Perlego sia su dispositivi iOS che Android per leggere in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo — anche offline. Perfetta per i tragitti o quando sei in movimento.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Sì, puoi accedere a Le rose imperiali di Luigi Malerba in formato PDF e/o ePub. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2015
Print ISBN
9788804442295
eBook ISBN
9788852061066
TCHAO MONG-IEN aveva fama di astrologo e mago portentoso per essere riuscito a spegnere con uno sputo l’incendio dei granai della Capitale e per avere, in altra occasione, portato a maturazione un campo di miglio in pieno inverno. Per questo era stato chiamato dalla regione dello Suan-li e accolto con tutti gli onori alla Corte del Primo Imperatore Che Huang-ti. Venne alloggiato nella Casa del Tempo, che aveva forma quadrata (come quella della Terra), con l’incarico di studiare la divisione dei mesi e degli anni, e di riformare il Calendario imperiale.
«Il nostro Imperatore,» gli disse il Primo Segretario in un colloquio segreto, «è insoddisfatto del Calendario attuale. Egli pensa che lo strumento per misurare il tempo debba essere regolare e simmetrico.»
«Qui a Corte vi sono decine di Matematici e Astronomi di grande sapienza,» disse Tchao Mong-ien sospettoso.
Il Primo Segretario non ebbe difficoltà a ammetterlo, ma aggiunse che l’Imperatore confidava nelle sue arti magiche e infine che pretendeva da lui qualcosa di più che la sistemazione del Calendario. Dopo un lungo discorso folto di lusinghiere circonlocuzioni, il Primo Segretario rivelò che l’Imperatore chiedeva in realtà a Tchao Mong-ien di trovare, fra le pieghe del tempo, lo spiraglio che gli permettesse di realizzare ciò che sfugge alla vista, al tatto e alla misura, cioè l’immortalità della sua Sacra Persona.
Il Mago tentò di tergiversare, ma il Primo Segretario si mostrò ostinato oltre ogni misura. Fausti presagi avevano riempito di speranza l’animo dell’Imperatore. Egli affermava di aver visto in cielo una stella grande come una zucca e, durante il guado di un fiume, l’acqua scorrere all’indietro in direzione della sorgente. Un altro giorno aveva visto un cane marino che abbaiava sulla spiaggia, mentre è noto che i cani marini non abbaiano e qualcuno afferma addirittura che non esistono (i pescecani, a dispetto del nome, non hanno alcuna parentela con i cani marini).
«Questi portenti,» disse il Primo Segretario, «sono un segno evidente che il nostro Imperatore è destinato a essere immortale.»
Il Mago tentò timidamente di opporre qualche dubbio sul significato di queste visioni, senza tuttavia osare di metterne in sospetto la veridicità. Il Segretario lo rimbeccò severamente.
«Hai forse mai visto tu,» disse al Mago, «una stella grande come una zucca? O l’acqua di un fiume scorrere all’indietro in direzione della sorgente? O un cane marino abbaiare sulla spiaggia?»
Tchao Mong-ien dovette confessare che non aveva mai visto nulla di simile e si ritirò di nuovo nella Casa del Tempo a meditare sulla divisione dei mesi e degli anni e a inseguire il difficile segreto della immortalità dell’Imperatore.
La stanza che gli era stata assegnata era troppo simile a una prigione perché egli potesse soffermarsi a considerare la tentazione della fuga. E i suoi poteri di mago campagnolo non gli offrivano nessun mezzo per segare le poderose sbarre di ferro temprato delle finestre o per sbrecciare i pesanti lastroni di basalto della muratura e del pavimento. Dovette ammettere con sgomento che il successo lo aveva trascinato in una situazione senza uscita.
Dopo altri due o tre incontri con il Primo Segretario, durante i quali questo gli chiese perentoriamente di comunicargli i risultati del suo lavoro, Tchao Mong-ien dovette imbastire una goffa ma ingegnosa teoria secondo la quale i giorni, i mesi e le stagioni dovevano essere ordinati secondo i principi della geometria con cui si usa dividere lo spazio e non già secondo i ritmi di rotazione del sole e della luna.
«Nella geometria,» affermò il Mago, «si ritrovano le forme perfette come il cerchio, in cui la somma dei punti che lo compongono forma una linea senza fine. Così ogni istante, secondo il nuovo progetto di misurazione del tempo, essendo identico a quello precedente e a quello successivo, ritorna eternamente su se stesso. Per arrestare la fuga del tempo,» continuò il Mago, «l’Imperatore dovrà però seguire alcune rigorose precauzioni. Anzitutto dovrà osservare una rigida immobilità. In secondo luogo dovrà rinchiudersi in un ambiente buio e silenzioso. Nella immobilità e nel silenzio si realizza e si perfeziona l’idea del cerchio temporale o del tempo circolare, che sono la stessa cosa.»
L’Imperatore avrebbe occupato il centro del cerchio, il punto immobile intorno al quale ruotavano gli infiniti punti della circonferenza.
Il Primo Segretario rimase assai perplesso di fronte alla proposta del Mago.
«E chi si curerà dell’Impero?»
«Tu,» disse Tchao Mong-ien.
Il Segretario fu assai lusingato dal suggerimento del Mago. Si recò dall’Imperatore, che nel frattempo aveva tentato per conto suo di mettersi in comunicazione con gli Dei del Cielo attraverso la più alta terrazza dei Palazzi imperiali, e gli sottopose il progetto di Tchao Mong-ien lodandone l’ingegnosità e la perfezione (nell’antica Cina il concetto di perfezione ammetteva un piccolo margine di incertezza o di errore). L’idea della circolarità del tempo si addiceva infatti in modo singolare alle geometrie della natura: il sole, le stelle, i frutti degli alberi, i meloni e le zucche, tutto tendeva verso la perfezione della sfera.
Per molte notti l’Imperatore sognò cerchi inscritti l’uno dentro l’altro, perfette geometrie circolari intrecciate e disposte negli infiniti sensi dell’universo, sfere trasparenti e concentriche, ellissi, emisferi, dischi, spirali e sferoidi disposti in una prospettiva infinita di linee e superfici curve. Egli pensava che se fosse riuscito a ridurre il tempo entro uno schema circolare, secondo il suggerimento del Mago, a fare in modo che il futuro ritornasse al passato attraversando l’immobile presente, la formula della immortalità sarebbe stata alla portata della sua persona.
Prima ancora di ottenere dagli Scienziati di Corte la conferma della nuova teoria, l’Imperatore fece distruggere tutti i libri di storia e cancellare le date da tutte le lapidi, quindi annunciò l’inizio della Nuova Era dell’Eterno Presente. Incaricò una commissione di Matematici di trovare nei numeri la dimostrazione della già accertata circolarità del tempo e agli Astronomi dell’Impero impose di procedere, insieme al Mago Tchao Mong-ien, alla compilazione del Nuovo Calendario Circolare dove l’ultimo giorno dell’anno doveva coincidere esattamente con il primo dell’anno successivo. In quel giorno tutto doveva ricominciare da capo e il nuovo anno sarebbe stato quello già trascorso, come l’acqua che scorre nei fiumi è sempre la stessa che ritorna dal mare e dal cielo.
I Matematici e gli Astronomi accettarono l’incarico senza discutere (la discussione degli ordini imperiali era ammessa, ma comportava la pena di morte).
Un grave pensiero veniva tuttavia a intralciare, nella mente dell’Imperatore, la teoria della circolarità del tempo. Possibile che la Terra debba essere quadrata? Perché mai in un universo in cui tutto poteva inscriversi entro linee curve, proprio la sede dell’uomo doveva essere piatta e quadrata? Per varie notti l’Imperatore si sforzò di sognare la Terra a forma di sfera, ma perfino i sogni si ribellavano a una idea così bizzarra. Finalmente decise che lo studio della forma della Terra era un compito da assegnare alle schiere degli Astronomi mantenuti lautamente a Corte con il denaro imperiale.
Agli Astronomi radunati nella sala del trono l’Imperatore diede l’incarico di dimostrare che la Terra era rotonda, o almeno in qualche modo inscrivibile entro settori circolari. Se non proprio rotonda come una sfera, disse, almeno tondeggiante come una zucca, oppure ovale come un uovo. Durante la solenne riunione, l’Imperatore fissava le teste tondeggianti degli Astronomi che ondeggiavano dubbiose e sembravano urtarsi fra loro come se una ventata improvvisa fosse sopravvenuta a sconvolgere l’assemblea.
In una riunione segreta gli Astronomi di Corte ebbero aspre parole di biasimo per il loro Sovrano. Come potevano sottomettere la scienza, secoli di esperienze e di studi tramandati nelle accademie e nelle biblioteche, ai capricci di un Imperatore pazzo? Il tempo è una nozione astratta e l’idea della circolarità si può bene adattare alle astrazioni, ma la Terra è una cosa concreta, si può toccare con le mani e vedere con gli occhi. Una montagna è convessa e il fondo del mare è concavo, ma il mondo terrestre nel suo insieme (la somma del concavo e del convesso) è piatto e quadrato, senza discussione. La mente umana si rifiuta di pensarlo in altro modo.
Una sola voce, quella del più giovane fra gli Astronomi, il settantenne Li Mao, propose timidamente la possibilità di prendere in considerazione l’ipotesi imperiale. Il sole, la luna e altri corpi celesti, osservò Li Mao, sono rotondi. Perché non potrebbe essere rotonda anche la Terra?
«Perché è piatta e quadrata,» rispose il Decano degli Astronomi troncando bruscamente il discorso appena incominciato da Li Mao. «Se vogliamo salvare le nostre teste in pericolo,» aggiunse il Decano degli Astronomi, «dobbiamo calpestare la scienza, ma per quanto mi riguarda preferisco calpestare l’autorità dell’Imperatore.»
Tutti gli Astronomi di Corte furono d’accordo con il Decano e ancora una volta si videro ondeggiare, nella penombra della cantina dove si erano riuniti segretamente, le loro teste ormai destinate a cadere nella polvere. Alla fine anche Li Mao, sconfitto, si associò alla unanimità.
«La Terra è piatta e quadrata, mio Imperatore,» affermò solennemente il Decano a nome di tutti i suoi colleghi il giorno in cui venne convocato per il responso.
L’Imperatore accettò impassibile la sentenza degli Astronomi, ma in segreto ne fu gravemente turbato. In un colloquio privato con il Mago Tchao Mong-ien gli domandò come mai in un sistema circolare come quello da lui prospettato non si potesse in nessun modo comprendere anche la Terra sulla quale viviamo.
«Per la ragione che gli uomini sono di natura mortale,» rispose prontamente il Mago. Il quale non intendeva compromettersi affermando che la Terra era rotonda, e spiegò che l’essenza della immortalità doveva per forza essere in contraddizione con lo stato normale delle cose segnato dal dominio della morte. Se non ci fossero queste eccezioni e contraddizioni nel sistema, l’uomo sarebbe già di sua natura immortale.
L’Imperatore rimase a lungo pensieroso, aspettando che il Mago esprimesse una nuova idea o perfezionasse quella già espressa.
«Bisogna forzare la natura,» disse ancora Tchao Mong-ien, «e dal momento che l’uomo si muove, si agita e parla, segnando in questo modo i tempi della sua condanna, voi rimarrete immobile e silenzioso.»
Per novantanove volte sorse e tramontò il sole senza che l’Imperatore uscisse dalla sua stanza buia, condannato dalla sua ambizione a una inerte gravità, mentre il Primo Segretario si occupava di promulgare il Nuovo Calendario in tutto il territorio dell’Impero.
Il sonno dell’Imperatore ebbe effetti largamente benefici. In quel breve periodo si allentarono tutte le sorveglianze. Gli Esattori dei tributi agricoli furono meno esigenti e i contadini ne ebbero immediati benefici (alcuni cronisti riferiscono che in questo breve ma fortunato periodo le galline fecero un numero maggiore di uova e gli alberi furono particolarmente generosi dei loro frutti). I manovali impegnati nella costruzione di due dighe gigantesche sul Kien Iang ebbero il permesso di fischiettare durante il lavoro e questo diede come risultato il raddoppio della produzione rispetto alle previsioni degli Ingegneri imperiali. Anche i mercanti, improvvisamente sollevati dai dazi, allacciarono rapporti con nuove regioni e addirittura iniziarono la costruzione, a loro spese, di alcune importanti strade e valichi di montagne. Tutto l’Impero, mentre Che Huang-ti dormiva i suoi sonni ambiziosi, parve improvvisamente risvegliarsi a nuova vitalità.
Nelle regioni di confine, dove le continue provocazioni dei Generali imperiali tenevano i barbari in allarme e li eccitavano a frequenti e sanguinose scorrerie, ripresero le attività pacifiche come la lavorazione della canapa, della seta, del papavero, del girasole.
A Corte, dove Funzionari e Ministri erano abituati a vivere in continuo sospetto a causa delle Spie disseminate in ogni ufficio per ordine dell’Imperatore, ognuno prese a occuparsi degli affari propri senza curarsi delle voci maliziose. Lo zelo di chi voleva acquistarsi benemerenze presso i superiori venne deriso impunemente dal momento che l’Ultimo Gradino di tutte le gerarchie era immerso in un sonno profondo. A Tchao Mong-ien venne attribuito il merito del nuovo stato di cose e per ricompensa venne elevato rapidamente ai più alti gradi della Gerarchia Segreta (Portavoce Affabile, Ministro delle Situazioni, Scrutatore Celeste, Primo Consigliere Incerto).
Quando l’Imperatore, stanco di questa estenuante anticamera dell’immortalità, uscì dal suo volontario letargo, dovette constatare i risultati sorprendenti della sua momentanea assenza dal governo del paese. Per una settimana intera dopo il risveglio volle bere acqua salata in segno di penitenza e di purga. Ma gli inservienti che entrarono in quei giorni nei suoi Appartamenti, trovarono le coperture del letto e i tendaggi di seta lacerati con le unghie e con i denti. Il Primo Ciambellano affermò in seguito di averlo visto una notte correre da una stanza all’altra sbattendo le porte come se volesse sfuggire a un invisibile inseguitore.
La notizia del suo risveglio fu sufficiente a rinnovare lo zelo funesto dei Cortigiani e a smorzare ogni civile iniziativa. I Funzionari ripresero ovunque le loro angherie con perversa determinazione e a Corte si scatenarono feroci congiure, che fortunatamente decimarono la moltitudine dei Cortigiani. Alle vittime delle congiure si aggiunsero poi le vittime delle condanne che furono severissime.
Avendo rinunciato temporaneamente al suo progetto di immortalità, l’Imperatore volle cancellare anche il ricordo di questa vacanza felice dell’Impero. Per prima cosa ripristinò il vecchio Calendario. Quindi mandò a morte il Primo Segretario e tutti i Ministri e Funzionari che avevano tratto vantaggio dalla sua assenza.
Si dice che l’Imperatore Che Huang-ti assistesse in segreto a queste esecuzioni e ne traesse sfibranti spasimi di godimento erotico. Questa sarebbe anche la spiegazione di tante esecuzioni capitali avvenute sotto il suo Impero per ragioni del tutto futili o pretestuose.
Il Mago Tchao Mong-ien, che nel frattempo era stato nominato Maresciallo della Sapiente Perfezione, venne trascinato sulla Collina del Tempo davanti a una folla in lacrime, sotto l’accusa di aver messo disordine nel Calendario imperiale. La sua testa, caduta sotto la mannaia, rotolò giù per la collina inseguita dai cani che ne fecero scempio.

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Le rose imperiali
  4. Tchao Mong-ien
  5. Secondo una tradizione malevola
  6. L’egèmone di Tch’u
  7. Il letterato Chung
  8. Cha Wong, ministro delle stagioni
  9. Dal sommo della collina
  10. Nel grande mercato della capitale
  11. Le truppe imperiali
  12. Duecento esperti cronisti
  13. Dopo l’infelice tentativo
  14. Il viaggio di ispezione
  15. Sseu-ti era il poeta più fecondo
  16. Per ordine dell’Imperatore
  17. I rilievi topografici
  18. La casa di Sseup-li
  19. Si dice che il mago Ming Wang
  20. Per molti anni
  21. Un Imperatore triste e silenzioso
  22. Copyright