
- 240 pagine
- Italian
- ePUB (disponibile sull'app)
- Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub
Semeru
Informazioni su questo libro
Sono trascorsi mille anni da quando Muren, Re degli Uomini, ha vinto la Grande Battaglia, relegando gli Uru'q ai margini del Regno di Eupheria. Eppure la sanguinosa lotta tra i figli degli Dei non è mai terminata: a risvegliarla è Semeru, un giovane ladro che ignora il proprio passato. Quando la città di Unnon è attaccata dagli Uru'q, il ragazzo viene portato all'Accademia di Nicomenia per ordine del Re. Qui diventerà uno dei Sette, gli indomiti guerrieri devoti al sovrano, maestri nell'uso della Dras'terya. Semeru crede finalmente di avere un destino da compiere, ma i confini tra Bene e Male sono spesso labili e il giovane dovrà fare una scelta che potrebbe cambiare le sorti dell'Umanità .
Domande frequenti
Sì, puoi annullare l'abbonamento in qualsiasi momento dalla sezione Abbonamento nelle impostazioni del tuo account sul sito web di Perlego. L'abbonamento rimarrà attivo fino alla fine del periodo di fatturazione in corso. Scopri come annullare l'abbonamento.
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Perlego offre due piani: Base e Completo
- Base è ideale per studenti e professionisti che amano esplorare un’ampia varietà di argomenti. Accedi alla Biblioteca Base con oltre 800.000 titoli affidabili e best-seller in business, crescita personale e discipline umanistiche. Include tempo di lettura illimitato e voce Read Aloud standard.
- Completo: Perfetto per studenti avanzati e ricercatori che necessitano di accesso completo e senza restrizioni. Sblocca oltre 1,4 milioni di libri in centinaia di argomenti, inclusi titoli accademici e specializzati. Il piano Completo include anche funzionalità avanzate come Premium Read Aloud e Research Assistant.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì! Puoi usare l’app Perlego sia su dispositivi iOS che Android per leggere in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo — anche offline. Perfetta per i tragitti o quando sei in movimento.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Sì, puoi accedere a Semeru di Emanuele Petrilli in formato PDF e/o ePub. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.
Informazioni
eBook ISBN
97888520617141
Più del buio totale può essere spaventosa la notte illuminata solo dalla luna.Da sempre il buio spaventa, perché la mente umana teme l’ignoto, ciò che gli occhi non possono vedere. Ma ancor più terrificante può apparire un’illusione, ciò che si crede di aver visto.Luce e ombra possono ingannarti a tal punto da cambiare la tua realtà .
In quella notte umida, la luna saliva alta nel cielo, posizionandosi fra le stelle.
La guardia dava le spalle alla piccola porta di legno che conduceva a una delle quattro torri di pietra, poste a difesa del grande cancello principale di Nicomenia, capitale del Regno di Eupheria.
Il cancello, protetto da quelle torri possenti, era in grado di resistere ai colpi del più grosso degli arieti, ma non quell’angusto passaggio che separava la ricca città dalla steppa che la circondava.
La sentinella aveva il compito di starsene lì, immobile, davanti alla porta, a fissare la landa desolata che si estendeva a perdita d’occhio. Nessuno sarebbe venuto a disturbarlo, doveva difendere la sua postazione.
Avrebbe preferito il caldo di una delle tante locande della città , il gusto fresco di una birra con gli amici o la compagnia di una bella fanciulla ma, quella notte, l’avrebbe dovuta passare lì, finché il sole non fosse ricomparso all’orizzonte.
L’uomo fissava le ombre che la luce della fiaccola produceva sul terreno a pochi metri di distanza da lui, formando mostri danzanti e strane figure. Sembrava che potessero prendere vita da un momento all’altro.
La sua attenzione fu attirata da un punto luminoso alla sua destra, sembrava venire da lontano e si stava dirigendo proprio verso di lui. Ci vollero diversi minuti prima che la luce rivelasse la sua natura. La guardia sapeva che, a venirgli incontro, era probabilmente un compagno, incaricato di perlustrare il perimetro sud delle mura.
Nonostante quella certezza, l’uomo rimase a osservare il bagliore che si avvicinava senza perderlo di vista, per evitare sorprese. Quella notte, senza alcun motivo, tutto gli sembrava più incerto, non riusciva a trovare pace.
Vide una fiaccola delinearsi chiaramente. Strinse le mani intorno alla lunga alabarda, poi sorrise vedendo uscire dall’ombra della notte il volto stanco del suo compagno d’armi e amico, Bevil.
«Ti diverti con la ronda, Bevil?» ridacchiò la guardia mentre, ormai rassicurata, allentava la presa sull’arma.
«Chiudi la bocca, grassone» gli rispose l’altra che ormai lo aveva raggiunto. «Io almeno cammino: tu fra i piantonamenti e il tempo che trascorri in locanda sei sempre più grosso. Non è vero Vorik?»
«Ah ah, il tuo bel carattere è noto in tutta Nicomenia… Come va il giro?»
«E come vuoi che vada? Qui non succede mai niente, lo sai. Ci si arruola per l’azione, l’avventura…»
«Le donne!» lo interruppe l’altro.
«Già . E invece? Ci lasciamo andare, abbandonando i nostri sogni.»
«Bah, io non me la passo poi così male.»
Bevil guardò Vorik con aria perplessa. «Perché ti sei rassegnato a questa vita. Ci fanno crescere con storie di grandi imprese e antiche leggende, ci inculcano che fare i soldati è un gran bel mestiere, e poi? Nessuno combatte e le armi non vengono usate.»
«Meglio così, no?»
«No! Ti sei mai chiesto perché continuiamo a sorvegliare queste mura con tanta ostinazione? La pace sarà anche un bene, ma non ti sembra di aver sprecato la tua vita? La Storia si scorderà per sempre di noi. Gli eroi di guerra invece non li dimentica…»
«Eroi dei tempi andati… le cose ora sono cambiate, Bevil!»
«Sarà . Beh, ti auguro una veglia più emozionante del mio giro e… non preoccuparti troppo di quelle!» disse Bevil, indicando le sagome scure che vibravano sul terreno. «Sono solo ombre.»
Abbozzò un sorriso prima di riprendere la ronda. Vorik rimase a fissare il compagno che si allontanava finché la luce della fiaccola che lo aveva annunciato, scomparve inghiottita dalle tenebre.
Era di nuovo solo, accompagnato unicamente della sua alabarda, ma, a differenza di tutte le altre notti, non era tranquillo, come se quel posto improvvisamente non fosse più il suo.
Fermò lo sguardo sulle ombre che aveva appena indicato Bevil: a crearle era la sua stessa figura con l’alabarda in mano e un piccolo cespuglio lì vicino. Si ricordò dell’entusiasmo che aveva da giovane, quando aveva deciso di arruolarsi nell’esercito per conoscere terre lontane e conquistare ricchezze, potere e belle donne.
Alle sagome che già duellavano sul terreno se ne aggiunse un’altra, diversa. Sbucò dall’oscurità e sembrò scintillare per poi sparire nella notte cupa da cui era uscita un attimo prima. La sentinella non sapeva se davvero aveva visto qualcosa o se aveva solo creduto di vederla, ingannata dalle luci e dalla sua immaginazione. Eppure tremava come un bambino nudo sulla neve, come se la più feroce delle creature gli si fosse parata davanti, per poi svanire.
«Chi è là ? F-fatevi avanti!» mugugnò la guardia mentre gocce di sudore gelido gli scivolavano lungo gli zigomi. C’era qualcuno? Staccò la fiaccola dal muro, a destra della piccola porta di legno, e perlustrò la zona circostante. Si muoveva in cerchio, sperando in cuor suo di non trovare niente.
A ogni suo passo, la luce della fiamma illuminava la sabbia resa scura dalla notte e le ombre danzanti sembravano placarsi, come la paura cieca che attanagliava Vorik.
Non c’era niente, solo sabbia ed erbacce, e, poco più in là , le mura maestose che si innalzavano fino al cielo.
La guardia si concesse un sospiro di sollievo. Posò la fiaccola e tornò al suo posto, sicura di aver perlustrato con attenzione la zona. Il suo cuore però era deciso a non rallentare e l’elmo di cuoio sembrava essere diventato bollente. Sentiva la testa pulsare. Stava cercando di tranquillizzarsi, appoggiato al freddo e rassicurante metallo dell’alabarda, quando un braccio color sabbia spuntò da sopra la spalla dell’uomo e gli si avvinghiò intorno al collo con l’agilità di una serpe. Poi strinse con forza.
Vorik cercò di aprire la bocca per urlare, per chiedere aiuto, ma produsse solo un rantolo strozzato, un verso terribile e fiacco, che lui stesso faticò a sentire. Istintivamente lasciò cadere l’alabarda e tentò con entrambe le mani di allentare la presa dell’assalitore, aggrappandosi a quel braccio mostruoso che non gli lasciava neppure la forza di lottare. Si divincolò e scalciò, senza alcun risultato. La morsa non si allentò di un millimetro. Terrorizzato, realizzò che quel braccio, se davvero si trattava di un braccio, era troppo forte e lui non era in grado di liberarsi dalla stretta.
Poi sentì un leggero sospiro avvicinarsi al suo orecchio destro, la morsa finalmente si allentò di poco e gli consentì un paio di boccate d’aria.
«Muori per mano di un eroe» sibilò una voce gelida, proveniente da altri mondi. Con uno schiocco secco il collo si spezzò e la guardia si accasciò a terra, inerte.
2
L’antica città di Unnon, situata sulle gelide acque del fiume Saxeo, era da sempre il più importante scalo commerciale di tutta Eupheria, e col passare degli anni, aveva accumulato enormi ricchezze, diventando il motore economico del Regno.
Il Saxeo, che col suo corso divideva la città in due parti, sorgeva nelle regioni montuose di Punta Punku e, scorrendo impetuoso, sfociava nel Mare Senza Fine. In sostanza, collegava l’intero Regno, da un estremo all’altro. Il suo bacino era così grande da consentire la navigazione di molte imbarcazioni contemporaneamente che, una volta arrivate al mare, potevano raggiungere tutte le città della costa. Unnon, in origine un piccolo villaggio di pescatori, doveva il suo sviluppo e la sua ricchezza al fiume, che riforniva incessantemente le sue botteghe di pesce, e alla vicinanza con Nicomenia, la capitale del Regno.
Punto nevralgico della città era Porto del Gufo, che costituiva anche il centro di Unnon. Questo era un esempio di come un’opera antica non era per forza destinata a invecchiare, anzi, con il trascorrere dei secoli era riuscita a crescere sempre più, come animata da vita propria.
Se si fosse osservata la città dall’alto, a volo d’aquila, questa si sarebbe mostrata stretta e allungata; seguiva sinuosa il letto del fiume come un’amante fedele, rendendo evidente la sua dipendenza dal corso d’acqua.
Data la sua notevole importanza dal punto di vista economico, la città era sempre stata cinta da spesse mura che si erano estese via via che la città cresceva, rendendola un porto fortificato. Queste erano alte più della maggior parte delle costruzioni ed erano state erette secondo le antiche e ormai perdute tecniche architettoniche dei Primi Uomini. Dalle possenti mura, a intervalli regolari, svettavano contro il cielo alte torri, fornite di enormi baliste che permettevano, oltre alla difesa della cinta muraria, di avvistare eventuali nemici molto prima che questi si avvicinassero alle porte di Unnon, consentendo quindi alla città di prepararsi per un’eventuale controffensiva. Il Re Muren non poteva permettersi di perdere quel gioiello e, nel corso degli anni, aveva dedicato sempre più attenzioni alla salvaguardia della città , rendendola sicura su ogni fronte.
I numerosi soldati del Re che erano stanziati in città , oltre ad avere il compito di proteggere le ricchezze celate dalle mura, dovevano anche far rispettare la legge. Tuttavia, a differenza di ogni altra città del Regno, a Unnon non venivano applicate le norme emanate dal Re, bensì quelle stilate dalla potente Gilda dei Mercanti, alla quale era stato concesso dal sovrano di amministrare la città , come riconoscimento per la loro dedizione al guadagno.
Al suo interno la città si divideva in tre zone principali. La più grande, quella occidentale, era il Distretto del Mercato, che costeggiava il fiume per un’intera riva, inglobando Porto del Gufo, animale a cui Unnon era dedicata. La leggenda racconta che la città , quando era costituita da poco più di una manciata di palafitte abitate da pescatori, fu salvata da un terribile mostro marino proprio da quei rapaci che, con i loro richiami, avevano svegliato gli abitanti del fiume, consentendogli la fuga. All’interno di questo distretto e adiacente al porto, c’era la piazza più grande di tutta Unnon, piazza del Tritone, che serviva sia come deposito per le numerose merci che ogni giorno arrivavano dal fiume, sia come luogo in cui effettuare i primi scambi. Al centro della piazza sorgeva una bellissima fontana, raffigurante una creatura con il busto di donna e la coda di pesce. Se ne stava lì seduta su un masso da secoli, con le mani ad accarezzare la lunga chioma, e la coda sinuosa piena di squame a sfiorare l’acqua. Sul volto aveva la tipica espressione della ragazza innamorata, con gli occhi persi nel vuoto, intenti a ricordare il volto dell’amato.
Secondo antichi racconti, la fontana esisteva già quando i primi pescatori scelsero quel luogo per insediarsi; doveva essere stata un omaggio dei Primi Uomini allo Spirito del fiume. Insieme a resti delle mura di Nicomenia e a qualche rovina, era l’unica testimonianza di quella civiltà scomparsa. Tutt’intorno alla fonte erano disposti decine di banconi dove era possibile acquistare ogni tipo di cibo, dal pesce più fresco alle spezie esotiche.
A nord-est del Saxeo, la città era divisa in altre due grandi zone: a nord il Distretto del Governo, dove si riuniva il Consiglio della Gilda dei Mercanti, le milizie nei campi di addestramento e il popolo di Unnon in piazza delle Stirpi, per deliberare questioni importanti riguardanti la città . Sebbene il potere fosse tutto nelle mani della ricca corporazione, questa amava coinvolgere la popolazione, dando vita a dibattiti pubblici su alcune questioni riguardanti la città . A sud, invece, si trovava il Distretto Residenziale, dove viveva la maggior parte della popolazione e dove si trovava anche lo Slargo del Trio, una larga strada su cui si affacciavano tre grosse taverne, una dopo l’altra. Era lì che gli abitanti passavano la maggior parte del loro tempo libero.
Dei tre distretti il più importante era senza dubbio il Distretto del Mercato: simbolo della ricchezza di Unnon, con le sfarzose sedi delle gilde cittadine. Da piazza del Tritone si diramavano a raggiera numerose strade, ognuna dedicata alle botteghe di una determinata gilda, come poteva essere via dei Mastri Fabbri o quella dei Tessitori.
Tutte le gilde riunite formavano la Gilda dei Mercanti, comandata da colui che veniva periodicamente eletto dai Gran Maestri delle singole gilde.
In quella mattina fredda e umida, Semeru stava camminando svelto per via dei Tessitori, in direzione di piazza del Tritone, spinto dal brontolio del proprio stomaco che, come di consueto, lo tirava giù dal letto. Sperava di riuscire a rubare qualcosa di commestibile e nasconderlo sotto il cencioso mantello grigio. La mattina, piazza del Tritone era così affollata che rubare una o due mele sarebbe stato facile quanto saltare una piccola pozzanghera. Erano anni che Semeru procurava il cibo per sé e per Auro in questo modo. Era un ragazzo magro ma forte, più alto della media dei su...
Indice dei contenuti
- Copertina
- Frontespizio
- Semeru. La Grande Battaglia
- Capitolo 1
- Capitolo 2
- Capitolo 3
- Capitolo 4
- Capitolo 5
- Capitolo 6
- Capitolo 7
- Capitolo 8
- Capitolo 9
- Capitolo 10
- Capitolo 11
- Capitolo 12
- Capitolo 13
- Capitolo 14
- Capitolo 15
- Capitolo 16
- Capitolo 17
- Capitolo 18
- Capitolo 19
- Capitolo 20
- Capitolo 21
- Capitolo 22
- Capitolo 23
- Capitolo 24
- Capitolo 25
- Capitolo 26
- Capitolo 27
- Capitolo 28
- Capitolo 29
- Capitolo 30
- Capitolo 31
- Capitolo 32
- Capitolo 33
- Capitolo 34
- Capitolo 35
- Capitolo 36
- Capitolo 37
- Capitolo 38
- Capitolo 39
- Ringraziamenti
- Copyright