Molti santi impegnati in prima linea nella lotta contro il Maligno hanno indicato nella devozione alla Vergine Maria un sostegno decisivo.
Abbiamo visto che il Diavolo, l’Anticristo, si presenta mascherandosi con le caratteristiche divine e ci seduce. A Dio luce, vita e amore, vediamo contrapporsi un Essere di tenebre, morte e odio. Al Cristo Logos, Parola incarnata, vediamo contrapporsi un Essere che parla una lingua sconosciuta, equivoca e distruttiva. Alla Chiesa cattolica e apostolica vediamo contrapporsi una setta elitaria di illuminati, fondata su intuizioni e ispirazioni. Ma non dobbiamo dimenticare che la redenzione è avvenuta. Alla ribellione di Adamo, ha fatto seguito l’obbedienza del Cristo; al caos di Babele l’unica lingua della Pentecoste; alla distruzione della vita, la resurrezione. È bello che nel cuore dell’Apocalisse, nel capitolo 12, quando si parla della furibonda lotta tra il grande drago e l’arcangelo Michele, compaia “un segno grandioso: una donna vestita di sole” (12,1). Il sole che mette in fuga le tenebre. Il sole che scioglie il ghiaccio. Il sole che fa germogliare la vita sulla terra. La donna vestita di sole che appare nel cielo, proprio nello stesso cielo da cui è stato precipitato il drago. Rivolgersi alla Vergine significa aderire profondamente alla fede nella redenzione, di cui ella fu la “Mistica Aurora”.
Ma c’è ancora una ragione scritturale su cui si fonda la devozione alla Vergine Maria che, nell’economia neotestamentaria, ha la funzione “antidiabolica” per eccellenza. Il nome del Diavolo, come abbiamo visto, indica la divisione, la frantumazione, la spaccatura. Quando Luca descrive Maria ci fornisce un ritratto brevissimo ma pregno di significato: “Maria custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore” (Lc 2,19). Nel testo greco, Maria è descritta con due verbi preceduti dalla preposizione syn: teréo (“conservare”, “custodire”, “tenere in mente”) e bállo. Maria è sym-bállousa: pur non comprendendo a fondo gli eventi che riguardano il Figlio (cfr. Lc 2,50), conserva nel cuore e medita, ma la meditazione di cui si parla in questo versetto è il “mettere insieme”, “riunire”, cioè l’esatto contrario del dia-bállo. Non è un caso che l’iconografia ci presenti il grande manto della Madonna che ricopre e raccoglie nell’unità i suoi figli, gli “esuli figli di Eva”. Ecco la funzione antidiabolica di Colei che è la sym-bállousa. Padre Pio non si stancava di ripeterlo ai confratelli e agli innumerevoli figli spirituali. Ma anche per don Orione la protezione e la mediazione della Madre Celeste rappresentavano una condizione indispensabile di difesa nella sfida contro il male e di sicura perseveranza nella vocazione.
A un suo chierico in profonda crisi spirituale ebbe a dire:
Ho pianto su di te, caro figliol mio, ed ho pregato su di te […] Tutte le difficoltà, tutti i riflessi secondari sono macchine del nemico, che vuole deviarti e perderti, perché, se c’è cosa che il diavolo odia è la vocazione religiosa. Non si può riuscire, se non col patrocinio di Maria Santissima, col pregarla, la Madonna benedetta […] combattendo da valoroso. Io ti ho messo nelle mani della Madonna e a Lei ti affido. Se ti attacchi alla Madonna, sei salvo, e farai un grande cammino! Essa ti parlerà, e il tuo cuore intenderà, e quel contrasto d’animo, di pensieri, di passioni, d’opinioni, che ora ti agitano tanto in certe ore grigie, saranno vinte da te con la fede, con l’umiltà, con la preghiera alla Madonna, che vince ogni battaglia.1
Riferendosi al proprio cammino lo stesso don Orione, in un’altra circostanza, confidò con estrema chiarezza:
Se da chierico sono arrivato all’altare e ora sono sacerdote, se ho potuto fare un po’ di bene, dopo che alla grazia di Dio, lo devo alla Madonna Santissima. Se ho potuto vincere tante passioni, se ho potuto resistere al diavolo, nemico d’ogni bene, e agli uomini di mala volontà, suoi adepti, lo debbo alla Madonna.2
L’esca di santa Caterina
e il monumento mariano di Grignion de Montfort
Significativamente san Francesco d’Assisi era solito ripetere: “Alla recita dell’Ave Maria, tremano tutti i demòni!”. E santa Caterina da Siena, “martirizzata dai demòni”3 ed eroica paladina del Rosario assieme a san Domenico, vide nella Beatissima Vergine la più potente alleata per addolcire i cuori della sua epoca, induriti dalle guerre e dai mercenari che non cessavano di combattere per saccheggiare, distruggere e violentare. Solo la dolce Madre di Dio poteva ricondurli al bene: “Ella è come una esca posta da la mia bontà a pigliare le creature che hanno in loro ragione”, scrisse la santa.4 Al conte Alberigo da Balbiano, capitano generale della Compagnia di san Giorgio, scrisse:
Voglio che voi e gli altri sempre, la prima cosa che voi facciate da mane e da sera, sì vi afferiate a quella dolce madre Maria, pregandola che ella sia avvocata e difenditrice vostra; e per amore di quel dolce e amoroso Verbo che ella portò nel ventre suo, che ella non sostenga che veruno inganno vi sia fatto, ma che ’l manifesti, acciocché sotto inganno non possiate perire. Son certa che, facendo il santo principio, come detto è, e questa dolce offerta, che ella accetterà graziosamente la vostra petizione, come madre di grazia e di misericordia ch’ell’è inverso di noi peccatori.5
In un’altra, riferendosi a quanto ascoltato direttamente dal Signore nei suoi colloqui mistici, spiega:
Io voglio che tu sappi che per camparlo dall’eterna dannazione, nella quale tu vedi ch’egli era, io gli permisi questo caso, acciocché col sangue suo nel sangue mio avesse vita; perocché non avevo dimenticato la riverenzia e amore che aveva alla mia dolcissima madre Maria.6
Un brano che riecheggia quello del Dialogo della Divina Provvidenza dedicato all’amore di Gesù verso Maria, in cui viene chiaramente detto che in virtù di esso “qualunque sarà colui, o giusto o peccatore, che l’abbia [la Madonna] in debita reverenzia, non sarà tolto né divorato dal dimonio infernale”.7
Ma fu san Louis-Marie Grignion de Montfort a costruire una pietra miliare attraverso i suoi scritti, in modo particolare il Trattato della vera devozione a Maria,8 per quell’idea di “mediazione universale” tra Dio e gli uomini, che oggi è una verità di fede condivisa da tutti i cattolici. La Madre Celeste fu l’oggetto del suo continuo trasporto, il tema che ne suscitò le meditazioni più profonde e originali. Per Grignion de Montfort, se la devozione alla Madonna è ardente, profonda, ricca di sostanza teologica, allora la preghiera di chi chiede sarà esaudita. Le grazie pioveranno su chi La prega devotamente e assiduamente. Se, al contrario, questa devozione è falsa o inquinata da elementi contrari alla dottrina cattolica, non sortirà mai del tutto il suo effetto benefico. Per il santo francese, inoltre, tutto ciò non vale soltanto per i singoli individui, ma anche per la famiglia, per una regione, per un Paese o qualsiasi altro gruppo di uomini, anticipando così la strada dei cenacoli mariani e dell’affidamento congiunto al Cuore Immacolato di Maria, apertasi nella spiritualità contemporanea.
Il fondamento teologico di questa evoluzione sta nella cosiddetta “economia della grazia”: la Madonna rappresenta il collo del corpo mistico del quale il Cristo è il capo, perché tutto passa attraverso di Lei. Un’immagine quanto mai autentica nella vita spirituale. Un individuo che ha poca devozione per la Madonna, secondo Grignion de Montfort, è come uno che abbia una corda al collo e conservi soltanto un filo di respiro. Se non ha devozione muore per asfissia. Al contrario, se ne ha molta, respira a pieni polmoni, senza lacci che strangolano.
Rivoluzioni e guerre sanguinose non sono semplice conseguenza della fragilità e delle astuzie umane. È il demonio che si serve di quest’ultime per eccitare, confondere e manipolare gli animi. Di qui l’azione protettrice che la Madonna può esercitare contro il Maligno se un’intera comunità la invoca con fede. Quanto le “passioni”, il cinismo, il materialismo senza argini provocano l’aberrazione e la crudeltà sociale, tanto l’orazione sentita e diffusa diffonde pace e armonia e contrasta il male dilagante. È un pensiero che san Giovanni Paolo II, grande cultore di san Louis-Marie Grignion de Montfort e intriso di devozione mariana al punto da aver scelto come motto il Totus Tuus di affidamento totale alla Madonna, ha riattualizzato e rinvigorito nell’Esortazione apostolica Reconciliatio et paenitentia.9
Un’anima che s’innalza innalza l’intero corpo mistico, ma un’anima che si degrada, allo stesso modo, degrada tutti. Per risollevarsi bisogna essere in comunione con Dio, meditare sul suo amore, prendere realmente Gesù a nostro modello, farsi portare a Lui da Maria, l’unico essere umano concepito senza peccato originale, quello che più ebbe fiducia nei disegni del Signore. Nel documento di Giovanni Paolo II si legge: “Parlare di peccato sociale vuol dire, anzitutto, riconoscere che, in virtù di una solidarietà umana tanto misteriosa e impercettibile, quanto reale e concreta, il peccato di ciascuno si ripercuote in qualche modo sugli altri. È questa l’altra faccia di quella solidarietà che, a livello religioso, si sviluppa nel profondo e magnifico mistero della comunione dei santi, grazie alla quale si è potuto dire che ‘ogni anima che si eleva eleva il mondo’. A questa legge dell’ascesa corrisponde, purtroppo, la legge della discesa, sicché si può parlare di una comunione del peccato, per cui un’anima che si abbassa per il peccato abbassa con sé la Chiesa e, in qualche modo, il mondo intero. In altri termini, non c’è alcun peccato, anche il più intimo e segreto, il più strettamente individuale, che riguardi esclusivamente colui che lo commette. Ogni peccato si ripercuote, con maggiore o minore veemenza, con maggiore o minore danno, su tutta la compagine ecclesiale e sull’intera famiglia umana”. 10
L’azione diabolica punta costantemente ad accentuare queste spinte degradanti, mentre Maria, col suo cuore colmo d’amore, le argina. Nel pensiero di Grignion de Montfort basta che Ella lanci un ordine sull’Inferno, perché esso si terrorizzi, si confonda, si rintani e scompaia dalla scena umana. Al contrario, basta che Ella lasci al demonio un certo margine d’azione, con l’intento di una madre che vuol far comprendere ai figli quali siano gli effetti dei propri comportamenti sbagliati, perché la stessa azione progredisca. Il santo insiste, infatti, sul ruolo non fittizio ma effettivo della Madonna quale Regina dell’universo: “Egli (Iddio) l’ha insediata come regina dell’universo perché lo governi, avendo soprattutto presente il povero genere umano decaduto e peccatore. Ed Egli vuole che Ella faccia quanto non ha voluto fare da sé, ma per mezzo di Lei, strumento regale del suo amore. […] E la Madonna, distribuendo la grazia ora più ora meno abbondantemente, frenando ora più ora meno l’azione del demonio, esercita la sua regalità sul corso degli avvenimenti terreni”.11 E aggiunge significativamente: “Vi sarebbe da fare un interessante lavoro storico per dimostrare come il demonio comincia a vincere quando riesce a far diminuire la devozione alla Madonna. È successo in tutte le epoche di decadenza della Cristianità”.12 Grignion de Montfort vedeva “una vittoria spettacolare della Madonna” sugli effetti negativi della rivoluzione francese. Una visione che pare seguire la stessa arcana traccia delle profezie affidate dalla “Bella Signora” ai tre pastorelli di Fatima, anticipando loro il trionfo del Suo Cuore Immacolato anche nella Russia comunista. Prima o poi, il demonio viene ricacciato negli inferi e si afferma il Regno di Maria che si identifica con quello dello Spirito Santo, e a questo scopo, per favorire il risveglio delle coscienze, secondo il santo francese l’Altissimo e la Madonna plasmano santi di virtù sempre più eccelse.
Perché la Regina del Cielo schiaccia il serpente
È un fatto incontrovertibile che, da La Salette in poi, in tutte le mariofanie riconosciute dalla Chiesa la Madonna sia maternamente intervenuta ad allertare l’attenzione degli uomini sulla distruttiva opera diabolica, mentre da più parti, talvolta anche in ambito ecclesiastico, si continuava a negarne l’esistenza o a minimizzarne l’azione. Il ruolo fondamentale di Maria nella lotta contro Satana e le sue legioni emerge anche dall’esperienza degli esorcisti e dei più grandi mistici cattolici. Nella Bibbia, già al principio della storia degli uomini (cfr. Gen 3,15), è preannunciato il ruolo della Santissima Vergine e del Figlio, il Dio c...