Il ciclo di Landover - 4. La scatola magica di Landover
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Il ciclo di Landover - 4. La scatola magica di Landover

  1. 294 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Il ciclo di Landover - 4. La scatola magica di Landover

Informazioni su questo libro

Non c'è proprio pace per Ben Holiday, essere re di Landover significa avere un problema dietro l'altro. Ora, ad esempio, bisogna decidere come tenere sotto controllo il disastroso Horris Kew e il suo uccello parlante Biggar; ma il pericolo maggiore viene dal mago Gorse che non solo è fuggito dalla scatola magica dove era stato rinchiuso secoli addietro, ma se ne è impadronito e la usa per i suoi scopi. E come se non bastasse Willow, la moglie di Ben, sta per avere un bambino e, dal momento che è una creatura fatata, anche dare alla luce un figlio si trasforma in un'avventura molto complicata.

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2015
Print ISBN
9788804413288

Greenwich

Per due giorni, Willow camminò verso ovest attraverso la regione dei laghi assieme a Edgewood Dirk, diretta verso le nebbie fatate e il sentiero invisibile che li avrebbe portati fuori da Landover, fino al mondo di Ben. Dirk faceva strada, anche se non ne dava affatto l’impressione, procedendo tranquillamente al fianco di Willow o anche alle sue spalle, portandosi avanti solo quando i passi di lei uscivano dal percorso che aveva scelto. Procedeva con tutta tranquillità, segnando il passo a modo suo, rifiutando qualsiasi pressione, comportandosi come se il tempo non avesse alcuna importanza e la loro fosse una semplice passeggiata nel parco di domenica pomeriggio. Willow aveva incontrato Edgewood Dirk una sola volta in precedenza, e quasi tutto ciò che sapeva di lui lo aveva appreso da Ben. Dirk era stato il compagno fisso di Ben nel corso della ricerca dell’unicorno nero dopo che Meeks, fratello di Questor Thews ed ex mago di corte di Landover, era riuscito a ingannare Ben convincendolo che avesse perso il medaglione che gli dava il potere e l’autorità necessarie per essere Re. Privato della sua identità, respinto dai suoi amici che lo consideravano un impostore e sostituito sul trono dallo stesso Meeks, Ben era stato mandato in mezzo alla natura selvaggia e lasciato lì a morire. Solo che gli esseri fatati, spinti da motivazioni conosciute solo da loro, avevano mandato Edgewood Dirk per aiutarlo a scoprire la verità su quanto era accaduto. Dirk lo aveva accompagnato nella sua ricerca, offrendo all’ex Re i suoi consigli enigmatici da gatto e una direzione definita in maniera molto vaga. Ben era alla ricerca di Willow, che a sua volta era alla ricerca dell’unicorno nero, e il culmine era stato raggiunto con un violento confronto fra Dirk e Meeks, confronto che era stato il catalizzatore della ripresa di Ben.
Tutto ciò era avvenuto quasi due anni prima, e da allora nessuno aveva mai più visto o sentito parlare di Edgewood Dirk. Ma ora, eccolo riapparire improvvisamente; ancora una volta era stato mandato dalle fate, e ancora una volta solo le fate sapevano i motivi per i quali lo avevano mandato.
Anche lo stesso Edgewood Dirk era un essere fatato, benché si trattasse di uno di quelli indipendenti. Di fatto si trattava di un gatto, e di conseguenza faceva esattamente ciò che desiderava a prescindere dai desideri degli altri, il che rendeva molto difficile determinare quali fossero i suoi scopi negli eventi. Nel tempo che aveva trascorso con Ben, il gatto aveva provato al di là di ogni dubbio la veridicità di questo fatto. Dirk era un gatto prismatico, una creatura dotata di una forma di magia molto rara. Era in grado di trasformarsi da un essere di carne e sangue a una forma cristallina dura come l’acciaio che gli permetteva di catturare la luce e di trasformarla in un raggio di fuoco mortale. Dirk usava molto poco quel suo potere, ma quando lo usava, lo faceva con grande confidenza. Per quanto distante e riservato potesse apparire, per quanto sembrasse distratto rispetto a ciò che avveniva attorno a lui, Dirk non era certo un elemento con cui scherzare.
Così, Willow lo seguiva con una certa confidenza, sicura del fatto che, nel caso fossero insorte minacce, Dirk avrebbe avuto da dire la sua. Senz’altro avrebbe preferito essere accompagnata da Ben, ma la Madre Terra aveva eliminato a priori quell’alternativa. A volte bisognava accettare ciò che si aveva. E Willow si sentiva talmente insicura per quanto riguardava quell’impresa che qualsiasi compagnia le sarebbe stata di grande conforto.
Dirk, naturalmente, sembrava essere assolutamente indifferente all’intera faccenda.
«Sei stato mandato per via di Ben?» gli domandò nel corso della loro prima notte all’addiaccio. Erano seduti entrambi davanti a un piccolo fuoco che Dirk aveva insistito nel voler preparare per difendersi da chissà quale freddo immaginario. Willow aveva raccolto della legna secca e le aveva dato fuoco. L’inizio di una collaborazione lavorativa, aveva pensato mentre preparava il fuoco.
Dirk si stava leccando una zampa con fare diligente. «Non sono stato mandato. Io non vengo mai mandato. Vado dove mi pare di andare.»
«Scusami. Ma allora come mai hai scelto di venire?»
Lecca, lecca, lecca. «Veramente non ricordo. Immagino che mi sia parsa una buona idea.» Lecca, lecca.
«E puoi dirmi dove siamo diretti?»
«A ovest» disse il gatto. Lecca, lecca.
«Sì, ma…»
Dirk smise di pulirsi e le rivolse la sua occhiata da gatto, un’occhiata che suggeriva allo stesso tempo divertita astuzia, grande comprensione, profondo interesse e assoluto stupore. «Un attimo solo, per favore. Forse non ci siamo capiti bene. Tu non sai dove stiamo andando?»
Willow scosse il capo, confusa. «Veramente, no.»
La fissò con aria pensierosa. «Oh, caspita» disse. «Oh, be’. Immagino che dovremmo trovare la strada come possiamo.» Detto questo, tornò a leccarsi la zampa.
Poco dopo, Willow trovò il coraggio di chiedere di nuovo, utilizzando un approccio leggermente diverso.
«Raggiungeremo le nebbie fatate dopodomani» dichiarò con tono cauto. «Quando saremo arrivati, che cosa faremo?»
Dirk nel frattempo aveva finito di lavarsi ed era seduto sull’erba accanto al fuoco, con le zampe infilate sotto il corpo e gli occhi chiusi.
I suoi occhi si aprirono, due piccole fessure orizzontali. «Passiamo attraverso le nebbie fino al mondo di Holiday.» Richiuse gli occhi.
«E come?»
Aprì nuovamente gli occhi, allargandoli un poco più di prima. «Che razza di domanda è questa? Devo dire che non capirò mai gli umani.»
«Io sono una silfide.»
«Oh, le silfidi…»
Le labbra di Willow si strinsero. «È solo che sono preoccupata per mio figlio. Devo fare alcune cose per proteggere la sua nascita, ma non so come queste cose vanno fatte.»
Dirk le rivolse uno sguardo di genuino interesse. «I gatti imparano molto presto che si ottiene ben poco preoccupandosi. I gatti sanno anche che le cose hanno il loro modo di procedere, anche se le modalità specifiche ci vengono tenute nascoste. È molto meglio preoccuparsi delle cose nel momento in cui insorgono, e lasciare che il futuro si occupi di se stesso.»
«Parrebbe un comportamento piuttosto imprevidente» suggerì Willow.
Dirk forse scrollò le spalle; era difficile stabilirlo. «Io sono un gatto» disse, come se questo spiegasse tutto.
Willow non accennò più alle sue preoccupazioni quella notte, e nemmeno il giorno seguente; la sera dopo, quando ebbero attraversato la regione dei laghi e si stavano apprestando a salire per le prime colline che segnavano i confini delle nebbie fatate, fu piuttosto stupita nel sentire Dirk tirare fuori la questione di sua spontanea volontà.
«Domani mattina, ti porterò attraverso le nebbie» le disse mentre lei lavorava per preparare l’indispensabile fuoco serale. Willow aveva steso il suo mantello a terra, e il gatto vi si era appoggiato sopra in tutta comodità.
Lo guardò. «Puoi fare questo?» domandò.
«Certo che posso» replicò il gatto con tono quasi offeso. «Io vivo lì, ricordi? Conosco tutti i sentieri e i passaggi.»
«È solo che non ero sicura di ciò che tu fossi in grado di fare.» Si appoggiò sui talloni. «Non sapevo che le creature fatate potessero entrare e uscire dalle nebbie a loro piacimento per recarsi in altri mondi. Pensavo che vi fossero delle limitazioni di qualche sorta.»
Dirk si produsse in uno sbadiglio. «Pensavi male. I gatti possono andare ovunque. Lo sanno tutti.»
«E sai anche il punto in cui usciremo?» insistette.
Il gatto ci pensò su un attimo. «In una città, credo. Ha forse importanza?»
Willow si rese conto che la sua esasperazione nei confronti di Dirk stava giungendo al limite. «Sì, ha importanza. Sto tornando in un mondo dove una volta sono quasi morta. Lo sto facendo contro la mia volontà ed esclusivamente per amore di mio figlio. Voglio recarmi là, fare ciò che devo fare e andarmene immediatamente. Che possibilità ci sono che questo avvenga?»
Dirk si sollevò, si stirò e si mise a sedere. «Non ne ho la minima idea.» La scrutò con aria solenne. «Dipende tutto da te, immagino.»
«Sì, ma io non so dove stiamo andando» insistette. «So che devo raccogliere della terra dal mondo di Ben, ma non so dove dovrò andare a cercare quella terra. È un mondo piuttosto grande per cercarci dentro una cosa, sai?»
«Be’, io non lo so» replicò il gatto. «Non ci sono mai stato. Ma per un gatto, ogni luogo è più o meno uguale. Sono abbastanza sicuro che troveremo ciò di cui abbiamo bisogno senza la necessità di cercare molto. Io ho una certa predisposizione nello scoprire segreti.»
Willow continuò a preparare il fuoco, e quando ebbe finito si scostò e guardò nuovamente il gatto. «Quanti segreti conosci, Dirk?» gli domandò con tono calmo. «Conosci anche qualche segreto su di me?»
Il gatto sbatté le palpebre. «Ma certo.»
«E su Ben?»
«Holiday? Sì, qualcuno.»
«E puoi dirmeli?»
«Se mi va.» Dirk iniziò a ripulirsi il pelo. «Ma i gatti sono riservati di natura, e dicono ben poco di ciò che sanno. Soprattutto perché nessuno ci dà ascolto. Ne ho parlato spesso con Holiday quando abbiamo avuto occasione di viaggiare assieme. Anche lui era come tutti gli altri. Io gli dicevo le cose, e lui non ascoltava. Io l’ho avvertito che stava facendo un errore, gli ho detto che i gatti sanno molte cose, ma a quanto pare nessuno presta mai attenzione a ciò che dico. Io gli dissi che era un errore che poteva evitare, lo avvertii.»
«Se mi dirai qualcosa, io ti ascolterò» dichiarò Willow. «Dimmi qualsiasi cosa, Dirk. Dimmi almeno uno dei tuoi segreti. So veramente molto poco su quanto sta accadendo, e qualsiasi frammento di informazione per me è prezioso. Puoi dirmi qualcosa?»
Dirk la scrutò, quindi riprese a lavarsi. Si leccò tutto il corpo finché non fu perfettamente liscio, fermandosi di tanto in tanto per vedere se Willow stava prestando attenzione. Prese il suo tempo, ma Willow attese con pazienza, rifiutando di lasciarsi innervosire. Infine, quando ebbe concluso, Dirk le rivolse il suo sguardo smeraldino.
«Avrai un figlio» dichiarò. «Ma la cosa non procederà nel modo che tu e Holiday vi aspettate. Avere delle aspettative è una cosa molto pericolosa per dei genitori, lo sai? I gatti non hanno mai aspettative, e stanno molto meglio.»
Willow annuì. «Non possiamo farne a meno. Allo stesso modo in cui non prestiamo ascolto alle parole dei gatti.»
«Credo proprio che tu abbia ragione» assentì Dirk. «Un vero peccato.»
«Dimmi qualcos’altro.»
Lo sguardo di Dirk si strinse. «Ma sei sicura di voler sentire ciò che ho da dire? Voglio dire, anche questo è uno dei motivi per i quali nessuno presta ascolto ai gatti.»
Willow ebbe un attimo di esitazione. «Sì, voglio sentire.»
«Benissimo.» Rifletté un istante. «Tu e Holiday non vi ritroverete più per un certo tempo. Di fatto, siete già persi. Lo sapevi?»
«La visione» disse Willow a bassa voce. «La visione di mia madre.»
Dirk scrutò nell’oscurità sempre più fitta. «Voi passate un sacco di tempo a chiedervi chi siete, non è vero? Sbattete la testa qua e là alla ricerca della vostra identità, quando nella gran parte dei casi è lì davanti a voi. Lottate con domande di scopo e di bisogno, ma vi dimenticate che le risposte sono quasi tutte dentro di voi.» Fece un’altra pausa. «I gatti non sono inclusi in questa analisi. I gatti non perdono tempo a domandarsi certe cose. I gatti si limitano a vivere.»
«Allora quella visione era vera?» domandò, cercando di mascherare il crescente senso di disperazione che si stava impossessando di lei all’idea che qualcosa di grave potesse essere effettivamente capitata a Ben, qualcosa che andava al di là del suo controllo.
Dirk sbatté le palpebre. «Quale visione?»
«Ben si trova in pericolo?» insistette.
«Come potrei saperlo?» disse Dirk, stiracchiandosi ancora una volta. «Faresti meglio ad allontanarti da quel tronco secco.»
Willow si allontanò, e Dirk si increspò e si trasformò in forma cristallina nella semioscurità del crepuscolo, mutando la sua carne in vetro liquido. Attinse la luce del crepuscolo, quella delle due lune e quella delle stelle, e le trasformò in fiamma, che scaturì dai suoi occhi smeraldini per appiccare fuoco al tronco. Il tronco prese fuoco immediatamente. Il gatto prismatico tornò nella sua forma originale, si accomodò nuovamente sul mantello di Willow, chiuse gli occhi e si addormentò.
Willow rimase a osservarlo per un certo tempo, quindi si addormentò a sua volta.
Dormì poco e male, tormentata da sogni di Ben e di loro figlio, sogni in cui entrambi le venivano sottratti, rubati da mani invisibili che li strappavano dal suo fianco lasciando solo gli echi delle loro voci. Nel sogno vi era anche un tacito accenno al fatto che, per qualche motivo, la colpa della loro scomparsa andava attribuita almeno in parte a lei stessa, che non era stata presente nel momento in cui avevano avuto maggiore bisogno di lei.
Non provò alcun appetito al risveglio, e dato che Dirk non sembrava mostrare mai alcun interesse nei confronti del cibo, si lavarono e intrapresero il loro cammino verso i margini delle nebbie fatate appena dop...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. La Scatola Magica di Landover
  4. Skat Mandu
  5. Figlio
  6. Gorse
  7. Radici
  8. Stregati
  9. Labirinto
  10. Visione
  11. I cristalli dell’occhio della mente
  12. Greenwich
  13. Foschia
  14. Zingari del Fiume
  15. Non vi costa nulla
  16. Gristlies
  17. Una manciata di polvere
  18. Danza sognante
  19. Risveglio
  20. Riserva
  21. L’ora degli Gnomi
  22. L’ultima impresa di Biggar
  23. La resa dei conti
  24. Riscatto
  25. Occhi verdi
  26. Bestseller
  27. Copyright