Il vasto e gelido dominio dei re dell’Inverno, gli Stark di Grande Inverno, è largamente considerato come il primo e il più antico dei Sette Regni, in quanto ha resistito, senza essere mai conquistato, per il periodo di tempo più lungo. Le bizzarrie della geografia e della storiografia inducono a pensare quindi che il Nord sia un luogo separato dai suoi vicini meridionali.
Per secoli è stata usanza parlare dei Sette Regni di Westeros. Detta diffusa locuzione deriva dai sette grandi regni le cui terre si estendevano sulla maggior parte di Westeros al di sotto della Barriera nel corso degli anni immediatamente precedenti la Conquista da parte di Aegon I. Eppure, già fin da allora, si trattava di una terminologia tutt’altro che esatta, in quanto uno di quei regni (Dorne) era in realtà dominato da una principessa piuttosto che da un re, e in quanto la Roccia del Drago, regno dello stesso Aegon Targaryen, non fu mai incluso nel novero.
Cionondimeno, l’espressione «Sette Regni» permane. Proprio come parliamo dei Cento Regni dei tempi antichi – per quanto non ci fu mai un tempo nel quale Westeros sia stato esattamente suddiviso in cento reami indipendenti –, dobbiamo comunque piegarci alla terminologia comune e, a dispetto dell’intrinseca imprecisione, parlare quindi di Sette Regni.
È spesso detto che il Nord sia vasto quanto gli altri sei regni messi assieme. In verità, esso è, in una certa qual misura, meno esteso. Il Nord, tuttora governato dalla Casa Stark di Grande Inverno, copre una superficie di poco maggiore a un terzo del reame. Iniziando dall’estremo sud dell’Incollatura, i dominii degli Stark si estendono verso nord fino al Nuovo Dono (a sua volta parte del loro regno fino a quando re Jaehaerys I Targaryen non convinse Grande Inverno a cedere quelle terre ai Guardiani della notte). Del Nord fanno parte foreste immense, pianure sferzate dal vento, colline e vallate, coste rocciose e montagne dalle cime innevate. Il Nord è una landa a clima freddo – la maggior parte del territorio è composto da alte brughiere e pianure le quali, nelle zone settentrionali, cedono il campo alle montagne –, ragione per la quale esso è meno fertile del Sud. È risaputo che in queste lande settentrionali la neve cade anche in estate e che, in inverno, essa diviene una letale minaccia.
Porto Bianco, l’unica, vera città nell’intero Nord, è la più piccola città dei Sette Regni. I principali centri del Nord sono Città dell’Inverno, sotto le mura di Grande Inverno, e Barrowton, nella Terra delle Tombe. La prima rimane sostanzialmente vuota in primavera e in estate, mentre in autunno e in inverno è affollata di sudditi in cerca della protezione e del sostegno di Grande Inverno allo scopo di sopravvivere ai tempi di carestia invernale. Costoro provengono non solo dai villaggi e dalle terre circumvicine, ma è risaputo che, quando le nevi iniziano a cadere copiose, molti figli e figlie dei clan delle montagne raggiungono a loro volta la Città dell’Inverno.
Barrowton è parimenti degna di nota, un luogo di raduno scavato sotto quella che viene considerata come la tumulazione del Primo Re dei Re dei Tumuli che regnarono dopo di lui. Innalzandosi nel centro di un’ampia, vasta pianura, questa zona ha prosperato grazie all’accorto governo dei Dustin, leali alfieri degli Stark, i quali hanno dominato in loro nome la Terra delle Tombe fin dalla caduta dell’ultimo dei Re dei Tumuli.
La corona rugginosa, simbolo araldico della Casa Dustin, deriva dal loro considerarsi quali discendenti diretti del Primo Re e, conseguentemente, degli altri Re dei Tumuli che regnarono dopo di lui. Gli antichi resoconti, citati in Passaggio dei defunti di Kennet, parlano di una maledizione lanciata sul Great Barrow, il grande tumulo, a causa della quale a nessun uomo in vita sarebbe stato concesso di rivaleggiare con il Primo Re. È per questa maledizione che i corpi dei pretendenti al titolo, mentre la loro stessa essenza vitale si disgregava, sono incorsi nella decomposizione dei cadaveri. Trattasi di una leggenda e nulla più, ciò è certo, ma che i Dustin conservino sangue e discendenza dai Re dei Tumuli dei tempi antichi appare ugualmente certo.
Gli uomini del Nord discendono dai primi uomini. Gli andali in seguito sopraffecero i regni nella loro invasione da sud, ma sul Nord la loro influenza fu molto più lenta. Il linguaggio originario dei primi uomini, noto come «antica lingua», è ora parlato solamente dai bruti oltre la Barriera, e molti altri aspetti della loro cultura sono andati perduti (ad esempio, usanze ripugnanti risalenti al tempo in cui criminali e traditori venivano uccisi, i loro corpi e le loro viscere appesi ai rami degli alberi-diga).
Nel Nord, essendo il cavalierato cosa rara, i tornei e con essi l’intero contorno di paggi e modalità cavalleresche, sono parimenti più rari di una gallina dotata di denti a settentrione dell’Incollatura. Gli uomini del Nord combattono a cavallo brandendo lance da guerra, ma raramente s’impegnano in quintane, preferendo a esse le grandi mischie, versione appena meno impegnativa delle battaglie vere e proprie. Sussistono resoconti di mischie che si protraggono per metà di una giornata, lasciando dietro di sé campi devastati e villaggi parzialmente demoliti. In siffatte mischie, ferite gravi sono quanto mai comuni e i decessi non sono infrequenti. Nel corso della grande mischia di Ultimo Focolare, nel 170 DC, si racconta che, prima che la tenzone fosse conclusa, non meno di diciotto uomini abbiano perduto la vita e almeno il doppio abbia riportato severe mutilazioni.
Eppure, nei loro usi e nei loro costumi, gli uomini del Nord tuttora preservano risvolti dei tempi antichi. La loro vita è più dura, dalla qual cosa essi risultano a loro volta induriti. I piaceri del Sud sono considerati infantili e meno nobili che non la caccia e la lotta, attività ludiche ben più amate dagli uomini del Nord.
Perfino i nomi delle loro casate li identificano, in quanto i primi uomini avevano nomi corti, aspri, essenziali. Nomi quali Stark, Wull, Umber e Stout traggono origine tutti dai giorni nei quali gli andali non avevano alcuna influenza sul Nord.
Va notato che l’usanza ritenuta dagli uomini del Nord più sacra di qualsiasi altra è il diritto dell’ospite: la tradizione secondo la quale non è concesso recare alcun male a chiunque venga offerta ospitalità, o la stia ricevendo. Gli stessi andali onoravano un’usanza simile, la quale per contro riveste minore importanza nella mentalità meridionale. Nel suo testo Giustizia e ingiustizia nel Nord: le sentenze di tre lord Stark, maestro Egbert rileva quanto rari siano nel Nord i crimini nei quali il diritto dell’ospite viene violato, crimini invariabilmente puniti con la medesima durezza del più infame dei tradimenti. Solamente l’assassinio di consanguinei è l’unico reato considerato altrettanto intollerabile quanto la violazione del diritto dell’ospite.
Nel Nord si racconta la storia del Cuoco dei Topi, al servizio di un re andalo – identificato da taluni come Tywell II, re di Castel Granito, da altri come Oswell I, re della Valle e della Montagna –, il quale osò servire al proprio sovrano le carni del di lui figlio, sotto forma di sformato. Come punizione, venne trasformato in un ratto mostruoso condannato a divorare la sua stessa progenie. Punizione inflitta non tanto per avere assassinato il figlio del re e per averglielo susseguentemente dato in pasto, quanto per avere violato il diritto dell’ospite.
Il Moat Cailin
I re dell’Inverno
Lo stemma di Casa Stark (al centro) e di alcuni dei suoi vassalli (in senso orario dall’alto): Glover, Ryswell, Manderly, Dustin, Bolton, Tallhart, Reed, Umber, Karstark, Hornwood e Mormont.
Sia i cantastorie sia gli storiografi ci raccontano che, per ottomila anni, gli Stark di Grande Inverno hanno dominato sulle vaste terre oltre l’Incollatura, definendo loro stessi «re dell’Inverno» (termine antico) e «Re del Nord» (accezione più recente). Il loro dominio, tuttavia, non fu scevro di contrasti. Molteplici, infatti, sono state le guerre combattute dagli Stark, da un lato per espandere il loro dominio, dall’altro per riconquistare terre strappate a loro da forze ribelli. I re dell’Inverno erano uomini brutali in tempi ugualmente brutali.
Antiche ballate, fra le più ancestrali rinvenute negli archivi della Cittadella di Vecchia Città, narrano di come un re dell’Inverno abbia scacciato i giganti dal Nord, e di come un altro re dell’Inverno sia caduto preda del metamorfo Gaven Lupogrigio e dei suoi consimili durante una selvaggia Guerra dei Lupi; ma riguardo al fatto che siffatti re e siffatte battaglie siano effettivamente mai esistiti abbiamo solamente la parola dei cantastorie.
Per contro, prove storiche più certe esistono riguardo alla guerra tra i re dell’Inverno e i Re dei Tumuli, a sud rispetto a loro, i quali definivano se stessi «re dei primi uomini», rivendicando per l’appunto la loro supremazia su tutti i primi uomini, ovunque essi si trovassero, inclusi gli stessi Stark. Storiografie runiche suggeriscono che questo scontro, che i cantastorie chiamano Guerra dei Mille Anni, sia stato in realtà una serie di guerre le quali si protrassero non per mille anni ma per circa duecento, conflitti che si conclusero quando l’ultimo Re dei Tumuli fece atto di sottomissione al re dell’Inverno, concedendogli anche la propria figlia in sposa.
Ma neppure questo evento poté dare a Grande Inverno il dominio sulla totalità del Nord. Rimanevano ancora molti altri re minori, i quali a loro volta dominavano su regni grandi e piccoli. Ci sarebbero voluti altri mille anni e molte altre guerre prima che anche l’ultimo di quei regni fosse finalmente conquistato. Cionondimeno, un regno dopo l’altro, gli Stark li sottomisero tutti, per quanto, nel corso di questi conflitti, molte orgogliose casate e molte antiche linee dinastiche si estinsero per sempre.
Tra le casate che da regnanti passarono a vassalle, possiamo annoverare i Flint di Collina della Pietra Spezzata, gli Slate di Fontenera, gli Umber di Ultimo Focolare, i Locke di Vecchio Castello, i Glover di Deepwood Motte, i Fisher della Costa Pietrosa, i Ryder delle Rills... e forse perfino i Blackwood di Raventree, le cui tradizioni di famiglia ribadiscono come, un tempo, fossero loro a dominare su larga parte della Foresta del Lupo prima di essere scacciati dalle loro terre dai re dell’Inverno (talune storiografie runiche, se davvero si vuole prestare fede alla traduzione seguita da maestro Barneby, concordano con detta affermazione).
Resoconti cronachistici trovati negli archivi della confraternita in nero al Forte della Notte (prima che questo venisse abbandonato) parlano della guerra per il controllo della Punta del Drago Marino, nella quale gli Stark sconfissero il re dei warg e i figli della foresta, suoi alleati non-umani. Alla caduta dell’ultima piazzaforte del re dei warg, i suoi figli vennero passati a fil di spada, e lo stesso vale per le sue bestie e i suoi esseri verdi, mentre le figlie divennero trofei dei conquistatori.
Casa Greenwood, Casa Towers, Casa Amber e Casa Frost subirono simile sorte, e così molteplici altre casate e re minori, i cui nomi sono ormai svaniti dalla storia. Eppure, oltre ogni dubbio, i più acerrimi avversari di Grande Inverno furono i Re Rossi di Forte Terrore, quei tetri lord della Casa Bolton i cui antichi dominii si estendevano dall’Ultimo Fiume fino al Coltello Bianco, e verso sud fino alle Colline Testa d’Agnello.
L’ostilità fra gli Stark e i Bolton, si dice, risaliva addirittura alla Lunga Notte. Infinite sono state le guerre combattute fra queste due antiche famiglie, e non tutte si conclusero con la vittoria della Casa Stark. Si racconta che re Royce Bolton, secondo del suo nome, abbia conquistato e quindi bruciato la stessa Grande Inverno. Tre secoli dopo, un suo discendente con lo stesso nome, Royce IV (passato alla storia come Royce Bracciorosso per la sua ferocia nell’affondare le braccia nel ventre dei nemici prigionieri per poi estrarne le viscere a mani nude), ripeté l’impresa. È inoltre tramandato che altri Re Rossi abbiano indossato mantelli ricavati dalle pelli dei principi Stark, prima catturati e quindi scuoiati vivi.
Cionondimeno, anche Forte Terrore alla fine cadde sotto la potenza di Grande Inverno. L’ultimo dei Re Rossi, noto alla storia come Rogar il Cacciatore, giurò fedeltà al re dell’Inverno e inviò i propri figli a Grande Inverno come ostaggi, questo perfino mentre i primi andali attraversavano il Mare Stretto a bordo delle loro navi lunghe.
Dopo la sconfitta dei Bolton, ultimi loro rivali nel Nord, le più pesanti minacce al dominio della Casa Stark vennero dal mare. Il confine settentrionale dei dominii degli Stark era protetto dalla Barriera e dagli uomini dei Guardiani della notte. A meridione, l’unica via attraverso le paludi dell’Incollatura era lo stretto passaggio sotto le torri in rovina e le mura decrepite della grande fortezza chiamata Moat Cailin. Perfino quando a tenere il Moat erano i Re delle Paludi, i loro crannogmen (uomini delle palafitte) sbarravano fermamente la strada a qualsiasi invasore da sud, alleandosi – quando era necessario – con i Re dei Tumuli, i Re Rossi e i re dell’Inverno allo scopo di respingere ogni lord del meridione che cercasse di attaccare il Nord. E una volta che re Rickard Stark ebbe annesso l’Incollatura al proprio dominio, il Moat Cailin si rivelò addirittura più invalicabile: un mastio impossibile da superare per forze provenienti da sud. Alcuni lord e re meridionali tentarono comunque, ma nessuno di loro, conferma la storiografia, mai ci riuscì.
Per contro, le lunghe, frastagliate coste del Nord, sia a est sia a ovest, rimanevano vulnerabili. E fu colà, infatti, che il dominio di Grande Inverno venne più spesso minacciato... dagli uomini di ferro a ovest, dagli andali a est.
Varcando il Mare Stretto a centinaia, a migliaia, le navi lunghe degli andali approdarono nel Nord come già era accaduto nel Sud. Ma dovunque gli invasori arrivassero, gli Stark e i loro lord alfieri calavano su di essi per ributtarli a mare. Re Theon Stark, passato alla storia come il Lupo Famelico, respinse la più dura di queste minacce, facendo causa comune con i Bolton e annientando il signore della guerra andalo Argon Settestelle nella Battaglia dell’Acqua Piangente.
Sulla scia di quella vittoria, re Theon arrivò a costruire una sua flotta e, con il cadavere di Argon legato alla prora della propria nave, attraversò il Mare Stretto fino alle coste di Andalos. Colà, si dice, scatenò una sanguinosa vendetta, dando alle fiamme innumerevoli villaggi, conquistando tre masti e un tempio fortificati, passando a fil di spada centinaia di avversari. Le loro teste mozzate divennero trofei del Lupo Famelico, il quale procedette poi a riportarle a Westeros e a piantarle in cima a picche lungo le sue coste, macabri simulacri di avvertimento per alt...