Professione? Spia
eBook - ePub

Professione? Spia

  1. 276 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub

Informazioni su questo libro

Harriet, 11 anni, ha sempre saputo che da grande farà la scrittrice, ed è per raccogliere tutto il materiale necessario alla sua futura attività, che spia con astuzia e costanza tutti quelli che la circondano, annotando ogni cosa sul suo taccuino. I suoi genitori sono troppo impegnati e distratti per darle retta. I guai cominceranno quando il suo taccuino, pieno di osservazioni pungenti e sarcastiche, finirà nelle mani dei suoi compagni di scuola.

Domande frequenti

Sì, puoi annullare l'abbonamento in qualsiasi momento dalla sezione Abbonamento nelle impostazioni del tuo account sul sito web di Perlego. L'abbonamento rimarrà attivo fino alla fine del periodo di fatturazione in corso. Scopri come annullare l'abbonamento.
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Perlego offre due piani: Base e Completo
  • Base è ideale per studenti e professionisti che amano esplorare un’ampia varietà di argomenti. Accedi alla Biblioteca Base con oltre 800.000 titoli affidabili e best-seller in business, crescita personale e discipline umanistiche. Include tempo di lettura illimitato e voce Read Aloud standard.
  • Completo: Perfetto per studenti avanzati e ricercatori che necessitano di accesso completo e senza restrizioni. Sblocca oltre 1,4 milioni di libri in centinaia di argomenti, inclusi titoli accademici e specializzati. Il piano Completo include anche funzionalità avanzate come Premium Read Aloud e Research Assistant.
Entrambi i piani sono disponibili con cicli di fatturazione mensili, ogni 4 mesi o annuali.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì! Puoi usare l’app Perlego sia su dispositivi iOS che Android per leggere in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo — anche offline. Perfetta per i tragitti o quando sei in movimento.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Sì, puoi accedere a Professione? Spia di Louise Fitzhugh, Valentina Bettini in formato PDF e/o ePub. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.

Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2016
Print ISBN
9788804664918
eBook ISBN
9788852075766

PRIMA PARTE

CAPITOLO PRIMO

Harriet stava cercando di spiegare a Sport come si gioca a Città.
«Vedi, prima pensi al nome di una città, e poi scrivi su un foglietto tutti i nomi delle persone che ci vivono. Non devi scriverne tanti, altrimenti diventa troppo difficile. Di solito io ne scrivo venticinque.»
«Mmm.» Sport stava lanciando in aria il pallone. Si trovavano nel cortile della casa di Harriet, nell’Ottantasettesima Strada, a Manhattan.
«Poi, quando sai chi ci vive, cominci a inventare i loro mestieri. Per esempio, Charles Hanley gestisce il distributore di benzina all’angolo.» Harriet era accovacciata vicino al grande albero e parlava con aria pensierosa, china sul suo taccuino, con le punte dei lunghi capelli lisci che ne sfioravano il bordo.
«Ti va di giocare a pallone?» le chiese Sport.
«Senti, Sport, non hai mai giocato a questo gioco, e ti assicuro che è divertente. Ora piazziamo il benzinaio vicino alla curva della montagna. Cerca di ricordartene, nel caso che qui succeda qualcosa.»
Sport prese il pallone, se lo mise sotto il braccio e si avvicinò.
«Ma non è altro che la radice di un vecchio albero. Cosa intendi per montagna?»
«D’ora in poi questa è una montagna. È chiaro?» Harriet lo fissò.
Sport indietreggiò di un passo. «Però sembra la radice di un vecchio albero» borbottò.
Harriet si tirò indietro i capelli e lo guardò, seria seria. «Sport, cosa farai da grande?»
«Lo sai benissimo. Il calciatore.»
«E io farò la scrittrice. E quando dico che questa è una montagna, vuol dire che è una montagna.» Soddisfatta, tornò alla sua città.
Sport posò il pallone a terra e si sedette accanto a lei, guardando il taccuino sul quale Harriet stava scribacchiando con tanto vigore.
«Dopo aver scritto i nomi di tutti gli uomini, delle rispettive mogli e dei figli, devi inventare una professione per ciascuno di loro. Ci vogliono un dottore, un avvocato...»
«E un capo indiano» disse Sport.
«No, no. Qualcuno che lavora in TV, piuttosto.»
«Che cosa ti fa pensare che abbiano anche la TV
«Ti ho detto che ce l’hanno. E, in ogni caso, tra loro deve esserci anche mio padre.»
«Allora mettici anche il mio.»
«Okay, possiamo fare che il signor Jonathan Fishbein è uno scrittore.»
«E facciamo che suo figlio, cioè io, cucina per lui.» Sport si mise a dondolare sui talloni avanti e indietro, cantilenando. «E facciamo che ha undici anni come me, e facciamo che la madre se n’è andata con tutti i soldi, e facciamo che anche lui vuole diventare un calciatore.»
«No» disse Harriet, disgustata. «In questo modo non stai più inventando. Non lo capisci?»
Sport smise di dondolare. «No» disse.
«Stammi a sentire, Sport. Ora che abbiamo scritto tutto ti mostrerò dov’è il divertimento.» Harriet sembrava molto indaffarata. Si alzò in piedi, poi si inginocchiò nel morbido fango settembrino, nell’incavo tra le due radici dell’albero. Di tanto in tanto dava un’occhiata al taccuino, ma più che altro fissava le verdi distese che circondavano la sua città immaginaria.
«È notte inoltrata, il signor Charles Hanley si trova nel suo distributore. Sta per spegnere le luci e andare a casa, perché sono le nove e per lui è già ora di andare a letto.»
«Ma se è grande!» Sport osservò con attenzione il punto occupato dal distributore.
«In questa città vanno tutti a letto alle nove e mezza» disse Harriet, decisa.
«Oh. Ok.» Sport si dondolò sui talloni. «Mio padre va a dormire alle nove del mattino. A volte lo incontro, quando mi alzo.»
«E poi c’è il dottor Jones, che sta consegnando un neonato alla signora Harrison, proprio qui all’ospedale. Eccolo: l’ospedale di Caterville.» Indicò il lato opposto della città. Sport guardò la radice di sinistra.
«Cosa sta facendo il signor Fishbein, lo scrittore?»
Harriet indicò il centro della città. «È al bar, che si trova qui.» Harriet fissava la città, come ipnotizzata. «Ecco cosa succede. Mentre il signor Hanley sta per chiudere, passa una grande automobile nera, e a bordo ci sono degli uomini armati di fucile. Guidano a una velocità pazzesca, si fermano al distributore e derubano il signor Hanley che rimane impietrito. Si prendono tutto l’incasso, riempiono di benzina il serbatoio della macchina e fuggono nella notte. Il signor Hanley è stordito e imbavagliato.»
Sport era rimasto a bocca aperta. «E poi?»
«In questo stesso momento nasce il bambino della signora Harrison e il dottor Jones dice: “È una bella bambina, signora Harrison, proprio una bella bambina!”.»
«Facciamo che era un bambino.»
«No, è una bambina. Ha già un figlio maschio.»
«Com’è la neonata?»
«Orribile. Proprio in quel momento, dall’altra parte della città, un po’ più in là del distributore, quasi ai piedi della montagna, i ladri si sono fermati nel podere che appartiene a Ole Farmer Dodge. Entrano e lo trovano seduto a tavola che mangia la zuppa d’avena, perché non ha i denti. Rovesciano tutta la zuppa per terra e gli chiedono altro cibo. Lui ha soltanto zuppa d’avena, e loro lo picchiano. Poi si sistemano nella sua casa per passarci la notte. In quello stesso istante, il capo della polizia di Caterville, che si chiama Herbert, sta passeggiando per la strada principale. Sente che sta succedendo qualcosa di strano e si domanda di che cosa si tratti...»
«Harriet. Togliti dal fango.» Una voce aspra squillò da una finestra del terzo piano, dietro di loro.
Harriet guardò in su, con un’espressione un po’ timorosa. «Ma non sto nel fango, Ole Golly.»
La faccia della bambinaia che la osservava dalla finestra non aveva un’espressione molto conciliante, ma nonostante i lineamenti severi e aquilini, in lei c’era anche qualcosa di gentile.
«Harriet M. Welsch, devi alzarti in piedi, se non lo hai ancora capito.»
Harriet si alzò senza esitare. «Ma come facciamo a giocare a Città, in piedi?» disse tristemente.
«È il modo migliore per giocare a Città» fu la risposta, e la testa scomparve.
Anche Sport si alzò. «Allora perché non giochiamo a pallone?»
«No, vedi, se mi siedo in questo modo non starò nel fango.» Così dicendo si inginocchiò accanto alla città. «Ormai Herbert ha capito che qualcosa non va.»
«Come fa? Non ha visto niente ed è successo tutto dall’altra parte della città.»
«Ti dico che lo sente, semplicemente. È davvero un buon capo della polizia.»
«Se lo dici tu» disse Sport, con un’aria dubbiosa.
«Quindi, dal momento che è l’unico poliziotto della città, va in giro a fare domande a tutti, e dice: “C’è qualcosa di sospetto. Me lo sento nelle ossa” e gli altri lo seguono a cavallo.»
«A cavallo?» gridò Sport.
«Salgono sulla macchina della polizia e girano per la città, fino a quando...»
«Harriet.» La porta si richiuse e Ole Golly uscì in cortile, dirigendosi verso di loro. Le sue lunghe scarpe nere facevano uno strano rumore sul selciato.
«Ehi, dove stai andando?» le chiese Harriet, saltando in piedi. Perché Ole Golly aveva indosso gli abiti per uscire. Ole Golly aveva abiti per stare in casa e abiti per uscire. Non portava mai nulla di facilmente riconoscibile, come una gonna, una giacca, o un maglione. Era solo avvolta da metri e metri di tweed molto simili a coperte, che quando camminava si gonfiavano, e dei quali parlava come della Sua Roba.
«Vi porterò a fare un giretto. È ora che vediate un po’ di mondo. Ormai avete undici anni.» Torreggiava sopra di loro ed era così alta che quando alzavano la testa per guardarla vedevano il cielo azzurro dietro di lei.
Harriet si sentì quasi in colpa perché aveva visto molte più cose di quanto potesse immaginarne Ole Golly. Ma disse solamente: «Evviva!» e cominciò a saltare su e giù.
«Vai a prendere il cappotto e sbrigati. Andiamo via subito.» Ole Golly faceva tutto “subito”. «Forza, Sport, non ti farà male dare un’occhiata in giro.»
«Sì, ma devo essere di ritorno alle sette, per preparare la cena.» E saltò in piedi.
«Torneremo molto prima. Io e Harriet ceniamo alle sei. Perché ceni così tardi?»
«Papà prima di mangiare prende un cocktail, io olive e noccioline.»
«Bene. Adesso però andate a prendere i cappotti.»
Sport e Harriet si avviarono di corsa.
«Cos’è tutto questo baccano?» borbottò la cuoca, che fece appena in tempo a vederli sgattaiolare dietro la porta della cucina e poi su per le scale. La camera di Harriet era all’ultimo piano, e quindi dovettero correre per tre piani, arrivando in cima senza fiato.
«Dove andiamo?» gridò Sport ai piedi volanti di Harriet.
«Non lo so» rispose Harriet col fiatone, «ma Ole Golly conosce un mucchio di posti fantastici.»
Sport afferrò il cappotto, infilò la porta ed era già a mezza strada quando Harriet gli disse: «Aspetta, aspetta, non riesco a trovare il mio taccuino».
«Oh. A cosa ti serve?» le gridò Sport dalle scale.
«Non vado mai da nessuna parte senza il mio taccuino.»
«Dai, Harriet.» Poi dalla camera venne un tonfo. «Harriet? Sei caduta?»
Una voce soffocata ma soddisfatta rispose: «L’ho trovato, deve aver dormito sotto il letto». E Harriet emerse con un taccuino verde in mano.
«Ne avrai a centinaia, ormai» disse Sport mentre scendevano le scale.
«No, ne ho solo quattordici. Questo è il quindicesimo. Come faccio ad averne cento, se ci lavoro soltanto da quando avevo otto anni? Non potrei averne così tanti neanche se scrivessi grosso come facevo all’inizio.»
«Vedi ogni giorno la stessa gente?»
«Sì. Quest’anno tocca alla famiglia Dei Santi, a Little Joe Curry, ai Robinson, a Harrison Withers, e a una nuova, la signora Plumber. Lei è la più difficile, perché devo salire sul montavivande.»
«Posso venire con te qualche volta?»
«No, stupido. Le spie non si portano dietro gli amici. E poi se fossimo in due ci prenderebbero più ...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Prima parte
  4. Seconda parte
  5. Terza parte
  6. Copyright