Alleggerire l'anima
eBook - ePub

Alleggerire l'anima

  1. 140 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Alleggerire l'anima

Informazioni su questo libro

Localizzare la consapevolezza, ci insegna il grande maestro di meditazione Osho, vuol dire congelarla. Essa ha bisogno di fluire, di essere libera di scorrere per tutto il corpo. Quando si cerca di limitarla, la parte in cui viene localizzata diventa tesa e malata, e il resto del corpo diviene un peso morto. Grazie alla pratica della meditazione, i cui fondamenti sono spiegati in questo volume, la consapevolezza si espande in tutto il nostro essere fisico, facendolo così diventare vivo e sensibile, quasi senza peso. E se, come dice Osho, «la meditazione non è altro che un tornare a casa, un semplice riposarsi un po' all'interno del proprio essere», Alleggerire l'anima rappresenta una guida per il più straordinario dei viaggi: quello dentro noi stessi.

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2015
Print ISBN
9788804586616
eBook ISBN
9788852070297

PARTE PRIMA

Tecniche nuove per un’umanità nuova

Essere semplicemente, senza alcun pensiero nella mente; essere semplicemente, senza alcun contenuto nella consapevolezza: uno specchio che non riflette alcunché, oppure che riflette solo il nulla – questo è vera meditazione, questo è dhyana.
È un dono del divino. Per riceverlo, occorre essere in attesa, aspettare senza avere aspettative, senza pretesa alcuna… un’attesa silente, passiva, aspettare in passività.
Meditazione non è la traduzione esatta di dhyana, ma quella più vicina. Infatti, il termine meditazione dà ancora l’idea di meditare su qualcosa, quasi ci fosse un oggetto cui rivolgersi.
La parola dhyana si riferisce a una consapevolezza del tutto priva di oggetto – non si medita su qualcosa, ma si è semplicemente meditativi.
Se mediti su qualcosa sei coinvolto in una sorta di pensiero – forse più focalizzato, più concentrato, ma comunque di pensiero si tratta; laddove dhyana è uno stato di non-mente.
E in Oriente da dhyana deriva il cinese chuan e il giapponese Zen: indicano tutti la stessa cosa.

Una meditazione dialettica

La tua tecnica di Meditazione Dinamica sembra riassumere antiche intuizioni e moderne scoperte della psicoterapia. Sembra proprio che tu abbia dato vita al metodo per eccellenza, una tecnica adatta all’uomo contemporaneo che aspira a conoscere se stesso e a entrare in contatto con l’energia della vita.
Puoi spiegare i diversi stadi di cui è composta la tua Meditazione Dinamica?
La Meditazione Dinamica è una contraddizione. “Dinamica” presuppone uno sforzo, uno sforzo estremo, assoluto. E “meditazione” è silenzio, assenza di sforzo, di azione. La si potrebbe definire una “meditazione dialettica”.
Devi diventare così attivo da trasformare tutta l’energia in movimento; in te non deve restare alcuna energia statica… diventa dinamico… sei più simile all’energia… mettila tutta al lavoro…
Quando tutto è in movimento, e tu sei diventato un ciclone, diventa semplice attenzione. Ricorda: sii attento e, in questo ciclone, all’improvviso, troverai un centro assolutamente silente. Quello è il centro del ciclone. Quello sei tu, nella tua divinità, tu in quanto Dio.
Sforzo e assenza di sforzo, movimento e assenza di movimento, attività e assenza di attività, materia e anima: queste sono le sponde. E tra queste due sponde scorre l’invisibile. Le due sponde sono visibili, tra loro scorre l’invisibile, quello è ciò che sei…
Il mio sistema di Meditazione Dinamica inizia con il respiro. Nel primo stadio di questa tecnica, io consiglio dieci minuti di respirazione caotica. E con “respirazione caotica”, intendo una respirazione profonda, rapida, fatta con energia, senza un ritmo.
Ci si deve limitare a inspirare e a espirare… il più a fondo e il più intensamente possibile…
Questa respirazione caotica serve a creare un caos nel vostro organismo represso. Qualsiasi cosa tu sia, è contraddistinta da una qualità del respiro molto particolare.
Un bambino ha un suo ritmo nel respiro. Se hai paure sessuali, respirerai in un modo ben preciso. Non potrai respirare a fondo, perché ogni respiro profondo colpirà il tuo centro sessuale. Se hai paura, non potrai fare respiri profondi. La paura implica una respirazione molto superficiale.
La respirazione caotica serve a distruggere ogni schema esistenziale passato… e se non si crea un caos, non potrai mai liberarti dalle tue emozioni represse. E quelle emozioni si sono spostate nel tuo corpo.
Tu non sei corpo e mente; sei entrambe le cose nello stesso tempo. Per cui, qualsiasi cosa fai con il corpo, questa tocca la mente, e qualsiasi cosa fai con la mente, questa raggiunge il corpo. Il corpo e la mente sono due elementi della stessa entità: tu sei corpo-mente!
Una respirazione profonda e rapida ti fornisce una quantità di ossigeno maggiore. Più ossigeno hai nel corpo, più questo si ravviva, e più tu diventerai simile a un animale: vivo, vibrante, vitale.
Con una maggior quantità di ossigeno nel sangue, le tue cellule avranno più energia e saranno più vive. Questa ossigenazione serve a produrre elettricità corporea, che si può anche chiamare “bioenergia”.
Quando nel corpo è presente questa elettricità, tu puoi scendere in profondità dentro di te, al di là di te stesso. Quell’elettricità lavorerà dentro di te…
Il secondo stadio, nella mia tecnica di Meditazione Dinamica, è la catarsi.
Io ti invito a essere consapevolmente pazzo. Qualsiasi cosa affiori nella tua mente – e intendo dire qualsiasi cosa – lascia che si esprima, aiutala a esprimersi; collabora con essa, affinché si manifesti.
Non opporre resistenza: è solo un fluire di emozioni. Se vuoi urlare, urla. Collabora con l’urlo. Un urlo profondo, totale, in cui tutto il tuo essere viene coinvolto, è profondamente terapeutico, è terapia per eccellenza.
Con quel semplice urlare, si liberano molti mali, molte cose represse. Se l’urlo è totale, il tuo intero essere verrà alla luce…
Questo «sgravarsi» è fondamentale; senza questo processo, l’uomo, così com’è, non potrà mai entrare in meditazione. E, di nuovo, voglio ricordare che non parlo delle eccezioni, non sono molte!
In questo secondo stadio, allorché tutto è stato eliminato dal tuo organismo, tu resti vuoto. Ed è proprio questo che io intendo per “vuoto”: essere vuoti da tutte le repressioni.
In questo vuoto, si può fare qualcosa. Può avvenire una trasformazione, può accadere la meditazione.
Nel terzo stadio, uso il suono “hu”. In passato sono stati utilizzati molti suoni, ognuno con una sua specificità. Per esempio, gli hindu hanno usato il suono “aum”. È un suono che ti può essere familiare, ma io non lo consiglio: l’“aum” tocca il centro del cuore, ma l’uomo contemporaneo non ha più il suo centro nel cuore. L’“aum” bussa a una porta, ma in quella casa non abita più nessuno.
I Sufi hanno usato l’“hu”: se lo urli, toccherà il centro sessuale in profondità. Per cui, questo suono può essere usato come un martellio interiore. E, quando sei diventato vuoto e vacuo, questo suono si può spostare dentro di te.
Il suono si può muovere in te solo quando sei vuoto. Se sei pieno di repressioni, non accadrà nulla. E, a volte, è addirittura pericoloso usare un suono o un mantra, qualsiasi essi siano, quando si è pieni di cose represse.
Ogni strato di repressione, infatti, modificherà il percorso del suono e il risultato finale potrebbe essere qualcosa che tu non hai neppure immaginato, che non ti saresti mai aspettato, che mai avresti sperato.
Hai bisogno di una mente vuota, solo in questo caso si può usare un mantra. Ragion per cui, io non suggerisco mai un mantra a nessuno, così com’è. Come prima cosa, deve esserci una catarsi. Questo mantra “hu”, non lo si dovrebbe mai praticare, senza aver prima portato a termine le altre due fasi della meditazione: non lo si dovrebbe mai ripetere, senza aver completato i primi due stadi.
L’“hu” può essere usato solo quale terzo stadio: solo allora lo si deve ripetere, urlare il più forte possibile, utilizzando tutta l’energia di cui si dispone. Si deve martellare la propria energia con questo suono.
L’“hu” scende in profondità e colpisce il centro sessuale. Questo centro può essere colpito in due modi: il primo è un modo naturale. Ogni volta che ti senti attratto da un membro del sesso opposto al tuo, il centro sessuale è colpito dall’esterno. Anche questa è una vibrazione sottile… l’“hu” colpisce lo stesso centro di energia, ma dall’interno. E quando il centro sessuale è colpito dall’interno, l’energia inizia a fluire all’interno. Questo flusso interiore di energia ti cambia completamente. Vieni trasformato: dai vita a te stesso.
Vieni trasformato, solo quando la tua energia si muove in una direzione completamente opposta. In questo momento l’energia scorre verso l’esterno ma, in seguito, inizia a fluire all’interno. Ora scorre verso il basso, in seguito inizierà a scorrere verso l’alto.
Questo flusso di energia verso l’alto, è conosciuto come kundalini: la sentirai fluire realmente, lungo la spina dorsale… e più si muove verso l’alto, più in alto ti eleverai con lei. Quando questa energia raggiunge l’ultimo centro, il settimo, localizzato in cima alla testa, il brahmarandhra, diventi l’essere più elevato che possa esistere. È ciò che Gurdjieff chiama “l’uomo numero sette”.
Quando la tua energia si trova nel centro sessuale, tu sei “l’uomo numero uno”. Quando una parte dell’energia raggiunge il centro del cuore, sei “l’uomo numero due”: l’uomo emotivo. Quando una parte dell’energia arriva all’intelletto, sei “l’uomo numero tre”: un uomo di intelletto. Questi sono tutti uomini qualunque, a modo loro sono tutti nevrotici. Il primo è nevrotico dal punto di vista emotivo, il secondo da quello fisico e il terzo da quello intellettuale. Ma questi tre uomini sono uomini qualunque.
“L’uomo numero quattro” tenta di muovere la propria energia all’interno: l’uomo che medita, è l’uomo che si sforza di dissolvere la propria nevrosi, la propria separazione e la propria schizofrenia.
Allorché questa energia si muove sempre di più verso l’alto, si viene a creare un uomo sempre più elevato. Quell’uomo sarà sempre meno nevrotico, sempre meno schizofrenico, sempre più sano…
La schizofrenia è prodotta da queste due spinte: un momento sei spinto verso l’alto e assomigli a un santo, il momento successivo sei spinto verso il basso e ti comporti come un animale.
La mente si confonde. Non puoi essere un animale con tutto te stesso, non puoi essere a tuo agio con l’animale che esiste dentro di te, perché è presente la potenzialità superiore: un seme che continua a stuzzicarti, a sfidarti.
Ma non puoi eliminare l’animale: esiste, è parte della tua ereditarietà. Per cui, ti dividi in due. Sposti la tua parte animale nell’inconscio, e con la coscienza ti identifichi con le possibilità più elevate, ma che tu non sei… questa potenzialità più elevata, è l’ideale, il fine.
Consciamente, ti identifichi con la meta, ma inconsciamente resti legato all’inizio. E questi due punti creano il conflitto. Per cui, se non vai oltre l’uomo, non potrai mai andare oltre la follia. L’uomo è follia.
Nel terzo stadio uso l’“hu”, quale veicolo per portare la tua energia verso l’alto. Questi primi tre stadi sono catartici. Non sono meditazione, bensì un semplice preparativo per la meditazione: sono semplici preparativi per il balzo, ma non sono quel balzo.
Il balzo avviene nel quarto stadio, allorché io ti dico di fermarti. Quando dico: «Stop!», immobilizzati. Non fare assolutamente nulla, perché qualsiasi cosa farai, potrebbe diventare una diversione, e ti sfuggirebbe l’essenziale. È sufficiente una qualsiasi cosa – un semplice colpo di tosse o uno starnuto – e puoi lasciarti sfuggire l’essenziale, in quanto la mente viene distratta. A quel punto, il fluire verso l’alto si arresta immediatamente, perché la tua attenzione è stata distolta…
Quando l’energia si sposta verso l’alto, diventi sempre più silente. Il silenzio è una conseguenza dell’energia in ascesa, mentre la tensione è una conseguenza dell’energia discendente.
Ora tutto il tuo corpo diventerà assoluto silenzio, quasi fosse scomparso. Non riuscirai a percepirlo. Sei diventato “senza corpo”. E quando tu sei silente, l’intera esistenza è silenziosa, perché l’esistenza non è altro che uno specchio. Ti riflette. Ti riflette in migliaia e migliaia di specchi…
Nel tuo silenzio ti invito a essere un semplice testimone, un’attenzione continua… senza far nulla, restando semplicemente un testimone, restando in contatto con te stesso; senza fare assolutamente nulla, nessun movimento, nessun desiderio, nessun divenire: resta semplicemente immobile, testimoniando in silenzio ciò che accade.
I primi tre stadi ti prepareranno a questo momento. Ti renderanno consapevole. Quella è la meditazione. E in quella meditazione, accade qualcosa che è al di là delle parole.
Quando accade, non sarai più lo stesso, è impossibile. È una crescita. Non si tratta di una semplice esperienza, è una crescita.
Questa è la differenza fra tecniche vere e tecniche false. Con le tecniche false, puoi sperimentare qualcosa, ma alla fine ricadrai all’indietro: si trattava di un semplice lampo, un bagliore, non di una crescita. Accade con l’LSD: hai un lampo di intuizione…
Accade con le tecniche più diverse, tutte false, ma facili da eseguire. Non ti portano da nessuna parte. Se sei assetato di esperienze, cadrai facilmente vittima di tecniche false.
Una tecnica reale non si interessa dell’esperienza in sé, una vera tecnica si preoccupa della crescita. Certo, accadono delle esperienze, ma è una cosa irrilevante. Io mi interesso alla crescita, non alle esperienze…
E ricorda: non ti imporrò l’essere sano con la forza. Al contrario, esporrò la tua follia. Quando essa sarà espulsa completamente dal tuo organismo, quando l’avrai buttata al vento, giungerà la salute. Crescerai, sarai trasformato. Questo è il significato della meditazione.
E, dopo dieci minuti di silenzio, la Meditazione Dinamica si conclude con dieci minuti di celebrazione: canta, danza… esprimi qualsiasi stato di beatitudine sia presente, dentro di te.

Nota

Consapevole delle possibili incomprensioni, Osho consiglia a quanti praticano questa tecnica di meditazione di prestare molta attenzione al proprio corpo: in caso di rigetto violento, riconoscibile da possibili disturbi fisici o da una sensazione di nausea nel praticare la meditazione, che si protraggono oltre il terzo giorno, è meglio interromperla.

L’alchimia della respirazione caotica

Un grande mistico russo, George Gurdjieff, in Incontri con uomini straordinari, le memorie delle sue avventure spirituali, dice che è rimasto molto impressionato da una discussione con un derviscio sufi sul pranayama yogico e sulle asana. Il derviscio lo aveva avvertito di non fare esercizi di respirazione, perché ogni cambiamento nel sistema di respirazione naturale comporta disordini nella vita, con risultati disastrosi. Puoi commentare questa affermazione soprattutto per ciò che concerne il metodo di respirazione da te proposto nella Meditazione Dinamica?
C’è una certa verità in quello che egli dice sul pranayama e sugli esercizi di respirazione. Di fatto, non c’è nessuna falsità che non contenga una briciola di verità; non può essere altrimenti. Ogni bugia contiene una briciola di verità. Ed è proprio quella briciola di verità che impressiona. Ma la briciola di verità viene accompagnata dalla bugia che diventa credibile; altrimenti uno non se ne renderebbe conto.
Di fatto, è vero che non dovremmo interferire e ostacolare le vie naturali della nostra vita; altrimenti ci saranno dei guai. Sarebbe bene se riuscissimo a non impedire il funzionamento naturale dei nostri corpi; non dovremmo interferire con il modo in cui respiriamo, con il modo in cui camminiamo, con il modo in cui stiamo in piedi o ci sediamo. Perché nel momento in cui poniamo degli ostacoli iniziano a verificarsi dei cambiamenti.
Ricordate che una qualsiasi perdita significa cambiamento e anche ogni guadagno significa cambiamento. Entrambi, la perdita e ...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Premessa dell’autore. Una moderna via al risveglio
  4. PARTE PRIMA
  5. PARTE SECONDA
  6. Nota biografica
  7. copyright