
eBook - ePub
Le 23 regole per diventare scrittori
- 240 pagine
- Italian
- ePUB (disponibile sull'app)
- Disponibile su iOS e Android
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Le 23 regole per diventare scrittori
Informazioni su questo libro
Un manuale avvincente come un romanzo, ricco di spunti, suggerimenti pratici e trucchi del mestiere per imparare l'arte della scrittura. I giovani lettori vi troveranno tutto ciò che occorre per architettare un'ingegnosa trama, descrivere una situazione insolita e financo bislacca, aggiustare una prosa zoppicante e raggiungere in questo modo la fama imperitura. www.bookonatree.com/bot/23regole
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Informazioni
Print ISBN
9788804664895eBook ISBN
9788852076404OGGETTO NUMERO 1
Un piccolissimo specchio

«Tutto comincia da chi scrive, ovvero... da te!»
«Carino!» disse Gilda, osservando il proprio riflesso nello specchio. «Ma che significa?»
«Ottima domanda» rispose Felini, ricevendo lo specchio dalla ragazzina e osservandolo a sua volta.
«Tu che ne dici?» aggiunse poi, passandolo al suo compare Slaccabardi.
«Vediamo...» ragionò lo scrittore. «Che ci si fa di solito con uno specchio?»
Gilda fu la più lesta a rispondere.
«Ci guardi dentro per vedere la tua faccia» disse.
«Proprio così. Usiamo lo specchio per vedere come siamo fatti. Gli occhi, le orecchie, la forma della bocca, il naso.»
«Ecco, soprattutto quello, nel mio caso» commentò Felini, indicando il suo naso non esattamente minuscolo.
«Certo» proseguì Slaccabardi, sempre più convinto. «Perché lo specchio ci restituisce l’immagine di noi stessi visti da fuori, come siamo veramente, che ci piaccia o no.»
«Insomma, per fare lo scrittore devi sapere com’è fatta la tua faccia» riassunse Gilda.
«Be’, in un certo senso è proprio così...» considerò Felini, cominciando a intuire il pensiero che aveva guidato il signor Evaristo in quella scelta. «Il punto è, Gilda, che prima di scrivere, ma prima anche di fare qualsiasi altra cosa, devi chiederti: che cosa so? E quello che sai parte da quello che hai in testa in ogni momento della tua vita...»
«La mia testa adesso è molto contenta! Perché pensavo che non sarei mai riuscita ad aprire quell’affare, e invece...» fece Gilda, gli occhi persi dentro la scatola rossa.
«Ecco, sì. Capire che cosa ti incuriosisce, che cosa ti sorprende e che cosa invece ti spaventa, ad esempio. Sono tutte cose che è bene aver chiare in testa prima di mettersi a scrivere.»
Slaccabardi annuì con decisione. «E questo, secondo me, ci porta al secondo aspetto importante del nostro oggetto...»
A quel punto, con fare teatrale, Slaccabardi voltò lo specchietto d’argento e continuò: «Perché qui, sul retro, il nostro Evaristo ci dice che c’è dell’altro. Gilda, saresti così gentile da leggere che cosa c’è scritto?».
La ragazzina annuì e, ripreso lo specchietto, lesse: «“Uno: pescare, due: Agatha, tre: gli scacchi”».
Slaccabardi sorrise. «Avete capito perché il signor Evaristo ha scritto queste cose?»
Gilda fece una smorfia dubbiosa.
«Papà dice che suo zio era un po’...» e invece di usare una parola si picchiettò una tempia con l’indice.
«Chissà, forse in parte era vero...» rise Slaccabardi. «Ma doveva essere anche un tipo assai ingegnoso.»
Gilda, cercando di convincersi anche lei che fosse davvero così, tornò a leggere quanto stava scritto sul retro dello specchio.
«Uno: pescare.»
«Un’azione molto semplice e molto gradevole... se ti piace pescare» concluse Slaccabardi, sottolineando con la voce quelle ultime parole
«Oh, la mamma ha un sacco di foto del prozio Evaristo sul lungomare, con la canna da pesca in mano» li informò Gilda.
Felini schioccò le dita. «Ora ci sono! Quella è una lista delle cose gli piacevano!»
«Esattamente, e direi che questo salotto ce lo conferma» assentì Slaccabardi, guardandosi intorno con un sorriso sornione. Felini e Gilda lo imitarono.
Il salottino era illuminato solo da alcune candele prese d’assalto dagli spifferi della tempesta. La luce era tuttavia sufficiente a mostrare alcuni oggetti: trofei di pesca appesi alle pareti, una scacchiera in un angolo e uno scaffale pieno di libri tutti uguali, con la costa color giallo limone. Una rapida occhiata di Gilda confermò quello che i due scrittori sospettavano: erano tutti libri gialli di Agatha Christie. Evidentemente la lettura preferita del signor Evaristo.
«Ok, Gilda» disse Slaccabardi battendosi una manata sul ginocchio. «Secondo te che cosa ha voluto dirci il tuo prozio con quella lista?»
«Che per uno scrittore sono importanti le cose che gli piacciono?» rispose Gilda, aggrottando la fronte.
«Proprio così» confermò Felini. «Le cose che davvero ti piacciono sono come una bussola. Una bussola che ti aiuterà a trovare le storie che vuoi davvero raccontare.»

Ma... in pratica?
Prendi un quaderno, che d’ora in poi diventerà il tuo quaderno dell’apprendista scrittore, e scrivi almeno cinque cose che ti piacciono, una per pagina. Poi, sotto ognuna, scrivi tutto quello che sai e che è collegato a quelle cose. C’è un libro che hai letto che ne parla? C’è un libro che ne parla, ma non l’hai letto? Un film? Un cartone animato, un fumetto, un videogioco? Quando leggi una frase, un articolo o vedi una pubblicità che è legata a una di queste cose, annotala sul tuo quaderno.
Una volta che hai terminato con le cose che sai, scrivi almeno tre cose di cui non sai assolutamente niente, ma che sospetti potrebbero piacerti.
E ora vai a cercare su internet qualche informazione o trova almeno un libro, o un film, o un cartone che ne parli, e ripeti l’operazione.
OGGETTO NUMERO 2
Uno strano foglio

«Combatti il tuo primo nemico: la pagina bianca.»
Quando Gilda tirò fuori dalla scatola l’oggetto numero due, Slaccabardi e Felini fecero un grande sorriso.
«Ah be’!» esordì Slaccabardi. «Questo è facile!»
«Ma certo!» gli fece eco Felini.
Gilda guardò prima uno e poi l’altro e infine il foglio che aveva appena srotolato. «Sarà facile per voi che siete già scrittori, ma per me non lo è affatto! Anzi: non saprei proprio cosa farmene!»
«È perché non hai ancora provato a scrivere...» disse Slaccabardi, con tono gentile. «Ma quando ti deciderai a farlo, questo foglio sarà il tuo più grande nemico!»
«Questo foglio con sopra scritto “qualcosa qualcosa qualcosa qualcosa”?» domandò Gilda, perplessa.
Slaccabardi lo voltò e le mostrò il retro di quel bizzarro foglio.
«Ecco: questo è il nemico!»
«Ma... è bianco!» protestò Gilda.
«Per l’appunto, signorina. Si chiama “panico della pagina bianca” ed è una malattia diffusa tra quasi tutti gli scrittori...»
«QUASI tutti gli scrittori ne soffrono prima o poi» confermò Felini. «Ma non il qui presente Slaccabardi, che invece è un campione nel riempire pagine e pagine senza pensare mai a niente» concluse, con una risatina.
Gilda sollevò un sopracciglio. «Non si possono riempire pagine e pagine senza pensare a niente!»
«Oh, invece sì!» ribatté Slaccabardi, nella penombra del salottino. «Bisogna buttarsi, signorina... Olè! Prendere la penna e scrivere, senza lasciarsi ipnotizzare dal foglio bianco. O dallo schermo del computer, se intendi scrivere con quello.»
«Mmm...» rifletté Gilda. «Con la luce che va e viene in questo modo, credo che il foglio sia la cosa migliore.»
«E lo è!» disse Felini. «Il foglio è SEMPRE la cosa migliore, ma il mio amico ha ragione, piccola...»
«NON SONO PICCOLA!» puntualizzò immediatamente Gilda. «Tra due mesi esatti compirò undici anni, capito?»
Quella reazione fece sobbalzare Felini sulla sua poltrona, ma lo scrittore riprese subito a parlare, annuendo con il capo: «Bene! Questo è il carattere giusto per iniziare a scrivere. Vuoi dire la tua, ed è importante. Tutto quello che devi fare è non dimenticartelo mai. Sei più in gamba tu del foglio bianco. Sei tu che controlli la penna. E quindi, per scrivere qualcosa, ecco cosa devi fare: scrivi QUALCOSA!».
Slaccabardi mostrò il verso della pagina riempita con quell’unica parola. «Ecco che cosa ti sta dicendo il prozio Evaristo con questo secondo oggetto: scrivi quello che vuoi, ma scrivi!»
Gilda sbuffò.
«Ma va bene davvero tutto quello che voglio?» domandò.
«Certo! Scrivi ciò che vuoi, il...
Indice dei contenuti
- Copertina
- Frontespizio
- Gli scrittori in carta e inchiostro
- Introduzione all’introduzione
- Introduzione
- 1 - Un piccolissimo specchio
- 2 - Uno strano foglio
- 3 - Un paio di occhiali senza lenti
- 4 - Una foto di classe in bianco e nero
- 5 - Un soldatino di piombo
- 6 - Il passaporto di nessuno
- 7 - Il mirino di un vecchio fucile
- 8 - Due fiori intrecciati
- 9 - Un tabellone del gioco dell’oca
- 10 - Una moneta con due teste
- 11 - Una minuscola cornicetta d’oro
- 12 - Una cartina di Venezia
- 13 - Un biglietto per il Polo Nord
- 14 - Le stringhe di una scarpa da tennis
- 15 - Un semplice vocabolarietto
- 16 - Un elegante astuccio di velluto blu
- 17 - Un’agendina
- 18 - Una lingua di gatto
- 19 - Un disco a 45 giri
- 20 - Un coltellino a serramanico
- 21 - Una limetta per le unghie
- 22 - Un’etichetta vuota
- 23 - Un “coso” indecifrabile
- Quaderno dellapprendista scrittore
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