La selezione della giuria per il processo a Tadeo Zapate comincia lunedì. Sarà un circo mediatico perché c’è grande aspettativa e il tribunale è in fermento. Il video su YouTube in cui Tadeo massacra l’arbitro, Sean King, ha avuto oltre sessanta milioni di visualizzazioni. I nostri impavidi eroi di “Action News!” lo mandano ripetutamente in onda durante i notiziari della sera e del mattino. Lo stesso video, le stesse frasi insulse, lo stesso severo scuotere la testa come se ancora non riuscissero a crederci. Pare che tutti si siano fatti un’opinione, ma poche sono favorevoli al mio cliente. Per ben tre volte ho chiesto alla corte il trasferimento del processo ad altra sede, ma tutte e tre le mie istanze sono state prontamente respinte. Duecento potenziali giurati sono stati convocati per lunedì, e sarà interessante vedere quanti di loro affermeranno di non sapere nulla della vicenda.
Ora, però, siamo ancora a venerdì, è mezzanotte circa e io me ne sto sdraiato, nudo sotto le lenzuola, accanto a Ms Naomi Tarrant. Dorme e fa lunghi respiri profondi che ricordano le fusa di un gatto. La nostra seconda seduta è iniziata intorno alle dieci, dopo pizza e birra, e, pur essendo durata meno di mezz’ora, è stata comunque esaltante e ci ha spossati. Dopo aver confessato entrambi di essere stati piuttosto inattivi, ci stiamo divertendo un mondo a recuperare. Non ho idea di dove potrebbe portare questa relazione nascente e sono sempre molto cauto – senza dubbio questo mio atteggiamento è frutto dei danni permanenti provocati da Judith –, ma al momento sono pazzo di questa donna e vorrei vederla il più possibile, nuda o vestita che sia.
Vorrei tanto poter dormire come lei. È praticamente in coma e io me ne sto qui, perfettamente sveglio, non eccitato – che sarebbe normale – a pensare a mille cose oltre al sesso. Il processo lunedì, Swanger e la sua storia su Jiliana Kemp, i cadaveri insanguinati di Tubby e Razor, avvolti in un rotolo di vecchia moquette e gettati nella discarica, probabilmente da Miguel Zapate e dalla sua banda di trafficanti di droga. Penso al detective Reardon e rabbrividisco all’idea che lui e altri al dipartimento di polizia sospettino, chi più, chi meno, che io sia in qualche modo implicato nell’omicidio degli scagnozzi di Link. Mi domando se Link abbia deciso di lasciarmi in pace, ora che mi basta schioccare le dita per far ammazzare qualcuno.
Quanti pensieri, quanti problemi. Sono tentato di scendere dal letto e andare a cercare qualcosa di forte da bere, ma poi mi ricordo che Naomi non tiene alcolici in casa. Lei beve poco e mangia sano, fa yoga quattro volte alla settimana per mantenersi perfettamente tonica. Non voglio svegliarla e così me ne resto lì sdraiato a osservare la sua schiena, la pelle liscia e perfetta che segue la curva delle scapole e poi scende giù fino al più bel fondoschiena che io abbia mai visto. Ha trentatré anni, è divorziata da poco da un farabutto con cui ha sprecato sette anni, non ha figli e questo non sembra preoccuparla. Non parla molto del suo passato, ma so che ha sofferto tanto. Il suo primo amore è stato il ragazzo con cui usciva al college, ucciso da un ubriaco al volante un mese prima delle nozze. Con gli occhi velati di lacrime mi ha detto che non avrebbe mai più potuto amare un uomo come ha amato lui.
Non sono esattamente in cerca di amore.
Non riesco a togliermi dalla testa Jiliana Kemp. È o era una bellissima ragazza, come la donna al mio fianco, ed esiste la concreta possibilità che sia viva, che stia vivendo un’esistenza impossibile. Arch Swanger è uno psicopatico, e probabilmente anche un sociopatico, e ama mentire su qualunque cosa. Ma non mentiva a proposito della giovane Heather Farris, originaria del villaggio di Lamont, Missouri, una ventenne sbandata che lavorava di notte in un negozio di alimentari quando è sparita senza lasciare tracce. Stanno ancora setacciando i boschi con l’aiuto dei cani, e offrono ricompense, ma finora non è servito a nulla. Come faceva Swanger a sapere di lei? È possibile che abbia sentito uno dei primissimi servizi trasmessi sulla vicenda, ma è poco probabile. Sono andato immediatamente su Internet, ho trovato la sua storia e ho cominciato a seguirla sul quotidiano di Columbia. Lamont si trova a più di ottocento chilometri da qui e, purtroppo, lei è una delle tante ragazze scomparse da una piccola città di provincia. La vicenda di Heather non è arrivata sulle testate nazionali.
E se Swanger stesse dicendo la verità, e cioè che Jiliana Kemp e Heather Farris sono due di una decina di ragazze rapite da un’organizzazione dedita al commercio di schiave del sesso, costrette a spogliarsi, fare sesso e portare avanti una gravidanza, mentre quelli le imbottiscono di eroina? Essere al corrente di questo, o quantomeno sospettarlo, mi fa sentire complice. Non sono l’avvocato di Swanger e l’ho messo bene in chiaro. In realtà, ho avvertito una scossa di adrenalina quando ho afferrato la Glock e ho pensato di toglierlo di mezzo. Non ci sono considerazioni di ordine etico che mi leghino al silenzio e alla riservatezza nei confronti di questo individuo spregevole. E, anche se ci fossero, sarei incline a ignorarle se sapessi di poter salvare alcune delle ragazze.
Da parecchio tempo, ormai, ho smesso di preoccuparmi dell’etica professionale. Nel mio mondo i miei avversari sono spietati. Se faccio la persona onesta, mi stritolano.
È l’una del mattino e sono ancor più sveglio di prima. Naomi si gira e allunga una gamba nella mia direzione. Le accarezzo dolcemente la coscia – come può, una persona, avere la pelle così liscia? – e lei emette un gemito come se dentro di sé, nel profondo, gradisse quella carezza. Finalmente riesco a tranquillizzarmi e chiudo gli occhi.
Il mio ultimo pensiero è per Jiliana Kemp, che sta vivendo una moderna forma di schiavitù.
Partner e io passiamo gran parte del sabato nel seminterrato dello studio legale di Harry & Harry, a esaminare i questionari dei giurati e i voluminosi rapporti preparati da Cliff, un consulente che ci aiuta nella scelta della giuria e che fino a questo momento mi ha addebitato trentamila dollari. Il conto per la difesa di Tadeo ammonta a poco meno di settantamila dollari, tutti pagati di tasca mia ovviamente, e continuerà a salire. Lui e io non abbiamo parlato del mio onorario perché sarebbe una perdita di tempo. Tadeo non ha un soldo e Miguel e il resto della sua banda non sono interessati al mio compenso. Ritengono che io abbia già guadagnato abbastanza dalla breve carriera di Tadeo. Suppongo pensino anche che, per la legge della strada, l’eliminazione di Tubby e Razor valga un bel po’ di soldi. Dunque siamo pari.
Cliff è dell’opinione che la difesa di Tadeo Zapate sia una strada tutta in salita. Lui e il suo studio hanno svolto il loro solito lavoro che consiste nel: 1) intervistare un migliaio di elettori iscritti ai registri dei votanti della nostra area ponendo loro ipotetiche domande, 2) fare rapide ricerche sul background di tutti e duecento i potenziali giurati e 3) preparare una rassegna di tutti gli articoli di giornale e servizi televisivi sull’orribile episodio in cui Sean King è stato picchiato a morte. Dai sondaggi risulta che un incredibile trentun per cento delle persone intervistate è a conoscenza, a diversi livelli, del caso e che la stragrande maggioranza di questi è favorevole a una condanna. Il diciotto per cento ha visto il video. In un caso di omicidio, per quanto sensazionale, è già insolito trovare un dieci per cento che ne è a conoscenza.
A differenza della maggior parte dei consulenti, Cliff è noto per la sua franchezza. È per questo che mi servo di lui. La sua conclusione è questa: “Le probabilità di un’assoluzione sono scarse, quelle di una condanna alte. Fai un accordo. Patteggia per ottenere una riduzione della pena. Evita i problemi”.
Appena avevo letto il suo rapporto, lo avevo chiamato. “Insomma, Cliff, con tutto quello che ti pago l’unico consiglio che sai darmi è di evitare i problemi?”
“No. A dire il vero io scapperei a gambe levate. Il tuo cliente è fottuto e la giuria gli darà il massimo della pena.” Cliff è sempre stato uno sputasentenze.
Lunedì ci sarà anche lui in aula, a osservare e prendere appunti. Per quanto adori l’attenzione e le telecamere, non è una prospettiva allettante.
Alle quattro del pomeriggio, Partner e io saliamo a bordo del mio furgone Ford nuovo di zecca, fornito di tutte le sofisticate attrezzature di cui ho bisogno per il mio lussuoso ufficio mobile, e partiamo alla volta dell’università. Su suggerimento di Partner, ho accettato di passare dal nero, troppo vistoso, a un più sobrio color bronzo. Scritte in stampatello su entrambe le fiancate ci sono le parole “Smith Impresa Edile”, un altro tocco di classe fortemente voluto da Partner. È convinto che ora ci mimetizzeremo meglio e saremo più difficili da individuare per la polizia, per Link, per i miei clienti e tutti gli altri cattivi, veri o potenziali, che stanno in agguato là fuori.
Mi lascia davanti alla piscina dell’università e si allontana per andare a cercare un parcheggio. Io entro, seguo l’eco delle voci e trovo la piscina, poi invio un SMS a Moss Korgan. Un nugolo di bambini in costume da bagno è impegnato in una manifestazione di nuoto. Le tribune sono affollate di genitori rumorosi. È in corso una gara di nuoto a rana e tutte e otto le corsie della piscina da cinquanta metri sono occupate da bambine che sguazzano e scalciano.
Moss risponde con un altro messaggio: “Lato destro, terzo settore, ultima fila in alto”.
Guardo e non vedo nessuno, ma sono sicuro che lui mi sta osservando. Indosso una giacca di pelle, con i capelli lunghi infilati dentro il colletto, jeans e un berrettino blu e arancione dei Mets. Questo non è il mio ambiente e non mi aspetto di essere riconosciuto, ma non voglio correre rischi. La scorsa settimana Partner e io stavamo mangiando un sandwich in un caffè quando si è avvicinato uno scemo che mi ha informato che, secondo lui, il mio piccolo lottatore dovrebbe marcire in galera per il resto dei suoi anni. Io l’ho ringraziato e gli ho chiesto per favore di lasciarci in pace. Lui mi ha dato del criminale. Partner si è alzato in piedi e il tizio se n’è andato.
Mentre salgo sulla gradinata mi arriva una zaffata di cloro. Una volta Starcher ha accennato alla possibilità di fare nuoto, ma una delle sue madri gli ha detto che quello sport era troppo pericoloso per via di tutte le sostanze chimiche che mettono nell’acqua. Mi stupisce che non lo tengano sotto una campana di vetro.
Mi siedo in un punto isolato da tutti e resto a guardare la gara. I genitori urlano. Il chiasso aumenta sempre più e poi di colpo smette. La gara è finita. Le bambine si issano fuori dall’acqua e le madri le aspettano, pronte a porgere asciugamani e consigli. Da qui, le ragazzine sembrano avere sui dieci anni.
Moss si stacca da un gruppo di genitori sull’altro lato della piscina e lentamente vi gira attorno. Sale la gradinata venendo verso di me e alla fine si siede, a un metro di distanza. Il suo linguaggio del corpo parla chiaro: odia trovarsi lì e preferirebbe parlare con un serial killer. «Spero per te che sia importante, Rudd» esordisce.
«Anche per me è un piacere vederti, Moss. Qual è tua figlia?» Che domanda stupida: ci sarà più di un centinaio di bambine, laggiù, attorno alla piscina.
«Quella» risponde lui con un lieve cenno del capo. Che stronzo. Ma me la sono cercata. «Ha dodici anni e partecipa alla gara di stile libero. Entrerà in vasca tra una trentina di minuti. Possiamo procedere?»
«Ho un altro accordo da proporti, ed è ancor più complicato dell’ultimo.»
«Me l’hai detto. E sono stato lì lì per riattaccare, Rudd, finché non mi hai parlato della figlia di Kemp. Sentiamo.»
«Swanger mi ha di nuovo rintracciato. Ci siamo incontrati. Sostiene di sapere dove si trova la ragazza, dice che ha portato a termine la gravidanza e che il bambino è stato venduto da dei trafficanti che le forniscono eroina in cambio di tutta una serie di prestazioni sessuali.»
«Swanger è un noto bugiardo.»
«Non c’è dubbio, ma parte di ciò che dice è vero.»
«Come mai si è messo in contatto con te?»
«Ha detto che ha bisogno d’aiuto e di denaro, cosa che non mi sorprende. C’è la possibilità che mi contatti di nuovo e se lo facesse potrei mettere la polizia sulle sue tracce. Queste tracce potrebbero portare a Jiliana Kemp, oppure no. Non c’è modo di saperlo, ma al momento la polizia non ha nient’altro in mano.»
«Quindi sei disposto a sacrificare un’altra volta il tuo cliente.»
«Non è mio cliente. Sono stato chiaro con lui. È possibile che lui mi consideri il suo avvocato, ma è una perdita di tempo analizzare quello che pensa Arch Swanger.»
Si sente una sirena e otto ragazzini si tuffano in acqua. Immediatamente i genitori cominciano a urlare come se i ragazzi potessero sentirli. A parte “Più veloce! Più veloce!” cosa puoi gridare a un ragazzino nella foga di una competizione? Restiamo a guardarli finché eseguono la virata. «E tu cosa vuoi da noi?» dice Moss.
«Lunedì inizia il processo al mio lottatore. Voglio un accordo migliore. Voglio una condanna a cinque anni con la garanzia che possa scontare la pena nel carcere della contea. È meno duro e c’è una bella palestra. Il ragazzo potrà tenersi in forma, farsi diciotto mesi e uscire sulla parola quando avrà, diciamo, ventiquattro anni, e ancora un futuro sul ring. Diversamente, si farà quindici anni e quando uscirà sarà un criminale incallito con una sola cosa in mente, commettere altri crimini.»
Sta già alzando gli occhi al cielo. Espira lentamente, come se tutto quello che ho detto fosse un’assurdità. Scuote la testa. Devo essere pazzo.
Alla fine, con un grande sforzo, riesce a dire: «Non abbia...