Nel nostro piccolo palcoscenico di Baker Street molte persone entrarono e uscirono in modo drammatico, ma non so rammentarmi di una comparsa più improvvisa e sorprendente di quella del dottor Thorneycroft Huxtable, dottore in lettere, dottore in filosofia, eccetera eccetera. Il suo biglietto da visita, che sembrava troppo piccolo per poter sopportare il peso di tutte le sue qualifiche accademiche, lo precedette di pochi secondi. E quando entrò il personaggio in carne e ossa, così grosso, così pomposo e contegnoso, lo si poteva ben dire l’incarnazione stessa della solidità e della sicurezza di sé. E tuttavia, non appena la porta si chiuse alle sue spalle, il suo primo gesto fu quello di appoggiarsi al tavolo per scivolare subito a terra, dove la sua figura maestosa si abbatté prona e insensibile sul nostro tappeto di pelle d’orso.
Balzammo in piedi, e per qualche istante restammo a fissare stupefatti e silenziosi quella specie di monumentale relitto che suggeriva chissà quale repentina e fatale tempesta scatenatasi lontano, molto lontano da noi, sull’immenso oceano dell’esistenza. Ma subito Holmes riprese il suo sangue freddo e si affrettò a mettergli un cuscino sotto il capo, mentre io accorrevo con la bottiglia del brandy. Quel pesante viso sbiancato era solcato da rughe, causate certo da un’intensa angoscia. Le borse cascanti sotto gli occhi chiusi avevano assunto un colore plumbeo, mentre la bocca pendeva dolorosamente ai lati e il vasto doppio mento era coperto di una barba di due giorni. Colletto e camicia rivelavano la sporcizia di un lungo viaggio, e sul capo ben formato i capelli si rizzavano incolti. Veramente misero e sconvolto era l’aspetto dell’uomo che giaceva inerte di fronte a noi.
— Che cosa può avere, Watson? — mi chiese Holmes.
— Un grave esaurimento... o forse è soltanto fame e stanchezza — risposi mentre tastavo il polso aritmico, dove il fiume della vita scorreva stentato e discontinuo.
— Ha un biglietto di andata e ritorno da Mackleton, che si trova nel Nord dell’Inghilterra — disse Holmes cavandogli dalla tasca dell’orologio un piccolo rettangolo di cartone. — Non è ancora mezzogiorno, e forse si è alzato molto presto.
Le palpebre appesantite dallo svenimento avevano intanto preso a fremere, finché i suoi occhi grigi, vacui, ci fissarono. Un attimo dopo l’uomo si era tirato in piedi, rosso in viso dalla vergogna.
— Mi perdoni questo mancamento, signor Holmes, ma ero forse troppo stanco e sovreccitato. Grazie, se potessi avere un bicchiere di latte e un biscotto forse starei meglio. Sono venuto personalmente, signor Holmes, per essere sicuro che lei ritorni con me, poiché temevo che nessun telegramma l’avrebbe convinta dell’assoluta urgenza del caso che le esporrò ora.
— Quando si sarà completamente rimesso...
— Mi sento di nuovo benissimo, non riesco a capire come possa essere svenuto così all’improvviso. Ho bisogno, signor Holmes, che lei torni con me a Mackleton col prossimo treno.
Il mio amico scosse il capo.
— Il mio collega dottor Watson potrà confermarle che in questo momento siamo occupatissimi. Sono trattenuto qui dalle indagini relative ai documenti Ferrers e si sta per discutere il processo inerente al delitto di Abergavenny. Soltanto un caso importantissimo potrebbe farmi allontanare da Londra in questo frangente.
— Altro che importantissimo! — Il nostro ospite fece con le mani un cenno significativo. — Non ha sentito parlare del rapimento dell’unico figlio del duca di Holdernesse?
— Cosa? L’ex ministro del governo?
— Precisamente. Abbiamo cercato di non incappare nei giornalisti, ma qualche notizia della cosa è ugualmente trapelata sul “Globe” ieri sera, e credevo che lei l’avesse letta.
Holmes allungò verso la libreria il suo braccio sottile e scelse nella sua enciclopedia araldica il volume “H”.
— “Holdernesse, sesto duca, cavaliere della Giarrettiera, consigliere della Corona.” Qui c’è mezzo alfabeto! “Barone Beverley, conte di Carston.” Oh, povero me, che lista! “Viceré di Hallamshire sin dall’anno 1900. Ha sposato nel 1888 Edith, figlia di sir Charles Appledore. Unico figlio ed erede: lord Saltire. Possiede circa duecentocinquantamila acri. Miniere nel Lancashire e nel Galles. Indirizzo: Carlton House Terrace; Holdernesse Hall, Hallamshire; Carston Castle, Bangor, Galles. Lord dell’Ammiragliato nel 1872; primo segretario di Stato per...” Mio Dio, ma quest’uomo è uno dei pezzi più grossi della Corona britannica!
— Il più grosso e forse il più ricco. Io so, signor Holmes, che lei è molto coscienzioso nella sua professione, e che è sempre stato pronto a lavorare per il solo amore del lavoro; ma le posso dire che Sua Grazia ha già annunciato che firmerà un assegno di cinquemila sterline a chiunque sarà in grado di dirgli dove si trova suo figlio, e altre mille a chi saprà dirgli il nome dell’uomo o degli uomini che lo hanno rapito.
— È un’offerta principesca — commentò Holmes. — Watson, credo che riaccompagneremo nel Nord dell’Inghilterra il dottor Huxtable. E ora, egregio dottore, quando avrà finito di bere il suo latte, mi dirà cortesemente quanto è accaduto, dove è accaduto, come è accaduto e infine che cosa ha a che vedere con la vicenda il dottor Thorneycroft Huxtable, della scuola del Priorato presso Mackleton, e perché è venuto soltanto tre giorni dopo il fatto a chiedere i miei umili servigi... Le condizioni del suo mento rivelano la data.
Intanto il nostro ospite aveva terminato il suo latte con i biscotti. La luce era tornata nei suoi occhi e il colorito alle sue guance, e subito si dispose con grande vigore e chiarezza a spiegarci la situazione.
— Devo informarvi, signori, che il Priorato è una scuola secondaria, di cui io sono fondatore e preside. Forse i miei Appunti su Orazio vi rammenteranno il mio nome. Il Priorato è senza eccezione la migliore e la più scelta scuola secondaria di tutta l’Inghilterra. Lord Leverstoke, il conte di Blackwater, sir Cathcart Soames... tutti mi hanno affidato i loro figli. Ho avuto però la sensazione che la mia scuola fosse giunta al suo apice quando, tre settimane fa, il duca di Holdernesse mi ha mandato il suo segretario, signor James Wilder, ad avvertirmi che il giovane lord Saltire, di dieci anni, suo unico figlio ed erede, stava per essere affidato alle mie cure. Ero ben lontano in quel momento dal pensare che questo fosse il preludio della più rovinosa disgrazia della mia vita.
“Il ragazzo è arrivato il primo maggio, essendo questo il giorno nel quale iniziamo il trimestre estivo. Era un carissimo ragazzo, e subito ci siamo affezionati a lui. Posso dirvi, e sono certo di non essere indiscreto, ma le mezze confidenze in un caso come questo sono ridicole, che il ragazzo a casa sua non si sentiva del tutto felice. Non è un segreto per nessuno che la vita coniugale del duca sia stata tutt’altro che tranquilla, tanto da concludersi con una separazione per consenso reciproco, in seguito alla quale la duchessa è andata a risiedere nel Sud della Francia. Questo fatto è successo non molto tempo fa, ed è risaputo che le simpatie del ragazzo pendevano fortemente dal lato della madre. Aveva risentito moltissimo della partenza di lei da Holdernesse Hall, ed è per questo motivo che il duca desiderava mandarlo nel mio istituto. Nel giro di due settimane il ragazzo si sentiva completamente a casa sua con noi, e almeno in apparenza sembrava felicissimo.
“È stato visto l’ultima volta la sera del 13 maggio, cioè la sera di lunedì scorso. La sua stanza era situata al secondo piano, e vi si accede da un’altra stanza più grande dove dormono altri due ragazzi. Questi ragazzi non hanno visto né sentito nulla, sicché è certo che il giovane Saltire non è passato da quella parte. La sua finestra era aperta, e c’è una robusta pianta d’edera che da lì scende fino a terra. Non abbiamo trovato nessuna impronta, sotto, ma siamo certi che quella era l’unica possibile via d’uscita.
“La sua assenza è stata scoperta alle sette di martedì mattina. Il ragazzo aveva dormito nel suo letto e si era vestito di tutto punto, prima di andarsene, con la sua solita uniforme di scuola, composta di una giacchetta Eton e di un paio di calzoni grigi scuri. Non abbiamo rilevato nessuna traccia che potesse suggerirci che qualcuno era penetrato nella stanza, e certamente se ci fossero state grida o rumori di lotta sarebbero stati uditi, poiché Caunter, il ragazzo più grande che dorme nella stanza interna, ha il sonno molto leggero.
“Appena ho saputo della scomparsa di lord Saltire ho fatto l’appello di tutto l’istituto, ragazzi, insegnanti e domestici compresi. È stato così che mi sono accorto che lord Saltire non era stato solo nella sua fuga. Mancava anche Heidegger, l’insegnante di tedesco. La sua stanza si trovava al secondo piano, dall’altra parte dell’edificio, di fronte a quella di lord Saltire. Anche lui aveva dormito nel suo letto, ma presumibilmente si era allontanato vestito solo parzialmente, poiché abbiamo trovato buttati a terra la sua camicia e i suoi calzoni. Certo si era lasciato calare lungo il tronco d’edera, poiché abbiamo individuato le orme dei suoi piedi nel punto in cui era sceso sul prato. Lui era solito tenere la sua bicicletta in una piccola rimessa vicina, e anche quella era scomparsa.
“Era con me da due anni, e lo avevo assunto con le migliori referenze, ma era un uomo taciturno, sempre immusonito, che non godeva di molta popolarità né presso i ragazzi, né presso gli altri insegnanti. Non ci è stato possibile scoprire alcuna traccia dei fuggitivi, e ora che siamo a giovedì mattina ne sappiamo quanto martedì. Naturalmente abbiamo subito cercato a Holdernesse Hall. Il castello si trova a pochi chilometri di distanza, e abbiamo supposto che il ragazzo fosse tornato dal padre, preso da un improvviso attacco di nostalgia della sua casa, ma anche lì nessuno sapeva nulla. Potete immaginare l’agitazione del duca, e quanto a me vedete voi stessi in che stato di prostrazione nervosa mi hanno ridotto l’angoscia e la responsabilità che sento pesare sulle mie spalle. Signor Holmes, la supplico di mettere in opera tutte le sue facoltà, poiché in tutta la sua vita lei non si è mai trovato di fronte a un caso come questo.”
Sherlock Holmes era stato ad ascoltare con la massima concentrazione il racconto dello sfortunato insegnante. Le sue sopracciglia arcuate e il profondo solco che gli scavava la fronte dimostravano chiaramente come non avesse bisogno di esortazioni per concentrare ogni sua attenzione su un problema che, indipendentemente dagli altissimi interessi che vi erano coinvolti, doveva certamente stuzzicare la sua passione per tutto ciò che era complicato e insoluto. Di lì a poco cavò di tasca il suo taccuino e vi segnò alcune annotazioni.
— Ha fatto molto male a non venire prima — disse poi con voce severa. — Mi obbliga così a cominciare la mia indagine con gravissimo ritardo. È inconcepibile, per esempio, che quella pianta d’edera e quel prato non avessero nulla da rivelare all’occhio di un osservatore esperto.
— Non sono da biasimare, signor Holmes. Sua Grazia era ansiosissimo di evitare ogni scandalo pubblico: temeva che la sua infelicità coniugale fosse trascinata davanti agli occhi del mondo, e questa sola possibilità lo fa fremere di orrore.
— Non è stata svolta nessuna indagine ufficiale?
— Sì, ma senza risultato. All’inizio sembrava che avessimo ottenuto un qualche indizio, giacché ci è stato riferito che un ragazzo e un giovanotto erano stati visti partire da una stazione vicina con il primo treno del mattino. Ieri sera però si è venuto a sapere che i due erano stati ri...