Yusuf è mio fratello
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Yusuf è mio fratello

  1. 112 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Yusuf è mio fratello

Informazioni su questo libro

Quando il prof propone alla classe di pubblicare un giornalino, il progetto riscuote subito un grande successo! Merito soprattutto delle vignette colorate e a volte irriverenti di Yusuf, il ragazzino siriano che ha trovato rifugio in Italia. Ma il viaggio di Yusuf verso la libertà non è ancora finito: non tutti, infatti, sono contenti di avere un clandestino in redazione…

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2015
Print ISBN
9788804655657
eBook ISBN
9788852067990

IL POTERE DEI VIGLIACCHI

Allora è deciso: da domani tutti a casa mia per preparare l’edizione clandestina del giornalino. Lia e Alfio non stanno nella pelle all’idea di non avere più Cicciobello tra i piedi.
Nessuno ci dirà più che cosa dobbiamo scrivere e finalmente “Effebì” tornerà a essere libero e indipendente. Io, poi, sono davvero strafelice. Filippo mi ha detto che curerà una rubrica in cui svelerà, poco alla volta, tutti i segreti della grammatica. Questo si chiama fare un servizio di pubblica utilità, sissignore. Altro che formiche nere e formiche rosse! Sono sicuro che il prossimo numero del giornalino andrà a ruba. Ma quante copie dovremo stamparne? Devo fare un po’ di conti.
«Teniamoci bassi» mi ha suggerito Lia, la saggia.
Da quando ha smesso di fare la streghetta dispettosa, giuro che è diventata un’altra persona.
«E cioè?» le ho chiesto.
Eravamo in cortile, in attesa della campanella d’inizio. Intorno a noi, una folla di ragazzini assonnati. Sasà si era messo di lato al cancello d’ingresso per avvisarci della comparsa di Cicciobello. Il signorino arriva alle otto precise, a bordo di un macchinone extra-lusso! In realtà, mancavano ancora dieci minuti all’ora X, ma noi abbiamo preferito essere prudenti.
«Dico che dovremo stampare soltanto poche copie e vedere poi come va» mi ha spiegato Lia.
In effetti, ha ragione. Io per primo non so se questa operazione avrà il successo sperato. E se gli altri ragazzi della scuola non volessero mettersi contro Cicciobello? Mica tutti sono nati coraggiosi, questo lo so bene.
«Un’edizione clandestina vale quanto una dichiarazione di guerra» ha continuato Lia, giocherellando nervosamente con i suoi braccialetti.
«Uhm…» Mi sono lisciato il mento, per darmi un’aria pensierosa, ma in testa – giuro – non avevo un bel niente.
Bzzzz… bzzzz… facevano i miei neuroni ancora addormentati.
Poi ecco il fischio lungo e modulato di Sasà: Cicciobello in arrivo!
Un istante dopo è suonata la campanella e siamo entrati nell’atrio della scuola.
La preside dirigeva il traffico, proprio come fa un vigile a un incrocio. «Voi di terza, subito al piano di sopra. Le prime ferme qui, senza fare chiasso. Aspettate in silenzio che i vostri compagni siano saliti.»
Chissà perché la Romiti ha la fissa di mettersi, ogni mattina, al centro dell’atrio e di strillarci nelle orecchie con quella sua vocetta fastidiosa. Mamma mia, è peggio di un trapano!
“Strilla pure” ho pensato, sfoggiando un sorriso tutto gengive, “tanto non mi fai impressione.”
Cento in tutto. Per cominciare, credo che basti. E poi, io non ho mica una tipografia! Per stampare tutte queste copie se n’è andata una risma di carta e l’intera cartuccia d’inchiostro.
Però sono soddisfatto, finalmente ho scritto il mio articolo sulla carta igienica e in prima pagina c’è la famosa vignetta di Yusuf, quella dove si vede don Calogero che porta al guinzaglio la preside.
Durante l’intervallo, qualcuno è venuto a lamentarsi: «Perché io non ho avuto il giornalino? Non è giusto!».
Non è stato semplice spiegare che i nostri mezzi non ci permettevano di più.
Naturalmente, mi aspetto che da un momento all’altro scoppi la bomba. Presto Cicciobello saprà che la redazione di “Effebì” non vuole bavagli né padroni.
Il botto arriva durante l’ultima ora di lezione. La prof di matematica sta scrivendo alla lavagna gli esercizi da svolgere a casa, quand’ecco che la porta si spalanca di colpo. «Carraro, Maffei, Cirilli, De Rosa subito in presidenza.»
Teresa ha piantato i pugni sui fianchi e ci squadra a uno a uno.
Il cuore mi batte forte, ma fingo di essere calmissimo. Yusuf fa per alzarsi, ma la bidella gli dice: «No, tu resta qui. La preside vuole parlare soltanto con loro».
La Romiti è proprio fuori dai gangheri.
«Ma bravi! Stavolta l’avete fatta grossa» esordisce. «Quel poveretto di don Calogero ci è rimasto malissimo. Lui che ci ha aiutato in mille modi, lui che dà lavoro ai vostri genitori, lui che ha chiesto a suo figlio Francesco di migliorare il giornalino, proprio lui viene accusato d’essere un ricattatore. Ma vi rendete conto della gravità della cosa?»
All’improvviso, mi punta contro un dito: «Ma come ti è saltato in mente di scrivere che, in cambio dell’acquisto della carta igienica, la sottoscritta lascia che sia don Calogero a comandare? Qui comando io, sia ben chiaro!».
«E allora perché ha permesso che Cicciobello diventasse il direttore del giornalino?» le rispondo, a muso duro.
Lia mi dà una gomitata e Alfio mi fa segno di stare zitto, ma io sono ormai lanciatissimo. Niente e nessuno mi fermeranno. «Preside, io lo so che don Calogero è un uomo d’onore, ma questa è la mia scuola, non è il paese!»
La Romiti sgrana gli occhi, fa per aprire la bocca ma ecco che nella stanza irrompe proprio lui, don Calogero.
«Adesso basta! Non tollererò oltre questo affronto. Preside, io voglio che quel pezzente sia subito allontanato dalla scuola. La colpa è di quello lì e di nessun altro. Da quando ha messo piede in paese, si è perso il rispetto per il prossimo e ognuno fa come gli pare. Guardi questi ragazzi! Erano forse così prima che arrivasse quel delinquente di Yusuf? Lo cacci via e, giusto per dare una lezione a questi furfantelli, chiuda questo maledetto giornalino. Non si diffama la gente perbene con un’assurda vignetta e con un articolo che è tutto una bugia.»
Don Calogero è un treno senza freni che scende giù per una discesa ripidissima. Neppure la Romiti riesce a interromperlo, benché ci provi diverse volte.
«Deve chiudere il giornalino» ripete. «E cacciare via quell’extracomunitario» insiste don Calogero.
All’improvviso, la preside raddrizza le spalle e ribatte: «Prenderò dei provvedimenti, questo è certo. Ma adesso, per favore, si accomodi fuori. Io devo parlare con i miei ragazzi».
«Ma davvero caccerà via Yusuf?»
La preside mi guarda con espressione mogia. Ci siamo seduti tutti intorno alla scrivania, la Romiti ha detto alla bidella che non vuole essere disturbata per nessun motivo. Poi ha preso dal cassetto una manciata di caramelle e ha cominciato a ingozzarsi di mou, di gelatine alla frutta e di bonbon al cioccolato.
«Ne volete qualcuna, ragazzi?» ci domanda quando ormai di quelle delizie non ne è rimasta neppure una.
Sospira, allunga le braccia in avanti e intreccia le dita delle mani.
«Allora, che cosa pensa di fare con Yusuf?» incalzo.
«Oh, lui è un ragazzino così dolce…» dice la Romiti, come se parlasse a se stessa.
A un tratto balza in piedi, la calma apparente è durata soltanto il tempo di mangiarsi tutte le caramelle. «Che cosa dovrei fare, secondo voi? Forza, fatevi venire un’idea. Avete sentito che cosa ha detto don Calogero? E io adesso come la metto?»
Lia cerca di tranquillizzarla. «Preside, non si arrabbi. Con la calma si possono risolvere tutte le questioni.»
La Romiti ci ha detto che i soldi del Ministero sono arrivati, perciò la carta igienica e il sapone per le mani non saranno più un problema. Il punto invece è un altro: benché la scuola abbia ricevuto i fondi, non ci sono tuttavia abbastanza soldi per permettersi il lusso di un giornalino.
«Dovremo chiudere i battenti? Non riesco a crederci!» le ho detto, allibito.
Non mi pare giusto, cavolo! Alla fine, don Calogero penserà di averla avuta vinta e invece si tratta, ancora una volta, di mancanza di denaro.
«Be’, potremmo ridurre il numero delle copie» suggerisce Alfio, mangiucchiandosi le unghie.
«E le vignette le stamperemo in bianco e nero» aggiunge Sasà, «così risparmieremo sul costo dell’inchiostro.»
Lia ha un’altra idea. «Perché non portare a scuola i nostri giocattoli, i libri che abbiamo già letto, che ne so… Ognuno contribuirà con qualche oggetto e… poi venderemo tutto all’asta! Che ne pensate?»
«Uhm…» fa la preside, che intanto non ha risposto alla mia domanda. Cosa vuole fare con Yusuf?
Non è la prima volta che don Calogero si scaglia contro gli extracomunitari, ma ora ha trovato il pretesto a cui appigliarsi.
«Yusuf…» dice la Romiti. «Lui è uno di noi, perché dovrebbe andarsene? Io non ci penso proprio a cacciarlo via dalla mia scuola. Però, ragazzi, come si fa con il giornalino?»
È afflitta, poverina, ma neppure io mi sento allegro. Non vedo via d’uscita.
Lia sta gioc...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Un’idea strepitosa…
  4. … e un problema imbarazzante
  5. L’uomo che risolve i problemi
  6. Per fortuna c’è Yusuf
  7. Tante teste, tante idee
  8. Il prezzo del successo
  9. Il segreto di Yusuf
  10. Di bene in… peggio
  11. I guai arrivano ma poi se ne vanno
  12. Campa cavallo…
  13. Il potere dei vigliacchi
  14. La storia di Yusuf
  15. Chi pensa è libero
  16. Per saperne di più
  17. Copyright