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Disponibile fino al giorno 5 Dec |Scopri di più
Come un angelo
- 336 pagine
- Italian
- ePUB (disponibile sull'app)
- Disponibile su iOS e Android
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Come un angelo
Informazioni su questo libro
Finalmente in ebook la celebre saga degli Huxtable, cinque inediti digitali della regina del Regency Romance!
Senza un penny e vittima dei pettegolezzi che la vogliono coinvolta nella morte dell'ex marito, Cassandra Belmont è disperata. Chi potrebbe mai volerla ancora in moglie? Perciò decide di trovarsi un amante, che naturalmente dovrà essere molto ricco. Per fortuna l'affascinante Stephen Huxtable, conte di Merton, è tra i pochi a non credere alle voci che circolano, e per Cassandra si rivela fin troppo facile farlo innamorare. Quello che non aveva considerato è che Stephen potesse sorprenderla chiedendole ben di più.
«Personaggi meravigliosi; una storia adorabile piena di pathos, sensualità e humor» - Betty Cox
«Uno dei più incantevoli romance di Mary Balogh.» - A Romance Review
Senza un penny e vittima dei pettegolezzi che la vogliono coinvolta nella morte dell'ex marito, Cassandra Belmont è disperata. Chi potrebbe mai volerla ancora in moglie? Perciò decide di trovarsi un amante, che naturalmente dovrà essere molto ricco. Per fortuna l'affascinante Stephen Huxtable, conte di Merton, è tra i pochi a non credere alle voci che circolano, e per Cassandra si rivela fin troppo facile farlo innamorare. Quello che non aveva considerato è che Stephen potesse sorprenderla chiedendole ben di più.
«Personaggi meravigliosi; una storia adorabile piena di pathos, sensualità e humor» - Betty Cox
«Uno dei più incantevoli romance di Mary Balogh.» - A Romance Review
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Informazioni
eBook ISBN
97888520738301
— Trovarmi un uomo, ecco quello che ho intenzione di fare.
Chi stava parlando era lady Cassandra Belmont, la vedova di lord Paget. Era in piedi, davanti alla finestra del salotto della casa di Portman Street, a Londra, che aveva affittato ammobiliata anche se l’arredamento, come le tende e i tappeti, aveva visto giorni migliori già almeno dieci anni prima. Era un’abitazione che, per quanto modesta, conservava però una parvenza di decoro, pienamente adatta alle sue condizioni finanziarie.
— Da… sposare? — domandò sconcertata Alice Haytor, la sua dama di compagnia.
Cassandra stava osservando con occhi che non avevano più illusioni e labbra incurvate in una smorfia di disprezzo una donna che camminava giù in strada tenendo un bambinetto per mano, il quale evidentemente lasciava capire che non voleva sentirsela stringere troppo né aveva voglia di farsi trascinare avanti a quel trotto. Ogni cosa, nell’espressione e nel modo di comportarsi della donna, denunciava la stizza e l’impazienza. Era la mamma o la bambinaia? A ogni modo, non aveva importanza. La smania di ribellarsi e il malcontento del bambino non riguardavano Cassandra, che aveva già abbastanza problemi per conto proprio.
— Assolutamente no — rispose. — A parte il fatto che dovrei trovare uno stupido.
— Uno stupido?
Cassandra sorrise, ma senza allegria, e non si voltò verso Alice. Adesso, scomparsi la donna e il bambino, ecco un signore che marciava di buon passo in direzione opposta, scrutando accigliato la strada davanti ai suoi piedi, e che probabilmente era in ritardo per un appuntamento perché si comportava come se la sua vita dipendesse dall’arrivarci in tempo.
— Solamente uno stupido mi sposerebbe. No, ti assicuro che non è per il matrimonio che ho bisogno di un uomo, Alice.
— Oh, Cassie! — esclamò la sua compagna, visibilmente turbata. — Sono sicura che non intenderai… — Non completò il suo pensiero, e neanche ce n’era bisogno. Cassandra poteva intendere soltanto una cosa.
— E invece sì — rispose lei, voltandosi e scrutandola con occhi divertiti, un po’ beffardi e senza un’ombra di dubbio. Alice aveva le mani strette sui braccioli della poltrona dove sedeva e stava un po’ protesa in avanti come se volesse alzarsi in piedi, anche se rimase immobile. — Sei scandalizzata?
— Quando abbiamo deciso di venire a Londra, il tuo scopo era quello di cercarti un lavoro, Cassie. Anzi, dovevamo cercarlo tutt’e due. E anche Mary.
— Però non era un piano realistico, vero? — replicò Cassandra, scoppiando in una risata tutt’altro che divertita. — Nessuno vuole assumere una domestica che accetta anche di fare da cuoca, che ha una bambina piccola ma non è mai stata sposata. E una lettera di raccomandazione da parte mia non sarebbe di nessuna utilità per la povera Mary, ti pare? E poi… perdonami, ma non sono molte le persone disposte ad assumere una governante più che quarantenne quando ci sono disponibili donne giovani in abbondanza. Mi spiace essere brutale, ed è vero che tu sei stata una governante eccellente per me, quand’ero bambina, e da quando sono diventata adulta un’eccellente dama di compagnia e un’amica. Ma lo sai che la tua età è contro di te. Per quello che mi riguarda, a meno di nascondere in qualche modo la mia identità , cosa impensabile quando venisse il momento di presentare le mie referenze, sono già destinata a fallire sul mercato del lavoro, e non solamente su quello. Chi vuoi che sia disposto ad assumere per qualsiasi tipo di impiego un’assassina, e per di più un’assassina che ha ucciso a colpi d’accetta?
— Cassie! — esclamò la sua antica governante coprendosi la faccia con le mani. — Non devi descriverti in un modo simile. Neanche per scherzo.
Cassandra, che non stava affatto scherzando, scoppiò a ridere ugualmente. — La gente ha sempre la tendenza a esagerare, vero? — disse. — E perfino a inventare, o sbaglio? È quello che metà del bel mondo, delle persone che conosciamo, crede di me, perché è divertente credere a qualcosa di tanto insensato. Quasi quasi vien voglia di pensare che la gente si metterà a scappare strillando. Quello che intendo trovare dovrà essere un uomo intrepido.
— Oh, Cassie… — Alice mormorò con gli occhi pieni di lacrime. — Vorrei che tu non…
— Ho cercato di fare un colpo al tavolo verde — riprese Cassandra cominciando a contare sulla punta delle dita. — E sarei venuta via ancora più povera di quanto sono già se non avessi avuto un modestissimo colpo di fortuna con l’ultima mano. Ho raccattato le mie vincite e sono scappata via perché avevo scoperto che manco completamente dell’autocontrollo che occorre a un giocatore d’azzardo, e non parliamo dell’abilità . A parte il fatto che stavo cominciando a soffrire un caldo terribile sotto il mio velo vedovile e parecchie persone stavano già cercando, quasi con sfacciataggine, di indovinare chi ero.
Provò a continuare l’elenco sulla punta di un secondo dito, ma non c’era più niente da aggiungere. Non aveva tentato nient’altro semplicemente perché non c’era nient’altro da tentare. All’infuori di una cosa.
— Se non sarò in grado di pagare l’affitto la settimana prossima, ci ritroveremo tutti in strada, e non lo sopporterei. Non posso neanche pensarci.
Rise ancora.
— Forse — disse Alice — dovresti fare appello un’altra volta a tuo fratello. Lui certamente…
— Sono già ricorsa a Wesley — disse Cassandra, e adesso la sua voce si era fatta di nuovo dura. — Gli ho chiesto se poteva ospitarmi per un po’ fino a quando non avessi trovato il modo di essere indipendente. E quale è stata la sua risposta? Gli dispiaceva molto. Eccome se avrebbe voluto aiutarmi! Ma stava per partire per un lungo giro della Scozia a piedi, con un gruppo dei suoi amici per i quali sarebbe stato un grosso inconveniente vedersi piantati in asso all’ultimo momento. E mi sai dire, Alice, dove esattamente in Scozia potrei mandargli questo nuovo appello? E stavolta dovrei supplicarlo ancora più umilmente? Per te, Mary e Belinda, oltre che per me stessa? Oh, sì, e anche per te, Roger. Credevi che ti avrei dimenticato?
Un grosso cane dal pelo lungo e ispido, di razza indefinibile, si era alzato dal suo posto davanti al camino, avvicinandosi zoppicando perché lei gli grattasse l’unico orecchio che aveva. E zoppicava perché gli mancava anche una parte di una zampa, dalla giuntura del ginocchio in giù. Alzò l’unico occhio buono che aveva, ansando festosamente. Cassandra gli scompigliò con le mani il pelo che sembrava sempre arruffato, anche se veniva pulito e spazzolato ogni giorno.
— Non andrei da Wesley neanche se fosse ancora a Londra — riprese dopo che il cane si fu allungato ai suoi piedi con il muso appoggiato alle zampe. Tornò alla finestra e si mise a tamburellare lentamente sul davanzale con la punta delle dita. — No, ho intenzione di trovarmi un uomo. E ricco. Molto ricco. Penserà lui a mantenerci lussuosamente. Non sarà una carità , Alice, ma un lavoro. Quello che io darò in cambio del suo denaro sarà di altissimo pregio.
C’era una sfumatura di spietato disprezzo nella sua voce, anche se non si capiva se fosse diretto allo sconosciuto gentiluomo che sarebbe diventato il suo protettore oppure a se stessa. Era stata una moglie per nove anni; ma non era stata mai un’amante, prima.
Adesso, invece, sì.
Alice era desolata. — Siamo proprio arrivate a questo punto? Ci dev’essere un’altra risposta. Io non lo permetterò. Neanche per sogno, visto che fra tutti i motivi ai quali alludi c’è anche quello che ti senti obbligata a mantenermi.
Intanto gli occhi di Cassandra seguivano un’antiquata carrozza che procedeva pesantemente e con gran fracasso lungo la strada sotto la finestra.
— Non lo permetterai? Ma tu non puoi impedirmelo, Alice. Sono passati i giorni in cui io ero una bambina e tu la mia governante. Mi rimane molto poco. Di soldi quasi non se ne parla, e quanto alla mia reputazione, meglio lasciar perdere. Non ho amici al di fuori di questa casa, né parenti disposti a incomodarsi per aiutarmi. Ma ho un pregio che mi assicurerà un lavoro fruttuoso e comodità e sicurezza alla nostra vita. Sono bella e desiderabile.
In altre circostanze una vanteria del genere sarebbe sembrata imperdonabilmente presuntuosa. Ma era stata fatta in un tono di presa in giro amaro e crudele, perché era verissimo quello che stava dicendo, ma certo niente di cui vantarsi. Piuttosto, una maledizione. Le aveva assicurato un marito a diciotto anni e attirato innumerevoli ammiratori, durante i nove anni del suo matrimonio. Ma nel giro di dieci anni le aveva anche portato una profonda infelicità , come mai lei aveva pensato che esistesse in una vita intera. Era venuto il momento di sfruttarla, quella bellezza, per l’affitto della casa nella quale una modesta parvenza di decoro cercava di nascondere la povertà , e per trovare cibo da mettere in tavola, indumenti e qualche piccolo extra da tenere da parte per i tempi difficili.
No, non un piccolo extra. Un extra favoloso. Lei e le sue amiche avrebbero vissuto nel lusso. L’uomo che avrebbe pagato per i suoi favori li avrebbe pagati molto cari, oppure si sarebbe ritrovato a vedere qualcun altro che si godeva quegli stessi diritti.
Che lei avesse ventott’anni non le pareva importante. Era meglio adesso di quando ne aveva diciotto. Si era un po’ arrotondata, ma in tutti i posti giusti. Il suo viso, allora soltanto grazioso, con gli anni aveva acquisito una bellezza più classica. I capelli, di un caldo rosso ramato, non erano diventati più scuri con gli anni né perduto lucentezza. E lei era meno innocente. Molto meno innocente.
Adesso sapeva quello che piaceva agli uomini. E in quel preciso momento, lì a Londra, c’era un gentiluomo che presto sarebbe stato pronto a sperperare una fortuna pur di possederla e acquistare i diritti esclusivi ai suoi servigi. Anzi, ce n’era più di uno; ma quello che lei avrebbe scelto, senza immaginarlo ancora, stava già struggendosi per il godimento sensuale di possederla. Non sapeva che l’avrebbe desiderata più di quanto avesse mai desiderato qualcuno o qualche cosa in vita sua.
Odiava gli uomini.
— Cassie — cominciò Alice, e lei volse la testa a guardarla con aria interrogativa. — Noi, qui, non abbiamo conoscenze. Come puoi aspettarti di incontrare un gentiluomo come quello al quale alludi? — Sembrava gongolante, come se la considerasse un’impresa disperata.
Cassandra le sorrise.
— Sono sempre lady Paget, sì o no? La vedova di un barone. E ho ancora tutti i miei bei vestiti, completi degli accessori per farli diventare toilettes eleganti, che Nigel continuava a comprarmi, anche se adesso sono un po’ fuori moda. Questa è la grande stagione londinese, Alice. Tutte le persone importanti sono in città e ogni giorno si organizzano ricevimenti, feste da ballo, concerti, serate, picnic e non so più quali altri intrattenimenti. Non sarà per niente difficile scoprire quando e dove vengono organizzati e come trovare il modo di partecipare a qualcuno degli eventi più importanti.
— Senza l’invito? — Alice domandò, corrugando la fronte.
— Hai semplicemente dimenticato come ogni padrona di casa sia smaniosa che il suo trattenimento venga ricordato soprattutto come un gran pigia pigia di gente che affolla i suoi salotti. Non mi aspetto di essere respinta da nessuna porta alla quale deciderò di bussare. E lo farò con tutta la sfacciataggine necessaria. Basterà una sola volta. Nel pomeriggio tu e io andremo a fare una passeggiata in Hyde Park, naturalmente all’ora più elegante. Il tempo è splendido e tutto il beau monde ci sarà di sicuro, per vedere ed essere visto. Metterò il vestito nero, come la cuffia, e un velo fitto fitto. Credo di essere conosciuta più per la mia fama che per la mia bellezza, ormai è già passato un buon numero di anni dall’ultima volta che ci sono stata. Ma per il momento preferisco non correre il rischio di essere riconosciuta.
Alice sospirò e si lasciò andare contro lo schienale della poltrona, scrollando la testa. — Permettimi di scrivere una lettera garbata e conciliatoria a lord Paget a nome tuo — suggerì. — Non ha nessun diritto di metterti al bando da Carmel House, come ha fatto quando si è finalmente deciso ad andarci ad abitare quasi un anno dopo il decesso di suo padre. I termini del tuo contratto di matrimonio erano perfettamente chiari. A te spettava la casa all’interno della proprietà terriera, che per legge ti viene assegnata come una specie di controdote, nel caso di una tua vedovanza, perché ci possa andare a vivere per sempre, se vuoi. Una congrua rendita per la tua sistemazione. E anche un generoso vitalizio ricavato dal patrimonio di famiglia. Tu non hai mai ricevuto niente di tutto questo durante l’anno trascorso dalla morte di suo padre, anche se gli hai scritto un buon numero di volte domandandogli quando potevi aspettarti che tutte le questioni legali venissero sistemate. Forse non ha capito bene.
— Appellarsi a lui non servirà a niente — obiettò Cassandra. — Bruce ha fatto chiaramente capire che considerava la libertà di cui godevo una scelta generosa in cambio di tutto il resto. Alla morte di suo padre non mi è mai stata mossa nessuna accusa specifica perché non c’era nessuna prova che io l’avessi ucciso. Ma un giudice o una giuria potrebbero benissimo trovarmi colpevole indipendentemente dalla mancanza di prove conclusive. Se dovesse succedere, potrei finire impiccata. Bruce si è accordato nel senso che non si sarebbe insistito a sollevare accuse purché io lasciassi Carmel House senza tornarci mai più e purché rinunciassi a tutti i miei gioielli e a qualsiasi pretesa finanziaria sul patrimonio.
Alice non aveva niente da ribattere. Lo sapeva benissimo. Conosceva i rischi che avrebbe comportato qualsiasi tentativo di far scoppiare una disputa in merito. Cassandra aveva scelto di rinunciare. C’era stata troppa violenza negli ultimi dieci anni. Quindi aveva scelto semplicemente di andarsene con le sue amiche e la sua libertà .
— Non morirò di fame, Allie. E neanche tu, o Mary, o Belinda. A voi tutte provvederò io… Oh, e anche a te, Roger — soggiunse facendo il solletico al cane sulla pancia con la punta della pantofolina. Poi sorrise con amarezza, ma subito la sua espressione si fece più tenera. — Alice — continuò attraversando di corsa la stanza e inginocchiandosi davanti alla poltrona della governante. — Non piangere. Ti prego, non farlo. Non credo che lo sopporterei.
— Non avrei mai pensato — disse Alice soffocando i singhiozzi nel fazzoletto — di vederti diventare una prostituta, Cassie. Perché è quello che sarai. Una pros… d’alto bordo — ripeté, ma senza più riuscire a pronunciare quella parola fino in fondo.
Cassandra le allungò un colpetto affettuoso sulle ginocchia. — Sarà mille volte meglio del matrimonio. Stavolta avrò tutti i poteri, potrò concedere o togliere i miei favori a volontà e congedare quell’uomo, se non dovesse piacermi o se mi scontentasse in qualche modo. E sarò libera di andare e venire e di fare quello che voglio, salvo quando starò… ecco,...
Indice dei contenuti
- Copertina
- Frontespizio
- COME UN ANGELO
- 1
- 2
- 3
- 4
- 5
- 6
- 7
- 8
- 9
- 10
- 11
- 12
- 13
- 14
- 15
- 16
- 17
- 18
- 19
- 20
- 21
- 22
- Epilogo
- Copyright