Le porte di Damasco
eBook - ePub

Le porte di Damasco

  1. 224 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Le porte di Damasco

Informazioni su questo libro

Tommy e Tuppence Beresford, un tempo titolari dell'Associazione giovani investigatori, sono ora un'affiatata coppia di mezza età. Ritiratisi dal lavoro, vivono in campagna. Ma l'antica passione per l'avventura non si è spenta. Frugando in una pila di libri per ragazzi trovata nella casa che hanno appena acquistato, infatti, i due detective si imbattono in una serie di lettere sottolineate, apparentemente da decenni, con inchiostro rosso. Mettendole assieme appare una frase dal significato sinistro: «Marie Jordan non è morta di morte naturale. L'ha uccisa uno di noi. Io so chi è stato». E quello che sembra essere solo un vecchio mistero può ancora interessare molte persone e mettere in pericolo delle vite.

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2015
eBook ISBN
9788852064449

LIBRO TERZO

Marie Jordan

«Ma questo cambia tutto!» esclamò Tuppence.
«Già. Sono rimasto sconvolto quando me l’ha detto.»
«Ma perché te l’ha detto?»
«Non so, ci potrebbero essere varie ragioni.»
«Che tipo è?»
«Ti parrà strano, ma è giallo. Giallo, grande e grosso. Si comporta in modo comune, ma al tempo stesso non ha niente di comune. È, come aveva detto quel suo amico, uno che ha raggiunto il vertice.»
«Ne parli come se fosse un cantante pop.»
«Lo so, ci si abitua a usare certe espressioni a forza di sentirle.»
«Non capisco perché te l’abbia detto. E poco prima che te ne andassi, come se avesse esitato fino all’ultimo.»
«Avrà pensato che sono cose tanto vecchie che ormai non interessano più nessuno.»
«In conclusione, abbiamo sbagliato tutto.»
«Tutto che cosa, Tuppence?»
«Tutto. Non so come spiegarmi.»
«Prova, vedrai che ci riesci.»
«Allora cominciamo da principio: abbiamo scoperto il messaggio lasciato da Alexander Parkinson e ne siamo rimasti sconcertati…»
«Sì, sconcertati è la parola esatta.»
«Io ero più sconcertata di te, eppure sono riuscita a scoprire chi era Marie Jordan.»
«Veramente sei riuscita a sapere che era una spia tedesca.»
«Era quello che credevano tutti e l’ho creduto anch’io.»
«Ma adesso sappiamo che non era vero.»
«Era una spia inglese.»
«Sì, credo che fosse nel servizio segreto, o nel servizio di sicurezza, non so come lo chiamavano allora. Probabilmente era venuta qui in missione. Forse doveva scoprire qualcosa su quell’ufficiale che vendeva i piani del sommergibile. Sì, credo che ci fosse una folla di agenti tedeschi da queste parti, come ai tempi dei nostri due amici, N e M
«Pare di sì.»
«Per questo Marie Jordan era stata inviata qui, quindi “uno di noi” non significa quello che credevamo, ma significa uno che stava nelle vicinanze, uno che aveva a che fare con questa casa o che vi si trovava per qualche ragione particolare. Marie Jordan “non è morta di morte naturale” perché quell’“uno di noi” aveva scoperto chi era.»
«Può darsi che Marie Jordan, fingendo di essere una spia tedesca, avesse fatto amicizia con quell’ufficiale.»
«Chiamiamolo il Comandante X
«D’accordo, Marie Jordan aveva fatto amicizia con il Comandante X
«C’era anche un agente nemico che abitava qui vicino, sul mare. Era a capo di una organizzazione importante, scriveva dei manifesti di propaganda a favore della Germania.»
«Com’è tutto complicato e confuso… piani bellici, documenti segreti, complotti, omicidi… Resta il fatto, Tommy, che finora abbiamo indirizzato male le nostre ricerche.»
«Non mi pare.»
«Perché?»
«Perché se Marie Jordan era stata mandata qui per scoprire qualcosa e se, come credo, aveva veramente scoperto qualcosa, il Comandante X e gli altri… ci sarà pur stato qualcuno intorno a lui… scoprendo che lei aveva scoperto…»
«Basta, ti ho già detto che è tutto confuso, sii chiaro almeno tu.»
«Hai ragione. Volevo dirti che, secondo me, il Comandante X si è accorto che Marie Jordan aveva scoperto troppe cose e ha pensato bene di…»
«Di farla tacere per sempre.»
«Non è escluso che Marie Jordan fosse riuscita a trovare anche dei documenti, forse delle lettere, che poteva aver già spedito o consegnato a qualcuno.»
«Certo, dovremo estendere le nostre ricerche ad altri. Ma anche la questione dell’avvelenamento non mi è chiara. In casa, tutti avevano mangiato le foglie di digitale mescolate agli spinaci. Perché è morta solo lei?»
«Le foglie di digitale dovevano servire a confermare la diagnosi d’avvelenamento, se fosse stata fatta un’analisi. Un veleno debole può agire con violenza su un soggetto gracile o allergico a quelle sostanze. Oppure, l’assassino si era garantito l’effetto letale, somministrando alla ragazza dell’altra digitale, o dell’aconitina, che pure si estrae dalle erbe, nel caffè che lei in seguito ha preso. Dico il caffè tanto per dire, naturalmente.»
«Forse, Marie aveva cominciato a sentirsi poco bene, come gli altri, la sera dopo cena, e l’indomani le è stata somministrata la dose letale nel caffè, appunto, o nel tè del mattino.»
«Vedo che non ti mancano le idee, Tuppence.»
«Su questo punto no, ma per il resto continuo a chiedermi chi è stato, come ci è riuscito e perché l’ha fatto. Chi era quell’“uno di noi”, anzi quell’uno di loro? Un ospite, un amico? Qualcuno che aveva portato una lettera, magari falsa, scritta a nome di un conoscente… “La signora Wilson, o che so io, latrice della presente, vorrebbe visitare il vostro bellissimo giardino. Vi sarei grato se voleste accontentarla”… ed era stata introdotta in casa con tutta tranquillità.»
«È una spiegazione come un’altra.»
«E potrebbe essere anche la spiegazione di quello che mi è successo ieri.»
«Che cosa ti è successo ieri, Tuppence?»
«Si sono staccate le ruote di quell’infernale Paloma, mentre scendevo dalla collinetta, e sono andata a finire in mezzo alle araucarie. Non mi sono fatta male, ma avrei potuto rompermi il collo. Quello sciocco di Isaac mi aveva assicurato di aver controllato lui il carrozzino e che era a posto.»
«E invece si sono staccate le ruote.»
«Già. Dopo, Isaac ha detto che qualcuno, per giocarci, le aveva allentate! Ma chi?»
«Tuppence, ti rendi conto che di questi scherzi ce ne sono già capitati due o tre? L’altro giorno, in soffitta, per poco non mi cadeva in testa una trave.»
«Cercano di toglierci di mezzo? Ma allora…»
«Allora vuol dire che in casa c’è senz’altro qualcosa…»
Si guardarono in silenzio. Era il momento di riflettere.
Tuppence fece per parlare, poi scosse la testa e tacque.
Infine, Tommy le chiese: «Che cos’ha detto di preciso Isaac a proposito della Paloma?».
«Niente di preciso, solo che era già molto malandata.»
«Ma non ti ha detto anche che qualcuno l’aveva rotta per giocarci?»
«Sì, pressappoco. Ha borbottato qualcosa contro certi ragazzi che vanno in giro a far scherzi. Io non li ho mai visti, ma ho chiesto a Isaac se pensava che l’avessero fatto con cattive intenzioni.»
«E lui?»
«Non ha saputo che cosa rispondere.»
«È probabile che non fosse uno scherzo proprio innocente.»
«Allora, sanno che io mi diverto a scendere dalla collina con quel carrozzino e volevano farmi cadere? No, è assurdo.»
«Tante cose sembrano assurde e non lo sono. Dipende da dove, come e perché accadono.»
«È proprio a quel “perché” che non so rispondere.»
«Tentiamo un’ipotesi.»
«Quale?»
«Vogliono che ce ne andiamo di qui.»
«Se è per avere la casa, lo dicano. Prima che la comprassimo non la voleva nessuno, è una casa che costa poco, ma è vecchia e piena di inconvenienti.»
«Non è questo, Tuppence. Ci giudicano troppo curiosi, ecco la verità.»
«Pensano che io vada a riattizzare il fuoco sotto la cenere?»
«Sì. Quindi, se decidessimo che qui non ci piace stare e ci trasferissimo altrove, a loro basterebbe.»
«Chi sono “loro”?»
«Non lo so, cercheremo di scoprirlo. Per il momento ci siamo “noi” da una parte e “loro” dall’altra.»
«Che ne pensi di Isaac, Tommy? C’è di mezzo anche lui?»
«È vecchio, vive qui da quando è nato e certe cose non può non saperle. Forse, qualcuno gli ha messo in tasca un biglietto da cinque sterline e lui ha allentato le ruote della Paloma.»
«No, non è abbastanza sveglio per farlo.»
«Non occorre essere molto svegli, Tuppence, per prendere cinque sterline e svitare qualche bullone.»
«Hai troppa fantasia.»
«Anche tu.»
«Sì, ma la mia fantasia mi ha portato molto vicino alla realtà.»
«Veramente hai preso anche qualche cantonata.»
«E va bene, Marie Jordan non era una spia tedesca ma inglese, quando l’ho saputo sono stata io la prima a dirti che avevamo sbagliato tutto, ma ora che abbiamo fatto un passo avanti, possiamo cercare di chiarirci un po’ le idee. Marie Jordan era stata mandata qui quasi certamente per sorvegliare il Comandante X. Supponiamo che avesse riferito quello che ave...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Le porte di Damasco
  4. LIBRO PRIMO
  5. LIBRO SECONDO
  6. LIBRO TERZO
  7. Copyright