Heisel
Amo e odio il freddo, e qua fa sempre freddo.
«Heisel, sbrigati. Non voglio arrivare tardi pure oggi» mi rimprovera Alice dopo aver fatto irruzione nel mio appartamento.
Un giorno di scuola come tanti altri, ecco cosa ci aspetta. L’unica nota positiva è che oggi è venerdì.
Appena arriviamo, io e Alice ci dividiamo: lei segue uno strano corso di trigonometria. Roba che non fa per me.
«Heisel» mi sorride Louis appena entro in classe.
Oh, sì. Louis. Ragazzo meraviglioso, a volte forse un po’ bastardo. Lui e il suo gruppo di amici sono un po’ il classico gruppetto di ragazzi fin troppo sicuri di sé, ma poi ognuno a modo suo è un ragazzo d’oro.
«Louis» gli lascio un bacio sulla guancia per poi sedermi accanto a lui in ultima fila, a sinistra, dalla parte della finestra.
Mentre il professore, dai capelli bianchi, pizzetto e occhiali, comincia la lezione, la mia attenzione finisce da tutte le parti meno che su quello che sta dicendo.
«Allora vieni?» mi chiede Louis.
«Dove?»
«Stasera, c’è una festa, come tutti i venerdì. Andiamo Heisel, ti voglio un po’ più attiva. Guarda che occhi che hai.»
Non gli rispondo e gli mimo con la mano un “ne parliamo dopo”, ma il mio tentativo di prendere tempo dura ben poco dato che dopo nemmeno cinque minuti suona la campanella e, mentre siamo nei corridoi, lui ricomincia a insistere.
«Verrete tu e Alice?» mi chiede per la cinquantesima volta.
«Sì, Louis, non rompere più.»
Alzo gli occhi al cielo. Lui ridacchia e mi tira un buffetto sulla guancia.
«Ti divertirai, a dopo, tesoro» mi dice andando verso il suo armadietto.
La campanella della quinta suona e un attimo dopo mi ritrovo fuori ad aspettare Alice.
«Ciao Heisel» mi saluta e mi abbraccia. Non amo molto il contatto fisico. Però ricambio.
«Stasera Louis ci ha invitato alla solita festa, mi ha promesso che sarà davvero bella» dico senza troppo entusiasmo, mentre lei lascia trasparire fin troppa allegria.
Io sono convinta che Alice abbia una grandissima cotta per Liam, uno dei ragazzi del gruppo di Louis. Lei nega e io non le faccio troppe domande. Quando vorrà dirmelo, bene.
«Certo, ovvio che andiamo.»
Sono a casa. Odio e amo questo appartamento.
Sono sicura che qui ci sono troppe cose di cui mi dovrei disfare. Troppi ricordi, magari.
In camera ho addirittura una foto di Mattew ma, ogni volta che provo a buttarla, non ci riesco.
Sono un casino.
Alle sette e mezza, Alice suona alla mia porta con indosso una tuta e in mano un borsone stracolmo di roba.
«Non devi trasferirti qua, Alice» la prendo in giro.
«Sai che ho bisogno di un sacco di cose per prepararmi.»
È proprio bella: i capelli di un biondo ramato e gli occhi di un castano particolarmente scuro e intenso. Io amo il suo sorriso. È alta e ha un bellissimo fisico. Il vestito che si è messa le sta proprio bene. È corto sopra il ginocchio, circa a metà coscia, stretto e di un grigio particolare, né triste né cupo. Perfetto, direi.
Io ho i tacchi, ma niente vestito. Ho optato per un paio di calzoncini neri a vita alta e una camicetta senza maniche bianca, un po’ scollata, con sopra una giacca nera. I capelli castani sciolti, come sempre, sulle spalle.
Alle nove e mezza usciamo di casa, prendiamo la macchina di Alice e partiamo. Lei è tesa, probabilmente emozionata all’idea di vedere Liam.
«Alice.»
«Si?»
Si gira a guardarmi e poi riporta subito gli occhi sulla strada.
«Perché non mi dici di Liam?»
“Heisel, deficiente!” Mi rimprovero mentalmente. Trovo sempre le parole sbagliate per dire le cose. Non sono capace. Una buona migliore amica le avrebbe parlato con più tatto.
«Non capiresti.»
Per la prima volta, Alice mi sembra triste. La guardo con aria interrogativa.
«Tu sei così bella, Heisel. Non ti è mai capitato che un ragazzo non ti desiderasse. È imbarazzante per me, io provo davvero qualcosa per Liam, ma sento di non essere ricambiata. Tu non capiresti, non puoi capire.»
«Stai dicendo una marea di stronzate. Lasciamo stare quello che hai detto di me perché sarebbe una battaglia persa, ma smettila di dire che Liam non prova nulla per te. Davvero, falla finita. È chiaro che gli interessi. È solo un po’ timido, forse. Stasera passa del tempo con lui, e smettila di fare la cogliona.»
Le sorrido, cercando di non dare peso a questa storia che tira fuori ogni volta, di me e dei ragazzi. Non sopporto quando fa così, quindi ormai ho smesso di prenderla sul serio.
Ricambia il mio sorriso. La vedo un po’ più tranquilla e mi sento sollevata. In questo periodo, sento di essere troppo distante, forse non sono nemmeno più una buona amica. Lei non me lo dice perché mi vuole troppo bene, ma io so che è così.
Lo sento.
E mi dispiace, ma non riesco a cambiare il mio atteggiamento.
Cerco di rilassarmi e di trascorrere una bella serata. Io ci provo a stare alla larga dai casini, ma si sa che queste feste spesso vanno a finire un po’ male.
«Stai meglio?» mi chiede Alice quando mancano pochi minuti all’arrivo.
«Cosa?»
«Tu, stai meglio?» ripete.
Annuisco capendo che probabilmente si riferisce a tutto quello che ho passato in questo periodo.
«Solo... intendo... stasera divertiti, okay?»
Annuisco di nuovo perché non ho molta voglia di parlare. Davvero, l’ultima cosa di cui ho bisogno è qualcuno che mi dica come devo sentirmi o comportarmi.
Già faccio fatica a gestirmi e il contatto troppo ravvicinato con le persone finisce per darmi fastidio.
La macchina si ferma.
Alice si sistema il vestito prima di scendere e io la seguo a ruota. Sorride come una stupida mentre si avvicina all’ingresso della villa dove c’è Liam appoggiato alla porta con in bocca una sigaretta.
«Ciao ragazze» ci saluta Zayn che è lì accanto a lui.
«Ciao Zayn, Liam» ricambia Alice, io accenno un movimento col capo.
Basta e avanza.
Zayn mi sorride. Adoro quel bastardo.
Heisel
La casa è nel caos più totale, come sempre. Vado verso il tavolo dov’è seduto Niall insieme a Will e a una ragazza bionda. Mi siedo vicino a loro sul divano e intanto, nella stanza, cerco Louis.
Prendo una sigaretta dalla borsa, la porto alle labbra e Niall me l’accende. Gliela passo e dopo che ha fatto qualche tiro me la ridà. È carino mentre fuma.
«Vodka alla ciliegia?» mi chiede. Annuisco e mi allunga un bicchiere.
C’è troppo casino per stare seduti. Ho bisogno di muovermi. Lascio lì Niall con la bionda e mi faccio largo tra la gente. Molti sono già ubriachi.
Arrivo fino alla cucina dove prendo un altro bicchiere di qualcosa di davvero acido.
Mi piace bere, mi aiuta a stare tranquilla, a sciogliermi un po’.
Dopo mezz’ora, finalmente, riesco a trovare Louis. È in un angolo della stanza con altri due ragazzi, sono girati di schiena quindi non riesco a identificarli. Non ho nessuna voglia di andare da loro e presentar...