Una sveglia sta suonando da qualche parte vicino alla mia testa. Cerco a tastoni sotto il cuscino, trovo il telefono e la spengo. Perché l’ho puntata alle sette? Ho undici chiamate perse dalle mie madri e anche un nuovo messaggio da Will:
Controlla le e-mail.
Rispondo:
vai a farti fottere
Lancio il telefono sul comodino e mi giro dall’altra parte. Freddy è sdraiata accanto a me.
«Sei proprio schiava di quell’aggeggio» sussurra.
«Mi dispiace di essere stata dura nei tuoi confronti ieri sera» sussurro di rimando.
«Non preoccuparti, tesoro.»
«Dove siamo?»
«Nella mia stanza. Ho sbattuto fuori Nicole.»
«La mia vita è finita, Freddy.»
«No che non lo è. Hai solo bisogno di una bella restaurata. Sembri la ragazza che esce dal televisore in The Ring.»
«A che serve? E comunque, non ho tempo.»
Lei mi accarezza i capelli. «Nessun problema, faremo una trasformazione totale come quelle dei film.»
Mi ha già fissato degli appuntamenti alla spa dell’hotel. Mi vesto lentamente. Tutta la rabbia è svanita, e adesso sono solo triste, profondamente triste.
Stiamo per dirigerci di sotto quando ricevo un messaggio:
Credo di aver capito perché sei così furibonda.
Perché non può lasciarmi in pace?
Non è perché ho mentito. Non è perché hai
la sensazione di non conoscermi.
...
Probabilmente pensi che ciò che facciamo sia sbagliato.
Probabilmente ti senti in colpa. Voglio che tu sappia che capisco.
Quel discorso sul non essere più arrabbiata? Appartiene al passato.
capisci, will? caspita, che SOLLIEVO! mi sento PROPRIO
meglio. adesso non ti odio più a morte!!!
Leggi la mia e-mail, Lily.
Mentre io e Freddy saliamo in ascensore mi squilla il telefono. «Lasciami-in-pace» rispondo.
«Sono in camera di Javier» dice Will. «Discutiamone.»
«Perché dovrei vederti?» dico infervorata. «Perché tu possa farmi una predica sul fatto che sono l’ultima persona al mondo che dovrebbe criticare in questo momento? Perché tu possa dirmi tutto sul “senso di colpa” che presumibilmente dovrei provare? Torturi così tutte le tue donne?»
«Lily, ti prego.»
«Spiegami lunedì mattina» dico. «Spiegami i nostri primi tre giorni insieme. E poi spiegami tutte le altre volte. Perché il sesso con te era fantastico e da sballo un momento e di una noia tremenda quello dopo. Eri stremato? Ti stavi trattenendo? Sul serio, Will, mi piacerebbe saperlo.»
Silenzio. Alla fine risponde: «È complicato».
Rido. «Sono pronta a scommetterci.»
«Perché non hai detto niente prima d’ora?» ribatte. «Perché non hai mai sollevato la questione?»
«Non male come tentativo, ma adesso non stiamo parlando di me. Stiamo parlando di te.»
«Stiamo parlando di noi, Lily. Non l’hai mai detto chiaramente perché la cosa ti metteva a disagio, vero? Non volevi che io conoscessi la vera te stessa. Quella che adora fare sesso. Perché ti vergognavi.»
Rendermi conto di quanto poco capisca mi manda su tutte le furie. «Non ho mai provato vergogna riguardo al sesso, Will. Mi sentivo solo in colpa perché ti mentivo.»
«E mi mentivi perché credevi che ciò che stavi facendo fosse sbagliato! Ma non è così. Non siamo cattivi, quello che facciamo è normale. Siamo perfetti l’uno per l’altra, Lily. Siamo praticamente la stessa persona. Non lo vedi?»
Questo è troppo. «Non voglio sposare me stessa!» grido. «Voglio cambiare!»
C’è un lungo silenzio. «Se non ti vergogni» dice Will alla fine «allora perché vuoi cambiare?»
Chiudo la chiamata. Freddy tiene lo sguardo fisso davanti a sé, fingendo di non aver sentito nulla. Immagino abbia deciso di non correre rischi dopo ieri sera. Comincio a ricomporre il numero di Will. Voglio dirgli che non capisce, che mi sono espressa male. Non voglio esattamente cambiare, voglio...
Al diavolo, non devo giustificarmi con lui.
Scendiamo dall’ascensore, attraversiamo la hall ed entriamo nel centro benessere dell’hotel. La donna dietro il bancone di bambù lucido e minimalista ha un largo sorriso rosa e una pelle liscia, morbida e senza difetti, come il sedere di un neonato. Inclina la testa con garbo e ci saluta con un tutt’altro che pretenzioso: «Namasté».
Mi giro immediatamente, pronta ad andarmene, ma Freddy mi prende per il braccio. «Fidati di me, ti sentirai meglio.»
Improbabile. Namasté ci guida fino a uno spogliatoio nel quale ci cambiamo, infilandoci morbidi accappatoi bianchi. Una volta tornata, ci accompagna nell’area d’attesa principale, una stanza silenziosa illuminata da una luce fioca, con una ridicola musica orientale che stilla da altoparlanti nascosti e divani bassi disposti intorno a una fontana.
Sdraiate su molti di questi divani e avvolte negli accappatoi del centro benessere, la mamma, Jane e Ana sorseggiano tè verde.
Mi volto verso Freddy. «Stai facendo sul serio?»
«Erano preoccupate!» dice sulla difensiva sgusciando tra di loro e sedendosi.
«Non rispondevi alle nostre chiamate» aggiunge Jane, che ha i capelli coperti da un enorme asciugamano bianco e il viso già impiastricciato di una qualche sostanza arancione e appiccicosa dall’aspetto tossico.
Ana si infila il telefono nella tasca dell’accappatoio. «Alla fine siamo riuscite a metterci in contatto con Freddy, che ci ha raccontato cos’era successo.»
Raggiungo un tavolino e mi verso un bicchiere d’acqua con alcune fette di cetriolo che galleggiano in superficie. «Allora sapete tutte che le congratulazioni sono d’obbligo. Avete vinto, non mi sposo.»
«Ecco perché siamo qui, tesoro» dice la mamma. «Abbiamo cambiato idea e pensiamo che dovresti sposare Will.»
E a questo punto la mia testa esplode, imbrattando le belle pareti di teak e i cuscini con i ricami indiani.
«Non credevamo che lo amassi davvero» mi spiega. «Temevamo che lo stessi ingannando e che sareste stati entrambi terribilmente infelici quando lui avesse scoperto la verità. Ma ora salta fuori che lo ami veramente, e che lui sapeva tutto e ti ama comunque. Quindi...»
Mi guardo intorno. «Dov’è la nonna?»
Ana si acciglia. «Si è rifiutata di venire, crede che i centri benessere non siano igienici.»
Namasté sta attraversando la stanza con una pila di asciugamani. Si ferma con aria indignata e poi sparisce in una sala per i trattamenti.
Ana la segue con lo sguardo. «Nessun altro trova che la pelle di quella donna abbia qualcosa di inquietante?»
«È straordinariamente idratata» risponde Jane in tono di approvazione.
Mi verso un altro bicchiere d’acqua e prendo posto su un divano di fronte a loro.
«Lasciate che mi assicuri di aver capito» dico. «Un drappello di donne divorziate – ciascuna delle quali al momento sta portando avanti una storia con un uomo sposato, un uomo con cui ciascuna di loro è stata sposata e da cui ciascuna ha divorziato a causa delle sue infedeltà croniche –, queste donne adesso mi stanno consigliando di sposarmi?»
Si scambiano un’occhiata.
«Donne che mi conoscono meglio di chiunque altro» proseguo. «Donne che sanno tutto di me. Queste sono le donne che adesso mi stanno spronando a fare una promessa solenne di lealtà e fedeltà a un uomo, un uomo che ho ripetutamente tradito e che ha ripetutamente tradito me? È questo ciò che sta succedendo in questo momento?»
«Più o meno» dice Ana.
«Devi capire una cosa, cara» interviene Jane. «In un matrimonio l’infedeltà è inevitabile.»
La mamma sembra sorpresa. «Non so se sia vero.»
«Ma certo che è vero» dice Ana gettando un’occhiata al telefono.
«È inevitabile e irrilevante» continua Jane. «Il tradimento non è stato il reale problema che abbiamo avuto con Henry. Si è trattato di incompatibilità di fondo.»
«Tua ...