«Mezzogiorno!» esclamò Socks disperata.
Lo scherzo, come scherzo, non era riuscito troppo bene. Le sveglie, d’altra parte, avevano svolto il loro compito. Si erano messe a suonare con un vigore e uno slancio difficilmente superabili, tanto che Ronny Devereux era balzato giù dal letto con l’idea confusa che fosse giunto il giorno del Giudizio Universale! Se tale era stato l’effetto nella camera attigua, quale doveva essere stato in quella di Gerry? Ronny si era precipitato fuori in corridoio e aveva appoggiato un orecchio alla fessura della porta.
Si aspettava delle imprecazioni, le aspettava con fiducia e intelligente preveggenza. E invece non sentì assolutamente nulla. O meglio, non sentì nulla di ciò che si aspettava. Le sveglie ticchettavano regolarmente… il loro era un tic-tac forte, arrogante, esasperante. In quel momento un’altra suonò, con un trillo brutale, assordante, che avrebbe dato fastidio anche a un sordo.
Nessun dubbio a tale proposito: le sveglie avevano svolto fedelmente la loro parte. Avevano funzionato bene, ancor meglio di quanto avesse loro assicurato il signor Murgatroyd. Ma era evidente che avevano trovato un degno avversario in Gerald Wade.
I congiurati cominciavano a sentirsi scoraggiati.
«Quello non è un uomo normale» brontolò Jimmy.
«Probabilmente ha creduto di sentire il telefono in lontananza, così si è girato dall’altra parte e si è di nuovo addormentato» ipotizzò Helen (o forse Nancy).
«Mi sembra una cosa davvero sorprendente» osservò Rupert Bateman. «Penso che dovrebbe consultare un medico a tale riguardo.»
«Avrà un disturbo ai timpani» suggerì fiducioso Bill.
«Be’, volete sapere cosa ne penso io?» intervenne Socks. «Che ci sta semplicemente prendendo in giro. Certo che si è svegliato, però adesso, per smontarci, fa finta di non aver sentito niente.»
Tutti guardarono Socks con rispetto e ammirazione.
«È un’idea» ammise Bill.
«È un tipo sottile quello, ecco cos’è» continuò Socks. «Vedrete, scenderà ancora più tardi a colazione questa mattina… solo per farci dispetto!»
E, visto che adesso l’orologio indicava qualche minuto dopo le dodici, l’opinione generale fu che la teoria di Socks era corretta. Solo Ronny Devereux sollevò un’obiezione.
«Dimenticate» disse «che io ero fuori dalla sua stanza quando suonò la prima sveglia. Qualunque cosa il vecchio Gerry abbia deciso di fare in seguito, la prima volta deve essere rimasto sorpreso. Avrebbe dovuto lasciarsi sfuggire qualcosa! Dove l’avevi messa, Pongo?»
«Su un tavolino vicino al suo orecchio» rispose il signor Bateman.
«Una scelta molto sensata, Pongo» osservò Ronny. Quindi, rivolto a Bill: «Adesso dimmi una cosa: se un campanello, alle sei e mezzo di mattina, si mettesse a suonare forte a pochi centimetri dal tuo orecchio, cosa diresti?».
«Oh Dio!» fece Bill. «Direi…» ma si interruppe.
«Appunto!» esclamò Ronny. «Pure io, o chiunque altro. Il cosiddetto uomo primitivo che c’è in noi si farebbe sentire. E lui invece: niente. Perciò io dico che Pongo ha ragione… come al solito… e che Gerry ha qualche strano disturbo ai timpani.»
«Adesso è mezzogiorno e venti» annunciò tristemente una delle ragazze.
«Mi pare» disse lentamente Jimmy «che questo sia un po’ troppo, non pensate? Voglio dire che uno scherzo è uno scherzo, ma adesso si sta un po’ esagerando. Non è molto corretto nei confronti dei Coote.»
Bill lo fissò.
«Dove vuoi arrivare?»
«Be’,» rispose Jimmy «in un modo o nell’altro… non mi pare un comportamento degno del vecchio Gerry.»
Trovava difficile esprimere con le parole quello che voleva dire esattamente. Non voleva dire troppo, eppure… Vide Ronny che, improvvisamente allarmato, lo stava guardando.
Fu in quel preciso istante che Tredwell entrò nella stanza e si guardò attorno con fare esitante. «Credevo che il signor Bateman fosse qui» spiegò come per giustificarsi.
«È uscito un minuto fa dalla portafinestra» disse Ronny. «Posso fare qualcosa io?»
Lo sguardo di Tredwell si volse da lui a Jimmy Thesiger, poi di nuovo a lui. Come se fossero stati scelti, i due giovani uscirono con lui e Tredwell si chiuse accuratamente alle spalle la porta della sala da pranzo.
«Allora? Cosa c’è?» chiese Ronny.
«Non essendo ancora sceso il signor Wade, signore, mi sono preso la libertà di mandare Williams in camera sua.»
«E allora?»
«Williams è appena sceso in preda a una grande agitazione, signore.» Tredwell fece una pausa. Una pausa di preparazione. «Temo, signore, che quel povero giovanotto sia morto durante il sonno.»
Jimmy e Ronny lo guardarono con gli occhi sbarrati.
«Sciocchezze!» gridò Ronny dopo un momento. «È… è impossibile! Gerry…» La sua faccia si contrasse improvvisamente. «Io… io corro su a vedere. Quello sciocco di Williams deve essersi sbagliato!»
Tredwell tese un braccio per trattenerlo. Con uno strano, innaturale senso di distacco, Jimmy si rese conto che il maggiordomo dominava interamente la situazione.
«No, signore, Williams non si è sbagliato. Ho già mandato a chiamare il dottor Cartwright, e nel frattempo mi sono preso la libertà di chiudere la porta a chiave, per poi informare Sir Oswald dell’accaduto. Adesso devo trovare il signor Bateman.»
E se ne andò via in fretta. Ronny rimase lì inebetito.
«Gerry» mormorò tra sé.
Jimmy prese l’amico per un braccio e lo condusse attraverso una porta laterale in un angolo appartato del terrazzo. Poi lo fece sedere. «Cerca di stare calmo, amico mio» gli disse in tono gentile. «Tra poco ti riprenderai.»
Ma lo guardò con una certa curiosità : non sapeva che Ronny fosse così amico di Gerry Wade.
«Povero vecchio Gerry!» esclamò pensoso. «Se c’era uno che sembrava in ottima salute, era lui.»
Ronny annuì.
«Tutta quella faccenda delle sveglie che brutto effetto fa adesso!» continuò Jimmy. «È strano, vero, quante volte la farsa sembra confondersi con la tragedia!»
Parlava così a caso, per dare a Ronny il tempo di riprendersi.
L’altro continuava ad agitarsi.
«Vorrei che il dottore fosse qui. Voglio sapere…»
«Sapere cosa?»
«Di cosa… di cosa è morto.»
Jimmy strinse le labbra.
«Il cuore?» si azzardò a chiedere.
Ronny uscì in una breve risata di scherno.
«Senti, Ronny…» disse Jimmy.
«Cosa?»
Jimmy faceva fatica a parlare.
«Non vorrai dire che… non penserai che… voglio dire, non ti sarà passato per la testa che… be’, ecco, voglio dire… mica gli hanno dato una botta in testa o qualcosa del genere? Tredwell che chiude la porta a chiave e tutto il resto!»
A Jimmy sembrava che quelle sue parole meritassero una risposta, ma Ronny continuava a guardare fisso davanti a sé.
Jimmy scosse la testa e ripiombò nel silenzio. Gli sembrò che non ci fosse altro da fare se non aspettare. E dunque aspettò.
Fu Tredwell a rompere il silenzio.
«Il dottore desidera vedere le vostre signorie in biblioteca; vogliate seguirmi, prego.»
Ronny balzò in piedi. Jimmy lo seguì.
Il dottor Cartwright, un giovane magro, energico, dal volto intelligente, li salutò con un breve cenno del capo. Pongo, che sembrava più serio ...