Miss Marple nei Caraibi
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Miss Marple nei Caraibi

  1. 196 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Miss Marple nei Caraibi

Informazioni su questo libro

Miss Marple nei Caraibi Miss Marple è nei Caraibi, letteralmente spedita in vacanza dal nipote Raymond. Il luogo è splendido, il clima ideale, eppure l'anziana signora non si trova a suo agio, lontano dal villaggio di St Mary Mead, e soprattutto si annoia. L'unico diversivo consiste nell'ascoltare i racconti del maggiore Palgrave, instancabile narratore di avventure di caccia, vecchi scandali e omicidi rimasti impuniti. Un noioso tran-tran, insomma, se non fosse che proprio dopo uno di questi racconti il maggiore viene ritrovato cadavere. E Miss Marple intuisce subito che non si è trattato di una causa naturale. Possibile che qualcuno abbia voluto tappare la bocca al vecchio ufficiale? E dove è finita la fotografia che Palgrave in una delle ultime occasioni aveva detto di volerle mostrare? Dimenticata la noia, l'intrepida zitella è pronta a gettarsi a capofitto in una nuova indagine.

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2015
Print ISBN
9788804510079
eBook ISBN
9788852066078
1

Il maggiore Palgrave racconta una storia

«Prendete come esempio il Kenia» disse il maggiore Palgrave. «Molta gente ne parla e quasi nessuno ne sa niente! Io invece ci ho trascorso quattordici anni della mia vita. Quattordici dei migliori anni della mia vita…»
La vecchia Miss Marple annuì con un semplice cenno del capo.
Era un gentile gesto di cortesia. Mentre il maggiore procedeva nella rievocazione assai poco interessante di parte della sua vita, Miss Marple seguitava tranquillamente a pensare ai fatti suoi. Era una situazione che le era familiare. Cambiavano, in genere, i luoghi. Un tempo si parlava prevalentemente dell’India. Maggiori, colonnelli, generali e poi tutta una serie di parole che aveva imparato a memoria: Simla, tigri, portatori, Chota Hazri, Tiffin, Khitmagar, e così via. Il maggiore Palgrave aveva in serbo sostantivi diversi: safari, kikuyo, elefanti, swahili. Ma lo schema era essenzialmente lo stesso. Si trattava di un uomo anziano che aveva bisogno di un interlocutore per tornare con la memoria a rivivere i giorni in cui si era sentito felice e appagato. Il tempo in cui aveva la schiena diritta, la vista acuta, l’orecchio fine. Alcuni di quei parlatori impenitenti erano vecchi soldati di notevole prestanza fisica, altri invece dovevano essere sempre stati assai poco attraenti. Il maggiore Palgrave, faccia arrossata, occhio di vetro, lineamenti grossolani che ricordavano un ranocchio imbalsamato, apparteneva purtroppo a questa seconda categoria.
A tutti costoro Miss Marple aveva sempre offerto la sua caritatevole comprensione. Era rimasta ad ascoltarli attentamente, chinando la testa di tanto in tanto come ad annuire con cortesia, ma continuando a seguire il corso dei suoi pensieri e godendosi ciò che c’era da godere intorno a lei: in quel caso, la straordinaria bellezza del mare azzurro dei Caraibi.
Com’era stato caro Raymond, stava pensando con gratitudine. Così veramente, sinceramente affettuoso! Non riusciva proprio a capire perché si prendesse tanto a cuore il benessere di una vecchia zia.
Un caso di coscienza, forse? Il senso della famiglia? Oppure le voleva veramente bene.
Pensò che, tutto sommato, Raymond le era proprio affezionato e lo era sempre stato anche se lo dimostrava a volte con sfumature di esasperazione e di impazienza. Cercava in tutti i modi di tenerla aggiornata. Le mandava libri da leggere. Romanzi moderni difficili da capire. Trattavano sempre di personaggi così sgradevoli, che agivano in modo così assurdo, senza mai neppure apparentemente divertirsi a farlo! Quando Miss Marple era giovane non si menzionava mai la parola “sesso” anche se naturalmente la gente vi si dedicava con altrettanta frequenza pur parlandone con parsimonia e riuscendo a provare un piacere maggiore di quanto non avvenisse ora, o così almeno le sembrava. Allora lo si considerava un Peccato e Miss Marple non poteva fare a meno di sospettare che fosse preferibile viverlo come tale piuttosto che considerarlo, come le pareva avvenisse nei romanzi, come una sorta di Dovere.
Lanciò un’occhiata pigra al libro che teneva aperto sulle ginocchia a pagina ventitré (ed era giunta già al massimo a cui era disposta ad arrivare!)
«Vuoi farmi credere che non hai mai avuto un’esperienza sessuale?» chiese il giovane incredulo. «A diciannove anni? Ma devi farlo. È vitale!»
La ragazza chinò la testa con aria infelice, i capelli lisci e unti le caddero sul viso.
«Lo so» mormorò «lo so.»
Lui la guardò: un vecchio maglione tutto macchiato, i piedi nudi, le unghie sporche, un odore sgradevole di grasso irrancidito… Si chiese perché mai la trovasse così maledettamente attraente.
E se lo chiedeva anche Miss Marple! E poi non le pareva proprio il caso di spingere una ragazza giovane ad avere un’esperienza sessuale come se le si prescrivesse di prendere le vitamine. Povera gioventù!
“Cara zia Jane, perché ti ostini a nascondere la testa nella sabbia come uno struzzo? Tutta immersa come sei nella tua idilliaca vita di provincia, ti ci vuole un po’ di vita vera, ecco quel che conta davvero!”
Così le aveva detto Raymond, e sua zia Jane aveva assunto un’espressione sufficientemente imbarazzata per ammettere che era vero, lei aveva infatti una mentalità piuttosto antiquata.
Eppure la vita di campagna non era affatto idilliaca come sembrava pensare suo nipote. La gente come Raymond ignorava tutto della vita di un paesino di campagna. Dedicandosi alle opere assistenziali e vivendo quotidianamente a contatto con tutti gli abitanti del villaggio, Jane Marple aveva acquisito una profonda conoscenza dei fatti della vita. Non sentiva il bisogno di parlarne, né tanto meno di scriverne, ma ne conosceva tutti gli aspetti e le sfumature. Anche lì a St Mary Mead e negli immediati dintorni la gente viveva intense storie basate sul sesso, alcune cosiddette naturali, altre con connotazioni assai diverse come quelle che nei termini comuni si chiamavano contro natura. Stupro, incesto, perversioni d’ogni genere. Di alcune, Miss Marple ne era certa, quei giovani e intelligenti esperti che avevano frequentato l’università non avevano mai nemmeno sentito parlare.
Miss Marple tornò al presente, al mar dei Caraibi e cercò di riprendere il filo del racconto che il maggiore Palgrave aveva seguitato a fare.
«Un’esperienza molto insolita» osservò in tono incoraggiante. «Davvero molto interessante!»
«Potrei raccontarvene molte altre, anche se alcune non sono adatte alle orecchie di una signora come voi!»
Con la disinvoltura dettata da una lunga pratica, Miss Marple abbassò le palpebre con aria imbarazzata e il maggiore Palgrave si imbarcò in una descrizione in forma purgata di alcune usanze tribali mentre lei riprendeva a pensare al suo caro nipote.
Raymond West era uno scrittore di successo e guadagnava molti soldi. Faceva coscienziosamente e gentilmente tutto ciò che poteva per rendere più facile e gradevole la vita di sua zia. Durante l’inverno precedente lei aveva avuto una polmonite in forma piuttosto grave e il medico le aveva consigliato un soggiorno in un clima più mite di quello inglese. Da gran signore, come era il suo solito, Raymond le aveva proposto un viaggio nelle Indie Occidentali. Miss Marple aveva resistito a lungo al suggerimento invocando la spesa, la distanza, le difficoltà di un viaggio così lungo, l’impossibilità di lasciare vuota la sua casa di St. Mary Mead. Ma Raymond si era occupato di tutto. Un suo conoscente che stava scrivendo un libro aveva bisogno di un rifugio tranquillo in campagna. «Se ne occuperà con molta cura. Ci tiene molto. È fiero di essere perfettamente in grado di badare a una casa e di eseguire alla perfezione tutti i lavori domestici. È un invertito… intendo dire…»
Si era interrotto con aria imbarazzata, ma poi aveva pensato che per quanto antiquata, la sua candida zia Jane, doveva pur aver sentito parlare di omosessualità.
Aveva proseguito a illustrare il suo piano. I viaggi erano ormai diventati facili. Si sarebbe recata nei Caraibi in aereo. Una sua amica, Diana Horrocks, doveva recarsi a Trinidad, avrebbero quindi fatto il viaggio insieme. Zia Jane si sarebbe recata poi con un’automobile sino a St Honoré e avrebbe alloggiato al Golden Palm Hotel, un bell’albergo gestito dai Sanderson, una coppia di persone gentilissime e competenti che si sarebbero presi cura di lei. Raymond aveva subito scritto per prenotare.
Ma i Sanderson si erano ormai ritirati in Inghilterra. I Kendal, la giovane coppia che li aveva sostituiti, si mostrarono amichevoli e disponibili, rassicurarono Raymond e promisero che non avrebbe dovuto preoccuparsi per il soggiorno di sua zia. Lo informarono, inoltre, che c’era un medico sull’isola in caso di emergenza e che loro stessi si sarebbero occupati del suo benessere offrendole tutte le comodità necessarie.
Erano stati all’altezza delle loro promesse. Molly Kendal, una bella bionda, poco più che ventenne, apparentemente sempre di buonumore, aveva accolto la vecchia signorina con molto calore e aveva fatto di tutto per farla sentire a suo agio. Tim Kendal, il marito, alto, snello e bruno, sulla trentina, era stato anche lui gentilissimo.
E ora si trovava lì, pensò tra sé Miss Marple, lontana dai rigori dell’inverno inglese, un bungalow tutto per sé e tante sorridenti ragazze indigene al suo servizio. Tim Kendal era sempre in sala da pranzo a riceverla con un sorriso e una battuta di spirito e a darle qualche prezioso suggerimento sulla lista del giorno. Dal suo bungalow, un sentiero comodo e diretto le permetteva di raggiungere il mare e la spiaggia dove poteva sedersi su una poltrona di vimini e osservare quelli che facevano il bagno. A tenerle compagnia c’erano alcuni ospiti di una certa età. Il vecchio signor Rafiel, il dottor Graham, il canonico Prescott e sua sorella e, naturalmente, il suo attuale cavalier servente, il maggiore Palgrave.
Che cosa poteva desiderare di più una vecchia signorina?
Se ne rammaricava, Miss Marple, e provava persino un vago senso di colpa nel doverlo ammettere con se stessa, ma non era del tutto soddisfatta come avrebbe dovuto.
Un panorama bellissimo, un clima caldo e gradevole che avrebbe di certo giovato ai suoi reumatismi, sì un soggiorno incantevole, ma purtroppo il tempo scorreva in modo troppo monotono. I giorni si susseguivano tutti uguali. Non capitava mai niente di nuovo. Non era certo come a St Mary Mead, dove succedeva sempre qualcosa. Una volta suo nipote aveva paragonato St Mary Mead a una pozza d’acqua stagnante, ma lei gli aveva fatto notare con una certa indignazione che, applicata a un vetrino e osservata al microscopio, una goccia d’acqua stagnante poteva svelare innumerevoli aspetti di vita molto intensa. E, infatti, a St Mary Mead accadeva sempre qualcosa. Mille avvenimenti le tornavano in mente. Per esempio: l’errore commesso quando era stato preparato lo sciroppo per la tosse della vecchia signora Linnett, lo strano comportamento del giovane Polegate, quella volta che Gregory Wood aveva ricevuto la visita della madre (ma quella donna era poi veramente sua madre?), e il vero motivo per cui Joe Arden aveva litigato con la moglie. Tanti interessanti problemi umani che stimolavano una serie infinita di piacevoli congetture. Se almeno lì fosse successo qualcosa su cui esercitare la sua immaginazione!
Con un sussulto si rese conto che il maggiore Palgrave aveva abbandonato il Kenia per la frontiera nordoccidentale e stava rievocando le sue esperienze di subalterno. Sfortunatamente le stava anche chiedendo con una certa ansia: «Non vi sembra che avessi ragione io?».
La lunga consuetudine aveva preparato Miss Marple ad affrontare con abilità situazioni del genere.
«Credo proprio di non avere un’esperienza sufficiente per essere in grado di giudicare. Vedete, la mia è stata una vita così quieta, così appartata…»
«Certo, lo capisco. Una vita che si adatta perfettamente a una signora come voi» ribatté, galante, il maggiore.
«La vostra invece è stata una vita così piena di avventure, così varia» seguitò Miss Marple decisa a rimediare alla deplorevole distrazione di prima.
«Sì, infatti» ammise compiaciuto il maggiore Palgrave. «Una vita interessante, non vi pare?» Poi guardandosi intorno contento di sé e del luogo dove si trovava: «Un bel posto, vero?».
«Sì, certo» ammise Miss Marple senza riuscire però a impedirsi di proseguire dando voce al suo scontento: «Però non succede mai niente».
Il maggiore Palgrave la fissò stupito.
«Ma, certo. Come altrove, anche qui scoppiano molti scandali. Potrei raccontarvene parecchi…»
Ma non era di scandali che Miss Marple sentiva la mancanza. Non c’era niente di interessante in quelle squallide storie che sembravano moltiplicarsi in quei tempi cosiddetti moderni. Si trattava sempre di uomini e di donne che si scambiavano i propri compagni di vita, richiamando l’attenzione degli altri su quelle meschine infedeltà coniugali, invece di cercare con un po’ di decenza e discrezione di non farlo sapere in giro e di provare un giusto e adeguato senso di imbarazzo.
«Un paio d’anni fa c’è stato un omicidio qui. Un uomo è stato ucciso. Chi lo ha commesso si chiamava Harry Western. Il caso ha destato molto scalpore. Ne hanno parlato tutti i giornali. Forse ve lo ricordate anche voi?»
Miss Marple assentì senza entusiasmo. Se ne era parlato molto non per il delitto in sé, ma solo perché vi erano coinvolte persone molto facoltose. Era stato abbastanza evidente a tutti che Harry Western, spinto da folle gelosia, aveva ucciso il conte De Ferrari, amante della moglie, e altrettanto evidente come l’omicida era riuscito, pagando profumatamente, a fabbricarsi un alibi ineccepibile. Inoltre quasi tutti i testimoni e i comprimari parevano essere stati o troppo ubriachi o addirittura in preda ai fumi della droga per poter essere di alcun aiuto alla giustizia. No, quella non era gente interessante, pensava tra sé Miss Marple, anche se si trattava di uomini ricchi, di belle donne. Non facevano parte di quel materiale umano a cui lei si interessava.
«E se proprio lo volete sapere, quello non è stato il solo delitto commesso in qu...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Miss Marple nei Caraibi
  4. 1. Il maggiore Palgrave racconta una storia
  5. 2. Miss Marple fa dei confronti
  6. 3. Un decesso in albergo
  7. 4. Miss Marple chiede l’assistenza medica
  8. 5. Miss Marple prende una decisione
  9. 6. All’alba
  10. 7. Mattinata sulla spiaggia
  11. 8. Una chiacchierata con Esther Walters
  12. 9. La signorina Prescott e gli altri
  13. 10. Una decisione presa a Jamestown
  14. 11. Una serata al Golden Palm
  15. 12. Le lunghe ombre delle vecchie colpe
  16. 13. Victoria Johnson esce di scena
  17. 14. L’inchiesta
  18. 15. L’inchiesta prosegue
  19. 16. Miss Marple cerca alleati
  20. 17. Il signor Rafiel entra in azione
  21. 18. Senza il beneplacito del clero
  22. 19. L’utilità di una scarpa rotta
  23. 20. Allarme di notte
  24. 21. Jackson si interessa di cosmesi
  25. 22. Un altro uomo nella sua vita?
  26. 23. L’ultimo giorno
  27. 24. Nemesi
  28. 25. Miss Marple usa la sua immaginazione
  29. Epilogo
  30. Copyright