Le lettere scarlatte
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Le lettere scarlatte

  1. 182 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Le lettere scarlatte

Informazioni su questo libro

Nikki Porter, la fedele segretaria di Ellery Queen, gli chiede un favore: difendere la sua amica Marta Lawrence dal marito Dirk, uno scrittore di romanzi gialli violento e follemente geloso, convinto che la moglie lo tradisca. Così il detective si trova a dover dimostrare l'innocenza della donna. Sembra un compito facile, tanto più che Nikki riesce a farsi assumere come collaboratrice di Dirk Lawrence per la stesura del suo nuovo romanzo. Ma Marta ha davvero qualcosa da nascondere, la classica "tresca": una relazione con un maturo attore di teatro. È lui che le invia, in buste con l'indirizzo scritto in inchiostro rosso, dei volantini pubblicitari apparentemente innocui. All'interno, poche parole, un codice per invitarla a strani appuntamenti in diversi luoghi della città. Cosa significano veramente? E che cosa ci si può aspettare dall'irascibile Dirk, quando si accorgerà degli strani spostamenti della moglie?

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2015
Print ISBN
9788804651390
eBook ISBN
9788852063756

A…

Fino al loro quarto anno di matrimonio Marta e Dirk Lawrence furono considerati dagli amici una delle coppie più felici di New York.
I due colombi venivano immancabilmente definiti: “una giovane coppia simpatica e interessante”. Il primo aggettivo lasciava generalmente stupiti gli estranei perché entrambi erano già sulla trentina, non più certo nella prima giovinezza. Inoltre, Marta aveva due anni più di Dirk. Ma, conoscendoli meglio, tutti erano disposti ad accettare la definizione. Dirk era il tipo del bohémien tenebroso e romantico, e Marta aveva tutta la grazia di una colombella appollaiata sul davanzale di una finestra. Che fossero simpatici e interessanti era comunque indiscusso. Dirk era scrittore, e per i non-scrittori – cioè la maggior parte degli amici dei Lawrence – gli scrittori sono rarità, esseri che appartengono a un altro mondo, come gli assassini e i divi del cinema. Marta poi era semplicemente un tesoro... cioè una donna che non costituiva una insidia per le amiche.
Eppure, coloro che ritenevano i Lawrence interessanti e simpatici sarebbero rimasti stupefatti dalla quantità di prove del contrario che avrebbero ottenuto da un’osservazione più accorta. A volte, specialmente durante il terzo anno di matrimonio, Dirk si rivelava tutt’altro che simpatico: come quando perdeva la calma in pubblico, senza alcun motivo plausibile, o quando aveva bevuto due o tre scotch di troppo. E anche uno scrittore può diventare insopportabile se comincia a fare scenate o se è ubriaco fradicio! E, a volte, Marta si lasciava prendere dalla malinconia. Il che capitava, in genere, quando Dirk si mostrava tutt’altro che simpatico. Ma nessuno pensava che questi lievi incidenti potessero inserirsi in un quadro più ampio. Anzi, contribuivano a rendere i Lawrence più simili agli altri mortali, in un periodo in cui correvano il rischio di restare isolati per la loro straordinaria felicità.
Ellery li aveva conosciuti per mezzo di Nikki Porter. Aveva già incontrato Dirk Lawrence, di tanto in tanto, alle riunioni dell’associazione Scrittori di gialli, all’epoca in cui Dirk scriveva i suoi romanzi tenebrosi e impopolari, ma non era entrato in amichevole relazione con lui fino a quando Dirk non aveva sposato Marta Gordon. Marta e Nikki si erano conosciute a Kansas City e quando Marta era venuta a stabilirsi a New York, le due ragazze si erano ritrovate, erano state felici di ciò che avevano riscoperto ed erano diventate inseparabili.
Marta Gordon non era venuta a New York per fare fortuna, ma per vivere di rendita. Sua madre non era sopravvissuta alla sua nascita e suo padre, un grande industriale di carni in scatola, era morto durante la guerra, mentre Marta stava girando per il Pacifico con una compagnia teatrale USO – aveva studiato recitazione con impegno a Oberlin e allo scoppio della guerra recitava con un gruppo del Little Theatre. Il signor Gordon le aveva lasciato un considerevole numero di milioni di dollari.
Ellery trovava Marta intelligente e sensibile, per nulla guastata dal denaro, ma forse un po’ sola, proprio a causa della sua ricchezza.
«Quando gli uomini mi dicono che sono terribilmente affascinante» gli aveva confidato durante una riunione in casa Queen «penso sempre a un secondo fine. E il guaio è che me lo dicono tutti.»
«Sei eccessivamente sospettosa» le aveva risposto Ellery. «Sei una ragazza deliziosa.»
«Tu quoque, Ellery? Sai quanti anni ho?»
«Puoi fare a meno di cercare il secondo fine in questo caso» disse Nikki tranquillamente. «Ellery è uno di quelli che tagliano la corda. Ne so qualcosa io!»
«Esatto» aveva confermato Ellery. «Dovresti sempre consultare Nikki. Nel giudicare gli uomini nessuno la supera.»
«Comunque» aveva aggiunto Marta «chi pensa a sposarsi? Ho deciso di diventare una grande stella di Broadway o di morire nel tentativo.»
Ma Marta si era sbagliata in pieno. Non era diventata una grande stella di Broadway ed era ugualmente sopravvissuta per conoscere Dirk Lawrence.
A quell’epoca, Marta aveva escogitato una sua tecnica speciale. Conduceva una vita modesta e i suoi amici erano tutte persone di possibilità limitate. Quando Dirk le aveva chiesto di sposarla, Marta lavorava per un produttore teatrale, con uno stipendio di sessanta dollari la settimana. Dirk non aveva saputo di avere sposato una miliardaria, fino a quando non si erano installati in un appartamento al terzo piano nella Trentesima Strada.
Ellery conosceva i Lawrence come conosceva tutti gli amici di Nikki, ma aveva la sensazione che la loro unione non fosse veramente solida. Il male, sospettava, non stava tanto nella esiguità del reddito di Dirk in confronto all’abbondanza dei dividendi di Marta, quanto piuttosto nel carattere stesso di Dirk. Dirk agiva sempre, in ogni occasione, come un personaggio creato da Emily Brontë: fiero, taciturno, austero, con improvvise stranezze.
Proprio questo aveva attratto Marta. Per la piccola, bionda Marta, il suo fosco e torvo marito era un genio incompreso, un personaggio grande e tragico. In verità erano stati attratti proprio dall’estrema differenza delle loro personalità. Dirk era sempre preoccupato di se stesso e dei suoi problemi, reali o immaginari, mentre la piccola, forte Marta non conosceva l’egoismo. Lui chiedeva, lei esaudiva. Lui era arcigno, lei serena. Lui faceva scenate, lei appianava le difficoltà. Lui ispirava diffidenza, lei fiducia. Lui aveva costantemente bisogno di una donna che lo ascoltasse, che lo adorasse, e del rifugio di due morbide braccia materne. E Marta era felice di essere il suo conforto, il suo uditorio, il suo rifugio.
Avrebbe dovuto essere una base sufficientemente salda per un matrimonio, ma in realtà non era così. Verso la fine del terzo anno di matrimonio il cambiamento era diventato palese; sembrava che non fossero più in grado di stare contemporaneamente nello stesso luogo.
In genere era Marta che agiva. Ma Ellery aveva notato, nelle sere in cui si era trovato con Nikki e i Lawrence a ricevimenti in casa di amici, che l’atteggiamento di Marta era sempre determinato da una reazione a un accenno di cambiamento di umore da parte di Dirk. Dirk, quando stava per arrabbiarsi, aveva uno strano modo di torcere la bocca. In un certo senso lo si poteva anche scambiare per un sorriso, ma non era affatto piacevole a vedersi. In questi casi Marta interrompeva immediatamente qualsiasi cosa stesse facendo, si alzava di scatto e diceva: “Mi sento come un piatto di verdure e panna acida da Lindy’s” o (così almeno sembrava a Ellery) la prima frase che le passava per la mente. Dirk si alzava e se ne andavano lasciando allibiti i loro amici.
A volte però accadeva che Marta non fosse in posizione favorevole per scorgere l’eloquente incresparsi delle labbra di Dirk. Allora Dirk esplodeva con terribile violenza per la minima sciocchezza, oppure incominciava a bere come una spugna. In questi casi a Marta veniva un tremendo mal di testa che la costringeva a tornare a casa.
Nel quarto anno di matrimonio, i loro guai erano arrivati al colmo. Marito e moglie si vedevano sempre più raramente. Dirk beveva forte.
Quell’anno Marta aveva trovato il modo di occuparsi di teatro. Aveva comprato i diritti di una commedia e l’aveva allestita con mezzi propri. A molte riunioni Dirk non interveniva. A volte si recava in teatro, alle prove, o avvicinava Marta in un ristorante e le faceva terribili scenate. Marta si rifugiava nel suo lavoro, non vedeva nessuno dei suoi amici, neppure Nikki. Quando la commedia si era rivelata un fiasco, Marta aveva stretto i pugni e aveva cominciato a cercare un altro copione. Quello che succedeva in casa loro (a quell’epoca abitavano in un lussuoso appartamento in Beekman Place), non era certo un segreto per i loro vicini. Litigavano a tutte le ore del giorno e della notte, si udivano rumori di oggetti infranti, singhiozzi profondi e urla selvagge.
Il loro matrimonio era fallito. E nessuno riusciva a capire perché.
Nikki, come tutti, era perplessa.
«C’è qualche cosa che non va tra loro» aveva risposto a Ellery che la interrogava. «Ma non so che cosa sia.»
«Ma se tu sei la sua migliore amica!»
«Certe cose non si dicono neanche alla migliore amica» aveva risposto Nikki tristemente. «È colpa di Dirk, certo. Se solo la smettesse di comportarsi come un personaggio di Edgar Allan Poe!»
Ma in una bella serata di inizio primavera Ellery e Nikki seppero che cosa non funzionava nel matrimonio dei Lawrence.
Cominciò con l’arrivo di un fattorino della Western Union, che suonò il campanello di casa Queen proprio nel preciso momento in cui Nikki, alla fine della sua giornata di lavoro, stava riponendo nella custodia la macchina per scrivere di Ellery.
«È indirizzata a te, manoscritta» disse Nikki, entrando nello studio con una busta. «E se non è la calligrafia di Marta Lawrence, io sono un gatto! Ma perché ha scritto proprio a te?»
«Ti interessi come se fossi mia moglie» disse Ellery continuando a scuotere lo shaker. Il lavoro non aveva reso, quel giorno, e lui non si sentiva nelle condizioni di spirito di essere gentile con nessuno e tanto meno con l’unica testimone delle sue frequenti crisi di scoraggiamento. «Va bene, Nikki. Dammela.»
«Non vuoi che la legga io, mentre tu prepari il cocktail? Altrimenti, perché tieni una segretaria?»
«È già pronto. Dammela!»
«Non capisco» disse Nikki senza rancore mentre Ellery apriva la busta. «Credo ci sia nell’aria qualcosa di orribile. Ma se preferisci che esca...»
Ma la lettera li fece diventare seri.
Caro Ellery,
ho tentato con ogni mezzo, ma evidentemente non basta ancora. Non posso continuare così. Ho bisogno di aiuto.
Sarò su una panchina a Central Park, sul viale principale che porta al centro commerciale dalla Quinta Strada, entrata sulla Settantaduesima, stasera, verso le nove e mezzo. Se per un caso disgraziato tu incontrassi Dirk o gli parlassi per telefono prima di stasera, per amor di Dio, non lasciarti scappare parola a proposito di questa lettera. Crede che io abbia un appuntamento con Amy Howell, al Barbizon, per discutere di un nuovo copione.
Aspetterò fino alle dieci. Per piacere vieni.
Marta
Nikki fissava il foglio, evidentemente scribacchiato in gran fretta. «E questo è il sacro vincolo!» disse. Diede un calcio alla scri...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Le lettere scarlatte
  4. Personaggi principali
  5. A…
  6. B...
  7. C...
  8. D...
  9. E. F. G.
  10. H. I. J. K.
  11. L. M. N.
  12. O. P. Q. R.
  13. S. T. U. V. W.
  14. X. Y.
  15. Z...
  16. Copyright