Miss Jane Marple sedeva vicino alla finestra che dava sul giardino, una volta fonte d’orgoglio per lei. Ma adesso non lo era più. Ora, guardando fuori dalla finestra, Miss Marple assumeva un’espressione triste. Già da parecchio tempo, il dottore le aveva proibito di occuparsi attivamente di giardinaggio. Le aveva raccomandato di non curvarsi, di non zappare, di non piantare; tutt’al più poteva divertirsi a potare qualche pianta, ma senza fare sforzi. Il vecchio Laycock, che andava da lei due volte alla settimana, faceva senza dubbio del suo meglio. Ma il suo punto di vista circa il “meglio” differiva molto da quello di Miss Marple. Lei sapeva esattamente quello che voleva e quando lo voleva, e lo istruiva a dovere. Lui accoglieva con entusiasmo le istruzioni, le approvava pienamente e poi faceva a modo suo.
Pensando a queste cose, Miss Marple distolse lo sguardo dal giardino e prese in mano il suo lavoro a maglia.
Bisognava ammettere un fatto: St. Mary Mead non era più come un tempo. Naturalmente, sotto un certo aspetto, nulla era più come in passato. Si poteva attribuire la colpa alla guerra, anzi, alle due guerre, o alla nuova generazione, o alle donne che andavano a lavorare, o alla bomba atomica, o semplicemente al governo, ma la verità innegabile era che la gente invecchiava.
Miss Marple, che era una vecchietta dotata di molto buon senso, lo sapeva benissimo. Solamente che lì, a St. Mary Mead, lei lo sentiva di più, poiché vi abitava da tanto tempo.
Il vecchio centro del villaggio c’era ancora, quasi immutato. C’erano ancora la locanda, la chiesa, il vicariato e il piccolo gruppo di villette georgiane, una delle quali era di Miss Marple. Ma la via dei negozi aveva cambiato aspetto, in una corsa vertiginosa verso la modernità e il progresso. Per completare l’opera, poi, in fondo alla strada, al posto della vecchia bottega di cestini di proprietà del signor Tom, era sorto un grandioso supermercato, tutto scintillante… un vero oltraggio per le vecchie signore di St. Mary Mead.
Miss Marple, seccata, lanciò un’aspra esclamazione. Aveva di nuovo lasciato cadere una maglia. Non solo, ma doveva averla lasciata cadere da tempo. Fino a quel momento, quando si era messa a contare le maglie per cominciare a diminuire i punti per lo scollo, non se n’era accorta. Prese uno spillo, avvicinò il lavoro alla luce e, concentrandovi lo sguardo, cominciò ad armeggiare per riprendere la maglia caduta. Neppure gli occhiali nuovi sembravano esserle di grande aiuto. E questo accadeva, pensò Miss Marple, poiché per ciascuno di noi arriva il giorno in cui anche i più eminenti oculisti, malgrado le loro elegantissime sale d’attesa, i loro strumenti più aggiornati e le loro alte parcelle, non possono più farci niente. Con un po’ di nostalgia, Miss Marple ripensò a quanto fosse stata buona la sua vista fino a pochi (be’, forse non molto pochi) anni prima. Dal belvedere del suo giardino, abilmente situato in modo da permettere di osservare tutto ciò che avveniva a St. Mary Mead, ben poco era sfuggito al suo sguardo attento! E con l’aiuto del binocolo, con cui studiava gli uccelli (un certo interesse per gli uccelli era molto utile!), lei aveva potuto vedere… Miss Marple lasciò che i suoi pensieri riandassero indietro nel tempo. Ann Protheroe, in abito estivo, che si dirigeva verso il giardino del vicariato. E il colonnello Protheroe…, pover’uomo, era un tipo molto noioso e sgradevole, ma finire assassinato in quel modo… Miss Marple scosse la testa e i suoi pensieri andarono a Griselda, la graziosa moglie del vicario. Cara Griselda: un’amica fedele; ogni anno, a Natale, un biglietto d’auguri. Il suo bel bambino era un giovanotto ormai, e con un’ottima posizione. Dietro il vicariato, allora, c’era il sentiero che portava ai prati su cui pascolava il bestiame, proprio dove adesso…
Il Nuovo Quartiere.
“E perché no?” si chiese severamente Miss Marple. Certe cose dovevano accadere. Le case erano necessarie e quelle erano costruite molto bene, così, almeno, le avevano detto.
Anche Cherry Baker abitava nel Nuovo Quartiere. Cherry era una delle tante giovani spose che facevano acquisti al supermercato e spingevano carrozzine per le vie tranquille di St. Mary Mead. Queste giovani spose erano tutte eleganti e ben curate. Ridevano, chiacchieravano, si chiamavano a gran voce. Erano come un gaio stormo di uccelli. Prese dagli artigli insidiosi degli acquisti a rate, avevano sempre bisogno di danaro benché i mariti avessero tutti dei buoni stipendi; perciò andavano nelle case a fare servizi a ore. Cherry era una brava cuoca, una donna intelligente, annotava correttamente le telefonate e si accorgeva subito degli sbagli nei conti dei fornitori. Non era molto portata a voltare i materassi e quando lavava i piatti Miss Marple passava davanti alla cucina con la testa voltata dall’altra parte per non vedere il metodo di Cherry, che consisteva nel mettere le stoviglie sporche, tutte insieme, nel lavandino per poi gettarvi sopra una nuvola di detersivo.
Com’era stato diverso in passato… La fedele Florence, per esempio, quella specie di cameriera-granatiere; e poi c’erano state Amy, Clara, Alice, quelle graziose camerierine arrivate dall’orfanotrofio per essere addestrate e che poi erano ripartite per altri posti meglio retribuiti. Tutte ragazze piuttosto semplici e Amy decisamente sciocca. Avevano fatto amicizia e scambiato pettegolezzi con le altre domestiche del villaggio, erano andate a spasso con il commesso del pescivendolo, o con l’aiutante del giardiniere, o con uno dei numerosi garzoni del droghiere. Miss Marple le ricordava con affetto, pensando a tutti i golfini di lana che aveva fatto con le sue mani per i loro futuri rampolli. Quelle ragazze non erano molto abili al telefono e non valevano niente in aritmetica. D’altra parte, sapevano lavare i piatti e fare i letti. Avevano pratica, più che istruzione. Ma i tempi erano stranamente cambiati: ora, a fare i lavori domestici, andavano le ragazze istruite. Studentesse straniere, signorine alla pari, universitarie in vacanza, o giovani spose, come Cherry Baker, che abitavano nel Nuovo Quartiere.
Naturalmente esistevano ancora persone come la signorina Knight. Questo pensiero le venne improvviso, quando i passi della signorina Knight, al piano di sopra, fecero tintinnare, ammonitori, gli oggetti di porcellana allineati sulla mensola del caminetto. Evidentemente aveva finito il suo riposo pomeridiano e ora sarebbe uscita per la solita passeggiata. Prima, però, sarebbe passata da Miss Marple per chiederle se aveva bisogno che le comprasse qualcosa in città. Il pensiero della signorina Knight produsse la consueta reazione nella mente di Miss Marple. Naturalmente, era molto generoso da parte del caro Raymond, suo nipote, e nessuno avrebbe potuto essere più gentile della signorina Knight; era vero, inoltre, che la bronchite l’aveva lasciata molto debole e il dottor Haydock le aveva detto con fermezza che non doveva più restare sola di notte, ma… Miss Marple si fermò a quel punto. Era inutile continuare a pensare: “Se almeno fosse un’altra persona, non la signorina Knight”. Ma con i tempi che correvano, non c’era molta scelta per le vecchie signore. Le cameriere devote erano passate di moda. Nel caso di una vera malattia, con difficoltà e spesa si poteva ancora trovare un’infermiera o si poteva andare all’ospedale. Ma superata la fase critica del male, non restava che rassegnarsi a tipi come la signorina Knight.
In realtà non c’era nulla di riprovevole nei tipi come la signorina Knight se non il fatto che erano terribilmente irritanti. Gentilissime, pronte a sentire un affetto profondo per le persone affidate alle loro cure, sempre allegre e di ottimo umore con loro e, in genere, inclini a trattarle come bambine un po’ malate di mente.
“Ma per quanto vecchia, non sono affatto una bambina malata di mente” disse fra sé Miss Marple.
In quel momento, la signorina Knight irruppe allegramente nella stanza. Era una donna grande e grossa di cinquantasei anni, con i capelli grigi ingialliti e acconciati in modo molto elaborato, gli occhiali, il naso lungo e sottile, la bocca larga e il mento sfuggente.
«Eccoci qua!» esclamò la signorina Knight con una specie di raggiante gaiezza che aveva lo scopo di rallegrare e rischiarare il cupo crepuscolo della sua vecchia protetta. «Abbiamo fatto il nostro pisolino, vero?»
«Io ho lavorato a maglia» ribatté Miss Marple mettendo l’accento sul pronome. «E… ho lasciato cadere un punto» aggiunse, confessando la sua debolezza con vergogna e disgusto.
«Oh, povere noi. Be’, lo tireremo su immediatamente, vero?»
«Lo tirerà su lei» ribatté Miss Marple. «Io, purtroppo, non ci riesco.»
La lieve asprezza del suo tono passò del tutto inosservata. Come sempre, del resto, la signorina Knight era ansiosa di rendersi utile.
Poco dopo, la donna annunciò: «Ecco fatto, cara. Tutto a posto».
Benché dispostissima a sentirsi chiamare “cara” dalla droghiera o dalla commessa del cartolaio, Miss Marple non sopportava di sentirselo dire dalla signorina Knight. Tuttavia, la ringraziò gentilmente.
«E ora, vado a fare la mia passeggiatina» disse allegra la signorina Knight. «Non starò via molto.»
«La prego, non si affanni a tornare presto» l’ammonì Miss Marple in tono gentile e con la massima sincerità.
«Be’, mi dispiace lasciarla sola troppo a lungo; non vorrei che si facesse prendere dalla malinconia.»
«Le assicuro che sto benissimo. Probabilmente farò un sonnellino» disse Miss Marple socchiudendo gli occhi.
«Bene, cara. Posso fare nulla per lei, fuori?»
Miss Marple aprì gli occhi e rifletté. «Potrebbe andare da Longdon a vedere se sono pronte le tende. Poi dovrebbe comprarmi un’altra matassa di lana azzurra dalla signora Wisley; e una scatola di pastiglie di ribes in farmacia. Potrebbe anche cambiarmi il libro in biblioteca: ma non si faccia dare niente che non sia sulla mia lista. Questo era orribile. Non sono riuscita a leggerlo» disse porgendo un volume intitolato La primavera si desta.
«Davvero! Non le è piaciuto? Pensavo che l’avrebbe trovato delizioso.»
«E se non si scomoda troppo, potrebbe arrivare fino da Hallets a vedere se hanno uno di questi frullini fatti a molla per le uova. Non me ne compri uno di quelli con la manovella da girare.»
Miss Marple sapeva benissimo che da Hallets non avevano nulla del genere, ma quello era il negozio più lontano del paese. «Se non la incomoda troppo…»
Ma la signorina Knight rispose con evidente sincerità: «Niente affatto. Sarò felicissima di accontentarla».
Alla signorina Knight piaceva andare a far spese. Era la sua occupazione preferita. Aveva così modo di fare conoscenze, di spettegolare con i commessi, di esaminare i vari oggetti nei diversi negozi. E poteva trattenersi a lungo senza senso di colpa e senza sentirsi in dovere di tornare a casa in fretta.
Così la signorina Knight uscì felice, dopo aver rivolto un ultimo sguardo alla delicata vecchietta che riposava tranquilla vicino alla finestra.
Dopo aver aspettato qualche minuto, nel caso che la signorina Knight fosse tornata a prendere la borsa per le spese, o il borsellino, o un fazzoletto (la signorina Knight aveva l’abitudine di dimenticare qualcosa e di tornare indietro), e anche per riprendersi dal lieve sforzo mentale compiuto per pensare a tante cose non necessarie da chiedere alla sua zelante guardia del corpo, Miss Marple balzò arzilla in piedi, gettò da parte il lavoro a maglia e con passo deciso si diresse verso l’atrio. Prese il soprabito dall’attaccapanni, si tolse le pantofole e si infilò un paio di scarpe robuste. Poi uscì dalla porta laterale.
“La signorina Knight ne avrà per un’ora e mezza” pensò Miss Marple. “Quella donna mi ricorda Emily Walters” si disse con la soddisfazione che provava sempre nell’associare una persona a un’altra conosciuta in passato. “Lo stesso cervello di gallina.”
Miss Marple scacciò dalla mente la sua dama di compagnia e dedicò l’attenzione alla natura che la circondava. Attraversato in fretta il giardino, provò una gioia indescrivibile per quella fuga, che le dava un piacevole senso d’avventura. Voltò a destra, entrò nel giardino del vicariato, l’attraversò e uscì dalla parte opposta. Il sentiero di una volta era stato sostituito da una strada asfaltata che conduceva a un piccolo ponte sul torrente; sull’altra sponda, dove un tempo c’erano i prati con le mucche, sorgeva il Nuovo Quartiere.