Gli dei di pietra
eBook - ePub

Gli dei di pietra

  1. 266 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Informazioni su questo libro

Billie Crusoe lavora al Servizio Migliorie del Potere Centrale, superpotenza occidentale che si contrappone al Califfato Orientale e al Patto Sinomoscovita. Il suo lavoro è rendere le persone più belle, più giovani, più uguali possibile. Perché nel mondo in cui vive Billie, un tempo chiamato Terra, oggi noto con il nome di Orbus, questa è l'incarnazione della felicità. Quando la popolazione si accorge che questo sogno di onnipotenza ha reso la Terra un luogo sull'orlo del collasso e del tutto inabitabile, la notizia della scoperta del Pianeta Azzurro, simile al nostro, con una natura intatta e un clima accogliente, giunge come una liberazione e una promessa di futuro. Billie si unisce così alla spedizione destinata a popolare il nuovo pianeta e nel corso del viaggio conosce Spike, del quale si innamora. Spike non è umano, ma chi lo è in fondo?
Storia d'amore impossibile eppure realissima, spedizione interstellare, atavico viaggio alla ricerca di una casa e di una ragione di esistere, Gli Dei di Pietra è una preziosa parabola sull'uomo e la sua piccolezza, mascherata dietro un millenario delirio di immortalità.

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2015
Print ISBN
9788804591757
eBook ISBN
9788852066764

Pianeta Azzurro

Questo mondo nuovo pesa un nanogrammo.
Ma ogni cosa è fuori misura, minuscola tanto da essere calpestata o enorme tanto da apparire sfocata. Ci sono foglie grandi come città e uccelli che nidificano in gusci di conchiglie. Impronte di lunghi artigli, profonde come incubi, scavate nella sabbia bianca, e pozze di marea che stanno nel cavo di una mano, solcate dalle pinne di pesci invisibili.
Alberi svettanti come grattacieli, e altrettanto popolati. Erba alta come una siepe, noci rigonfie come zucche. Sardine così enormi che ci vorrebbero due uomini per trascinarle a riva. Uova dal guscio azzurrino, ciascuna del peso di un universo che si schiude.
E, sottoterra, funghi soffici e piccoli come l’orecchio di un topo. Una fessura simile a un taglio, e all’interno milioni e milioni di microbi che si domandano cosa dovranno fare. Spore che aspettano il vento e non si guardano mai alle spalle.
Muschio che si concentra per rimanere verde.
Si fa avanti un uomo con un microfono: «C’è ossigeno?». Sì. «E acqua fresca?» In abbondanza. «E non c’è inquinamento?» Per niente. Ci sono minerali? C’è oro? Com’è il tempo? Piove molto? Qualcuno ha assaggiato i pesci? Ci sono esseri umani? No, non ce ne sono. E forme di vita intelligente?
Dipende da cosa s’intende per intelligente. Sì, qualcosa c’è: una creatura molto grande, molto abile nel fare il proprio lavoro.
L’immagine di un mostro ricoperto di squame, con fauci placcate di metallo, appare sullo schermo in alto. La folla grida e si eccita. No! Sì! No! Sì!
La macchina per uccidere più potente che sia mai stata inventata prima della polvere da sparo. Niente male per una creatura con il corpo grande quanto uno stadio e il cervello piccolo quanto un barattolo di marmellata.
Oggi sono qui per rispondere alle vostre domande: «Prego, la signora in rosa…».
«Questi mostri che vediamo sono vegetariani?»
«Signora, ma le pare, lei sarebbe vegetariana con denti così?»
Ho sbagliato risposta. Io sono qui per dare rassicurazioni. Si fa avanti uno scienziato. Meglio così. Gli scienziati sono di per sé rassicuranti.
È una giornata molto eccitante, e anche molto rassicurante.
Oggi siamo qui per assistere a un’opportunità unica per la nostra vita. Che non si ripeterà. L’opportunità migliore che ci sia mai stata data da quando è cominciata la vita. Stiamo per esaurire un pianeta e ne abbiamo trovato un altro. Abbiamo cercato tra tutte le rocce dalle forme luminose che incastonano il cielo fino a quando non abbiamo trovato il pianeta che chiameremo casa. Si va avanti, tutto qui. A un certo punto, prima o poi, bisogna che tutti ci muoviamo: è naturale.
Il mio nome è Billie Crusoe.
«Mi scusi, lei è Billie Crusoe?»
«Sì, sono io.»
«Lavora nel Servizio Migliorie?»
«Sì, Ogni Giorno è un Nuovo Giorno.» (È il motto del nostro Reparto.)
«Può spiegare al pubblico in che modo il nuovo pianeta condizionerà le nostre vite?»
«Certo. Il nuovo pianeta ci offrirà l’opportunità di fare le cose in modo diverso. Abbiamo avuto molti brillanti successi qui su Orbus…, be’, si può dire che siamo la success story dell’universo, vero? Voglio dire, nessun altro pianeta ospita la vita umana.»
L’intervistatore annuisce e sorride con convinzione.
«Ma abbiamo sbagliato qualche mossa, abbiamo fatto un po’ di errori. Possiamo disporre di risorse limitate e la nostra popolazione, in costante aumento, non trova un accordo su come il nostro mondo nel suo complesso debba spartirsi le risorse che ci restano. Potrebbero nascere dei conflitti. La scoperta di un nuovo pianeta significa che possiamo cominciare a ridistribuirci. Migliorerà la qualità della vita di tutti, di quelli che se ne andranno e di quelli che resteranno.»
«Dunque saremo tutti favoriti?»
«Proprio così, tutti i numeri saranno vincenti.»
Il Presidente del Potere Centrale sta passando sotto gli archi dorati, le porte d’accesso alla città. Gli archi si ergono come angeli, le ali ripiegate sullo sfondo della luce dell’orizzonte, offuscata dal loro fulgore.
Le porte laser, in apparenza così solide, appaiono e scompaiono, come le mura che circondano la città: un segno di potere e di progresso, visibile e al tempo stesso invisibile.
Osservate la luce: quel lieve baluginio è la loro energia di lunga durata. Sono l’aura della città, un emblema e un monito, un alone e uno scudo.
Il Presidente ha raggiunto il Circolo con il suo seguito. Bandiere, tappeti, fiori, lacchè, scagnozzi, cronisti, presentatori, suggeritori, finanziatori, personale medico, tecnici, squadre televisive, impianti, luci, suoni, tempo reale, archivio, ripetitore, vox-populi, popcorn, lucido, trucco, ultimi ritocchi, pronti, luce verde… VIA.
Il Presidente fa un discorso. Il Potere Centrale ha finanziato la missione spaziale per centinaia di anni ed è logico che ogni scoperta ci appartenga. Ci paragona agli uomini che hanno scoperto le Indie, le Americhe, il Circolo Polare Artico. Si lascia prendere dall’emozione, cita il verso di una poesia. Ecco che per un attimo, sotto le immagini del Pianeta Azzurro, appare di sbieco una scritta, in una grafia che nessuno sa decifrare: “Lei è tutti gli Stati, tutti i Principi io…”.
Il Presidente fa un discorso.
È un momento irripetibile per l’umanità… un’opportunità ineguagliabile… si è evitata una guerra… è stato programmato un summit tra il Potere Centrale, il Califfato Orientale e i nostri amici del Patto Sinomoscovita. Si è profilata la speranza di un compromesso pacifico. Nuovi pianeti in cambio dei vecchi. Entro domani mattina saranno disponibili immagini e informazioni esaurienti nelle ventidue geocittà del Potere Centrale. Si sta preparando una nuova missione di colonizzazione. I mostri saranno distrutti con metodi umani, tranne uno o due esemplari che verranno catturati a beneficio della scienza e destinati allo Zoo Museo.
Nel Circolo arrivano gli astronauti, con le loro lucide tute pressurizzate in titanio e caschi fuorimisura sotto il braccio. Sono uomini fascinosi come comete, che trascinano dietro di sé la gloria in code di fuoco.
Con loro c’è un robot, o meglio una Robosapiens, dall’aspetto straordinariamente sexy, con quello sguardo colmo di rimpianto che hanno tutti i robot prima di essere rottamati. È la prassi: i robot ricettivi vengono rottamati dopo la missione, in modo tale che le forze nemiche non possano accedere ai loro dati. Lei ha girato tutto l’universo, ma ora viene spedita al centro di riciclaggio. Il bello di questi robot, compresi i Robosapiens, è che nessuno si rammarica per la loro sorte. Sono solo macchine.
Lei rimane lì, mentre i salvatori dell’umanità, nelle loro tute d’argento, stringono la mano al Presidente. Ci svelerà la composizione chimica e minerale del nuovo pianeta, le sue componenti atmosferiche, ricostruendone la storia e illustrandoci le sue potenzialità evolutive. Poi, terminato il discorso pubblico, andrà dietro le quinte, trasferirà tutti i suoi dati e lascerà esaurire le sue batterie fino a quando non avrà esalato il suo ultimo sussulto di robot.
The End.
È una sorta di suicidio, una lenta agonia, ma loro non tradiscono alcuna emozione, perché non sono programmati per provarle.
Mi meraviglio di quanto riescano a essere convincenti, se penso che non sono fatti d’altro che di silicio e di circuiti elettronici.
Lei guarda verso il Comitato dei Sostenitori e mi fissa. Arrossisco, è inevitabile: deve avermi letto nel pensiero. Loro sono capaci di farlo.
È un gran giorno per la scienza. Gli ultimi cento anni sono stati un inferno. Gli uccelli del malaugurio e gli ambientalisti avevano continuato a ripetere che eravamo spacciati ed ecco che, voilà, non solo scopriamo un nuovo pianeta, ma lo troviamo perfetto per cominciare una nuova vita. Questa volta staremo più attenti. Questa volta sapremo imparare dai nostri errori. Il nuovo pianeta ospiterà la prima civiltà avanzata dell’universo. Sarà una democrazia, perché, al di là delle versioni ufficiali, non permetteremo agli uomini del Califfato Orientale di avvicinarsi di un solo nanometro: li abbatteremo prima che atterrino. No, non li abbatteremo, perché il Presidente del Comitato Centrale ha annunciato un nuovo programma mondiale denominato “No alla Guerra”. Non abbatteremo gli uomini del Califfato Orientale, ma li respingeremo a viva forza.
L’idea espressa solo in privato è quella di consegnare questo pianeta esausto e marcescente al Califfato e al Patto Sinomoscovita, lasciandoli liberi di bombardarsi a vicenda fino a distruggersi, mentre gli abitanti del Potere Centrale, i veri amanti della pace, porteranno la civiltà nel nuovo mondo.
Il nuovo mondo: l’Eldorado, Atlantide, la Costa d’Oro, l’Isola di Terranova, Plymouth Rock, l’Isola di Pasqua, Utopia, il Pianeta Azzurro. Scoperto per caso, spiato confusamente attraverso un obiettivo, storie di ubriachi aggrappati a una botte di rum, naufragi, la Bussola della Bibbia; un pesce gigante ci ha portato qui, una tempesta ci ha sbattuti su quest’isola. Nella vastità dello spazio abbiamo trovato…
Mi chiamo Billie Crusoe. Sta arrivando Manfred, il mio capo. È il tipo d’uomo nato per salire sempre più in alto: una sorta di ascensore umano.
«Billie, hai preparato il commento al materiale scaricato?»
«Sì, è tutto pronto: schizzi, diagrammi, e una spiegazione graduale e guidata per mostrare come il Pianeta Azzurro cambierà la nostra vita.»
«Dobbiamo comunicare positività.»
«Ma è un fatto positivo, non credi? Pensi forse che avremo problemi a presentare un’opportunità che tutti muoiono dalla voglia di sfruttare?»
«Non usare il verbo “morire”.»
«Ma Orbus sta morendo.»
«Orbus non sta morendo. Orbus si sta evolvendo in modo ostile alla vita umana.»
«Bene, allora diciamo...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Gli Dei di Pietra
  4. Pianeta Azzurro
  5. L’Isola di Pasqua
  6. Dopo la Terza Guerra
  7. La Città delle Rovine
  8. Ringraziamenti
  9. Copyright