
- 88 pagine
- Italian
- ePUB (disponibile sull'app)
- Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub
La storia di Malala raccontata ai bambini
Informazioni su questo libro
Malala vuole studiare. Sogna di diventare medico e di aiutare le bambine colpite dalle violenze dei talebani in Pakistan. Per raccontare le ingiustizie subite da lei e dalle sue compagne di scuola, tiene un diario. Ma i suoi racconti sono scomodi e cominciano le minacce. Gravemente ferita, Malala ora è guarita e continua a lottare per l'istruzione e la libertà.
Domande frequenti
Sì, puoi annullare l'abbonamento in qualsiasi momento dalla sezione Abbonamento nelle impostazioni del tuo account sul sito web di Perlego. L'abbonamento rimarrà attivo fino alla fine del periodo di fatturazione in corso. Scopri come annullare l'abbonamento.
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Perlego offre due piani: Base e Completo
- Base è ideale per studenti e professionisti che amano esplorare un’ampia varietà di argomenti. Accedi alla Biblioteca Base con oltre 800.000 titoli affidabili e best-seller in business, crescita personale e discipline umanistiche. Include tempo di lettura illimitato e voce Read Aloud standard.
- Completo: Perfetto per studenti avanzati e ricercatori che necessitano di accesso completo e senza restrizioni. Sblocca oltre 1,4 milioni di libri in centinaia di argomenti, inclusi titoli accademici e specializzati. Il piano Completo include anche funzionalità avanzate come Premium Read Aloud e Research Assistant.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì! Puoi usare l’app Perlego sia su dispositivi iOS che Android per leggere in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo — anche offline. Perfetta per i tragitti o quando sei in movimento.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Sì, puoi accedere a La storia di Malala raccontata ai bambini di Viviana Mazza,Paolo d'Altan in formato PDF e/o ePub. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.
Informazioni
Print ISBN
9788804655626eBook ISBN
9788852067983BOMBE
GENNAIO 2009

Le pale dell’elicottero affettano l’aria. Il rumore si fa sempre più forte, sempre più forte, sempre più forte. Poi cominciano i colpi di mitragliatrice, e subito dopo vengono giù le bombe.
Malala si sveglia di colpo.
“Ancora questo brutto sogno” pensa, seduta nel letto, stordita. Da giorni non tornava a tormentarla.
La verità, però, è che non sono solo sogni: anche a occhi aperti sente gli stessi rumori e la stessa ansia. Da mesi gli elicotteri continuano a sorvolare la sua casa.
Dopo aver osservato per un attimo i ricchi ghirigori dorati della coperta color porpora, Malala si sdraia sul fianco destro, con le spalle alla finestra, e chiude gli occhi, cercando di riaddormentarsi al ritmo delle pale: se ascolta con attenzione, può capire quanti sono. Ma non è come contare le pecore. Non la aiuta a prendere sonno.
La prima volta che gli elicotteri hanno sorvolato la città di Mingora, all’inizio della guerra, lei e i suoi fratellini Khushal e Atal, che hanno dieci e cinque anni, si sono nascosti sotto il letto.
Un giorno i soldati hanno lanciato le caramelle da lassù, e hanno continuato a farlo per un po’. Così, ogni volta che i bambini del quartiere li sentivano arrivare, correvano in strada. Ma poi l’esercito deve aver finito le caramelle, perché ha continuato a sparare e basta.
Malala sa che non cercano loro, che danno la caccia ai talebani nascosti tra i monti innevati. Ma sa anche che, se per sbaglio un missile mancasse l’obiettivo, potrebbe colpire casa sua e morirebbero tutti.
Sul giornale poi scriverebbero: “Malala Yousafzai, undici anni, studentessa della scuola media, uccisa insieme ai fratellini, alla mamma e al papà”.
Ma gli elicotteri sono solo l’ultimo dei problemi che affliggono la sua adorata valle di Swat, nel Nord del Pakistan.
Dalla fine del 2007 i talebani pachistani e l’esercito si combattono senza che l’uno abbia la meglio sull’altro. Ci sono dodicimila soldati, sono praticamente dappertutto a Mingora, hanno pure i carri armati. Si dice che i loro nemici siano solo tremila, eppure non riescono a stanarli.
La gente ha paura, perché intanto i talebani impongono a tutta la popolazione i loro ordini.
Spesso lo fanno attraverso volantini distribuiti per strada, come quando hanno messo fuorilegge la musica.
Al calare della notte i talebani parlano alla gente via radio. Usano un canale illegale. Solo qualche sera fa hanno annunciato:
Dal 15 gennaio, le ragazze non devono più andare a scuola. Altrimenti i loro guardiani e gli istituti scolastici saranno ritenuti responsabili.
Mancano ancora dodici giorni esatti al 15 gennaio. Nel frattempo i talebani hanno già distrutto centocinquanta scuole nell’ultimo anno, solo perché erano frequentate da ragazze.
Per la famiglia di Malala questa è una notizia doppiamente terribile: suo padre, Ziauddin Yousafzai, possiede una scuola femminile. Come faranno ad andare avanti? Per quattordici anni la scuola ha riempito la loro pancia, oltre che la loro anima.
«Malala, la colazione è pronta!» È già mattina, dopo un’altra notte passata a contare le paure.
Ad aspettarla ci sono le uova fritte, servite con da warro dodai, il pane piatto che a Swat è fatto spesso con la farina di riso.
Malala mangia, ma intanto pensa già con timore alla strada da percorrere per arrivare a scuola.
La divisa della scuola è blu. Ha il colletto rotondo e il bordino bianco. Arriva fino al ginocchio e va indossata su un paio di pantaloni chiari. Se fa freddo, c’è anche un maglione rosso da mettere sopra. E, per ultimo, l’ampio scialle scuro, appoggiato sulla testa e avvolto intorno alle spalle.
Come sempre, la mamma ha stirato la divisa e l’ha appesa in bella vista nella sua stanza. A Malala piace molto, tanto che, dopo colazione, sta per mettersela. Ma poi si ricorda che, stavolta, la preside ha chiesto di presentarsi con i vestiti normali, per non dare nell’occhio. E così, sceglie il suo abito preferito, rosa.
Poi si mette sulle spalle lo zaino di Harry Potter e si incammina verso la scuola, che dista solo quindici minuti da casa.
Mentre avanza con i sandali blu sull’asfalto della stradina, pensa che in tutto il mondo, a quell’ora del mattino, tante altre ragazze stanno andando a scuola. Ma i talebani sostengono che le studentesse come lei andranno all’inferno.
Procede con calma, a passi regolari, costeggiando i muri di mattoni che circondano i giardini delle case. Alcuni sono protetti dal filo spinato. Dalle sommità spuntano ciuffi ribelli di cespugli e qualche cima d’albero.
Papà preferisce non accompagnarla. Non vuole attirare l’attenzione e rischiare di metterla in pericolo, perché lui è conosciuto, a Mingora.
Molte delle compagne indossano abiti dai colori allegri, quel giorno. In classe c’è un’atmosfera così familiare… Ma all’assemblea del mattino la preside Aghala raccomanda a tutte di mettersi abiti meno sgargianti, l’indomani.
Sedici sedie su ventisette sono vuote.
Tre delle sue migliori amiche sono già partite con le loro famiglie, si sono trasferite a Peshawar, Lahore e Rawalpindi, città più sicure, lontane da lì.
Anche Zakia se n’è andata: suo padre faceva il maestro alla scuola elementare in un paesino vicino a Mingora e sua madre l’infermiera, ma i bombardamenti dell’esercito da una parte, e i posti di blocco dei talebani dall’altra, li hanno convinti a portare la famiglia in salvo. Altrove.
Ci vuole coraggio per restare, e anche se è poco più che una bambina, Malala sa già che non può permettersi di sembrare allarmata o spaventata.
E poi il suo papà le ha dato il nome di una guerriera: Malalai di Maiwand, vissuta da quelle parti centocinquant’anni prima. In realtà viveva in Afghanistan, ma a quei tempi i confini tra Pakistan e Afghanistan non esistevano ancora.
Malalai era la figlia di un pastore, aveva diciassette o forse diciotto anni e, proprio quando stava per sposarsi, gli inglesi invasero l’Afghanistan. Il padre di Malalai e il suo promesso sposo si arruolarono, e lei li seguì per curare i feriti e portare acqua e armi ai combattenti.
A un certo punto, mentre si scontravano in un posto chiamato Maiwand, uno dei portabandiera fu ucciso, e le truppe afghane stavano per perdere la speranza. Fu allora che Malalai corse nel campo di battaglia, si tolse il velo che le copriva i capelli, ne fece una bandiera.
E cominciò a cantare:
Con una goccia del sangue del mio innamoratoversato per difendere la madrepatriami traccerò un p...
Indice dei contenuti
- Copertina
- Frontespizio
- Introduzione
- Bombe. Gennaio 2009
- Mosca cieca
- Maulana Fazlullah
- Mercato
- L’ultimo giorno
- Noia
- L’esilio. Maggio-luglio 2009
- Benvenuti in Pakistan
- Fiore di granturco. Agosto 2009-dicembre 2011
- Spari. 9 ottobre 2012
- Mingora
- Il risveglio. 16 ottobre 2012
- Nuova vita
- Glossario
- Per saperne di più
- Copyright