Il samba di Scarlatti
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Il samba di Scarlatti

  1. 360 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Il samba di Scarlatti

Informazioni su questo libro

Franco Scarlatti, ex poliziotto mezzo milanese e mezzo napoletano, vive da molti anni a Rio dove guida, con successo, un'agenzia immobiliare affacciata sulla spiaggia di Copacabana. Amante della buona cucina e della musica, in rapporti non facili con la ex moglie Carol, Scarlatti vede la sua routine messa in crisi quando, all'alba di un bollente sabato grasso, viene ritrovato un cadavere vestito da Mandrake: è il famoso giornalista Gigi Fossati... In breve l'inchiesta della polizia giunge fino a lui, e così Scarlatti decide di intraprendere un'indagine parallela. Non ci mette molto a scoprire che le cose sono diverse da come sembrano, a cominciare dalla comunità di italiani transfughi che si muovono tra l'abbagliante luce tropicale del presente e le ombre del passato. Chi ha potuto volere la morte di Gigi Fossati? Ma non solo: le domande cominciano a farsi pressanti, e inaspettate, anche nel cerchio più intimo della sua vita, che inizia a correre al ritmo di questo noir che è una commedia, una storia d'amore, e insieme un inno appassionato a Rio de Janeiro, "una città facile da amare". Struggente, ironica, lontana dalle cartoline, la Copacabana di Riva, come la Belleville di Daniel Pennac, è pronta a entrare nel cuore dei lettori, popolata dai personaggi indimenticabili che animano le pagine di questo "samba". Il primo è Franco Scarlatti, un po' eroe un po' truffatore, che dietro all'apparenza cinica, le battute taglienti e l'amore per il guadagno nasconde un cervello velocissimo e un animo quanto mai nobile. Alberto Riva (1970) è nato a Milano e ha vissuto per molti anni a Rio, dove ha fatto diverse cose, tra cui l'affittacamere, il produttore musicale e soprattutto il giornalista. Con Enrico Rava ha scritto Note Necessarie (minimum fax), con Oscar Niemeyer Il mondo è ingiusto (Mondadori) e con Stefano Bollani Parliamo di musica (Mondadori). È autore, tra gli altri, di Tristezza per favore vai via (Il Saggiatore) e del romanzo Sete (Mondadori). Scrive sul "Venerdì di Repubblica". Vive a Milano con una moglie paulistana e una gatta carioca. Di fronte a lui balenavano le luci degli alberghi del lungomare. In certi momenti tentava di ritrovare l'impressione dei primi tempi, dei giorni in cui era arrivato qui. La luce, l'aria così diversa da quella italiana. Era sicuro che esistesse un odore, un'atmosfera che è quella dei luoghi che visitiamo per la prima volta. Pensiamo che queste cose siano vere. E invece non è così: è il nostro cuore che guarda, non i nostri occhi.

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2015
Print ISBN
9788804624790
eBook ISBN
9788852063893

Lunedì 1˚ marzo

I giornali riportavano in coro la notizia: due insospettabili italiani arrestati (Ulivieri e Volpe) e un terzo indagato (Stoch, ma senza nominarlo; ovvero, ne sarebbe uscito presto) per una serie di reati che comprendeva truffa, riciclaggio, creazione di fondi neri, produzione illecita di video porno, falsificazione e sfruttamento della prostituzione. Coinvolti anche alcuni brasiliani, tra cui un ex poliziotto di nome Manuel Coelho, oggi pescivendolo. L’inchiesta, ci teneva a sottolineare un cronista, annunciava di allargarsi fuori dai confini e coinvolgere aziende estere. E un giornalista, di sicuro il più informato, alludeva alla possibilità di un’incriminazione anche per omicidio, senza fare nomi. Ma Scarlatti, seduto alla sua scrivania nel cubo, chiudendo “O Globo” pronunciò sottovoce: «Gigi Fossati».
Si accese una sigaretta e si accorse che Sonia lo osservava da dietro il vetro. Isadora era seduta alla sua scrivania e Araujo era ufficialmente in permesso per convalescenza. Un bel lunedì soleggiato di marzo, la parte migliore dell’estate.
«Capo, puoi?»
«Entra, certo. Come stai?»
«Abbastanza bene.»
«Novità? Isadora mi ha detto che ci sono questi due inglesi che forse comprano l’attico di Leblon.»
«Sì, anche se lei è una scassapalle di prima categoria. Mi ha sfracellato con gli armadi a muro e manca poco che ce la chiudessi dentro e buttassi via la chiave.»
«Ma comprano?»
«Secondo me sì. Lei tritura ma chi paga è lui, e decide lui. E lui si è innamorato della casa. Ci credo, è una favola. E non viene via neanche a tanto.»
«Quanto? Due milioni, no?»
«Sì, ma non riusciamo a chiudere a due. Uno e otto, uno otto e cinquanta al massimo.»
«Il proprietario che dice?»
«Buono quello! Se riesco a farlo stare sobrio dieci minuti firmerà senza neppure guardare la cifra. Ha ereditato tre attici uguali. Non ha mai fatto un cazzo nella vita e non riesce a pagare le spese... Franco, scusa, come mai leggi il giornale? Non ti ho mai visto farlo.»
«Controllo gli annunci immobiliari.»
«Gli annunci?»
«Sì...»
«Senti, Franco, ti devo parlare...» Ondeggiò come un veliero in tempesta.
«Dimmi.»
Sonia si sedette e incrociò le braccia.
«Tra un po’ passa a salutarmi Sergej e... Be’, meglio che te lo dica subito. A fine aprile vado via. Ci ho pensato, mi spiace. Ci ho davvero riflettuto a lungo, ma credo che a questo punto della mia vita debba prendere una decisione, capire cosa voglio fare da grande.»
«Sonia, hai quarantun anni, e sei la migliore broker immobiliare di Rio de Janeiro. Che attualmente, detto per inciso, è la migliore piazza, o una delle tre migliori piazze sul pianeta Terra.»
Sonia arrossì e con gli avambracci sostenne il seno trionfale. Faceva così quando si imbarazzava un po’. «Grazie Franco. So quanto ti devo e quello che hai fatto per me. Ma l’amore, quando arriva...»
«L’amore.»
«Sì, l’amore. E poi una nuova esperienza, un Paese nuovo.»
«Quale?»
«La Russia. Mosca.»
«Ah, la Russia. Certo.»
«Franco, non fare così. Sto parlando sul serio. E dunque, ecco...» Sospirò. «Te l’ho detto!» Guardò l’ora.
«Cosa c’è? Sei nervosa?»
«No, no, niente. Sergej aveva detto che passava a prendere un caffè... È in ritardo di mezz’ora. Anche lui è emozionato per questa decisione.»
«Me l’immagino.»
«E dunque? Che dici?»
Scarlatti si alzò. La gamba dava un po’ fastidio e anche la bocca dello stomaco, aveva voglia di una brioche. «Dico che mi dispiace, Sonia, e secondo me non dovresti andare.» Lanciò un’occhiata alla strada. Quando cazzo arriva Ippolito?!
«Cosa guardi, Franco?»
«No, è che ho visto qualcuno...»
«Sarà Sergej.»
«Sì, è lui.»
Sergej entrò in agenzia, salutando a voce alta. «“Bono el dia a tucci!”»
Isadora lo guardò perplessa.
«Sergej!» Sonia aprì la porta del cubo. «Entra!»
Scarlatti guardò ancora l’ingresso e proprio in quel momento scorse Ippolito e due suoi uomini, tra cui Assis, irrompere all’interno del locale. Sergej, mentre stringeva i fianchi generosi di Sonia, li vide e sbiancò, si liberò dalla presa, guardò a destra e a sinistra e poi si fiondò in bagno.
«Ma cosa! Che succede?»
Ippolito cercò di aprire la porta del bagno.
«Occupato!» Una voce da dentro.
«Sergej Pereira dos Santos! Esca subito di lì. È in arresto! Non faccia scene!»
«Sergej Pereira dos Santos?» Sonia fissò Scarlatti, poi il commissario. «Ma che storia è questa? Siete impazziti?»
«Signor Pereira!!!» Ippolito gridava. «Non mi costringa a far abbattere la porta! Esca dal cesso!»
«Ma...» Sonia si rivolse di nuovo a Scarlatti.
«Mi spiace» disse lui, torvo.
Assis si avvicinò al bagno e impugnò la maniglia. «Testa di cazzo, vieni fuori o crivelliamo questa fottuta porta, hai capito?»
La porta si aprì e la chioma ballerina di Sergej fece capolino nella fessura.
«Non fatemi niente, mi arrendo.»
«Esca! Avanti!»
«Controlla con i tuoi occhi.» Scarlatti mostrò a Sonia la pagina degli annunci immobiliari. «Riconosci qualcosa?» A Sonia tremavano le mani. Lo fissò stralunata e poi scorse gli annunci. «Ma come? Cosa... Ma sono le nostre case! Chi ha messo sti cazzo di annunci d’affitto?»
«Il tuo kazako. Che poi è di Bahia. Giusto, Ippolito?»
Il delegato annuì. «Baiano di Juazeiro, professione fisioterapista.»
Nell’agenzia scese un silenzio d’oltretomba. Sonia si avvicinò a Sergej.
«Davvero sei stato tu?»
Lui non rispose e, sorretto sotto le ascelle dai due poliziotti, abbassò la testa.
«Razza di figlio ’entrocchia!» Gli mollò un ceffone che echeggio fino alla spiaggia.
Scarlatti, i poliziotti e Isadora si guardarono. Meglio non farla incazzare questa qui...
Ippolito elencò all’arrestato i suoi diritti. E spiegò a Scarlatti: «Nella sua stanza d’albergo abbiamo trovato una montagna di prove. C’erano anche queste» e gli consegnò dieci mazzi di chiavi. «Sono di vostri clienti, immagino.»
Sonia le strappò di mano al delegato. «Certo, sono le mie case queste! E la zia?» domandò.
«Signora» disse il delegato, «forse lei si riferisce a Severina Jesus da Silva? Non è la zia, ma la moglie del qui presente Pereira.»
«La moglie?» Fu un ululato che trapanò in due l’edificio. «Quel troione è tua moglie?»
Sergej abbassò di nuovo la testa. Ormai era un gesto automatico.
I presenti si guardarono di nuovo, terrorizzati. Mo’ ne arriva un altro. E infatti, un gancio degno di Primo Carnera devastò definitivamente la messa in piega del Pereira.
«Portatelo via» disse Ippolito. «Portate questo delinquente nella volante!»
«E l’anello?» Sonia mostrò il dito con il brillante di Tiffany.
«Falso» sentenziò Ippolito. «Stamane abbiamo arrestato anche il commesso del negozio, un complice dei due.»
Sonia si abbandonò sulla prima poltrona a disposizione.
«Fuori!» ordinò il delegato.
In pochi minuti nell’agenzia tornò la calma.
Sonia era rimasta sulla poltrona. Isadora le teneva un polso, Scarlatti un fazzoletto bag...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Il samba di Scarlatti
  4. Sabato 13 febbraio
  5. Martedì 16 febbraio
  6. Giovedì 18 febbraio
  7. Venerdì 19 febbraio
  8. Sabato 20 febbraio
  9. Domenica 21 febbraio
  10. Lunedì 22 febbraio
  11. Martedì 23 febbraio
  12. Mercoledì 24 febbraio
  13. Giovedì 25 febbraio
  14. Venerdì 26 febbraio
  15. Sabato 27 febbraio
  16. Domenica 28 febbraio
  17. Lunedì 1˚ marzo
  18. Giovedì 4 marzo
  19. Sabato 6 marzo
  20. Jóia do Mar
  21. Nota dell’autore
  22. Copyright