Tragedia in tre atti
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Tragedia in tre atti

  1. 210 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Informazioni su questo libro

Durante un ricevimento nell'"eremo" di sir Charles Cartwright, alla presenza di una bella compagnia di amici, si verifica uno strano episodio: uno degli ospiti, un timido e pio pastore protestante, muore improvvisamente. Polizia e medico legale si trovano subito d'accordo nell'indicare, come causa del decesso, un comune infarto, e anche Hercule Poirot, che era presente, inizialmente non sospetta di nulla. Ma quando, poco dopo, un altro degli ospiti muore, in circostanze molto simili, il celebre investigatore dovrà ricredersi e dare avvio a un'indagine destinata a portare risultati clamorosi. Scritto nel 1934, Tragedia in tre atti, è un romanzo poliziesco decisamente brillante, dalla struttura molto cinematografica.

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Informazioni

TERZO ATTO

La scoperta

La signora Babbington

La signora Babbington si era trasferita in una casetta di pescatori, a breve distanza dal porto. Entro circa sei mesi una sua sorella sarebbe rientrata dal Giappone, e fino ad allora la donna non faceva progetti per il suo futuro. Dato che casualmente la casetta era libera, lei l’aveva affittata solo per sei mesi; era troppo sconvolta per la perdita improvvisa del marito per allontanarsi da Loomouth. Lei e Stephen Babbington erano vissuti nella canonica di St Petroch, a Loomouth, per diciassette anni, diciassette anni nel complesso felici e tranquilli, nonostante il dolore per la morte del figlio Robin. Degli altri loro figli, Edward era a Ceylon, Lloyd nel Sud Africa, e Stephen era terzo ufficiale sull’Angolia. Scrivevano spesso lettere molto affettuose, ma non erano in grado di offrire né una casa né un po’ di compagnia alla loro madre.
Margaret Babbington si sentiva molto sola…
Non che si concedesse molto tempo per pensare: era sempre attiva nella parrocchia… il nuovo vicario non era sposato… e passava molto tempo a lavorare nel minuscolo giardino antistante la casetta. Era una donna per la quale i fiori facevano parte integrante della vita.
Un pomeriggio stava lavorando proprio lì quando sentì aprire il cancello, e alzando gli occhi si vide davanti Sir Charles Cartwright ed Egg Lytton Gore.
Margaret non fu sorpresa di vedere Egg… sapeva che la ragazza e sua madre sarebbero dovute tornare entro breve tempo ma fu alquanto sorpresa nel vedere Sir Charles. Erano circolate con insistenza delle voci secondo le quali lui se n’era andato per sempre. Erano anche stati pubblicati dei trafiletti, tratti da altri giornali, sulla sua vita nel Sud della Francia; e nel giardino de “Il nido del corvo” era stato affisso un cartello con la scritta IN VENDITA. Nessuno si aspettava che Sir Charles tornasse. Invece era proprio tornato. La signora Babbington si scosse i capelli scomposti dalla fronte accaldata e si guardò con aria imbarazzata le mani sporche di terra. «Non sono in condizione di stringere la mano…» disse. «Dovrei usare dei guanti quando faccio del giardinaggio, lo so. E a volte me li metto, all’inizio; ma poi finisco sempre per togliermeli, prima o poi. Si sentono tanto meglio le cose con le mani nude…»
Fece strada all’interno della casa. Il minuscolo salotto era stato reso accogliente con del chintz, delle vecchie fotografie e dei vasi di crisantemi.
«Che bella sorpresa vedervi, Sir Charles! Pensavo che aveste rinunciato a “Il nido del corvo” per sempre.»
«Lo credevo anch’io» disse l’attore con franchezza. «A volte però, signora Babbington, il destino è più forte di noi…»
La donna non rispose. Si voltò verso Egg, ma la ragazza le bloccò le parole sulle labbra.
«Vedete, signora Babbington, questa non è una semplice visita. Sir Charles e io abbiamo qualcosa di molto serio da dirvi. Mi auguro solo di… non sconvolgervi troppo…»
La signora Babbington spostò lo sguardo dalla ragazza a Sir Charles. La sua faccia si era fatta quasi grigia e tesa.
«Prima di tutto» disse Sir Charles «vorremmo chiedervi se avete ricevuto qualche comunicazione dal ministero dell’Interno.»
La donna chinò la testa.
«Capisco… Be’, forse questo rende un po’ più facile quello che stiamo per dire.»
«È per questo che siete venuti… per l’ordine di esumazione?»
«Sì. Temo che sia una cosa molto dolorosa per voi…»
La donna si addolcì, sentendo la comprensione che c’era nella voce di Sir Charles. «Forse non mi dispiace poi quanto pensate. Per certa gente l’idea di un’esumazione è terribile, ma non per me. Non sono i resti mortali che contano… mio marito è altrove… in pace… dove nessuno può turbare il suo riposo. No, non si tratta di questo. Quello che mi sconvolge è l’idea… terribile… che Stephen non sia morto di morte naturale. Sembra così impossibile…»
«Lo credo, che vi sembri impossibile! Sembrava impossibile anche a me… all’inizio.»
«Che cosa intendete dire con “all’inizio”?»
«Vedete, il sospetto si era affacciato alla mia mente la sera stessa in cui è morto vostro marito. Solo che anche a me, come a voi, la cosa sembrava talmente impossibile che l’ho scartata.»
«Ci avevo pensato anch’io» disse Egg.
«Anche tu…» mormorò la signora Babbington, guardando la ragazza con aria sorpresa. «Tu hai pensato che qualcuno potesse aver ucciso Stephen?»
L’incredulità della donna era tanto grande che nessuno dei due visitatori sapeva più come proseguire.
Alla fine Sir Charles si risolse a parlare. «Come sapete, signora Babbington, sono stato all’estero. Quando ero nel Sud della Francia ho letto sul giornale della morte del mio amico Sir Bartholomew Strange, avvenuta in circostanze quasi identiche. E ho anche ricevuto una lettera dalla signorina Lytton Gore.»
Egg annuì. «Sapete, io ero sua ospite, quando è successo il fatto. Ed è stato tutto identico, signora Babbington… identico! Ha bevuto del porto e ha cambiato faccia e… be’, è stata proprio la stessa cosa. È morto nel giro di pochi attimi.»
La signora Babbington scosse lentamente la testa. «Non riesco a capire… Stephen! E Sir Bartholomew… un dottore così gentile e capace! Chi avrebbe potuto fare del male a delle persone come loro? Dev’esserci un errore.»
«È stato dimostrato che Sir Bartholomew è stato avvelenato» precisò Sir Charles.
«Allora dov’essere stata opera di un pazzo!»
«Signora Babbington» riprese Sir Charles «io voglio andare a fondo di questa faccenda, voglio scoprire la verità. E ho la sensazione che non ci sia tempo da perdere: quando saprà dell’esumazione, il criminale si metterà in guardia. Prevedo già, per risparmiare tempo, quale sarà l’esito dell’autopsia sul corpo di vostro marito: risulterà che è morto anche lui per avvelenamento da nicotina. Per cominciare… voi, o lui, sapevate qualcosa sull’uso della nicotina pura?»
«Io uso sempre una soluzione a base di nicotina per spruzzare le rose. Non sapevo che fosse velenosa…»
«Immagino… ieri sera ho letto qualcosa sull’argomento… che in entrambi i casi sia stato usato l’alcaloide puro. I casi di avvelenamento da nicotina sono insoliti.»
La signora Babbington scosse la testa. «Io non so proprio niente dell’avvelenamento da nicotina… a parte il fatto che, credo, può capitare ai fumatori incalliti.»
«Vostro marito fumava?»
«Sì.»
«E adesso ditemi, signora Babbington… Voi avete manifestato la più assoluta sorpresa all’idea che qualcuno potesse aver voluto la morte di vostro marito. Questo significa che, per quanto ne sapete, vostro marito non aveva nessun nemico?»
«Sono sicura che Stephen non ne aveva, di nemici! Gli volevano bene tutti. A volte la gente cercava di modernizzarlo un po’, lui però tirava avanti a modo suo… gli facevano paura le innovazioni.» A questo punto la donna ebbe un sorrisetto commosso. «Comunque era simpatico a tutti… non si poteva non volergli bene.»
«Immagino che vostro marito non abbia lasciato molti soldi…»
«È così infatti. Stephen non era un buon risparmiatore… era troppo generoso. Lo rimproveravo sempre per questo.»
«E non si aspettava di riceverne da nessuno? Non aveva in vista nessuna eredità?»
«Oh, no! Stephen non aveva molti parenti. Aveva una sorella sposata con un pastore nel Northumberland, ma le loro condizioni economiche sono tutt’altro che buone. E tutti i suoi zii e zie sono morti.»
«Allora non pare proprio che ci sia qualcuno che possa trarre beneficio dalla morte del signor Babbington…»
«No, infatti.»
«E adesso torniamo per un momento alla questione dei nemici. Vostro marito non aveva nemici, voi dite. Però può darsi che ne avesse avuti da giovane.»
La signora Babbington assunse un’espressione scettica. «Mi sembra molto improbabile. Stephen non era un tipo litigioso… è sempre andato d’accordo con la gente.»
«Non vorrei sembrarvi melodrammatico, ma…» qualche colpetto di tosse nervosa «quando vi siete fidanzati, per esempio, non c’è stato qualche vostro corteggiatore che sia rimasto particolarmente deluso?»
Per un attimo gli occhi della signora Babbington assunsero un’espressione divertita. «Stephen era il curato di mio padre. È stato il primo giovanotto che io abbia visto tornando a casa alla fine della scuola, e ci siamo innamorati immediatamente. Siamo stati fidanzati per quattro anni, poi gli hanno dato un beneficio nel Kent e ci siamo potuti sposare. La nostra è stata una storia d’amore molto semplice e molto felice.»
Sir Charles chinò la testa. La semplice dignità della signora Babbington era incantevole.
Egg gli subentrò nel ruolo di inquirente. «Signora Babbington, secondo voi vostro marito conosceva già qualcuno degli ospiti che erano in casa di Sir Charles quella sera?»
La donna sembrò un po’ stupita. «Be’, te e tua madre, e il giovane Oliver Manders…»
«Certo. Ma conosceva nessun altro?»
«Avevamo visto tutti e due Angela Sutcliffe in una commedia a Londra, cinque anni fa. Sia io sia Stephen eravamo emozionati all’idea di poterla conoscere personalmente.»
«Non l’avevate mai incontrata di persona prima di allora?»
«No. Non avevamo mai conosciuto nessuna attrice, e nessun attore quanto a questo, finché Sir Charles non è venuto a vivere qui. E la cosa ha provocato una grande eccitazione: non so se Sir Charles si renda conto di che cosa meravigliosa sia stata per noi… qualcosa di romanzesco nella nostra vita!»
«Non conoscevate da prima il capitano Dacres e sua moglie?»
«Vi riferite a quell’ometto e a quella donna vestita in modo meraviglioso?»
«Sì.»
«No. E non conoscevamo nemmeno l’altra donna… quella che scrive per il teatro. Poverina, non ne aveva proprio l’aria…»
«Siete sicura che non avevate mai visto nessuno di loro in precedenza?»
«Quanto a me ne sono sicura; e ne sono praticamente sicura anche per quel che riguarda Stephen. Vedete, noi facevamo tutto insieme.»
«E il signor Babbington non vi aveva detto niente, assolutamente niente, sulle persone che dovevate incontrare, o sulle stesse persone dopo averle conosciute?» insistette Sir Charles.
«Prima, niente… solo che aspettava con ansia quella serata che si prospettava così interessante. E dopo, quando siamo arrivati sul posto… be’, c’è stato ben poco...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Prefazione
  4. Tragedia in tre atti
  5. PRIMO ATTO - Il sospetto
  6. SECONDO ATTO - La certezza
  7. TERZO ATTO - La scoperta
  8. Postfazione
  9. Copyright