Semplicemente magico (I Romanzi Oro)
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Semplicemente magico (I Romanzi Oro)

  1. 304 pagine
  2. Italian
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Semplicemente magico (I Romanzi Oro)

Informazioni su questo libro

In un giorno d'agosto Susanna Osbourne viene presentata all'uomo più bello che abbia mai visto, e un brivido gelido l'attraversa quando si accorge di riconoscerlo. Peter Edgeworth, visconte di Whitleaf, è affascinante, ma ignaro di averla già incontrata. L'attrazione fra loro è potente, ma più lui si fa audace più lei si allontana, finché il sensuale gioco della seduzione culmina in un pomeriggio di ardente passione. Determinato a farla sua per sempre, Peter decide di scoprire cosa la tormenta, ed è pronto a scavare nel suo passato e a sfidare qualunque mistero. Tutto quello che Susanna deve fare è credere in lui...

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2015
eBook ISBN
9788852064159

1

Peter Edgeworth, visconte di Whitleaf, ripiegò e appoggiò di fianco al piatto il biglietto che aveva appena finito di leggere, guardandolo con espressione corrucciata.
John Raycroft, seduto all’altra estremità del tavolo nella saletta della colazione, abbassò il quotidiano e inarcò le sopracciglia.
— Cattive notizie?
Peter sospirò rumorosamente.
— Ero ansioso di tornare a casa — spiegò all’amico. — Ho molto gradito le due settimane che ho trascorso con voi e la vostra famiglia. Tutto il vicinato è stato così ospitale che mi dispiace davvero andarmene... ma, accidenti, mi ero finalmente deciso a ripartire. Ho commesso l’errore di farlo sapere a mia madre e lei mi ha organizzato un sontuoso benvenuto. Ha riempito la casa di ospiti che si fermeranno per qualche settimana, compresa una certa Miss Rose Larchwell, chiunque sia. Non l’ho mai sentita nominare. E voi? Non c’è nulla da ridere, vi assicuro, Raycroft.
Ormai era troppo tardi: John ridacchiava già mentre appoggiava il giornale sul tavolo. La saletta era tutta per loro, il resto della famiglia aveva già fatto colazione mentre loro due erano ancora fuori per una cavalcata mattutina.
— Mi sembra chiaro che vostra madre è ansiosa di vedervi sposato — gli fece notare John. — Non è una sorpresa, Whitleaf. Siete l’unico figlio maschio e pericolosamente vicino alla trentina.
— Ho solo ventisei anni — protestò Peter, corrugando di nuovo la fronte.
— Cinque anni in più dell’ultima volta che vostra madre tentò qualcosa di simile, fallendo — gli ricordò sorridendo Raycroft. — Senza alcun dubbio pensa che sia venuto il momento di riprovare. Potrete rispondere di no, come avete fatto l’ultima volta.
— Già — borbottò Peter, senza condividere il divertimento dell’amico. L’episodio era stato tutt’altro che gradevole. Lui aveva offeso l’intero ton, che credeva che lui fosse andato troppo vicino a fidanzarsi con Bertha Grantham per ritirarsi onorevolmente, benché non ci fosse stato alcun annuncio ufficiale. Si era però guadagnato l’ammirazione di tutti gli uomini del bel mondo per il coraggio e la sfacciataggine mostrati.
Al diavolo, non era stato affatto divertente. All’epoca aveva solo ventun anni, era innocente come un lattante, sempre obbediente verso i suoi familiari, i tutori e i loro progetti per la sua vita. Buon Dio, si era persino doverosamente innamorato di Bertha perché era ciò che si aspettavano da lui! Non aveva mai saputo di avere una spina dorsale fino a quando lo shock non gliela aveva pestata dolorosamente, spingendolo a porre fine a quel quasi fidanzamento in modo volgare e pubblico. Per parecchio tempo dopo quell’episodio, la sua si era rivelata una spina dorsale assai sensibile e dolorante, forse perché nello stesso giorno Peter aveva anche congedato i suoi zii e tutori: aveva raggiunto la maggiore età e non aveva più bisogno di loro, grazie e arrivederci. Ora che ci pensava meglio, non era certo di averli ringraziati.
— Forse — Raycroft lo distolse dai suoi pensieri — questa Rose ti piacerà, Whitleaf. Potrebbe rivelarsi un vero bocciolo di rosa.
Peter sorrise. — Forse — concordò. — Le donne mi piacciono. Ma non è questo il punto, vero? Non ho intenzione di sposarla, né lei, né nessun’altra che non sia di mia scelta, anche se fosse bella come mille rose. Il punto è che mi ritroverò in una situazione difficile, quasi impossibile: dovrò essere cortese e amabile con quella ragazza senza dare adito a sospetti di corteggiamento. Eppure, tutti gli ospiti di mia madre sapranno perfettamente perché questa Rose è stata invitata... Se ne occuperà mia madre stessa. Toglietevi quel sorrisetto dalla faccia, Raycroft, non c’è proprio nulla da ridere.
L’amico rise di nuovo e gettò il tovagliolo sopra il giornale.
— Sincere condoglianze, vecchio mio — commentò. — È davvero una disgrazia essere ricco, nobile e un ottimo partito. Per di più, siete considerato un Casanova dalla tenera età di ventun anni. Aumenta il vostro fascino, sapete, almeno per quel che riguarda il gentil sesso. Tuttavia, prima o poi dovrete pur sposarvi. Il nostro rango vi impone dei doveri. Perché non prima, allora?
— Perché non tardi, invece? — si affrettò a ribattere Peter, riprendendo coltello e forchetta per finire ciò che restava delle sue uova e prosciutto. — Non sono come voi, Raycroft. Non so individuare una donna nel mezzo di un’affollata sala da ballo, riconoscere in lei l’amore della mia vita, corteggiarla per un intero anno e poi fidanzarmi, disposto ad attendere un altro anno mentre la fanciulla viaggia su e giù per tutta l’Europa.
— Per l’Austria, Vienna, per essere esatti — lo corresse il suo amico. — Con i suoi genitori. Lo avevano programmato secoli fa. E non si tratta di un anno intero, Whitleaf. Rientreranno la prossima primavera. Ci sposeremo prima della fine dell’estate. Prima o poi anche voi scoprirete perché io sia disposto ad aspettare tutto il tempo necessario. Il vostro problema è che voi non fate differenze. Vi basta guardare una donna per innamorarvi di lei. Vi innamorate di tutte e quindi di nessuna.
— Nel numero c’è la salvezza. — Peter sorrise, un po’ riluttante. — Tuttavia, Raycroft... Io non mi innamoro di ogni donna, sapete. Mi piacciono.
Era vero, e forse era una fortuna. Era solo l’amore, o la responsabilità, che lo spaventavano. Eppure era stata proprio la sua passione per le donne, per gli esseri umani tutti, in realtà, a impedirgli di passare da näive a cinico in un solo, orribile, giorno.
Il suo amico scosse la testa.
— Che cosa farete, allora? — gli domandò, indicando la lettera con il capo. — Tornerete a casa proprio nel mezzo dei piani matrimoniali di vostra madre o resterete qui a Hareford House? Perché non cambiate idea e non vi fermate fino alla fine del mese? Scrivete alla vostra maman che io sono rimasto orribilmente deluso e contrariato quando ho saputo della vostra intenzione di anticipare la partenza. Raccontatele che ero disperato. Ditele che vi sentite obbligato a restare per la prossima festa al villaggio. Non si tratta neppure di una bugia. Al contrario, sono sicuro che tutto il vicinato si vestirà a lutto se non comparirete a quella festa. Potrebbero persino cancellarla! È un bene che io sia fidanzato con Alice e certo dei sui sentimenti. Quando ci siete voi, tutte le donne non hanno occhi per altri nel raggio di dieci miglia.
Peter rise, benché non si sentisse proprio divertito.
Il fatto era che, dopo cinque anni di vagabondaggi, guidato soltanto dalla propria scarsa saggezza, dopo cinque anni della tipica, vuota, insensata esistenza di un giovane gentiluomo in città, aveva finalmente preso qualche decisione sul suo futuro.
Era tempo di tornare a casa, a Sidley Park. Per cinque anni vi aveva fatto soltanto delle rapide visite prima di riprendere la sua vita a Londra, o a Brighton, o in qualche altra cittadina termale.
Era tempo di farsi carico della propria esistenza, del patrimonio e delle responsabilità che accompagnavano il suo rango.
Era tempo, in altre parole, di crescere e di diventare l’uomo che era stato preparato a essere. L’uomo che aveva sempre sognato di diventare. Amava Sidley, adorava la consapevolezza che fosse sua, che lo fosse sempre stata dalla morte di suo padre, avvenuta ben ventitré anni prima.
Quella primavera, durante l’ennesima Stagione a Londra, aveva deciso di non essere fatto per una vita di piaceri senza scopo. Non aveva lo spirito del figliol prodigo, benché lo fosse stato a sufficienza. Aveva sprecato cinque anni della sua esistenza. Non proprio sprecati, rifletté. Aveva imparato a stare in piedi da solo, anche se i suoi piedi non erano sempre saldi come gli sarebbe piaciuto. Aveva imparato a mettere in discussione tutto ciò che gli era stato insegnato da una madre, da cinque sorelle affezionate e da una schiera di tutori severi. Adesso sapeva decidere da solo cosa fosse importante e cosa invece no.
Cinque anni prima era stato tradito dolorosamente da quegli stessi tutori e persino da sua madre. Tuttavia, non poteva negare di aver ricevuto proprio da loro una solida educazione. Adesso, era tempo di smetterla di compatirsi e di punire se stesso e gli altri. Era tempo di diventare la persona che voleva essere. Dopotutto, poteva farlo soltanto lui.
Peter aveva promesso a Raycroft di passare un mese ad Hareford House alla fine della Stagione. Avrebbe fatto onore alla sua parola: avrebbe rinviato il ritorno a casa, anche se era impaziente di prendere finalmente in mano le redini della sua esistenza. Proprio l’unità che regnava nella famiglia Raycroft, il calore, persino verso gli amici e i vicini, avevano rafforzato la sua decisione e il suo desiderio di diventare finalmente padrone della propria casa. Per questo aveva pensato di ridurre il suo soggiorno dall’amico e di tornare a Sidley Park dopo soltanto due settimane. Era già agosto inoltrato, presto sarebbe stato tempo di mietitura. Voleva tornare a casa per il raccolto, quell’anno, e restarvi.
Adesso, la lettera di sua madre aveva aggiunto qualche spina ai suoi sogni. Lo sconcertava che, almeno all’apparenza, fosse stata così poco colpita dagli eventi di cinque anni prima. O forse cercava semplicemente di fare ammenda nell’unico modo che conosceva. Era il sogno di sua madre vedere il proprio unico figlio maschio sistemato e di avere qualche nipotino nella nursery.
Prima che potesse rispondere all’invito di Raycroft, furono interrotti dall’arrivo nella saletta della colazione di Miss Rosamunde, la sorella minore di John. Era particolarmente carina: dopo avere passato un’ora in giardino a raccogliere fiori con la madre, aveva il viso e gli occhi animati. Peter la guardò con affetto e apprezzamento mentre la ragazzina baciava il fratello sulle guance e poi si girava verso di lui, l’espressione teatralmente corrucciata. Peter si alzò e spostò la sedia per lei.
— Non so più che cosa fare con voi — lo apostrofò la ragazzina mentre si sedeva. — Perché non volete fermarvi un po’ più a lungo?
— Mi spezzate il cuore — rispose Peter, riprendendo il suo posto. — Tuttavia, io so che cosa fare con voi. Ho qualcosa da chiedervi, per la verità. Abbagliato dalla vostra bellezza, Miss Raycroft, vi supplico umilmente di riservare per me il primo ballo alla festa del villaggio.
Il finto broncio scomparve, rimpiazzato da un’espressione di adolescenziale entusiasmo. — Allora vi fermate? — gli chiese. — Per la festa?
— Come potevo rinunciarci? — Lui si appoggiò la mano destra sul cuore e la guardò pensieroso. — Questa mattina non dovevate uscire nel sole e nell’aria fresca. La vostra carnagione perfetta è ancora più bella. Dovevate comparire qui pallida, debole e con indosso un vecchio abito malandato. Allora temo che avrei trovato la vostra vista irresistibile.
Rosamunde rise.
— Allora vi fermate — ripeté. — Sapevo che ci stavate prendendo in giro quando avete detto di voler partire domani. Certo che accetto la vostra richiesta. Il primo ballo è vostro! I giovani gentiluomini che partecipano a queste riunioni al villaggio sono davvero pochi, lord Whitleaf. La maggior parte di quelli che compaiono, non fa altro che giocare a carte tutta la sera, o se ne sta a guardare. Sembra quasi che un ballo possa ucciderli!
— Probabilmente è così, Ros — intervenne suo fratello. — È molto faticoso danzare.
— Le sorelle Calvert moriranno d’invidia quando sapranno che il mio primo ballo è già impegnato, e addirittura dal visconte Whitleaf — riprese Rosamunde, a mani giunte per l’entusiasmo. — Glielo dirò stamattina stessa. Avevo promesso di andare da loro per fare una passeggiata tutti insieme. Voi dovreste proprio chiedere il primo ballo a Gertrude, sapete, John. La mamma e lady Calvert se lo aspettano, anche se siete fidanzato con Alice Hickmore. Gertrude si sentirà sollevata. Se ha promesso di ballare con voi, non potrà farlo con il signor Finn! È nato con due piedi sinistri, ed entrambi enormi, poveretto.
Peter sorrise.
— Allora ti accompagnerò e chiederò il ballo a Gertrude — accettò di buon grado John. — Finn è un fattore della zona ed è molto bravo nel suo lavoro, Ros. Saprebbe colpire un passerotto tra gli occhi a cento passi di distanza. Non ci si può aspettare che sia anche un ballerino perfetto.
— Colpire un passerotto? — Miss Raycroft si paralizzò con la mano tesa verso il piatto dei toast, l’espressione turbata. — Che immagine orribile. Spero proprio che non chieda a me di ballare.
— Era solo per dire — la rassicurò il fratello. — Che senso avrebbe sparare a un passerotto? Non sono neppure commestibili!
— Nessuno sparerebbe mai ai passerotti — intervenne Peter, alzandosi. — Sono uccellini belli e gentili. ...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. SEMPLICEMENTE MAGICO
  4. 1
  5. 2
  6. 3
  7. 4
  8. 5
  9. 6
  10. 7
  11. 8
  12. 9
  13. 10
  14. 11
  15. 12
  16. 13
  17. 14
  18. 15
  19. 16
  20. 17
  21. 18
  22. 19
  23. 20
  24. 21
  25. 22
  26. 23
  27. 24
  28. 25
  29. 26
  30. Copyright