Cari genitori, cari bambini
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Cari genitori, cari bambini

  1. 132 pagine
  2. Italian
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  4. Disponibile su iOS e Android
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Cari genitori, cari bambini

Informazioni su questo libro

In questo periodo storico, in cui nel mondo occidentale – e non solo – i legami familiari si sfaldano, le famiglie si dividono, i rapporti umani sono sempre più difficoltosi, Papa Francesco ci offre la testimonianza sapiente e paterna del suo magistero e ci regala parole di fede e incoraggiamento non solo per il nucleo familiare in genere, ma per ogni suo componente (dai genitori ai bambini ai nonni) in particolare. Con quel modo tutto suo di parlare al cuore, coinvolge profondamente chi lo ascolta: è incoraggiante con i genitori, le giovani coppie, i fidanzati; pieno di gratitudine per le madri, e tenero e riconoscente con i nonni; dona speranza ai giovani, e gioia ai bambini.

Ma in questa raccolta di discorsi – tenuti dal 2013 al 2015 – Papa Francesco non parla solo dell'ambiente familiare, della sua centralità nel consolidamento degli affetti, nella maturazione dei figli, nell'affermazione di una vita degna di essere vissuta. Abituato a «uscire dalle mura», egli guarda anche a quello che, fuori, danneggia o condiziona la famiglia nel suo crescere e nel suo aprirsi solidarmente al mondo. E affronta così tematiche connesse alla povertà, allo sfruttamento, allo spreco, al cibo negato, al lavoro perduto, all'emarginazione, con l'energia e la determinazione del combattente, con la convinzione che sia proprio lì la battaglia decisiva in cui si gioca il destino di tutti.

In questa battaglia, anche la famiglia cristiana è chiamata all'impegno di una testimonianza profetica nella quotidianità dell'esistenza propria e nell'impegno missionario verso le periferie delle esistenze altrui, contribuendo in tal modo a «globalizzare» la giustizia e la solidarietà che uniscono le generazioni, le famiglie e i popoli, facendole camminare sulla via di uno sviluppo equo, ordinato e pacifico.

«Care famiglie, voi lo sapete bene: la gioia vera che si gusta nella famiglia non è qualcosa di superficiale, non viene dalle cose, dalle circostanze favorevoli… La gioia vera viene da un'armonia profonda tra le persone, che tutti sentono nel cuore, e che ci fa sentire la bellezza di essere insieme, di sostenerci a vicenda nel cammino della vita. Ma alla base di questo sentimento di gioia profonda c'è la presenza di Dio, c'è il suo amore accogliente, misericordioso, rispettoso verso tutti.» Jorge Mario Bergoglio è nato il 17 dicembre 1936 a Buenos Aires, da una famiglia di origine piemontese. Ha ricevuto l'ordinazione presbiterale nel 1969, quella episcopale nel 1992 da Giovanni Paolo II, che lo ha poi nominato arcivescovo di Buenos Aires nel 1998. Dal 2005 al 2011 ha guidato la Conferenza episcopale argentina. Il 13 marzo 2013 è stato eletto al soglio di Pietro con il nome di Francesco, primo pontefice proveniente dall'ordine della Compagnia di Gesù e dall'America Latina. Da Mondadori ha pubblicato: Il cielo e la terra (2013), dialogo con il rabbino Abraham Skorka, Non fatevi rubare la speranza (2013), Non abbiate paura di sognare cose grandi (2013), l'edizione digitale Evangelii Gaudium (2013), La gioia di ogni giorno (2014), Sono con voi fino alla fine del mondo (2014), Il mio breviario (2014) e La forza dell'amore (2015).

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Informazioni

Editore
Mondadori
Anno
2015
Print ISBN
9788804652984
eBook ISBN
9788852064715

Presentazione

di Giuliano Vigini
Dal Concilio Vaticano II – che ha ripreso e valorizzato il concetto di famiglia cristiana come «piccola chiesa domestica», secondo l’antica definizione di Giovanni Crisostomo – al pontificato di Benedetto XVI, la riflessione sul matrimonio e la famiglia si è via via intensificata ed estesa. In particolare, l’Esortazione apostolica Familiaris consortio (1981) di Giovanni Paolo II – summa del suo magistero sull’argomento – ha segnato una tappa importante in questo cammino di approfondimento, ma da allora numerosi sono stati i documenti, le occasioni e gli incontri, anche a livello internazionale, che hanno affrontato il tema della missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo.
In questi anni, poi, la grave crisi dell’istituto familiare, le difficoltà e il travaglio che le famiglie stanno attraversando, il groviglio di sfide e problemi connessi ai mutamenti avvenuti nella coscienza degli ideali, dei valori e delle responsabilità e, di riflesso, anche nella mentalità, nei comportamenti e negli stili di vita delle persone, hanno ulteriormente accelerato la riflessione della Chiesa, soprattutto sulla sua pastorale familiare. E oggi che l’attenzione è tutta puntata sulla prossima assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, la famiglia è tornata prepotentemente alla ribalta, ben al di là però delle istanze e delle polemiche su cui si è riduttivamente concentrato il dibattito nell’opinione pubblica.
La Chiesa, dunque, non sta compiendo solo il tentativo di comunicare sempre meglio il «Vangelo della famiglia», ma anche quello di orientare verso una prospettiva in cui i principi teologici e dottrinali siano sempre meglio calati, dal punto di vista ecclesiale e pastorale, nel contesto problematico della società e nella concretezza delle singole situazioni. Ed è qui che si inserisce il contributo di Papa Francesco sulla famiglia, già con una sua incidenza e connotazione specifiche, come testimonia questa raccolta di discorsi pronunciati nelle circostanze più diverse, in Italia e nel mondo. Da essa emergono sostanzialmente tre aspetti: il ruolo della famiglia nel progetto di Dio per il mondo – e in questo Papa Francesco riafferma gli insegnamenti del Vangelo e del magistero della Chiesa –; la preoccupazione costante per la sorte di tante famiglie lacerate e divise; il lavoro ecclesiale che Francesco è intenzionato ad attuare per dare risposte concrete ai loro bisogni, ma soprattutto per far sì che la famiglia, nella pienezza della vita nuova che nasce dall’incontro con Cristo, diventi una scuola dove s’impara ad amare e a vivere insieme.
Papa Francesco sgombra innanzitutto il campo dalle trappole delle ideologie, degli slogan o dei costumi imperanti, che distorcono la natura dei problemi della famiglia mettendo in guardia contro false minacce, invece di contrastare quelle vere che si manifestano altrove, in tante forme di colonialismo economico, politico e sociale, favorite dalla cultura del potere e del denaro, così come dalla cultura dello scarto e dell’indifferenza, ripetutamente denunciata e combattuta.
Con quel modo tutto suo di parlare e dialogare – uno dei tratti distintivi della sua persona e della sua predicazione –, Papa Francesco va dritto al cuore delle famiglie, e le raggiunge con una parola di fede e umanità, realismo e buon senso. Non rivolge un discorso generico valido per tutti. Ogni parola è per ciascuno che la ascolta. Incoraggiante per i genitori, le giovani coppie, i fidanzati; tenera e riconoscente per i nonni; piena di speranza per i giovani; gioiosa per i bambini. Un’enfasi particolare è dedicata alle mamme, non solo perché generano la vita, ma per il loro ruolo fondamentale nell’educazione dei figli, con la speranza che compiano scelte responsabili e orientino sempre la loro vita nella ricerca del bene.
Nel parlare all’uno o all’altro, Papa Francesco riconduce la famiglia alle sue radici, a ciò che essa è come natura e vocazione originaria: cristiana, umana e sociale. Questa è la forza costitutiva della famiglia in quanto approdo di una storia d’amore, ma che, al tempo stesso, si è chiamati a vivere cristianamente come dono di Dio. Senza nascondere tutta la fatica che comporta l’essere genitori oggi e che Papa Francesco, esperto in umanità, ben conosce dalle confessioni, dagli incontri, dai colloqui con i papà e le mamme con cui si pone continuamente in ascolto. Senza dimenticare il peso schiacciante dell’essere bambini, ragazzi, giovani, in una società che spesso li lascia orfani, perché soli o abbandonati a se stessi, ma anche perché privi della guida di maestri fidati, che sappiano loro indicare una strada sicura. Senza sottacere infine dell’umiliazione di tanti anziani che, pur essendo la memoria e la speranza delle famiglie, sono trattati come presenze ingombranti e quindi emarginati come «esiliati nascosti».
Se la famiglia è «il motore del mondo e della storia»; se, venendo a mancare la famiglia, la convivenza umana si sfalda, è il matrimonio cristiano a esserne il cemento, come luogo in cui un uomo e una donna, amandosi e amando, fanno del nucleo familiare una comunità di persone che costruisce insieme un progetto di vita e di fede. Una comunità in cui ciascuno mette un po’ da parte se stesso per andare incontro al coniuge, stare più vicino ai figli, prendersi cura degli anziani; dove quindi nessuno si sente abbandonato, ma dove ciascuno è accolto, compreso e amato. Una comunità in cui i genitori indicano ai figli ideali e valori da perseguire, e di cui loro stessi sono l’esempio; in cui ciascuno viene messo nelle condizioni di esprimere pienamente le proprie qualità e le proprie virtù per crescere bene come uomo e cittadino.
Se sventolando la «bandiera della libertà» si è oggi affermata quella «cultura del provvisorio» che rende tutto più precario e ha portato di fatto anche alla rinuncia al matrimonio come legame durevole e impegno pubblico, la famiglia cristiana va invece nella direzione opposta, per affermare la sacralità di una promessa che è per sempre e che è proiettata nel futuro. Guardando alla famiglia di Nazareth – a Maria, madre esemplare che ascolta, decide e agisce; a Giuseppe, uomo forte e di animo grande, custode sapiente di Maria e di Gesù – i coniugi cristiani trovano il loro modello di fede e di speranza.
Una famiglia così, fondata sulla libertà, la fedeltà e la perseveranza nel matrimonio, rivela le persone a se stesse e agli altri, in uno scambio continuo di affetto, sostegno e donazione reciproca, senza calcoli né riserve. Nella volontà buona e nel paziente impegno di tutte le persone che la compongono, la famiglia può così superare anche gli immancabili momenti di tensione, contrasto e incomprensione, ripristinando al suo interno l’unità e l’armonia necessarie a creare il clima positivo e fecondo per andare avanti, continuando a guardare insieme nella stessa direzione.
Ma Papa Francesco non scava solo all’interno dell’ambiente familiare per ricordare ciò che è indispensabile al consolidamento degli affetti, alla maturazione dei figli, allo sviluppo della serenità in famiglia, all’affermazione di una vita degna di essere vissuta. Abituato com’è a «uscire dalle mura», egli guarda anche a quello che, fuori, danneggia o condiziona la famiglia nel suo crescere e nel suo aprirsi solidarmente al mondo. Ci sono, in realtà, ostacoli e distorsioni che ne frenano o appesantiscono il cammino, deteriorando la qualità dell’esistenza e minando, di riflesso, anche i rapporti tra le persone. Per questo l’umanesimo cristiano a cui punta Papa Francesco – e che non si stanca mai di richiamare – è la ricostituzione di un’«ecologia umana» in cui l’uomo sia ricondotto alla sua integrità, unità e dignità di persona, e il creato, così sfigurato per tanti aspetti nei suoi equilibri, sia restituito alla sua bellezza e armonia.
Da qui tutte le tematiche connesse alla povertà, allo sfruttamento, allo spreco, al cibo negato, al lavoro perduto, all’emarginazione: tematiche sempre più affrontate da Papa Francesco con l’energia e la determinazione del combattente, convinto che sia proprio lì la battaglia decisiva in cui si gioca il destino di tutti.
In questa battaglia, anche la famiglia cristiana è chiamata alla responsabilità di una testimonianza profetica nella quotidianità dell’esistenza propria e all’impegno missionario nelle periferie delle esistenze altrui, contribuendo in tal modo a «globalizzare» la giustizia e la solidarietà che uniscono le generazioni, le famiglie e i popoli, facendole camminare sulla via di uno sviluppo equo, ordinato e pacifico.

Cari genitori, cari bambini

La famiglia motore del mondo

Il primo punto su cui vorrei soffermarmi è questo: la famiglia è una comunità di vita che ha una sua consistenza autonoma. Come ha scritto il beato Giovanni Paolo II nell’Esortazione apostolica Familiaris consortio, la famiglia non è la somma delle persone che la costituiscono, ma una «comunità di persone» (cfr. nn. 17-18). E una comunità è più che la somma delle persone. È il luogo dove si impara ad amare, il centro naturale della vita umana. È fatta di volti, di persone che amano, dialogano, si sacrificano per gli altri e difendono la vita, soprattutto quella più fragile, più debole. Si potrebbe dire, senza esagerare, che la famiglia è il motore del mondo e della storia.
Ciascuno di noi costruisce la propria personalità in famiglia, crescendo con la mamma e il papà, i fratelli e le sorelle, respirando il calore della casa. La famiglia è il luogo dove riceviamo il nome, è il luogo degli affetti, lo spazio dell’intimità, dove si apprende l’arte del dialogo e della comunicazione interpersonale. Nella famiglia la persona prende coscienza della propria dignità e, specialmente se l’educazione è cristiana, riconosce la dignità di ogni singola persona, in modo particolare di quella malata, debole, emarginata.
Tutto questo è la comunità-famiglia, che chiede di essere riconosciuta come tale, tanto più oggi, quando prevale la tutela dei diritti individuali. E dobbiamo difendere il diritto di questa comunità: la famiglia […].
Veniamo al secondo punto; si dice che i gesuiti parlino sempre in tre punti, uno, due, tre. Secondo punto: la famiglia si fonda sul matrimonio. Attraverso un atto d’amore libero e fedele, gli sposi cristiani testimoniano che il matrimonio, in quanto sacramento, è la base su cui si fonda la famiglia e rende più solida l’unione dei coniugi e il loro reciproco donarsi. Il matrimonio è come se fosse un primo sacramento dell’umano, ove la persona scopre se stessa, si autocomprende in relazione agli altri e in relazione all’amore che è capace di ricevere e di dare.
L’amore sponsale e familiare rivela anche chiaramente la vocazione della persona ad amare in modo unico e per sempre, e che le prove, i sacrifici e le crisi della coppia come della stessa famiglia rappresentano dei passaggi per crescere nel bene, nella verità e nella bellezza. Nel matrimonio ci si dona completamente senza calcoli né riserve, condividendo tutto, doni e rinunce, confidando nella Provvidenza di Dio. È questa l’esperienza che i giovani possono imparare dai genitori e dai nonni. È un’esperienza di fede in Dio e di fiducia reciproca, di libertà profonda, di santità, perché la santità suppone il donarsi con fedeltà e sacrificio ogni giorno della vita! Ma ci sono problemi nel matrimonio. Sempre diversi punti di vista, gelosie, si litiga.
Ma bisogna dire ai giovani sposi che mai finiscano la giornata senza fare la pace fra loro. Il sacramento del matrimonio viene rinnovato in questo atto di pace dopo una discussione, un malinteso, una gelosia nascosta, anche un peccato. Fare la pace che dà unità alla famiglia; e questo [bisogna] dirlo ai giovani, alle giovani coppie, che non è facile andare per questa strada, ma è tanto bella questa strada, tanto bella. Bisogna dirlo!
Vorrei ora fare almeno un cenno a due fasi della vita familiare: l’infanzia e la vecchiaia. Bambini e anziani rappresentano i due poli della vita e anche i più vulnerabili, spesso i più dimenticati. Quando io confesso un uomo o una donna sposati, giovani, e nella confessione viene qualcosa in riferimento al figlio o alla figlia, io domando: «Ma quanti figli ha lei?”. E [loro] mi dicono, [e poi] forse aspettano un’altra domanda dopo di questa. Ma io faccio sempre questa seconda domanda: «E mi dica, signore o signora, lei gioca con i suoi figli?». «Come Padre?» «Lei perde il tempo con i suoi figli? Lei gioca con i suoi figli?» «Ma no, lei sa, quando io esco da casa alla mattina» mi dice l’uomo «ancora dormono e quando torno sono a letto.»
Anche la gratuità, quella gratuità del papà e della mamma con i figli, è tanto importante: «perdere tempo» con i figli, giocare con i figli. Una società che abbandona i bambini e che emargina gli anziani recide le sue radici e oscura il suo futuro. [...] Ogni volta che un bambino è abbandonato e un anziano emarginato, si compie non solo un atto di ingiustizia, ma si sancisce anche il fallimento di quella società. Prendersi cura dei piccoli e degli anziani è una scelta di civiltà. Ed è anche il futuro, perché i piccoli, i bambini, i giovani porteranno avanti quella società con la loro forza, la loro giovinezza, e gli anziani la porteranno avanti con la loro saggezza, la loro memoria, che devono dare a tutti noi.
Discorso all’Assemblea plenaria del Pontificio Consiglio per la famiglia, 25 ottobre 2013

Valori e difficoltà della famiglia

Opportunamente vi siete riuniti in questo colloquio internazionale per approfondire il tema della complementarietà tra uomo e donna. In effetti, questa complementarietà sta alla base del matrimonio e della famiglia, che è la prima scuola dove impariamo ad apprezzare i nostri doni e quelli degli altri, e dove cominciamo ad apprendere l’arte del vivere insieme.
Per la maggior parte di noi, la famiglia costituisce il luogo principale in cui cominciamo a «respirare» valori e ideali, come pure a realizzare il nostro potenziale di virtù e di carità. Allo stesso tempo, come sappiamo, le famiglie sono luogo di tensioni: tra egoismo e altruismo, tra ragione e passione, tra desideri immediati e obiettivi a lungo termine, ecc. Ma le famiglie forniscono anche l’ambito in cui risolvere tali tensioni: e questo è importante. Quando parliamo di complementarietà tra uomo e donna in questo contesto, non dobbiamo confondere tale termine con l’idea semplicistica che tutti i ruoli e le relazioni di entrambi i sessi sono rinchiusi in un modello unico e statico. La complementarietà assume molte forme, poiché ogni...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Presentazione di Giuliano Vigini
  4. Cari genitori, cari bambini
  5. La famiglia motore del mondo
  6. Valori e difficoltà della famiglia
  7. La vocazione al matrimonio
  8. La fatica di essere genitori
  9. Il dono dei figli
  10. Diventare come bambini
  11. Il vincolo d’amore tra fratelli
  12. Vere e false minacce
  13. Una famiglia da tutelare
  14. La catena della vita
  15. Guai ad abbandonare gli anziani!
  16. Vecchiaia, tempo di una vocazione nuova
  17. La sapienza dei nonni
  18. La vera forza della famiglia
  19. Permesso, grazie, scusa
  20. Camminare insieme
  21. I fondamenti della famiglia cristiana
  22. Una comunità d’amore
  23. Vivere di fede
  24. Parrocchia, famiglia di famiglie
  25. Essere madre
  26. L’università delle mamme
  27. Il ruolo educativo di una mamma
  28. Educare con sapienza
  29. Le domande dei bambini
  30. Come parlare di Dio ai bambini
  31. Trasmettere la fede
  32. Una sfida per i giovani
  33. Guardare a Maria come modello
  34. I tre atteggiamenti di Maria
  35. La madre della speranza
  36. Anche la Chiesa è madre
  37. La famiglia orfana di padre
  38. La bellezza della paternità
  39. La figura di Giuseppe
  40. Giuseppe e la sua grandezza d’animo
  41. La missione di Giuseppe
  42. Il custode sapiente
  43. Copyright