La corruzione spuzza
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La corruzione spuzza

Tutti gli effetti sulla nostra vita quotidiana della malattia che rischia di uccidere l'Italia

  1. 272 pagine
  2. Italian
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La corruzione spuzza

Tutti gli effetti sulla nostra vita quotidiana della malattia che rischia di uccidere l'Italia

Informazioni su questo libro

Si parla e si scrive molto di corruzione. Forse troppo. Discorsi raffinati e analisi sofisticate rischiano di essere vuote liturgie, incapaci di scalfire un fenomeno che è, a un tempo, un dramma sociale e un'emergenza etica.

Questo libro vuole essere qualcosa di diverso dai molti studi sul «pianeta corruzione» che hanno visto la luce negli ultimi anni. La sua radice è nella storia professionale dei due autori, Raffaele Cantone e Francesco Caringella, che, impegnati da oltre vent'anni come magistrati penali nell'azione di contrasto alla malattia del secolo, proseguono oggi la loro battaglia dalle postazioni strategiche di presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione (Anac) e di presidente di Sezione del Consiglio di Stato, istituzioni chiamate a vigilare sulla legittimità e la correttezza degli atti e dei comportamenti delle pubbliche amministrazioni.

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Note

I. La corruzione fa male a tutti

1. Sono numerosissimi i commentatori e gli studiosi che hanno paragonato le vicende attuali a una «nuova Tangentopoli». A titolo puramente esemplificativo, anche per il carattere emblematico del titolo, vedi l’articolo di N. Tranfaglia, Una nuova Tangentopoli, in «Antimafia Duemila», 12 maggio 2014.
2. Per capire cosa sia il Saet e quali siano i suoi rapporti con l’attuale Autorità anticorruzione bisogna partire un po’ da lontano e fare una breve cronistoria dei fatti. Con la legge 16 gennaio 2003, n. 3, venne istituito l’Alto commissario per la lotta alla corruzione, che era alle dipendenze funzionali della presidenza del Consiglio e i cui compiti erano rimessi a un regolamento governativo adottato nel 2004 (con d.P.R. 6 ottobre 2004, n. 258, poi modificato da d.P.R. 26 giugno 2006, n. 236). L’attività di tale organismo consisteva nell’indagare sull’esistenza e le cause dei fenomeni di corruzione, nell’elaborare analisi sull’adeguatezza del quadro normativo nonché delle eventuali misure adottate dalle amministrazioni per fronteggiare i fenomeni corruttivi e nel monitorare le procedure di spesa e quei comportamenti da cui potessero derivare danni erariali. Criticità e incertezze caratterizzarono la vita di questo organismo (così G. Sciullo, L’Alto Commissario per la prevenzione e il contrasto della corruzione e delle altre forme di illecito nella Pubblica Amministrazione e il Servizio anticorruzione e trasparenza (Saet), in Etica pubblica e buona amministrazione, a cura di L. Vandelli, Milano, Franco Angeli, 2009, pp. 71 sgg.), tanto che fu soppresso con d.l. 25 giugno 2008, n. 112, convertito in legge 6 agosto 2008, n. 133, e le sue competenze assegnate con d.P.C.M. 5 agosto 2008 e 2 ottobre 2008 al Dipartimento della Funzione pubblica. Con l’art. 6 della legge 3 agosto 2009, n. 116 (di ratifica della convenzione Onu contro la corruzione del 2003) il Dipartimento venne designato quale autorità nazionale di cui all’art. 6 della Convenzione medesima. Al conferimento dei compiti anticorruzione al Dipartimento fece seguito la costituzione al suo interno del Saet con decreto del 9 agosto 2008 e a questo Dipartimento vennero attribuiti di fatto gli stessi poteri dell’Alto commissario. Con l’art. 13 del d.lgs n. 150/2009 venne poi istituita la Commissione indipendente per la valutazione, la trasparenza e l’integrità delle amministrazioni pubbliche (Civit), a cui venne assegnato il compito di favorire nella Pubblica Amministrazione la cultura della trasparenza anche «attraverso strumenti di prevenzione e lotta alla corruzione». La Civit venne successivamente individuata dalla legge Severino (legge 6 novembre 2012, n. 190) quale autorità nazionale anticorruzione e, nel corso del 2013, assunse il nome di Autorità nazionale anticorruzione (di quest’ultima e dell’evoluzione dei suoi poteri si parlerà nel corso del testo).
3. L’inchiesta aveva riguardato la gestione di una serie di «grandi eventi» (quali i Mondiali di nuoto, la costruzione degli edifici per il G8 alla Maddalena, il 150° anniversario dell’Unità d’Italia) e, il 10 febbraio 2010, aveva visto l’emissione da parte del gip presso il Tribunale di Firenze di varie ordinanze cautelari a carico di dirigenti del ministero dei Lavori pubblici ed esponenti della Protezione civile. Sulla vicenda, fra i tantissimi che ne hanno scritto, vedi C. Bonini, Favori, appalti e sesso. Lo scandalo protezione civile, in «la Repubblica», 12 febbraio 2010. Sulle indagini che hanno riguardato la Protezione civile, vedi P. Messina, Protezione incivile, Milano, Rizzoli, 2010.
4. Nel corso dell’inchiesta per corruzione, che il 10 febbraio 2008 vide l’arresto di 6 persone, furono indagati, fra gli altri, un dirigente di primo piano del ministero dei Lavori pubblici, l’allora provveditore alle opere pubbliche di Firenze e l’allora capo della Protezione civile, e un parlamentare toscano. Per un riferimento recente agli sviluppi giudiziari della vicenda, vedi F. Selvatici, Scuola dei marescialli di Firenze, Verdini condannato a due anni, in «la Repubblica», 17 marzo 2016.
5. Nell’ambito dell’inchiesta sui «grandi eventi» (vedi nota 3) venne intercettata una conversazione tra due imprenditori in cui, parlando di altri appalti e del ruolo di un importante dirigente del ministero dei Lavori pubblici, si afferma: «Alla F. occupati di ’sta roba del terremoto, perché qui bisogna partire in quarta subito, non è che c’è un terremoto al giorno». «Lo so», e ride. «Per carità, poveracci.» «Va buò.» «Io stamattina ridevo alle tre e mezzo dentro al letto.» Della vicenda si fa cenno anche in P. Messina, Protezione incivile, cit., p. 170.
6. Relazione sull’attività svolta dal Servizio anticorruzione e trasparenza (Saet), anno 2010, presentata dal ministro per la Pubblica Amministrazione e l’innovazione, trasmessa alla presidenza del Consiglio il 6 maggio 2011, doc. XXVII, n. 30.
7. Relazione sull’attività svolta dal Servizio anticorruzione e trasparenza (Saet), periodo: 1° gennaio 2004 - 31 dicembre 2008, presentata dal ministro per la Pubblica Amministrazione e l’innovazione, trasmessa alla presidenza del Consiglio il 2 marzo 2009, doc. XXVII, n. 36.
8. Il ruolo di megafono «negativo» della stampa veniva evidenziato, in modo decisamente non ipocrita, in un altro passo della relazione (p. 65): dopo l’esplicita premessa che «agenzie di informazione e stampa, certamente quella quotidiana, ma anche quella periodica di approfondimento, costituiscono, per una struttura dedicata a incidere sui fenomeni distorsivi della corretta azione amministrativa, un elemento di interazione irrinunciabile: la corruzione e gli altri reati contro la P.A. sono, infatti, materia per natura intrinsecamente evocativa ed eclatante, che fornisce molta linfa all’informazione e alla comunicazione in senso ampio», più avanti si affermava con altrettanta chiarezza: «L’intento di soddisfare una fame diffusa di conoscenza, connaturata al tempo mediatico che andiamo vivendo, sembra peraltro aver contribuito ad aggravare irrealisticamente, almeno per alcuni toni accentuatamente enfatici, il bilancio del Paese nei riguardi del fenomeno corruttivo tout court».
9. Per dimostrare quanto affermato nel testo, è sufficiente chiedersi, retoricamente, come si sono comportati, quando hanno rivestito ruoli di potere, quegli esponenti del mondo politico che avevano partecipato durante «Tangentopoli» (1992-93) a non edificanti scene di lancio di monetine contro il politico ex potente, raggiunto da un avviso di garanzia, o erano giunti al punto di agitare in Parlamento un disgustoso cappio, evocativo di una giustizia medievale.
10. Sono numerosi i sondaggi che dimostrano come in quest’ultimo periodo l’interesse dell’opinione pubblica per il fenomeno della corruzione sia particolarmente elevato. A titolo puramente indicativo, si ricorda che da un sondaggio condotto nel 2013 da Cittadinanzattiva, e pubblicato su «quotidianosanità.it», risultò che, su 11 temi proposti, oltre il 35% degli intervistati scelse la corruzione come uno dei problemi prioritari. Da un sondaggio svolto nel 2016 da EY a livello mondiale, e di cui ha dato notizia l’AdnKronos il 17 aprile 2016, è emerso che il 56% dei cittadini italiani percepisce la corruzione come particolarmente diffusa, una percentuale molto maggiore della percezione media mondiale, che si attesta al 39%.
11. L’episodio è stato rievocato, sia pur in modo molto critico, da Ernesto Galli della Loggia nell’articolo All’origine dell’antipolitica, apparso sul «Corriere della Sera» del 14 dicembre 2014: «Era il 5 marzo 1993, nel pieno di “Tangentopoli”, quando in risposta all’annuncio di un decreto del Guardasigilli del governo Amato, Giovanni Conso, in cui si stabiliva la depenalizzazione (con valore anche retroattivo) del finanziamento illecito ai partiti, accadde un fatto probabilmente mai avvenuto prima in alcun regime costituzionale fondato sulla divisione dei poteri. I magistrati del pool di “Mani pulite” si presentarono al gran completo davanti alle telecamere del telegiornale delle 20, incitando con parole di fuoco i cittadini alla protesta contro il decreto legge emanato da quello che a tutti gli effetti era il governo legale del Paese. Decreto legge che a quel punto – caso anche questo fino ad allora unico nella storia della Repubblica – il capo dello Stato Scalfaro, impressionato dalla rivolta, si rifiutò di firmare. E naturalmente nessuno ebbe qualcosa da ridire».
12. In questo senso si è espresso Francesco Borrelli in una famosa intervista rilasciata allo scrittore Antonio Tabucchi, intitolata Sulla giustizia e dintorni e pubblicata da «Micromega», 1, 2002, p. 35: «Quando il cittadino medio si è reso conto che non era questione soltanto delle teste di segretari e notabili politici, ma che la magistratura cominciava a ficcare il naso nelle questioni delle concessioni edilizie, delle licenze di commercio, delle verifiche fiscali, del Servizio sanitario nazionale, dove l’operatore economico, il cittadino erano complici di fatti di distorsione, di aggiustamento, e quindi di corruzione; e quando si è capito che l’azione dei magistrati voleva entrare più nel particolare della vita quotidiana dell’italiano medio, allora credo che la gente ha cominciato a dire: ma che vogliono? ma ci lascino campare nei nostri affari quotidiani».
13. Più che i freddi numeri delle statistiche giudiziarie, è interessante il dato riportato in una relazione del procuratore di Milano Gerardo D’Ambrosio il quale, nel 2001, segnalava un calo senza precedenti delle denunce per concussione (solo 16) ed evidenziava come nel capoluogo lombardo vi erano state solo 9 indagini per presunti fatti corruttivi (vedi P. Biondani, Cronologia: come è finita [dieci anni dopo], in «Micromega», 1, 2002, p. 286).
14. Sulle indagini penali che hanno riguardato il «grande evento» Expo 2015 e sul ruolo avuto dagli indagati già condannati durante «Tangentopoli», vedi G. Barbacetto e M. Maroni, Excelsior. Il gran ballo dell’Expo, Milano, Chiarelettere, 2015, pp. 105 sgg.
15. Le indagini relative alla vicenda del Mose (vedi p. 219, nota 8) sono state paradigmatiche di una forma di corruzione posta in essere non in violazione di legge, bensì in osservanza della legge; per maggiori dettagli sull’indagine, vedi G. Barbieri e E. Giavazzi, Corruzione a norma di legge, Milano, Rizzoli, 2014.
16. D. della Porta e Y. Mény, «Democrazia e corruzione», in Id. (a cura di), Corruzione e democrazia. Sette paesi a confronto, Napoli, Liguori...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. La corruzione spuzza
  4. I. La corruzione fa male a tutti
  5. II. La corruzione uccide il territorio
  6. III. Dalla corruzione nelle opere pubbliche alle opere pubbliche finalizzate alla corruzione
  7. IV. La corruzione ci rende più ignoranti
  8. V. La corruzione fa scappare i cervelli italiani e tiene lontani gli investitori stranieri
  9. VI. La corruzione nella sanità è un omicidio, anzi una strage
  10. VII. La corruzione abita anche nei palazzi di giustizia
  11. VIII. La corruzione politica è un furto di democrazia
  12. IX. Cosa fare?
  13. Note
  14. Ringraziamenti
  15. Copyright