Gli amanti
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Gli amanti

Romeo e Giulietta in Afghanistan

  1. 384 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Informazioni su questo libro

20 marzo 2014. Verso mezzanotte una ragazza di diciotto anni abbandona la casa rifugio dove è scampata alla furia dei persecutori per fuggire con il suo innamorato. Fuori, se avrà fortuna, l'attende una precaria sopravvivenza, fatta di stenti, incertezze e paure. Ma se qualcosa andasse storto, rischia l'arresto, violenze di ogni genere e, quasi sicuramente, la morte. Soprattutto se la polizia la consegnerà alla sua famiglia. Perché Zakia, ragazza afghana di etnia tagika, musulmana sunnita, ha osato rifiutare il matrimonio combinato dai famigliari per amore di Ali, un ragazzo di etnia hazara, musulmano sciita. La madre l'ha maledetta, e il padre e i fratelli sono disposti a tutto pur di lavare col sangue la macchia del disonore.

Quella fuga cambierà irreversibilmente non solo la vita dei due ragazzi, ma anche quella di molte altre persone, tra cui il giornalista americano Rod Nordland, che si troverà sempre più coinvolto nella vicenda di cui ci offre un appassionato resoconto, fino a oltrepassare i limiti posti dalla deontologia professionale e diventare «complice» di due latitanti. Alle prese con le incertezze, le ipocrisie e le ambiguità della politica, con l'intreccio di inconfessabili interessi che accompagnano ogni guerra, Nordland scoprirà la propria impotenza, l'incapacità, nonostante la sua posizione privilegiata e le risorse di cui dispone, di garantire non solo il lieto fine della storia d'amore, ma anche la stessa incolumità dei due amanti, a loro volta confusi e sospettosi di fronte a un mondo che continuano a sognare, ma dal quale temono di scoprirsi irrimediabilmente esclusi (come quando si accorgono della «cecità» a cui li condanna il loro analfabetismo).

Attorno alla vicenda di Zakia e Ali, la società afghana sembra rischiare un drammatico ripiegamento su se stessa. Dopo anni di impegno e di ingenti investimenti statunitensi nella lotta per l'«eguaglianza di genere», i signori della guerra con cui l'Occidente si è alleato per combattere il terrorismo islamista si sono rivelati, sotto il profilo della violenza contro le donne, degni eredi dei talebani. A conferma che il vero motore della spasmodica resistenza all'invasione sovietica prima, e alla coalizione occidentale poi, è stato in realtà il «jihad contro le donne», cioè il disperato e feroce tentativo di autoconservazione della rigida società patriarcale e maschilista, profondamente radicata nella cultura tradizionale afghana.

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Note

Ove non altrimenti indicato nelle note, le citazioni contenute nel libro provengono tutte da mie interviste; analogamente, nelle note è specificato quando un’affermazione fattuale non si basa su mie osservazioni dirette.
1. William Shakespeare, Le tragedie, trad. it. Salvatore Quasimodo, Milano, Mondadori, 1949, p. 89.

I. Sotto gli occhi dei Buddha

1. «New York Times», 10 marzo 2014, p. A1, www.nytimes.com/2014/03/10/world/asia/2-star-crossed-afghans-cling-to-love-even-at-risk-of-death.html. 31 marzo 2014, p. A6, www.nytimes.com/2014/03/31/world/asia/afghan-couple-finally-together-but-a-storybook-ending-is-far-from-assured.html. 22 aprile 2014, p. A4, www.nytimes.com/2014/04/22/world/asia/afghan-couple-find-idyllic-hide-out-in-mountains-but-not-for-long.html. 4 maggio 2014, p. A10, www.nytimes.com/2014/05/04/world/asia/in-spite-of-the-law-afghan-honor-killings-of-women-continue.html. 19 maggio 2014, p. A10, www.nytimes.com/2014/05/19/world/asia/afghan-lovers-plight-shaking-up-the-lives-of-those-left-in-their-wake.html. 8 giugno 2014, p. A14, www.nytimes.com/2014/06/08/world/asia/for-afghan-lovers-joy-is-brief-ending-in-arrest.html.
2. Nel calendario persiano l’anno comincia il 21 marzo, primo giorno di primavera.
3. L’aeroporto di Bamiyan è stato dotato di un terminal in muratura, costruito con finanziamenti stranieri, nel 2015.
4. UNESCO, Cultural Landscape and Archaeological Remains of the Bamiyan Valley, whc.unesco.org/en/list/208.
5. Barbara Crossette, Taliban Explains Buddha Demolition, in «New York Times», 19 marzo 2011, www.nytimes.com/2001/03/19/world/19TALI.html. I talebani, contrari a qualsiasi rappresentazione di umani e animali sotto forma di statue o dipinti, hanno compiuto analoghe devastazioni sulle opere d’arte del Museo nazionale dell’Afghanistan.
6. Secondo fonti delle autorità provinciali di Bamiyan, almeno una delle ragazze è rimasta nella casa rifugio fino all’inizio del 2015. I nomi sono stati cambiati per motivi di sicurezza.
7. «È davvero considerato vergognoso che qualcuno sappia come si chiama tua moglie» dichiara Wazhma Frogh, attivista afghana del Research Institute for Women, Peace & Security. «Nessuno può chiederlo. Noi donne siamo considerate proprietà del padre, del marito, del fratello, anche minore. Non siamo persone: siamo mogli, sorelle di qualcuno. Non siamo considerate esseri umani a pieno titolo.»
8. Una nota barzelletta recita: «Bussano alla porta di un mullah. Il mullah apre e si vede davanti la figlia in lacrime. “Che cosa succede?” le domanda. Lei gli spiega che il marito la picchia. Lui allora le molla un ceffone e le ordina di tornare a casa. Poi chiama il genero e lo rimprovera di avergli picchiato la figlia: “Però adesso siamo pari: io ho picchiato tua moglie. Non fa piacere, eh?”».

II. Figlia di un padre morto

1. L’Hazarajat comprende gli altopiani centrali della provincia di Bamiyan e di quelle circostanti, abitati prevalentemente da hazara. In quel periodo, anche alcune remote aree del Nord, come la provincia di Badakhshan nell’estremo Nordest del Paese, non erano sotto il controllo dei talebani.
2. Gli hazara subirono persecuzioni nel XIX secolo, che definiscono «un genocidio»; poi vennero schiavizzati dai pashtun. I talebani sono prevalentemente pashtun. Gli hazara storicamente sono una classe inferiore in Afghanistan e il loro status ha iniziato a cambiare solo recentemente. Cfr. www.hazara.net/hazara/history/slavery.html.
3. Benché l’istruzione sia gratuita, mandare a scuola un figlio è un costo per le famiglie di contadini, che si ritrovano con un paio di braccia in meno.
4. Poiché gli afghani credono, a torto o a ragione, nella sacralità del burqa, per una donna straniera può essere rischioso indossarlo, come fanno alcune mie colleghe nelle zone più pericolose del Paese. Il travestimento può funzionare solo da lontano: gli afghani riconoscono prontamente gli stranieri sotto il burqa, sia dalle scarpe sia dal modo in cui si muovono con un indumento così poco famigliare. Anche i kamikaze che si camuffano sotto un burqa per avvicinarsi il più possibile al bersaglio, di solito vengono velocemente individuati. Gli uomini afghani spesso si vantano di riuscire a capire se una donna è bella anche se porta il burqa.
5. «Night of the Lovers», www.facebook.com/arman.fm/videos.
6. All’epoca dell’intervista, nel giugno 2015, «Night of the Lovers» andava in onda da sedici mesi e aveva già trasmesso un migliaio di storie di amore, di cui solo dieci a lieto fine: l’1 per cento.
7. Delle 176 detenute nel carcere di Badam Bagh nel novembre 2014, secondo Qazi Parveen della Commissione indipendente per i diritti umani in Afghanistan (AIHRC), tra il 75 e l’85 per cento erano condannate per reati contro la moralità. Di queste, 7 erano incinte, 3 avevano partorito durante il periodo di detenzione; nel carcere c’erano quaranta bambini che vivevano con la mamma. Quando visitai Badam Bagh il 14 novembre 2014, secondo i registri forniti dai funzionari di turno, fra le detenute 76 erano condannate per adulterio, 22 per abbandono delle mura domestiche, 7 per consumo di alcol, 5 per tentato adulterio: circa il 65 per cento di loro era in carcere per reati contro la moralità. Da notare la presenza di donne detenute per abbandono delle mura domestiche, nonostante l’abolizione del reato con la EVAW, la legge per l’eliminazione della violenza contro le donne del 2009.
8. Statistiche ufficiali sull’uso di sostanze nelle forze di sicurezza afghane attestano che dal 12 al 41 per cento dei membri della Afghan National Police è risultato positivo a un test per le sostanze illegali, di solito hashish e oppiacei. Nelle forze armate la percentuale è minore, ma pur sempre preoccupante. Sign of Afghan Addiction May Also Be Its Remedy, in «New York Times», 16 maggio 2010, p. A4, www.nytimes.com/2010/05/17/world/asia/17afghan.html.
9. La diserzione è una piaga per le forze armate afghane, che ogni anno perdono un terzo dei loro membri, perché morti o feriti, perché non rinnovano la ferma e soprattutto per diserzione, che è così comune che il governo non osa punirla. Cfr. Afghan Army’s Turnover Threatens us Strategy, in «New York Times», 16 ottobre 2012, p. A1. Per ulteriori informazioni, cfr. Brookings, Afghanistan Index, www.brookings.edu/~/media/Programs/foreign-policy/afghanistan-index/index20150520.pdf ?la=en.
10. Un’utile sintesi delle norme della EVAW è contenuta nel rapporto della Missione di assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan: A Long Way to Go, novembre 2011, www.ohchr.org/Documents/Countries/AF/UNAMA_Nov 2011.pdf.
11. UNICEF, Monitoring the Situation of Women and Children, maggio 2015. Il 15 per cento delle ragazze afghane si sposa a quindici anni d’età; il 40 per cento prima dei diciotto anni. Ai sensi della legge afghana il matrimonio è consentito a partire dai sedici anni. Cfr. http://data.unicef.org/child-protection/child-marriage.
12. Il marito di Khadija, Mohammad Hadi, adesso vive a Kabul, dove si è risposato all’età di ventitré anni. Sostiene di non sapere se Khadija sia stata uccisa o se sia riuscita a scappare dalla famiglia; non vuole prendere in considerazione il peggio e dichiara di amarla ancora. Purtroppo, dopo le nozze la famiglia di Mohammad ha subito pressioni tali che si è dovuta trasferire a Kabul più o meno nello stesso periodo in cui Khadija è scomparsa. «Era molto coraggiosa, ha avuto il coraggio di scappare, ma noi ci siamo dovuti trasferire e lei non sapeva dove cercarmi» ha dichiarato Mohammad. Spera ancora che un giorno Khadija lo trovi e, nel caso, sostiene che la nuova moglie n...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Gli amanti
  4. Personaggi
  5. Fuggitivi in Afghanistan
  6. Prologo
  7. I. Sotto gli occhi dei Buddha
  8. II. Figlia di un padre morto
  9. III. Zakia fa la sua mossa
  10. IV. Un rabbino fra i mullah
  11. V. Nascosti in un luogo bellissimo
  12. VI. Una misteriosa benefattrice
  13. VII. Cacciatori d’onore
  14. VIII. Posizioni inconciliabili
  15. IX. Uccelli in gabbia
  16. X. Celebrità riluttanti
  17. XI. Ritorno nell’Hindukush
  18. XII. Mullah Mohammad Jan
  19. XIII. Nella terra degli avvoltoi
  20. XIV. Un cane senza nome
  21. Epilogo
  22. APPENDICI
  23. Note
  24. Ringraziamenti
  25. Inserto fotografico
  26. Copyright