Gol! - 5. La sfida decisiva
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Gol! - 5. La sfida decisiva

  1. 152 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Informazioni su questo libro

Il campionato è finito e adesso non resta che la finalissima: Cipolline contro Accademia Blu, l'ex squadra di Tommi. È la sfida che il capitano e i suoi compagni aspettano da sempre, l'occasione per dare una lezione all'insopportabile Loris… e, soprattutto, per dimostrare che la loro è una squadra fatta di amici veri!

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Informazioni

Print ISBN
9788838453625
eBook ISBN
9788858500569

11

TOMMI,
CI LASCI?

Domenica pomeriggio.
La Cipo-line ha portato tutta la squadra alla Scala.
I ragazzi hanno ammirato a bocca aperta la bellezza del teatro e hanno seguito il balletto con molta attenzione.
Tutto è andato per il meglio. Le ballerine sono state bravissime. Unico piccolo fuoriprogramma: un urlo di Dante a metà del secondo tempo… Gli è tornato di nuovo il crampo alla gamba e ha dovuto alzarsi di colpo dalla poltroncina e massaggiarsi per farselo passare.
Spillo si è messo le mani sulla bocca per non scoppiare a ridere.
Tommi gli ha sussurrato in un orecchio: – Oltre al balletto di Cenerentola, abbiamo visto anche quello di Pinocchio…
E a quel punto il portiere non ce l’ha fatta a trattenersi, tanto che dalla fila dietro qualche spettatore ha bisbigliato «Sssssssst!» per chiedere silenzio, mentre Egle ha tirato una gomitata nel fianco del capitano: – Taci!
Il saggio è stato un vero successo. Il pubblico si è alzato in piedi e ha applaudito a lungo le ballerine.
Poi sono andati tutti ad attenderle all’uscita.
Egle ha abbracciato le compagne di danza e si è complimentata con Olga: – Sei stata bravissima!
– Merito tanto tuoi belli consigli – ha risposto la ballerina russa, emozionata.
Gaston Champignon ha consegnato un mazzo di rose alla signora Sofia, e Augusto, col solito inchino elegante, ne ha dato uno a Madame Natasha, che si è commossa: – Augusto, lei mi confonde…
Dante, che per l’occasione si è vestito elegantissimo, con un farfallino al collo della camicia bianca, ha regalato un mazzolino di margherite a Irina, che lo ha ricambiato con un bacio schioccante sulla guancia. Le Cipolline hanno applaudito calorosamente e naturalmente il numero 10 è diventato rosso come il cartellino delle espulsioni…
Gaston Champignon ha invitato tutti in un bar della Galleria per una merenda.
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Le Cipolline marciano alle spalle di Dante, camminando senza piegare le ginocchia, come il numero 10 in campo dopo l’attacco di crampi.
– Ho degli amici un po’ stupidi… – cerca di spiegare in inglese Dante a Irina, divertita da quella specie di esercito di burattini che li segue.
Lunedì pomeriggio, all’oratorio Giovanni XXIII.
Ogni tanto è bello anche cambiare sport. Soprattutto il giorno dopo una finale persa…
Oggi le Cipolline si danno alla pallavolo, anche perché sono nel numero giusto: sette, più Egle, Irina, Olga, Lino e Liao. Possono giocare una partita regolare sei contro sei.
Spillo, con le stampelle, è costretto a fare l’arbitro a bordo campo.
– Qualche volta puoi usare anche le mani! – si lamenta Egle, perché Tommi colpisce sempre il pallone di testa.
Quando uno nasce calciatore…
A metà partita, arrivano Loris e Duccio in bicicletta.
– C’era da aspettarselo… – commenta Dante.
– Dopo la batosta di ieri avete deciso di cambiare sport? – domanda il capitano dell’Accademia Blu. – Mi sembra un’ottima idea…
– Sì, io sono tornato al judo – risponde Spillo. – E se non ci lasci giocare in pace, ti faccio vedere qualche mossa.
– Guarda chi c’è, Loris! – avverte Duccio.
Dalla porta dell’oratorio è entrato il signore con la giacca bianca che ieri stava accanto alla panchina dell’Accademia.
Loris si illumina d’entusiasmo e chiede a Tommi: – Lo riconosci? È l’osservatore dell’Inter! Te lo dicevo che mi seguiva…
L’uomo si avvicina e il capitano dell’Accademia gli dà la mano: – Piacere, io sono Loris, il capitano dell’Accademia Blu!
– Ciao, Loris – risponde l’uomo con un sorriso gentile. – Ieri ho seguito la finale. Complimenti per la vittoria. È stata veramente una bella partita. Senti, sai per caso dove posso trovare Tommi, il centravanti delle Cipolline?
– Sono qui – risponde Tommi.
L’uomo con la giacca bianca gli stringe la mano: – Complimenti, ieri hai segnato due gol davvero splendidi. La tua squadra non meritava di perdere. Tuo papà mi ha detto che ti avrei trovato qua. Ascolta, io lavoro per il settore giovanile dell’Inter. Mi piacerebbe che tu venissi ad allenarti con noi.
Tutti guardano il capitano, che non sa cosa rispondere. Il suo cuore di colpo si è messo a battere come il tamburo del papà di Joao.
– Non so… – balbetta Tommi. – Nelle Cipolline ci sono i miei amici…
– Non ti preoccupare, non devi darmi subito una risposta – lo tranquillizza l’osservatore. – Hai tutta l’estate per pensarci. L’ho già spiegato a tuo papà e a tua mamma: parlatene insieme, con calma, poi prendete una decisione. Puoi anche venire a vedere come ci alleniamo, senza impegno, e se ti trovi bene, ti fermi. Ma non c’è fretta. Per ora goditi le vacanze. A settembre ci risentiamo. Ho lasciato il mio numero di telefono ai tuoi genitori. Ciao, Tommi. Ciao ragazzi!
Tutti lo guardano in silenzio, mentre si allontana.
Poi Spillo con una stampella picchietta la bici di Loris: – Visto? L’Inter stava seguendo qualcuno, ma non eri tu… Forse è meglio se ti dai alla pallavolo.
Le Cipolline scoppiano a ridere, Loris pedala furibondo, con la faccia più nera del cielo di ieri…
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Terminata la partita di pallavolo, Tommi raggiunge di corsa il ristorante di Gaston Champignon. Entra come una furia: – Mister! Mister!
Il cuoco si mette un dito sulle labbra e sussurra: – Piano! Tegamino sta dormendo…
Il gattino è rannicchiato in cucina. Carlino fa la guardia, sdraiato accanto a lui.
– Da quando l’ha salvato dalla vernice, – spiega Champignon – sono diventati grandi amici.
Pentola, il gatto più dormiglione del mondo, ronfa nella pentola accanto.
Tommi e il cuoco si spostano a parlare nella sala da pranzo.
– Mister, mi vuole l’Inter! – esclama il capitano con il cuore che gli batte ancora come un tamburo brasiliano.
Champignon sorride. – So già tutto. Non te l’ho detto per non rovinarti la sorpresa, ma ieri, dopo la finale, ho parlato a lungo con l’osservatore. Bisogna festeggiare con una bella meringa alle rose! È già tutto pronto, ti stavo aspettando…
Si siedono a un tavolo apparecchiato per due: due piattini di dolce, bicchieri e aranciata.
– Ti ricordi, Tommi, un anno fa, quando ti proposi di giocare nelle Cipolline? – domanda il cuoco. – Tu eri incerto perché avevi paura che gli osservatori non venissero a vederti…
Tommi sorride, mangia la prima cucchiaiata di panna e risponde: – Aveva ragione… Infatti sono venuto anche per ringraziarla. Credo proprio che lei sia il migliore allenatore del mondo.
– Sai una cosa, Tommi – osserva Champignon, lisciandosi il baffo destro. – Lo credo anch’io!
Il capitano sorride ancora: – Il problema è che ora sono incerto come un anno fa: nelle Cipolline gioco con i miei amici, sto bene. Certo però che infilarmi la maglia dell’Inter non sarebbe male…
– Nessun problema. Hai un sacco di tempo per pensarci – lo tranquillizza il cuoco. – Vedrai che anche stavolta prenderai la decisione giusta. E poi non hai quei pesci rossi, tuoi amici, che danno sempre ottimi consigli?
– Sì – risponde il capitano. – Credo proprio che andrò a trovarli molto presto…
Martedì pomeriggio, all’aeroporto.
La Cipo-line, guidata da Augusto, ha trasportato a Linate Madame Natasha, Olga e Irina che devono imbarcarsi per Mosca. Ad augurare loro buon ritorno sono venuti anche Gaston Champignon con la moglie Sofia, Tommi, Egle e Dante.
Dopo il check-in, è il momento dei saluti.
Madame Natasha è commossa: – È stata una vacanza deliziosa. Ci avete trattate come regine, non dimenticheremo la vostra ospitalità e vi aspettiamo a Mosca per ricambiare. Intanto accettate questo piccolo regalino del nostro paese, che vi aiuterà a ricordarci.
La signora regala una bambola di legno all’amica Sofia e una ad Augusto, mentre Olga ne consegna una a Egle e una a Tommi. Irina una a Dante.
– Una matrioska! – esclama il numero 10. – È bellissima. Grazie…
La svita, la apre, estrae la bambola più piccola contenuta all’interno, svita anche quella ed estrae una bambolina ancora più piccola… Sono tutte decorate a mano.
– Ricordare di scrivere molto a io! – si raccomanda Olga.
Egle abbraccia l’amica: – Lo farò e il tuo italiano migliorerà tantissimo!
Tommi bacia Olga sulle guance: – Tra qualche anno, quando verrò a giocare in Coppa dei Campioni contro la Dinamo Mosca, passerò a salutarti!
Dante e Irina si scambiano gli indirizzi e la promessa di scriversi. In inglese, naturalmente.
Dopo i saluti, l’addio.
Tommi osserva le tre ballerine che si allontanano: la piccola Irina, Olga un po’ più grande, Madame Natasha molto più rotonda.
E bisbiglia nell’orecchio di Dante: – Forse ci starebbero una dentro l’altra, come le matrioske…
Dante scoppia a ridere: – Questa dobbiamo raccontarla subito a Spillo!
Spillo ce la farà anche questa volta a guarire in tempo per la trasferta a Parigi?
Riusciranno le Cipolline a conquistare la Coppa della Forchetta d’Oro?
Ma, soprattutto, cosa deciderà Tommi? Resterà nelle Cipolline o sceglierà di passare all’Inter? Senza il suo capitano, la squadra del cuoco Champignon continuerà ancora a giocare?
Te lo racconterò presto. Anzi, prestissimo!
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DIRITTO DI GIOCARE A CALCIO…
DIVERTENDOSI!

Alle sue Cipolline Gaston Champignon ricorda sempre che la prima regola è divertirsi, non vincere. Perché chi si diverte… non perde mai!
Beh, non è il solo a pensarla così: nel 1992 a Ginevra è stata scritta una Carta dei diritti dei ragazzi allo sport. Leggetela bene e pretendete che i vostri diritti vengano sempre rispettati!
  1. Il diritto di divertirsi e giocare
  2. Il diritto di fare sport
  3. Il diritto di beneficiare di un ambiente sano
  4. Il diritto di essere circondato e allenato da persone competenti
  5. Il diritto di seguire allenamenti adeguati ai suoi ritmi
  6. Il diritto di misurarsi con giovani che abbiano le sue stesse possibilità di successo
  7. Il diritto di praticare sport in assoluta sicurezza
  8. Il diritto di avere i giusti tempi di riposo
  9. Il diritto di non essere un campione

Chi è Luigi Garlando?

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Luigi a tre anni
Tra le tante cose che facevano infuriare mia mamma quando ero piccolo ce n’erano due in particolare: il lampadario della sala rotto e i cuscini sporchi d’inchiostro.
Bastava che mi lasciassero solo in casa con mio fratello Ferruccio e la sala da pranzo diventava uno splendido campo di calcio. Il guaio è che in sala avevamo un insopportabile lampadario di cristallo, bello ma delicatissimo, una specie di testa con tanti orecchini di vetro: alla minima pallonata perdeva i pezzi.
Diventato un po’ più grande, ho scoperto il divertimento della scrittura. Visto che ormai non avevo più l’età per farmi raccontare le fiabe, alla sera, prima di addormentarmi, me le raccontavo da solo, o meglio, inventavo delle storie e le scrivevo su un quaderno a quadretti. Il guaio, in questo caso, è che il sonno spesso arrivava prima che riuscissi a posare il quaderno e a mettere il tappino alla biro che così, rotolando nel letto per tutta la notte, macchiava cuscino e len...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. Colophon
  4. Dedica
  5. Aiuto!
  6. Scope e pentole
  7. Liberate quella zucca
  8. Dante, cicerone a due lingue
  9. Un lago, anzi due
  10. Inizia la finalissima
  11. Il fenicottero spillo
  12. La piramide di dante
  13. I guanti di ciro
  14. Un corridoio di applausi
  15. Tommi, ci lasci?