
- 144 pagine
- Italian
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- Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub
Gol! - 2. E ora... tutti in Brasile!
Informazioni su questo libro
La scuola è finita, e per le Cipolline sarà un'estate davvero speciale: presto partiranno per una favolosa vacanza in Brasile, il paradiso del calcio! Joao li sta già aspettando a Rio de Janeiro e Tommi e i suoi compagni non vedono l'ora di visitare il mitico Maracanà e di allenarsi sulla spiaggia insieme ai campioni dei loro sogni...
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Informazioni
Editore
EDIZIONI PIEMMEAnno
2010Print ISBN
9788838453595eBook ISBN
9788858500538
L’estate delle Cipolline è come il cono alla fragola che Spillo si sta gustando al fresco dei giardinetti di via Pitteri: dolcissima.
Le scuole sono finite, la pagella non ha riservato brutte sorprese e i ragazzi si godono il meritato riposo in lunghi pomeriggi pieni di sole. E vuoti di compiti...
Ma non è tutto qui.
L’estate delle Cipolline è dolcissima perché è un’estate speciale: tra pochi giorni Tommaso e i suoi amici partiranno per una favolosa vacanza in Brasile. È una vacanza premio. Ti ricordi?
In porta Spillo, tuffatore da wrestling; Lara e Sara, gemelle terribili, in difesa; lo studiosissimo Dante, numero 10 dai piedi buoni, regista di centrocampo; l’albanese Becan e il brasiliano Joao, ali veloci e fantasiose; Tommi, capitano e goleador; Ciro, spilungone fuggito dalla pallacanestro, riserva tuttofare. Sono le Cipolline, la squadra di calcio creata da Gaston Champignon, cuoco francese che ha aperto a Milano un curioso ristorante di grande successo: il Petali in pentola, dove si gustano piatti a base di fiori.
Le Cipolline sono nate da poche settimane, hanno fatto pochi allenamenti, ma la loro prima partita è stata uno spettacolo. Hanno impegnato la fortissima Accademia Blu, vincendo una scommessa che sembrava impossibile: segnare almeno tre gol.
Come ricorderai, i ragazzi di Champignon ne hanno segnati addirittura quattro, bellissimi: due Tommaso, uno Ciro di testa e uno Dante su punizione.
Tra le condizioni della scommessa c’era anche l’impegno, da parte degli sconfitti, di girare al largo dai giardinetti per tutta l’estate. Ecco perché Loris e il suo inseparabile amico Duccio, giocatori dell’Accademia, pedalano al sole, senza fermarsi sulle panchine, all’ombra, come vorrebbero e come hanno sempre fatto.
Spillo li saluta sventolando il suo cono alla fragola: – Ciao, lavapiatti!
Loris risponde sollevando il dito indice e il mignolo della mano destra.
– Spillo, secondo me ti ha fatto le corna... – lo stuzzica Tommi.
– Ma no, – risponde il portiere – voleva farmi i complimenti per i due tiri che gli ho parato...
Tommi, Dante, Ciro e Becan scoppiano a ridere. È l’allegria dei freschi vincitori, che siedono con orgoglio sulle panchine come in un castello appena conquistato.
È vero che il cuoco non si stanca mai di ricordare che il primo vero obiettivo delle Cipolline è divertirsi e non vincere, ma aver dato una lezione ai presuntuosi dell’Accademia e averli visti lavare i piatti durante la festa al Petali in pentola è stato un bel divertimento...
Proprio alla fine della festa venne fuori la sorpresa dei genitori delle Cipolline: una vacanza in Brasile, a Rio de Janeiro, la città dov’è nato Joao e dove vivono molti suoi parenti. Una vacanza in cui i ragazzi potranno divertirsi, ma anche proseguire gli allenamenti in vista del loro primo campionato che comincerà in autunno.
Più si avvicina la partenza, più cresce l’entusiasmo dei ragazzi, che da giorni, ormai, non parlano d’altro.
– Ma in Brasile fa caldo? – chiede Spillo, in lotta con il cono alla fragola che sta colando da tutte le parti. È in difficoltà come un portiere che deve parare quattro palloni in un colpo solo.
– Caldo? – dice Tommi, strizzando l’occhio a Dante. – Stai scherzando? In questa stagione in Brasile è pieno inverno.
Dante ha capito lo scherzo. – Si vede che studi poco, Spillo. Rio de Janeiro è famosa per gli orsi bianchi.
Spillo, sempre più in difficoltà con le gocce di gelato e col Brasile, borbotta imbarazzato: – Ma io veramente sapevo dei pappagalli...
– Quelli sono nella foresta – lo corregge Dante, serissimo, come quando è a scuola. – In inverno a Rio calano gli orsi.
Spillo è delusissimo. – Ma io credevo di andare al mare...
– Ci andremo – s’inserisce Ciro. – Ma sui pattini. D’inverno l’oceano gela e si può pattinare. Diglielo, Becan.
Becan però non ha voglia di scherzare: – Io non posso venire.
I ragazzi si guardano.
– Come, non puoi venire? – chiede Tommaso.
Becan si alza dalla panchina e afferra il secchio che contiene il detersivo liquido e la spugna per lavare i vetri delle auto: – Mio papà non ha ancora trovato lavoro.
– Ma il Brasile è un regalo del mister e del papà di Lara e Sara – dice Dante. – Non c’è da pagare niente.
– Hai visto con che macchinone girano le gemelle? – aggiunge Spillo. – Il loro papà , se vuole, si compra tutto il Brasile...
– Non posso stare via, mi spiace. Devo aiutare papà . Mi spiace davvero, ragazzi – ripete Becan e s’incammina verso il semaforo di via Rubattino.
– Becan, in questi giorni possiamo darti una mano – si mette a urlare Dante. – Più siamo, più macchine laviamo!
Becan non si volta a rispondere. Non gli va di farsi vedere che piange.
Spillo butta nel cestino il cono che non ha ancora finito. È come se il Brasile, per davvero, fosse diventato di ghiaccio. Le Cipolline dovevano andarci tutte insieme. Se manca uno, non è la stessa cosa. Petali? No, fiore! è il loro grido di battaglia. Gliel’ha insegnato Champignon: vuol dire che in campo e fuori devono sentirsi una cosa sola, una squadra unita. Sempre!
Perciò prendono le bici e si dirigono al ristorante del mister.
La sera stessa Tommaso telefona alle gemelle per raccontare di Becan. Risponde Sara, che ci rimane malissimo. Discutono un po’, poi parlano delle cose da mettere in valigia e dei calciatori brasiliani.
Alla fine, prima di riattaccare, Sara dice: – Ah, dimenticavo, purtroppo non può venire neppure Egle.
Tommi resta di ghiaccio, come il Brasile di Spillo: – Ma aveva detto che poteva...
– Non sapeva che suo papà aveva già prenotato due settimane di vacanza in Spagna.
«Né Becan né Egle. Come partire in svantaggio di due gol in una partita che ero sicuro di vincere» pensa Tommaso.
Il giorno dopo Gaston Champignon parcheggia la sua piccola auto a fiori davanti a una casa di via Corelli, che sembra molto vecchia e che di sicuro avrebbe bisogno di una bella mano di vernice fresca.
Apre la porta la mamma di Becan, una signora dalle guance rosse e dal sorriso simpatico: – Signor Champignon, è un piacere...
– Il piacere è mio – risponde il cuoco togliendosi il cappello a forma di fungo con un gesto elegante. – Le ho portato una crostata di lamponi con crema pasticciera al gelsomino da leccarsi i baffi. Becan mi ha detto che lei va matta per i lamponi.
La signora ringrazia, porta la torta in cucina e fa accomodare Champignon nella piccola casa, che ha due sole stanze. In quella senza i letti è seduto il papà di Becan, che indossa una canottiera bianca e ha i capelli corti e neri. Si alza e stringe la mano all’ospite. Poi gli mostra il giornale scarabocchiato con una penna blu: – Pare proprio che nessuno abbia bisogno di un albanese di buona volontà ... Ho telefonato a un sacco di gente, ma non riesco a trovare un lavoro.
La mamma di Becan torna dalla cucina con tre bicchieri e una bottiglia, che posa sul tavolo. – Signor Champignon, deve assaggiare questo liquore – dice. – Viene dalla nostra terra.
E riempie due bicchierini, che il cuoco e il papà di Becan svuotano in un sorso.
– Superbe! – esclama Champignon. – Anche se è un po’ fortino...
Il papà di Becan sorride guardando la faccia del cuoco che ha preso colore.
– Eh, sì... Questo liquorino fa scappare anche il raffreddore – dice. Poi torna serio: – Mi spiace soprattutto per mio figlio. Si meriterebbe di andare con i suoi amici in Brasile. Ha lavorato tutto l’anno per aiutarci. Ma come facciamo? La sera della festa non ho detto niente perché mi vergognavo. Ma poi a casa ho dovuto spiegarlo a Becan.
– Guardi che non c’è nulla da pagare per la vacanza – spiega Monsieur Champignon. – Vede, la squadra delle Cipolline rappresenta il mio ristorante e in Brasile mi farà un bel po’ di pubblicità . In futuro vorrei proprio aprire un Petali in pentola al sole di Rio de Janeiro... Perciò pago volentieri metà del viaggio dei ragazzi. L’altra metà la paga il papà di Sara e Lara, che è un grande uomo d’affari e vuole in questo modo ringraziarmi perché vede finalmente felici le sue figlie. A danza non si divertivano molto... Capisce? La vacanza non vi costerà nulla.
Il papà di Becan abbassa lo sguardo: – Lo so e vi ringrazio. Ma io non porto a casa nulla, mia moglie ha un piccolo lavoretto tre giorni alla settimana. Non possiamo fare a meno dei soldi che guadagna mio figlio al semaforo. Mi spiace.
– Ecco perché sono qui – dice il cuoco. – Non solo per la crostata di lamponi. A differenza dei signori del giornale, io avrei bisogno di un albanese di buona volontà . Anzi, di due... È tutta colpa della mia bravura: cucino piatti troppo buoni, il ristorante è sempre pieno e io ho troppo lavoro in cucina. Mi serve una mano, anzi quattro...
Al papà di Becan s’illuminano gli occhi.
– Davvero lei potrebbe assumerci al suo ristorante? – chiede.
La mamma di Becan incrocia le mani sul petto. – Io posso preparare i fiori, lavare i piatti, apparecchiare, sparecchiare... E così, a settembre, Becan potrà andare finalmente a scuola!
Tornato al ristorante, Gaston Champignon racconta tutto ai ragazzi, che esplodono in un urlo, come dopo un gol: il gol più bello che abbiano segnato le Cipolline nella loro breve storia.
– C’è un modo solo per festeggiare – dice Spillo.
Tutti d’accordo. Caricano le bottiglie di plastica sulla piccola macchina a fiori di Champignon, raggiungono Becan al semaforo, gli raccontano la novità e scoppia immediatamente una gioiosa battaglia di schiuma e di spruzzi.
Domani le Cipolline al completo voleranno in Brasile!
– Petali o fiore? – chiede il cuoco a gran voce.
– Fiore! – rispondono in coro i ragazzi, inzuppati come calzini appena usciti dalla lavatrice.
Alla sera ognuno prepara la sua valigia.
Anche i genitori di Tommaso, che con i coniugi Champignon e con Augusto, l’autista di Sara e Lara, accompagneranno i ragazzi durante la loro vacanza.
– Lucia, non mettere pappagalli in valigia! – urla il papà di Tommi. – Quelli brasiliani sono molto più belli e sanno già la lingua!
La mamma di Tommi, che sta mettendo i vestiti in valigia, dondola la testa divertita. – Perché ho un marito così sciocco?
Tra i costumi e le magliette Tommi infila la divisa delle Cipolline. Prima di chiudere la valigia si ferma un secondo a pensare se ha messo dentro tutto il necessario. Poi decide che manca ancora una cosa. Va nella stanza da letto dei suoi genitori, apre il carillon e guarda la ballerina che danza al ritmo della musica.
Purtroppo per lui viene sorpreso da suo padre, che urla alla moglie: – Lucia, non dimenticare la crema doposole! Tuo figlio si è scottato prima ancora di partire!
Tommi diventa rosso e si butta all’inseguimento di papà . Lo raggiunge in sala, gli salta sulle spalle e rotolano tutti e due sul tappeto.

L’appuntamento è all’aeroporto di Malpensa alle cinque del pomeriggio, tre ore prima della partenza del volo per Rio de Janeiro.
Tommi ha uno zainetto sulle spalle, suo papà spinge un carrello sul quale sono state caricate le valigie più pesanti.
La mamma tiene in mano il borsello con i biglietti del volo e i passaporti: è la più affidabile della famiglia, meglio che ci pensi lei alle cose importanti.
Suo marito, come capita spesso agli appassionati di musica, ha un po’ la testa tra le nuvole. Sarebbe capace di perdere documenti e biglietti in cinque minuti.
La mamma controlla sullo schermo dov’è il check-in del loro volo e annuncia: – Banco 43 –. Lì gli impiegati controlleranno i biglietti, imbarcheranno i bagagli e assegneranno i posti sull’aereo.
Davanti al banco 43 sono già in attesa Dante, Spillo, Ciro e Becan, con i loro genitori. I ragazzi si salutano e cominciano a confrontare cos’hanno messo in valigia.
Spillo fa una smorfia come se avesse appena assaggiato un panino all’uovo marcio: – I compiti? Dante, come ti è venuto in mente di portare i compiti da fare in Brasile?
Dante, un po’ imbarazzato, sta per farfugliare una risposta, ma viene salvato dall’esclamazione di Ciro: – Arrivano le principesse!
Sara e Lara, naturalmente con occhiali scuri da sole, sono sedute su una montagna di valigie, ammassate su un carrello spinto da Augusto. Sembrano davvero due principesse sul trono.
– Ciao, ragazzi! – salutano.
Tutti guardano sbalorditi la pigna di bagagli.
– Pensate di fare una vacanza o di trasferirvi a Rio per tutta la vita? – chiede Tommi.
– Perché? – risponde Sara. – Per queste due o tre cosette che ci portiamo dietro?
– Noi siamo abituate a cambiarci d’abito tre o quattro volte al giorno, soprattutto in vacanza – spiega Lara.
– Speriamo che per far posto alle vostre valigie non lascino a terra il carrel...
Indice dei contenuti
- Copertina
- Frontespizio
- Colophon
- Dedica
- 1 - Senza Becan non siamo un fiore
- 2 - Ma sulle nuvole si balla?
- 3 - Quel Rogeiro ci sa fare
- 4 - Le Cipolline al Maracanà !
- 5 - La favela di Adriano
- 6 - Il Flu-Fla
- 7 - Venerdì 17
- 8 - Che figuraccia, ragazzi…
- 9 - Proprio come Didi
- 10 - Quei due li conosco…
- 11 - Una settimana dopo
- Diritto di giocare a calcio… divertendosi!
- Chi è Luigi Garlando?
- Chi è Stefano Turconi?
- Indice