
- 368 pagine
- Italian
- ePUB (disponibile sull'app)
- Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub
Utente sconosciuto
Informazioni su questo libro
Henry Pierce è un giovane scienziato, partner di una società all’avanguardia che si occupa di biotecnologie. Ha appena cambiato casa, nella speranza che un trasferimento lo aiutasse a rimettere ordine nella sua vita, lasciandosi alle spalle una storia d’amore finita male. Ma non poteva sapere che quel trasloco avrebbe innescato un meccanismo perverso e tragico.
Stranamente, infatti, la segreteria telefonica appena istallata inizia a lampeggiare di insistenti messaggi per una misteriosa Lilly, che, tra l’altro, sembra essere nei guai fino al collo. Improvvisamente i pensieri di Henry trovano una nuova direzione. Pian piano la sua curiosità si accende e finisce per sconfinare nell’ossessione. Come d’istinto si abbandona a un’indagine personale per ritrovare quella donna, addentrandosi in un mondo che non gli appartiene, fatto di sesso via Internet e identità segrete.
Ma quando si rende conto di essersi spinto troppo oltre è ormai tardi. Perché talvolta il prezzo della verità può essere davvero troppo alto.
Stranamente, infatti, la segreteria telefonica appena istallata inizia a lampeggiare di insistenti messaggi per una misteriosa Lilly, che, tra l’altro, sembra essere nei guai fino al collo. Improvvisamente i pensieri di Henry trovano una nuova direzione. Pian piano la sua curiosità si accende e finisce per sconfinare nell’ossessione. Come d’istinto si abbandona a un’indagine personale per ritrovare quella donna, addentrandosi in un mondo che non gli appartiene, fatto di sesso via Internet e identità segrete.
Ma quando si rende conto di essersi spinto troppo oltre è ormai tardi. Perché talvolta il prezzo della verità può essere davvero troppo alto.
Domande frequenti
Sì, puoi annullare l'abbonamento in qualsiasi momento dalla sezione Abbonamento nelle impostazioni del tuo account sul sito web di Perlego. L'abbonamento rimarrà attivo fino alla fine del periodo di fatturazione in corso. Scopri come annullare l'abbonamento.
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Perlego offre due piani: Base e Completo
- Base è ideale per studenti e professionisti che amano esplorare un’ampia varietà di argomenti. Accedi alla Biblioteca Base con oltre 800.000 titoli affidabili e best-seller in business, crescita personale e discipline umanistiche. Include tempo di lettura illimitato e voce Read Aloud standard.
- Completo: Perfetto per studenti avanzati e ricercatori che necessitano di accesso completo e senza restrizioni. Sblocca oltre 1,4 milioni di libri in centinaia di argomenti, inclusi titoli accademici e specializzati. Il piano Completo include anche funzionalità avanzate come Premium Read Aloud e Research Assistant.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì! Puoi usare l’app Perlego sia su dispositivi iOS che Android per leggere in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo — anche offline. Perfetta per i tragitti o quando sei in movimento.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Sì, puoi accedere a Utente sconosciuto di Michael Connelly in formato PDF e/o ePub, così come ad altri libri molto apprezzati nelle sezioni relative a Literature e Crime & Mystery Literature. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.
Informazioni
1
LA VOCE AL TELEFONO era un sommesso sussurro, ma aveva un tono deciso, quasi intransigente.
Henry Pierce disse all’uomo che aveva sbagliato numero. Ma questi insistette.
«Dov’è Lilly?» chiese.
«Non lo so. Non la conosco» rispose Pierce.
«Questo è il suo numero. È scritto sul sito.»
«No. Le ho detto che ha sbagliato. Qui non c’è nessuna Lilly. E non so di che sito stia parlando.»
Lo sconosciuto riattaccò senza replicare. Pierce riattaccò a sua volta, seccato. Aveva inserito il telefono appena quindici minuti prima e aveva già ricevuto due chiamate per una certa Lilly.
Appoggiò l’apparecchio sul pavimento e si guardò attorno. Nell’appartamento, quasi vuoto, c’erano soltanto il divano di cuoio nero sul quale era seduto, i sei scatoloni di abiti nella camera da letto e il nuovo telefono. E il telefono cominciava a infastidirlo.
Nicole si era tenuta tutto – i mobili, i libri, i CD, la casa di Amalfi Drive. Per la verità non aveva preteso quasi niente, era stato lui a lasciarle tutto. Il prezzo della colpa per essersi fatto scappare la situazione di mano. Il nuovo appartamento era bello, lussuoso, fornito di tutte le misure di sicurezza e situato a un indirizzo prestigioso di Santa Monica. Ma gli sarebbe mancata la casa di Amalfi Drive. E la donna che ancora ci abitava.
Guardò il telefono sulla moquette beige, chiedendosi se chiamare Nicole per comunicarle che si era trasferito lì e darle il nuovo numero. Scosse la testa. Le aveva già inviato un messaggio di posta elettronica con tutti i dati. Chiamandola, avrebbe infranto le regole che lei aveva fissato e che lui, nell’ultima sera trascorsa insieme, aveva accettato.
Squillò il telefono. Si chinò e questa volta controllò da dove veniva la chiamata. Ancora Casa Del Mar, lo stesso tizio di prima. Pierce pensò di lasciarlo squillare fino a che non fosse scattata la segreteria telefonica, poi cambiò idea. Sollevò la cornetta e rispose.
«Senta, amico, non so che cosa voglia. Lei ha un numero sbagliato. Qui non c’è nessuno che si chiama…»
L’altro agganciò senza dire una parola.
Dallo zaino Pierce tirò fuori il quadernetto degli appunti dove la sua segretaria aveva scritto le istruzioni per il sistema viva voce. Monica Purl gli aveva organizzato il servizio telefonico, perché lui aveva avuto troppo da fare in laboratorio in vista della presentazione della settimana successiva. E comunque di cose del genere si occupavano le assistenti personali.
Cercò di leggere gli appunti al chiarore morente del giorno. Il sole era appena calato all’orizzonte del Pacifico, ma il soggiorno era ancora privo di lampade. Molti appartamenti moderni avevano in dotazione dei faretti installati nel soffitto; non questo. L’edificio era stato ristrutturato di recente, con nuove cucine e nuovi infissi alle finestre, ma era vecchio. Impossibile incassare nei soffitti, a un costo conveniente, un sistema di cavi interni. Pierce non ci aveva pensato quando aveva firmato il contratto di locazione. Insomma, gli servivano delle lampade.
Lesse in fretta l’elenco dei servizi che la società telefonica metteva a disposizione degli utenti. Monica lo aveva abbonato a un pacchetto-convenienza, comprendente, tra l’altro, un identificatore di chiamata, che indicava la provenienza e l’intestatario del telefono, segnalava le chiamate in attesa, e inoltrava i messaggi. Inoltre aveva provveduto a recapitare il nuovo numero a tutte le persone – un’ottantina – che comparivano nella rubrica riservata di posta elettronica di Pierce. Persone che potevano raggiungerlo in qualsiasi momento, collegate a lui professionalmente o legate da vincoli di amicizia.
Premette il pulsante per attivare il viva voce e l’accesso remoto alla segreteria. Seguì le istruzioni su disco per costituire un numero di codice personale. Scelse il 21902 – giorno, mese, anno in cui Nicole gli aveva comunicato che, dopo tre anni, la loro relazione era finita.
Decise di non personalizzare il messaggio della segreteria. Preferiva nascondersi dietro la voce elettronica che scandiva il numero e invitava chi chiamava a parlare dopo il segnale acustico. Impersonale, ma impersonale era anche il mondo esterno. Non aveva il tempo di personalizzare ogni cosa.
Quando ebbe finito di programmare l’apparecchio e le diverse funzioni, una voce computerizzata gli comunicò che c’erano nove messaggi. Pierce fu sorpreso dalla quantità – il telefono era in servizio da quella mattina – e si augurò che, tra gli altri, ce ne fosse uno di Nicole. Forse anche più di uno. Già si vedeva restituire i mobili che Monica gli aveva ordinato tramite Internet, e riportare nella casa di Amalfi Drive gli scatoloni con i vestiti.
Ma da Nicole, niente. Né dai suoi collaboratori o dagli amici. Soltanto un messaggio era per lui. Un «grazie per averci dato la sua preferenza», pronunciato dalla solita voce elettronica.
Gli altri otto erano per Lilly, e in nessuno si accennava al cognome. Le voci che l’avevano chiamata erano tutte maschili. Alcuni avevano lasciato il nome dell’albergo e il numero da richiamare; altri avevano dato quello del cellulare o della linea privata in ufficio; altri ancora avevano accennato a un sito, senza essere più specifici.
Pierce li cancellò dopo averli ascoltati; poi su una pagina bianca di un taccuino scrisse il nome LILLY. Lo sottolineò pensoso. Lilly – chiunque fosse – aveva evidentemente smesso di usare quel numero. Era stato rimesso in circolazione dal gestore telefonico e assegnato a lui. Tenuto conto che a chiamare erano solo uomini, che le chiamate venivano da alberghi, che il tono delle voci era di attesa trepidante, Pierce concluse che Lilly doveva essere una prostituta. O un’accompagnatrice, se mai c’era differenza. Si sentì punto dalla curiosità. Quasi fosse venuto a conoscere un segreto che tale doveva restare. Come quando al lavoro si collegava con le telecamere di controllo e furtivamente osservava quello che succedeva nei corridoi e negli spazi comuni.
Chissà da quanto tempo il numero era stato disattivato, prima di essere nuovamente assegnato a lui. La quantità delle chiamate faceva pensare che sul sito cui accennavano alcuni messaggi non fosse stato modificato.
«Mi dispiace, ha sbagliato numero» disse ad alta voce, sebbene raramente parlasse tra sé quando non guardava lo schermo di un computer o non era impegnato in un esperimento in laboratorio.
Tornò alla pagina precedente e lesse gli appunti di Monica. Aveva indicato anche il gestore telefonico. Non poteva tenersi quel numero, doveva farselo cambiare. Bella seccatura rimandare a tutti la comunicazione di rettifica!
E tuttavia qualcosa lo faceva esitare. Ammise di essere incuriosito. Chi era Lilly? Dov’era? Perché aveva rinunciato a quel recapito telefonico, ma lo aveva lasciato su Internet? C’era un’incongruenza nella sequenza logica; forse fu quella discrepanza a trattenerlo. Come poteva lavorare se il sito forniva ai clienti un numero sbagliato? La risposta era che non lavorava, che non poteva lavorare. Qualcosa non andava, e Pierce voleva sapere che cosa e perché.
Era venerdì sera. Decise di lasciar perdere tutto fino a lunedì. Allora avrebbe provveduto a farsi assegnare un altro numero.
Si alzò dal divano e attraversando il salotto raggiunse la camera da letto, dove i sei scatoloni di cartone con dentro i suoi vestiti erano allineati contro una parete, mentre, addossato a un’altra, stava un sacco a pelo srotolato. Non lo usava da tre anni, da quando era andato allo Yosemite Park con Nicole. A quell’epoca aveva ancora tempo di fare tante cose, ma era prima che cominciasse la caccia, prima che la sua vita tendesse verso un unico scopo.
Raggiunse il balcone e fissò il blu dell’oceano. L’appartamento era al dodicesimo piano. Davanti agli occhi si apriva un’ampia vista: da Venice, a sud, fino al crinale delle montagne che a nord digradavano verso la spiaggia oltre Malibù. Il sole era tramontato, ma strisce di un intenso viola e arancio solcavano il cielo. Lì in alto la brezza era fredda e tonificante. Si ficcò le mani nelle tasche dei pantaloni. Le dita della sinistra si strinsero intorno a una monetina. Una monetina da dieci centesimi. Il simbolo di quello che era diventata la sua vita.
Sul molo di Santa Monica le luci al neon della grande ruota del parco di divertimenti si accendevano e spegnevano regolarmente. Con il ricordo riandò a due anni prima quando la sua società aveva affittato l’intero parco per celebrare con una festa privata il primo lotto di brevetti sull’architettura della memoria molecolare. Niente biglietti, niente file, niente interruzioni, se ci si divertiva. Lui e Nicole erano rimasti su una delle cabine della ruota per almeno mezz’ora. Faceva freddo quella notte e loro si erano stretti l’uno all’altra, guardando il tramonto. Adesso non riusciva a guardare niente, nemmeno il molo, senza pensare a lei.
In quell’attimo di sincerità si rese conto di avere affittato un appartamento dal quale vedeva proprio quello che gli avrebbe ricordato Nicole. Aveva obbedito a un messaggio subliminale che non aveva voglia di approfondire.
Appoggiò la monetina sul polpastrello del pollice e la lanciò in aria. La vide scomparire nell’oscurità. C’era un giardino lì sotto, una striscia di verde tra l’edificio e la spiaggia. Aveva già notato che di notte ci andavano dei poveracci senza fissa dimora, che dormivano nei sacchi a pelo sotto gli alberi. Forse uno di loro l’avrebbe trovata.
Squillò il telefono. Tornò in salotto e vide brillare nell’oscurità il piccolo schermo luminescente. Alzando la cornetta lesse il numero di provenienza: il Century Plaza Hotel. Rimase incerto per un attimo, poi rispose.
«Chiama per Lilly?» chiese.
Qualche istante di silenzio, ma Pierce sapeva che c’era qualcuno in linea. Sentiva sullo sfondo il suono di un televisore.
«Pronto? Chiama per Lilly?»
«Sì, è lì?» rispose finalmente una voce maschile.
«No, non è qui al momento. Posso chiederle come è venuto in possesso di questo numero?»
«L’ho trovato sul sito.»
«Quale sito?»
L’uomo riappese. Pierce rimase con il ricevitore incollato all’orecchio, poi lo riappoggiò sul suo supporto. Il telefono riprese a squillare. Pierce premette il pulsante della risposta senza neanche guardare da dove venisse la chiamata.
«Ha sbagliato» disse.
«Ehi, Einstein, sei tu?»
Sorrise. Questa volta non si trattava di uno sbaglio. Riconobbe la voce di Cody Zeller, uno dei primi a cui aveva comunicato il suo nuovo recapito telefonico. Zeller lo chiamava spesso Einstein, un soprannome inaugurato ai tempi dell’università. Era un amico, ma era anche suo socio. Esperto di sistemi di sicurezza informatici, aveva lavorato molto per lui nel corso degli anni, a mano a mano che l’azienda si ingrandiva e allargava il suo campo di azione.
«Scusami, Cody. Non pensavo che fossi tu. Non sai quanta gente ha telefonato cercando un’altra persona.»
«Nuovo numero, nuova abitazione: vuol dire che sei un uomo libero, bianco e single?»
«Immagino di sì.»
«Che cosa è successo con Nicky?»
«Non lo so. Non ho voglia di parlarne.»
Aveva l’impressione che, se avesse parlato con gli amici della rottura, sarebbe stato come renderla definitiva.
«Te lo dico io quello che è successo. Troppo tempo in laboratorio e troppo poco a letto. Ti avevo avvertito, amico.»
Zeller rise. Aveva un modo tutto suo di valutare i fatti e le situazioni, andando dritto al sodo. La sua risata diceva a Pierce che non aveva nessuna intenzione di commiserarlo. Zeller non era sposato, e Pierce non ricordava di averlo mai visto impegnato in una relazione duratura. Fin dai tempi dell’università aveva giurato che in vita sua non avrebbe mai praticato la monogamia. Conosceva Nicole. In quanto esperto della sicurezza, era incaricato anche di valutare, per conto di Pierce, la preparazione dei candidati che inoltravano domanda di impiego tramite Internet, e i possibili finanziatori. In quel suo ruolo aveva a volte lavorato a stretto contatto con Nicole James, responsabile del Servizio Relazioni Esterne. Anzi, ex responsabile.
«Già» disse Pierce, che non aveva voglia di mettersi a discutere con Zeller. «Avrei dovuto darti retta.»
«Allora forse una di queste mattine riuscirai a scuoterti dal tuo isolamento e venire con me a Zuma.»
Zeller, che abitava a Malibù, ogni mattina praticava un po’ di surf. Ormai erano passati quasi dieci anni da quando Pierce non cavalcava più le onde insieme a lui. Tanto che, quando se ne era andato dalla casa di Amalfi Drive, non si era neanche portato dietro la tavola da surf. L’aveva lasciata agganciata a un’asse nel garage.
«Non lo so, Cody. Devo ancora lavorare al progetto. Non cred...
Indice dei contenuti
- Copertina
- Frontespizio
- Utente sconosciuto
- Capitolo 1
- Capitolo 2
- Capitolo 3
- Capitolo 4
- Capitolo 5
- Capitolo 6
- Capitolo 7
- Capitolo 8
- Capitolo 9
- Capitolo 10
- Capitolo 11
- Capitolo 12
- Capitolo 13
- Capitolo 14
- Capitolo 15
- Capitolo 16
- Capitolo 17
- Capitolo 18
- Capitolo 19
- Capitolo 20
- Capitolo 21
- Capitolo 22
- Capitolo 23
- Capitolo 24
- Capitolo 25
- Capitolo 26
- Capitolo 27
- Capitolo 28
- Capitolo 29
- Capitolo 30
- Capitolo 31
- Capitolo 32
- Capitolo 33
- Capitolo 34
- Capitolo 35
- Capitolo 36
- Capitolo 37
- Capitolo 38
- Capitolo 39
- Capitolo 40
- Ringraziamenti
- Copyright