
- 152 pagine
- Italian
- ePUB (disponibile sull'app)
- Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub
Gol! - 1. Calcio d'inizio
Informazioni su questo libro
Quando Gaston Champignon, ex calciatore della nazionale francese, vede Tommi palleggiare nel cortile di casa, capisce subito che il ragazzo ha la stoffa del campione e che... finalmente può realizzare il suo sogno: fondare una squadra in cui possono giocare tutti. Divertendosi, naturalmente!
Domande frequenti
Sì, puoi annullare l'abbonamento in qualsiasi momento dalla sezione Abbonamento nelle impostazioni del tuo account sul sito web di Perlego. L'abbonamento rimarrà attivo fino alla fine del periodo di fatturazione in corso. Scopri come annullare l'abbonamento.
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Perlego offre due piani: Base e Completo
- Base è ideale per studenti e professionisti che amano esplorare un’ampia varietà di argomenti. Accedi alla Biblioteca Base con oltre 800.000 titoli affidabili e best-seller in business, crescita personale e discipline umanistiche. Include tempo di lettura illimitato e voce Read Aloud standard.
- Completo: Perfetto per studenti avanzati e ricercatori che necessitano di accesso completo e senza restrizioni. Sblocca oltre 1,4 milioni di libri in centinaia di argomenti, inclusi titoli accademici e specializzati. Il piano Completo include anche funzionalità avanzate come Premium Read Aloud e Research Assistant.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì! Puoi usare l’app Perlego sia su dispositivi iOS che Android per leggere in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo — anche offline. Perfetta per i tragitti o quando sei in movimento.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Sì, puoi accedere a Gol! - 1. Calcio d'inizio di Luigi Garlando,Stefano Turconi in formato PDF e/o ePub. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.
Informazioni
Editore
EDIZIONI PIEMMEAnno
2010Print ISBN
9788838453588eBook ISBN
97888585005211
LA GRAN FINALE
Se ti piace il calcio, non puoi assolutamente perderti questa partita. Credimi. Goditi lo spettacolo e alla fine mi dirai se non avevo ragione.
Le squadre sono già in campo: quelli in maglia rossa e calzoncini neri sono i pulcini dei Diavoli Rossi, quelli in maglia blu e calzoncini bianchi sono i pulcini dell’Accademia Blu. Come ogni anno, stanno per disputare la finale del campionato. Gira e rigira, vincono sempre loro: o i Diavoli o l’Accademia. Non si scappa. Sono le società giovanili più forti di Milano, quelle in cui tutti i ragazzi vorrebbero giocare, perché sono legate a Milan e Inter, che ogni anno scelgono i più bravi per inserirli nelle loro squadre.
Lo vedi quel signore con la camicia bianca, seduto nella zona destra della tribuna? No, non quello che ha una specie di fungo in testa. L’altro, quello accanto, biondo, con gli occhiali scuri che sta leggendo il giornale. Lui. Quel signore è stato un bravo difensore del Milan, ha giocato anche in Nazionale e ora fa l’osservatore, cioè segue le partite dei ragazzini un po’ dappertutto e cerca piccoli campioni da far crescere nel grande Milan.
In genere passano al Milan i ragazzi più bravi dei Diavoli Rossi, mentre quelli dell’Accademia Blu vanno a giocare nell’Inter. Quindi possiamo dire che la stessa grande rivalità che separa Inter e Milan, separa anche Accademia e Diavoli. Questo ti aiuta a capire l’importanza della finale che sta per cominciare e l’impegno che ci metteranno le squadre. Nessuno vuole perdere, altrimenti dovrà aspettare un anno intero per la rivincita e durante tutta l’estate dovrà subire le prese in giro dei rivali...
Te lo dicevo: sarà una partita emozionante, ci divertiremo senz’altro.
Ma dal momento che manca ancora qualche minuto al fischio d’inizio, ti faccio conoscere una persona importante nella storia che sto per raccontarti. È seduto anche lui in tribuna, l’hai visto prima: è quel signore con quella specie di fungo in testa, che in realtà è un cappello da cuoco. Monsieur Gaston Champignon infatti è un cuoco.
La cosa buffa è che il suo cognome, Champignon, in francese significa proprio “fungo”! Perciò se fosse italiano, dovremmo chiamarlo Gastone Fungo. Ma non è la sola cosa buffa nella vita del nostro simpaticissimo “signor Fungo”. Come vedi, se ne va sempre in giro con un mestolo di legno anche quando non sta in cucina e non si separa mai dal suo gatto grigio, Pentola.
Pentola si chiama così perché aveva il vizio di addormentarsi nelle pentole del ristorante e un paio di volte ha rischiato anche di finire arrosto. Perciò il signor Champignon ha messo un cuscino sul fondo di un vecchio pentolone che non usava più e da allora il gatto si è abituato a entrare solo in quello per schiacciare i suoi pisolini.
Pentola è il gatto più dormiglione del mondo. Se chiude gli occhi, puoi anche prendere un cucchiaio, picchiarlo sulla pentola come fosse un tamburo e quello continua a sognare pesci alla griglia e topi in trappola. Se c’è troppa luce, il signor Fungo mette un coperchio sul pentolone e Pentola è il gatto più felice del mondo.
Gaston Champignon, da giovane, è stato un bravo centrocampista, un numero 10 di grande classe, come Platini e Zidane, i due campioni francesi che hanno giocato nella Juventus. Se Gaston è arrivato soltanto in serie B è perché aveva un problemino: alla fine di ogni partita gli scoppiava una fame da lupo e mangiava per tre. Prima svuotava il suo piatto, poi spazzolava gli avanzi dei suoi compagni di squadra. L’allenatore lo guardava con le mani nei capelli, preoccupatissimo, e ogni martedì, alla ripresa degli allenamenti, metteva il suo numero 10 sulla bilancia.
«Lo vedi, Gaston?» lo rimproverava. «Anche questa settimana sei aumentato di due chili. Dovrai allenarti il doppio degli altri.»
Perciò, se i compagni di squadra di Champignon facevano dieci giri di campo di corsa, lui ne faceva venti; se i compagni eseguivano cinquanta flessioni sulle braccia, a lui ne toccavano cento. Alla fine di ogni allenamento era talmente stanco che non sentiva neppure la fame: solo il sonno. E filava dritto a letto. Così alla domenica, giorno della partita, Gaston si presentava di nuovo in perfetto peso forma. Il guaio è che, subito dopo, tornava al ristorante e riprendeva in un attimo i due chili che aveva perso tanto faticosamente...
Insomma, il giovane Gaston Champignon era una specie di fisarmonica che ogni settimana si gonfiava e si sgonfiava, finché un bel giorno, stanco dei giri di campo e delle flessioni sulle braccia, lasciò il calcio per dedicarsi alla vera, grande passione della sua vita: la cucina. Grazie ai soldi guadagnati col pallone aprì un ristorante a Parigi che in pochi anni diventò uno dei più apprezzati di Francia.
Il ristorante di Gaston Champignon aveva un nome strano quasi come quello del suo gatto: Petali in pentola. Ed erano strani anche i piatti che preparava: tutti a base di fiori. Pasta al pomodoro con garofano, polpettine ai nontiscordardimé, insalata di spinaci con violette, soufflé dolci al geranio... Un menu speciale che ebbe subito un successo incredibile. Attori, cantanti, sportivi,uomini politici e prestigiosi scrittori cominciarono a fare la fila per sedersi ai tavoli del locale di Gaston Champignon, dove l’aria era sempre profumata come in un giardino di primavera.
Una sera al Petali in pentola entrò una ragazza bellissima, avvolta da uno scialle bianco. Gaston la vide dalla cucina e il cuore cominciò a battergli, come quando faceva le cento flessioni sulle braccia. Si lavò le mani e volle servirle di persona un risotto ai petali di rosa. Altre rose (con il gambo, le spine e tutto il resto) gliele spedì al Teatro dell’Opera dove quella ragazza italiana, Sofia, ballava ogni sera. Gaston e Sofia si sono sposati nella chiesa di Notre-Dame due anni dopo. Cinque anni fa si sono trasferiti da Parigi a Milano, dove la signora Champignon ora insegna danza alle giovani ballerine. Monsieur Champignon ha continuato a fare il cuoco: ha aperto un ristorante Petali in pentola alla periferia di Milano che ha avuto successo come quello di Parigi.
Ora mi chiederai: ma cosa ci fa il signor Fungo qui in tribuna con il mestolo in mano e un gatto addormentato sulle gambe? Semplice: fa il tifo.
Nel palazzo di via Pitteri che ospita il ristorante Petali in pentola abita un ragazzo di nome Tommaso, che quasi tutti chiamano Tommi.
Un giorno il cuoco era andato in cortile per buttare nei bidoni della spazzatura avanzi di cucina. Tommi stava gonfiando una gomma della sua bici, inginocchiato a terra, e tra le mani gli era rotolato un mandarino ammaccato caduto dal sacco di Champignon. Tommi si era alzato e aveva cominciato a palleggiare con il mandarino come se fosse una palla. Destro, sinistro, destro, sinistro... Non gli cadeva mai.
Il cuoco era rimasto a osservare ammirato: quel ragazzo ci sapeva fare davvero con i piedi. Volle sfidarlo: «E questo ti riesce?».
Il signor Fungo aveva preso un altro mandarino, aveva palleggiato un paio di volte, poi con un colpo di tacco lo aveva lanciato in aria. Mentre il mandarino scendeva, si era tolto il cappello da cuoco, aveva piegato leggermente le ginocchia in modo che il frutto si fermasse sulla sua testa senza rimbalzare a terra, si era rimesso il cappello e aveva allargato le braccia, come a dire “il mandarino non c’è più...”.
Tommaso era rimasto a bocca aperta. Il cuoco gli aveva allungato una mano: «Piacere. Io mi chiamo Gaston. Gaston Champignon».
«Tommi» aveva risposto il bambino, stringendogli la mano.
Così è nata la loro amicizia.
Dopo ogni partita Tommi passava dalla cucina del Petali in pentola a raccontare com’era andata e poi restava lì ad ascoltare vecchie storie di calcio francese e a farsi spiegare le virtù dei fiori.
Oggi Gaston Champignon è seduto qui in tribuna per sostenere il suo piccolo amico Tommi, che gioca nell’Accademia Blu. Attenzione, l’arbitro ha fischiato! La finalissima è cominciata!
Qual è Tommi? No, non cercarlo in campo. Tommi è uno dei bambini in panchina, il più piccolo, quello che si sta rosicchiando le unghie della mano destra.Dev’essere molto nervoso...
Tommaso ha dieci anni ma gioca con quelli di dodici perché è davvero molto bravo con la palla tra i piedi. Un piccolo fenomeno. Solo che, naturalmente, giocando contro avversari più grossi di lui, spesso è in difficoltà. Guarda per esempio il capitano dei Diavoli Rossi, il difensore col numero 5. È alto quasi come l’arbitro, di testa è imbattibile, e ha due gambe che sembrano due tronchi d’albero. Tira delle punizioni spaventose. Un braccio di quel Diavolo Rosso è più grosso di una gamba di Tommi...
Si chiama Giordano, è il più forte della squadra. L’osservatore con gli occhiali scuri è venuto soprattutto per lui. Giordano sicuramente il prossimo anno giocherà nelle giovanili del Milan.
Quando entrerà in campo, Tommi, che è un attaccante, dovrà vedersela proprio col terribile Giordano. Per ora l’attaccante dell’Accademia è Loris, il figlio dell’allenatore, che però non ha ancora toccato palla perché i Diavoli sono partiti fortissimo e stanno assediando gli avversari nella loro area. L’Accademia è in grossa difficoltà. Anche per questo Tommi si sta rosicchiando le unghie.
L’allenatore dell’Accademia, in piedi davanti alla panchina, urla come al mercato: – Svegliatevi! È di notte che si dorme, non di giorno!
Urlano anche i genitori in tribuna. Pentola dorme.
Attenzione! Grande pericolo. L’arbitro ha fischiato una punizione al limite dell’area dell’Accademia. Il cuoco si massaggia il baffo sinistro: quando fa così significa che è preoccupato o che sta per succedere qualcosa che non gli piace. Quando invece si tocca il baffo destro, in genere vuol dire che ha avuto una buona idea o un bel presentimento.

Champignon ne direbbe quattro a quel giovane allenatore col codino: non si tratta così un portiere che ha appena subito un gol. Bisogna consolarlo, non accusarlo.
Anzi, non si tratta nessuno così. Questa sarà anche una finale di campionato, ma deve restare un divertimento tra ragazzi.
Il piccolo Beppe sta aspettando la ripresa del gioco sulla linea di porta, con le mani sui fianchi e la testa bassa, come se avesse appena ritirato una pagella piena di brutti voti.
Tutta l’Accademia è giù di morale, ha subito il colpo e fatica a riprendersi nonostante l’incitamento dei propri tifosi.
I Diavoli ne approfittano e si buttano ancora all’attacco. L’azione è bellissima: parte da Giordano, passa dal numero 10 e si sposta a destra, dove il numero 7 crossa per il numero 9, che con una splendida rovesciata mette la palla all’incrocio dei pali. Imprendibile per Beppe: 2-0.
Un gol davvero bello.
Gaston Champignon, sportivamente, applaude insieme ai tifosi avversari.
Walter, l’allenatore col codino, s’infuria di nuovo:
– Siamo a maggio, non a dicembre! Non è tempo di presepe! Avete fatto le belle statuine! Tutti fermi a guardare! Siete dei polli! Polli! Polli!
L’arbitro fischia la fine del primo tempo. Pentola si sveglia.
Il signor Champignon lo accarezza e lo rassicura: – Ora entra Tommaso e vinciamo la partita. Tranquillo.
2
IL RIGORE DECISIVO
Le squadre sono rientrate negli spogliatoi. In campo sono rimaste solo le riserve che si sgranchiscono un po’ le gambe. Sia quelle dei Diavoli Rossi sia quelle dell’Accademia si sono messe in cerchio e si passano la palla. Scaldano i muscoli: da un momento all’altro ci potrebbe essere bisogno di loro.
Tommi riconosce il signor Fungo in tribuna e lo saluta con un cenno della mano. Gaston risponde agitando il mestolo di legno. Tommi saluta anche sua mamma che è seduta al centro della tribuna, insieme agli altri genitori dell’Accademia. Il papà non c’è, sta lavorando, anche se oggi è sabato. Il papà di Tommi di lavoro guida gli autobus, per la precisione la linea numero 54 che arriva vicino al Duomo.
A Tommaso spiace che non sia lì a vedere la finale, ma sa bene che a suo papà il calcio proprio non interessa. Le sue grandi passioni sono la musica e il modellismo: nel tempo libero se ne sta in poltrona con una grande cuffia sulle orecchie, sorridendo da solo e muovendo le braccia come se stesse dirigendo un’orchestra, oppure si mette gli occhialini neri e costruisce velieri incredibili sul tavolo della sala. L’anno scorso Tommaso ha affondato una di quelle navi con una pallina da tennis. La solita mania di prendere a calci tutto ciò che gli capita a tiro...
Tommi era appena rientrato da scuola, aveva trovato una pallina da tennis in corridoio, l’aveva sollevata con un palleggio, poi, al volo, aveva provato a centrare la porta della sua cameretta. Il tiro non gli era venuto benissimo e aveva centrato per sbaglio la porta della sala. La palla aveva rimbalzato per terra e, come fosse uscita dal cannone dei pirati, aveva mandato in mille pezzi il bellissimo veliero che navigava a centro tavola.
Davanti a quel disastro Tommi era rimasto a bocca aperta e aveva perso un po’ di colore sulle guance.
La mamma aveva guardato l’orologio e gli aveva detto: «Abbiamo tre ore e quarantacinque minuti per rimettere insieme quella barca. Altrimenti papà ti rincorrerà col suo autobus fino in Duomo...».
Avevano incollato l’ultimo legnetto proprio nel momento in cui papà aveva suonato alla porta. Tommi era andato ad aprire.
«Ciao, pa’. Com’è andata oggi?»
«Una fermata dopo l’altra, come al solito» aveva risposto togliendosi il berretto blu. «E voi?»
«A gonfie vele...» aveva sorriso la mamma, strizzando l’occhio a Tommaso.
I genitori e i tifosi dei Diavoli Rossi stanno commentando soddisfatti il primo tempo. Quelli dell’Accademia discutono animatamente le mosse da fare per ribaltare la partita nel secondo tempo. Sono tutti d’accordo: serve la velocità e la grande tecnica di Tommi. Ora entrerà e cambieranno le cose.
Lo pensano soprattutto Dante e Spillo, i suoi due migliori amici. Li vedi? Sono nel gruppo dei tifosi dell’Accademia e tengono in mano due manici di legno, in mezzo ai quali c’è una specie di lenzuolo bianco. Sopra c’è scritto qualcosa.
Dante è quello più piccolo e magrolino. Ha degli occhiali un po’ troppo grandi, forse. Una volta Spillo gli ha chiesto se li usa anche per andare sott’acqua... Dante va bene a scuola, gli piacciono le poesie e in matematica è un vero mostro. Spillo molto meno...
Il vero nome di Spillo è Riccardo, ma ...
Indice dei contenuti
- Copertina
- Frontespizio
- Colophon
- Dedica
- 1. La gran finale
- 2. Il rigore decisivo
- 3. Una nuova squadra
- 4. Un provino alla panna
- 5. Un lago pieno di dubbi
- 6. Come un carillon
- 7. La grande sfida
- 8. E adesso siamo in sette!
- 9. Non petali, ma fiore
- 10. Una tempesta di gol
- 11. E ora tutti in Brasile!
- Diritto di giocare a calcio... divertendosi!
- Chi è Luigi Garlando?
- Chi è Stefano Turconi?
- Indice