
- 280 pagine
- Italian
- ePUB (disponibile sull'app)
- Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub
Principesse del Regno della Fantasia - 5. Principessa del Buio
Informazioni su questo libro
Nel cuore profondo del Regno del Buio, in un dedalo di grotte scavate nella roccia scura, la vita della principessa Diamante scorre apparentemente tranquilla. Ma la quiete che avvolge la reggia di Terratonda potrebbe nascondere piani insidiosi, in grado di sconvolgere la pace dei Cinque Regni!
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Informazioni
Editore
EDIZIONI PIEMMEAnno
2011Print ISBN
9788856615968eBook ISBN
9788858504444

ecchino srotolò una grande e complicatissima mappa, che probabilmente solo lui era in grado di leggere. Puntando ora qui e ora là il lungo dito ossuto, spiegò: – Per liberare il Fuoco Fatale bisogna affrontare tre prove, via via più difficili. Qui. Qui. E, si presume...
E così spostò il dito da un lato all’altro della mappa.
– Qui. Ma dato che nessuno ha mai passato le prime due, quest’ultima informazione non è sicura...
– In che cosa consistono le prove? – chiese Yara.
– La prima consiste nel rispondere a un quesito che si trova inciso su una porta, chiamata la Prima Porta, perché fu la prima a essere costruita nel regno.

– E dove conduce?
– Da nessuna parte, Yara.
– Come sarebbe?
– La sua funzione non è di condurre in qualche luogo. Se tu provassi ad aprirla, non troveresti altro che un muro. Esiste solo perché su di essa è incisa la domanda. Ma la principessa sa di che cosa stiamo parlando.
Diamante annuì, poco convinta.
– Se conoscete la risposta del quesito, dovrete scriverla a terra con un bastoncino di legno. Se la risposta è giusta, avrete accesso a una botola, passata la quale vi troverete a un livello inferiore, il livello zero.
– Zero significa che sotto a quel livello...
– Finisce il regno. Sotto c’è solo lava.
– Caspiterina! Sarebbe splendido andare ad accendere una delle mie frecce incendiarie! – esclamò Yara, spinta dalla sua passione per l’avventura.
– Nessuno l’ha mai fatto e immagino ci sia un motivo – continuò il precettore. – Comunque, stavo dicendovi che si aprirà una botola che vi permetterà di raggiungere la stanza con sei porte. Solo una porta è quella giusta.
– E qual è il modo per individuarla? – domandò Gunnar.
– Lo ignoro – rispose Zecchino.
– Le farfalle! – disse invece la principessa. – Due di loro ci accompagneranno in questo viaggio e, grazie alla loro sensibilità , mi aiuteranno a decidere.
– E come?
– Ancora non lo so: proverò a toccare una porta e se una delle farfalle si poserà sulle mie spalle... segnalandomi che non vi è pericolo... la aprirò.
– E le farfalle non sbagliano mai? – insistette la Principessa delle Foreste.
– Di solito sono delle eccellenti consigliere. Ma come sapete nessuno ha mai sostenuto le tre prove…
– E cosa c’è oltre la porta, se è quella giusta?
Zecchino trasalì. Evidentemente si era perso nei suoi pensieri. – Oh.... mmm... il corridoio, credo.
– E cioè?
– È un lungo corridoio in fondo al quale si trova la porta dell’Antro del Fuoco Fatale.
– Quanto ci vorrà a percorrerlo?
– Yara!
– Va bene, ho capito; non faccio più domande, dopo questa – disse la principessa mettendosi una mano davanti alla bocca.
– E qual è la terza prova?
– Ecco... devo ammettere che non ne ho la certezza, ma penso che a proteggere la porta dell’Antro ci sia un animale mostruoso. Un Milledenti, noto anche come Millezanne, più o meno così...

Tirò fuori un altro librone, una sorta di compendio degli animali leggendari del Regno del Buio, e cercò la pagina giusta.
Mostrò a tutti il disegno a china di un enorme millepiedi con una bocca di denti lunghi e affilati.
– Caspita! – si lasciò sfuggire Yara. – Brrr...
– Ma quanto è grosso? – domandò Ortensio.
Zecchino gli mostrò una macchiolina al lato della creatura. – Questo è un uomo – spiegò.
Gunnar si lasciò andare sullo scranno. – Non abbiamo nessuna possibilità di sconfiggerlo.
– Infatti – rispose Zecchino.
– E allora? – domandò Yara.
– Esiste un solo modo per passare – rispose Diamante, ricordandosi all’improvviso quanto le aveva insegnato suo padre.
– E sarebbe?
– Convincerlo a lasciarci passare!
– Ah però! Che strategia, sorellona!
Diamante lanciò un’occhiata complice a Yara, aspettandosi qualcosa che però non arrivò.
– Perché mi guardi così? – la Principessa delle Foreste non capiva.
– Non ti ricordi?
Lei scosse la testa. – Cosa dovrei...
E allora la principessa Diamante iniziò a canticchiare lo stesso motivo che Gunnar le aveva sentito intonare mentre tagliava le gemme. Era un motivo dolce, come una ninnananna.
– Milledenti... Milledenti... cosa morde il milledenti...? – cantava Diamante nella sua canzone.
Gli occhi di Yara si spalancarono. A poco a poco, lentamente, cominciò a ricordare.
– La canzoncina di papà !
– Milledenti milledenti...
– Ero molto piccola, Diamante, ma... sì... la ricordo...
– Che momento fantastico! Cosa ti ricordi? – domandò Ortensio, di scatto.
– C’era del sale... del sale... e...
Poi, improvvisamente, si ricordò. Gli occhi della Principessa delle Foreste si illuminarono di colpo.
– Dobbiamo cercare il tubero baciccia, di cui va tanto ghiotto!
Diamante applaudì e smise di cantare. – Brava, Yara! E sarai proprio tu ad andare a raccoglierlo.
– Io? Vuoi dire che il tubero baciccia esiste davvero?
– Oh, sì! – rispose Ortensio. – Anche se quello è il suo nome dialettale. In realtà ...
– Si trova nelle Miniere di Sale – spiegò Diamante.
– Non è vero, Maestro? Zecchino?
I due saggi annuirono.
– E sei sicura di voler mandare proprio me?
– Certamente! Ti accompagnerà Zaffira.
La ragazza sorrise e fece un piccolo inchino. Diamante provò una fitta quasi di invidia: da quando la conosceva non l’aveva mai vista contrariata, nemmeno una volta.
– Potrei andare anch’io – si offrì Ortensio, che ormai si sentiva parte della spedizione e che aveva trovato Yara molto simpatica, fin dal primo momento.
Diamante ci pensò su: – Non saprei, Ortensio. Forse saresti più utile qui.
– Secondo me deve venire – osservò Zaffira. – Ortensio è forte e coraggioso. Ci proteggerà .
– Io mi proteggo bene anche da sola – ribatté Yara.
Ma lo sguardo supplice di Ortensio la fece pentire di averlo detto.
– Anche se... con un uomo del posto... sarei sicuramente più tranquilla!
Diamante sospirò: – E va bene. Vai anche tu. Ma non combinate guai e tornate presto, avete capito?
– Evviva! – gioì il ragazzo. – Quando si parte?
– Un attimo! Un attimo! – intervenne allora Zecchino. – Le Miniere di Sale, come ognuno sa, sono molto grandi.
– Caspiterina! E come facciamo a trovare questo strano tubero? Ci sono i cartelli? – chiese Ortensio.
– Dato che è una pianta preziosa, si sa dove cresce. Io non conosco il punto esatto... – ammise la principessa. – Ma Zecchino di certo sì, non è così?
Il precettore si chinò a raccogliere un altro grande volume, protetto da un involucro di cuoio. Quando si rialzò, ammise un po’ imbarazzato: – Io no, ma il Maestro sì.

A quel punto tutti fissarono il saggio. Dopo gli iniziali fuochi d’artificio retorici, era rimasto in silenzio. Un silenzio che nessuno osò interrompere.
Dopo alcuni minuti disse: – Non alla fine, né all’inizio, ma nel mezzo sta la soluzione. Sotto la montagna bianca che sempre si accresce.
– Hai capito? – domandò Yara alla sorella.
– Forse sì.
– Presto, Zecchino, aprite la mappa delle miniere!
L’uomo mostrò il volume che aveva preso prima.
– Temo di aver bisogno di un tavolo, imperciocché.
Diamante e Gunnar lo aiutarono a posizionare il rotolo sul tavolo. Era composto da più fogli, uno impilato sull’altro, e rilegati al centro, come grandi coriandoli infilzati sulla stessa asta. Ogni foglio riportava un reticolo di gallerie.
– E noi dovremmo orientarci qui dentro? – chiese Yara con gli occhi grandi di stupore.
– Non è difficile, una volta capito il meccanismo. Zaffira, avvicinati, così puoi vedere anche tu – disse Zecchino alla figlia. – E naturalmente anche tu, Ortensio.
– Bello! Bello! – esclamò il ragazzo. Poi, quando vide tutti quei fogli, si tirò subito indietro. – Ah no! Non fanno per me! Io non ci capisco niente, con quelle scritte!
Tutte le altre teste si chinarono sui fogli.
Zecchino spiegò: – Le miniere furono costruite seguendo un andamento concentrico. Quindi, una volta varcato l’ingresso, per raggiungere il centro basterà che continuiate a girare dalla stessa parte: a destra se vi tenete da subito sulla sinistra e a sinistra se vi tenete sulla destra. Avete capito?
– Più o meno...
– Io ho capito – affermò Zaffira.
E dimostrò con un paio di esempi di aver capito davvero come fare a usare la mappa concentrica.
– Allora partiamo? – domandò Yara, facendo una smorfia.
– Aspetta, non avere fretta – rispose Diamante.
– Prosegui, Zecchino.
– Una volta raggiunto il centro, troverete la Montagna Bianca, la montagna di sale di cui parlava il Maestro. Il tubero baciccia cresce esattamente lì sotto, quindi dovrete scavare.
– Quale tubero può crescere sotto il sale? – chiese Gunnar.
– Infatti è un tubero che non è commestibile per noi, ma una vera prelibatezza per il Milledenti!
– Dovremo scavare un bel po’, immagino... – commentò Yara.
– E non sarà facile! – concluse Ortensio.
La principessa Diamante si allontanò per un istante, tornando poi con quello che sembrava un lungo scettro. – Il sale cristallizzato è molto duro – disse.
– Capito, Ortensio? – intervenne Zecchino.
– Nessun problema!
– Se portate con voi questo, no... – la principessa porse a Yara l’asta dello scettro e poi si slacciò dal collo la catena d’oro a cui era appeso il suo grosso diamante. Lo incastrò sullo scettro e ricavò così una sorta di lancia tagliente.
– Non si romperà ? – chiese Yara, che non era molto esperta di gemme.
– Puoi tagliare qualunque cosa con quella pietra: stai tranquilla. Il sale si frantumerà come glassa di zucchero.
Yara prese quel prezioso strumento e fece per infilarselo nella faretra. Quel gesto le fece tornare alla mente il giorno in cui Vannak le aveva donato la faretra, che da allora portava sempre con sé. Yara ripensò a quel giovane a cui si sentiva così legata e che ora le mancava tanto. Anche se non le piaceva sentirsi romantica e...
Indice dei contenuti
- Copertina
- Principessa del buio
- Colophon
- Introduzione
- Parte Prima
- Parte Seconda
- Conclusione
- I segreti di Diamante