Citazioni
111 ANNI DI SOLITUDINE
La Fiat era il risultato storico dell’aggregazione di attività molto diverse tra loro, sotto tanti punti di vista: per la natura dei rispettivi cicli economici, per le caratteristiche dei mercati, per le dinamiche competitive, per gli impegni di capitale richiesti.
Continuare a tenere insieme settori che non avevano nessuna caratteristica economica e industriale in comune, era un concetto superato. Di fronte alle grandi trasformazioni in atto nel mercato, non potevamo più permetterci il lusso di guardare alle nostre attività riducendo la prospettiva ai confini storici.
La sfida è molto più grande e molto più complessa e richiedeva una soluzione strategica. Nell’ultima conference call che abbiamo avuto 15 giorni fa con gli analisti, in occasione della presentazione dei risultati del 2010, abbiamo scelto un titolo che credo riassuma molto bene il senso di quest’operazione: “La fine di 111 anni di solitudine”.
Audizione alla Commissione Attività produttive della Camera dei deputati,
Roma, 15 febbraio 2011
500
La 500 porta con sé i tratti fondamentali su cui questa Azienda è stata fondata: la creatività, la capacità di creare prodotti nuovi, la forza di visione, l’apertura ai mercati internazionali e lo slancio competitivo per misurarsi con altre imprese.
Ma la 500 non sarà soltanto un’automobile. Sarà un punto di riferimento da cui partire per costruire la Fiat del futuro. Sarà il nostro manifesto viaggiante.
Amma - Assemblea generale degli associati, Torino, 28 maggio 2007
Dentro questa macchina abbiamo messo il meglio delle competenze industriali presenti nel Gruppo e abbiamo raggiunto livelli di qualità superiori a quelli giapponesi, che oggi sono il punto di riferimento mondiale per chiunque faccia automobili.
Era una cosa che avevamo promesso e che abbiamo fatto. Ma ci abbiamo messo anche i nostri progetti, le nostre ambizioni e la nostra voglia di futuro.
In questo senso, la 500 è la nuova Fiat.
Conferenza stampa internazionale per la presentazione della Fiat 500,
Torino, 5 luglio 2007
La capacità creativa della Fiat, lo stile e il design che sono nati qui dentro, salivano in quel momento su un palco mondiale e venivano riconosciuti come una delle punte più avanzate del nostro Paese.
Vorrei rendervi partecipi di come viene vista oggi la Fiat negli Stati Uniti, grazie a ciò che stiamo facendo, per la passione che sappiamo esprimere, per l’attenzione ai dettagli, per la qualità delle piccole cose.
Nel lanciare la 500 in Nord America, ho sentito spesso fare riferimento a un motto che ha accompagnato anche il lancio della vettura in Europa e che dice: “Non è importante quanto è grande la tua auto, quello che importa è quanto grande è la tua vita”.
Credo che questo sia un ottimo modo anche per descrivere come Fiat e Chrysler stanno arricchendo a vicenda le loro vite.
Gruppo Dirigenti Fiat, discorso di fine anno, Torino,
Centro Congressi Lingotto, 21 dicembre 2010
A DUE VIE
Ho letto in questi anni molti libri sul legame tra la Fiat e l’Italia. La tesi generale è che se la Fiat va bene, l’economia italiana tira, aumentano le esportazioni, aumenta il reddito, crescono i posti di lavoro.
Insomma, ciò che è bene per la Fiat è bene anche per l’Italia. Credo sia vero, perlomeno in parte, e comunque ci impegneremo perché ciò accada.
Ma credo sia ancora più vero il contrario: ciò che è bene per l’Italia è bene per la Fiat. Noi siamo impegnati a dare il nostro contributo per creare una società migliore.
Conferimento laurea magistrale ad honorem in Ingegneria gestionale,
Politecnico di Torino, 27 maggio 2008
A UN MIGLIO DALL’INFERNO
Abbiamo accumulato perdite e distrutto valore. La nostra industria si è avventurata in acquisizioni, fusioni e incursioni in altri settori. Ha consolidato i marchi, consolidato le società e consolidato i consolidamenti.
Ma la maggior parte di questi sforzi erano diretti ad aumentare le dimensioni invece che a rendere il business più efficiente. È stato come costruire una casa aggiungendo una stanza dopo l’altra, senza una struttura razionale a unire il tutto. […] I costruttori di massa – come la Fiat – devono prender coscienza che il modello di business al quale eravamo abituati non può più funzionare, che il nostro settore richiede una completa trasformazione e che l’indipendenza, di per sé, non è più un valore.
Assemblea generale Anfia, Roma, 25 ottobre 2011
ABRUZZESI
Penso al senso del lavoro, alla tenacia, all’orgoglio di fare le cose e farle bene. Penso al rispetto tra le persone. E penso anche alla solidarietà e alla generosità nei momenti difficili.
Oggi la Sevel è una realtà di successo, è un modello di efficienza e di produttività. È il più grande stabilimento di veicoli commerciali in Europa.
Cerimonia di consegna della Minerva,
Università degli Studi “Gabriele D’Annunzio”, Chieti, 27 gennaio 2007
Non è mai facile allontanarsi dalla propria casa, dalla propria gente, dalle proprie radici. Lo sanno bene anche quelli di voi che per lavoro sono arrivati in Abruzzo da altre regioni.
Ma le esperienze che ho compiuto in giro per il mondo sono state tutte importanti per la mia crescita professionale e personale. Sono dovuti passare quasi quarant’anni e altre due nazioni – la Francia e la Svizzera – prima che la vita mi riportasse in Italia.
Ma per quanto lontano si vada, rimangono dei punti fermi importanti. Per me l’Abruzzo è uno di questi. Torno ogni volta che mi è possibile, per trovare luoghi e volti familiari. […]
Per chi è abituato a vivere e lavorare in diverse parti del mondo, è importante ogni tanto sapersi fermare. Aiuta ad avere una dimensione umana del percorso fatto.
Cerimonia di consegna della Minerva,
Università degli Studi “Gabriele D’Annunzio”, Chieti, 27 gennaio 2007
AGGREGAZIONI TRA MARCHI
In Europa nel 1964 il mercato contava 58 marchi. Oggi ne sono rimasti 22. Eppure, le operazioni di unione tra più marchi non hanno prodotto i benefici attesi. Hanno solo dato vita ad agglomerati più grandi con una catena di brand sempre più lunga.
Nella maggior parte dei casi, le acquisizioni di altri costruttori – come quelle operate da General Motors e da Ford –
non hanno portato a razionalizzare il portafoglio dei brand né a valorizzare le loro caratteristiche distintive, ma si sono tradotte in una semplice somma. Sono rari gli esempi in cui queste operazioni hanno avuto esito felice. Volkswagen è uno di questi pochissimi esempi positivi.
Nel giro di una ventina di anni, nella sola Europa occidentale, siamo passati da un’offerta di 72 modelli diversi a oltre 200, con infinite varianti. Questi numeri sono la testimonianza che non siamo stati in grado di operare una vera semplificazione, ma abbiamo solo esploso la complessità del nostro business.
Assemblea degli azionisti Fiat, Torino, 27 marzo 2009
ALLA PARI
Intervista di Mario Calabresi, La Stampa, 4 febbraio 2010
ANDARE OLTRE
Dovreste essere voi i primi a volerlo. La vita è troppo corta perché il suono e i colori delle giornate siano determinati dalla ristretta visione dei nostri occhi. Chi non è in grado di vedere prospettive diverse, di ascoltare opinioni differenti, di andare oltre la propria limitata esperienza, perde l’opportunità di vivere con pienezza. E la tragedia più grande è che non si renderà mai conto di ciò che ha perduto.
Alma Graduate School, Bologna, 7 aprile 2011
ANTI-ITALIANO?
Anti-italiano semmai è chi abbandona il Paese, chi decide di non investire.
Anti-italiano è chi non vuole prendere atto del mondo che ci circonda e preferisce restare isolato nel proprio passato.
Anti-italiano è chi perde tempo a discutere e rinviare i problemi, chi non si assume la responsabilità di cambiare le cose, di guardare avanti e di agire.
Anti-italiano è chi adotta comportamenti illegittimi, chi non rispetta le regole, chi lede i diritti dei cittadini e delle imprese.
Convegno internazionale “Make in Italy”,
Unione Industriale di Torino, 24 ottobre 2011
APERTURA AL CAMBIAMENTO
Bocconi Alumni Association, Università Bocconi, Milano, 30 marzo 2012
APPLE