Io sbaglio da sola
eBook - ePub

Io sbaglio da sola

Vita e disastri di un'indecisa

  1. 363 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Io sbaglio da sola

Vita e disastri di un'indecisa

Informazioni su questo libro

Lo dice la Storia: Brooklyn, 15 anni, non ha senso del giudizio, nemmeno un briciolo. Ogni volta che ha preso una decisione in autonomia, anche la più semplice, è finita in disastro. Quando l'amica Shayne, incontrastata regina della scuola, la scarica davanti a tutti, Brooklyn prende una decisione irrevocabile: basta decisioni. Di nascosto da tutti apre un blog, in cui nel più profondo anonimato racconta la sua vita, ma soprattutto lancia ai naviganti dei sondaggi sui dilemmi che è costretta ad affrontare, con un'unica, semplice promessa: rispettare le decisioni che ne emergeranno. Il sistema funziona, e Brooklyn scopre finalmente il favoloso mondo delle persone di buonsenso che sanno scegliere per lei. Purtroppo quando le decisioni non riguardano più il libro da leggere a scuola, ma una serata da passare con i soliti compagni invece che in compagnia dell'affascinante Hunter Wallace Hamilton III, seguire la voce del popolo diventa più complicato… "Credo di aver dimostrato a chiunque, perfino a me stessa, che non sono capace di fare le scelte giuste, quindi è ora che smetta di prendere decisioni. Da questo momento in poi Internet sarà la mia guida, i naviganti il mio faro. Metto la mia vita nelle loro mani: saranno loro a scegliere per me."

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Informazioni

Editore
RIZZOLI
Anno
2012
Print ISBN
9788817057332
eBook ISBN
9788858631010

La vecchia nuova me

Va bene, ho mentito, ma solo a proposito della cena. Il resto del post è assolutamente sincero. Non potevo confessare che ho disobbedito, che ho bellamente ignorato i risultati del mio ultimo sondaggio e come risultato sono stata tenuta in ostaggio per tre ore. Soprattutto perché la notizia della rapina viene trasmessa in continuazione da dodici ore su tutti i canali televisivi locali; c’è perfino il video del mio rilascio, che si chiude sull’attimo in cui abbraccio i miei. Il fatto che “Baby Brooklyn” si sia trovata in un altro disastro tredici anni dopo il primo pare una storia più interessante di quelle degli altri poveretti che erano lì con me. E così se scrivessi sul blog che cosa è davvero successo ieri sera, il mio anonimato andrebbe a farsi friggere. Qualcuno farebbe due più due e scoprirebbe chi sono.
Per questo ho mentito, per salvaguardare la mia identità. E forse – magari solo un po’ – anche per salvaguardare il mio orgoglio. Non è che sia molto fiera di come mi sono comportata ieri. Tornerei indietro a cambiare le cose se potessi? Sì. Vorrei essere rimasta in macchina con Brian e essere andata in quello stupido ristorante come avevo promesso? Certo. E ho imparato la lezione su che cosa vuol dire disobbedire ai miei lettori? Assolutamente.
Da oggi in poi nessuna eccezione, nessun cambiamento di programma dell’ultimo minuto. D’ora in avanti farò solo quello che dicono loro.
Lunedì mattina sono giù dal letto all’alba. Oggi è un giorno importantissimo perché rivedrò di nuovo Hunter dopo la figuraccia di sabato sera. Quando sono uscita dal 7-Eleven lui era ancora lì, è vero, una sorpresa fantastica, certo, ma significa anche che l’ultima volta che ci siamo visti io ero uno zombie, dato che uscivo da tre ore spiaccicata su un pavimento lurido con una pistola puntata alla testa. Non esattamente l’immagine che vorrei aver dato di me. E poi, dato che al TG trasmettono ancora la notizia della rapina con tanto di foto degli ostaggi, è possibile che a scuola la gente ricominci a notarmi. E non in maniera positiva.
Quindi oggi devo essere meravigliosa. No, meravigliosa non basta: devo togliere il fiato, come una che ha appena posato per un servizio fotografico di Vogue.
Da quando Shayne mi ha tolto il ruolo di co-pilota, ho abbandonato la mia routine di trucco e parrucco a prova di paparazzo, ma è arrivato il momento di rimettermi in azione e di ricominciare a valorizzarmi.
Mi faccio una doccia con calma, doppio shampoo, e lascio il balsamo in applicazione per tutti e tre i minuti indicati sull’etichetta; intanto passo meticolosamente il rasoio su ogni centimetro delle gambe, prestando particolare attenzione ai punti difficili da raggiungere.
E durante il processo sento la voce di Shayne che, come un ufficiale dell’esercito, mi impartisce ordini, assicurandosi che io faccia un buon lavoro: “Non importa se fuori fa troppo freddo per indossare una gonna. Non devi mai andare in giro con le gambe pelose. MAI. Le conseguenze negative supererebbero di gran lunga i minuti in più che ci metti a depilarti.”
Salto fuori dalla doccia, mi asciugo, e frugo sotto il lavandino alla ricerca dei miei prodotti, tirando fuori bracciate di flaconi di elisir per aumentare la popolarità, che di recente avevano perso gran parte della loro utilità, considerata la mia attuale condizione sociale. Applico con cura due diverse creme idratanti su tutto il corpo, una per donare al mio incarnato pallido e dimenticato dal sole una tonalità appena più scura e la seconda per dare alla suddetta pelle più scura un effetto luminoso.
“Solo perché viviamo in Colorado non significa che non possiamo far finta di arrivare dritte dalla spiaggia” prosegue la voce di Shayne. “Perfino a novembre. Una pelle baciata dal sole tutto l’anno non è un’esclusiva dei protagonisti dei reality show in California. Dopotutto, il Signore ha creato le creme auto-abbronzanti per questo motivo: per permettere a tutti di giocare ad armi pari.”
Poi raccolgo i capelli con una fascia e inizio a lavorare sul viso. Con i gesti sicuri di un’artista trasformo i miei occhi spenti in fari penetranti, incorniciati da palpebre morbide e vellutate sui toni moka e cannella, con ciglia piene di volume, color mezzanotte. Applico sulle labbra uno strato di gloss volumizzante, che pizzica da morire mentre viene assorbito per regalarmi il broncio hollywoodiano che cerco.
“La vera bellezza, o l’ammirazione della scuola intera, non si ottengono facilmente. E richiedono sofferenza. Credi che le celebrità in tivù siano diventate dei sex symbol per l’aspetto che hanno la mattina quando si alzano dal letto?”
Di solito i vecchi ricordi degli ordini e i codici rigidi di comportamento di Shayne mi infastidiscono, e cerco di non ascoltarli. Ma stamattina ne ho bisogno, e ben venga la guida severa. Ho bisogno di incoraggiamento duro, ma efficace. E per la prima volta dopo molto tempo sono felice dei miei cinque duri e lunghi anni di training nella scuola di popolarità di Shayne Kingsley. Anche se non faccio più parte del suo esercito di soldatini rosa, l’addestramento mi è ancora utile. Soprattutto oggi.
Quando due ore più tardi emergo dal bagno, sono il ritratto della perfezione: dalle morbide onde dei capelli alle scarpe ultimo grido che indosso, sembro appena uscita da una rivista di moda. Devo ammetterlo, quando mi guardo allo specchio mi piace ciò che vedo. Mi vedo forte, sicura. Non voglio sembrare troppo piena di me, ma la persona che vedo in questo momento è davvero carina.
Era da un po’ che non la vedevo, e probabilmente mi ero quasi dimenticata com’era fatta, o persino di poter essere così. Così nel senso di una che potrebbe stare accanto a uno come Hunter.
Devo ammettere che è bello essere tornata.
Dopo il trauma della rapina di sabato sera, i miei erano dispiaciutissimi per me e mi hanno revocato la punizione. Devo ancora lavorare al cantiere due volte a settimana, ma non sono più segregata in casa tutte le sere, e hanno promesso di ricominciare ad accompagnarmi a scuola la mattina, così non dovrò più prendere quel vecchio autobus puzzolente.
Il mio nuovo/vecchio “look” sembra funzionare, perché appena varcata la soglia della scuola, la gente inizia a fissarmi. Forse funziona addirittura troppo bene, perché prima ancora di arrivare nell’atrio, una folla mi circonda. Mi chiamano, mi fanno domande, e io sono così sopraffatta che rimango senza parole. Riesco solo a stare immobile, come un cervo che attraversando la strada viene illuminato dai fari di un’auto, e intanto farfuglio cose incomprensibili.
«Oddio, Brooklyn. Ti ho visto in tivù. Stai bene?»
«Ti ha puntato la pistola alla testa?»
«Sei davvero la stessa Baby Brooklyn che era caduta nella miniera tredici anni fa?»
Cerco di farmi largo tra la calca, ma sono intrappolata, perché c’è troppa gente. Qui sono tutti matti! Per cercare di sfuggire sono finita spalle agli armadietti, e ho un lucchetto conficcato nella schiena.
Dalla folla sbuca un braccio, che mi afferra per una manica e mi tira fuori dalla ressa. Solo quando sono libera dal muro di persone che avevo davanti e mi ritrovo in un’aula vuota guardo il mio salvatore. È Hunter.
«Grazie» dico senza fiato. «Che delirio.»
«Come stai?»
«Bene!» rispondo per smorzare la sua preoccupazione. «Sto bene al 101%.»
«Non siamo molto fortunati con in nostri incontri, vero?» chiede.
Sorrido nervosamente e scuoto la testa. «No, non molto.»
«Temo che se ti chiedessi di uscire di nuovo potresti finire rinchiusa in qualche prigione sudamericana.»
«Oh, non credo» rispondo in fretta.
«Be’, allora che ne dici di…» continua con un sorrisetto malizioso, «venire con me al Ballo d’inverno il mese prossimo?»
Mi cade la mascella e sono pronta a urlare “Sì!” a pieni polmoni, ma poi penso al blog, e mi viene in mente che non ho la libertà di rispondere a questa richiesta in maniera autonoma. Soprattutto dopo quello che è successo l’ultima volta che ho cercato di eludere i desideri dei miei lettori. Così invece di rispondere quello che voglio davvero, dico: «Grazie. Ci penserò.»
E inizio a pregare che non si offenda, e voltandosi esca dalla porta dicendo: “Non ti scomodare.”
Hunter però ride, come se fosse parte di un gioco complicato a cui partecipa volentieri, e mi stringe in vita. «Ok, Brooks, va bene.»
Sto per uscire dall’aula e affrontare la spaventosa folla che mi attende, quando vengo trattenuta da un pensiero. In realtà da un ricordo. Ripenso alla sera dell’inaugurazione, e a Shayne in fila per entrare. Senza accorgermene gli chiedo: «E Shayne?»
Hunter sembra sorpreso dalla domanda. «Shayne cosa?»
«Sei uscito con lei?» sputo fuori prima di poter pensare a qualsiasi strategia per sembrare meno brutale. «Scusa, so che non dovrei chiederlo, ma devo saperlo.»
Hunter si preme le tempie con le dita, come se fosse alle prese con un fortissimo mal di testa. «Mmm…» inizia a mugugnare in tono sconcertato e confuso.
«Cioè, lo so che è probabile. Conosco un sacco di ragazzi che sono usciti con lei.»
«No» dice alla fine, afferrandomi le mani. «Assolutamente no, e non ho nessuna intenzione di farlo.»
«Ma…» mi mordo le labbra, «era lì al locale quella sera. Lei è venuta e io no.»
Hunter mi guarda confuso, come se gli stessi parlando in una lingua sconosciuta. «No» ripete di nuovo, «sono sicuro che non c’era.»
«Sei sicuro? Perché…»
Hunter mi interrompe stringendomi le mani. «Sono sicuro che non c’era perché non l’ho mai inserita nella lista degli invitati.»
Confusa, ripenso a quella sera, mentre ero accovacciata sul pavimento dell’auto di papà, e sbirciavo fuori dal finestrino come una spia imbranata. Ho visto Shayne che con i suoi occhi...

Indice dei contenuti

  1. Cover
  2. Io sbaglio da sola
  3. Frontespizio
  4. Dedica
  5. Prologo
  6. Arrosto
  7. Gli amici non fanno preparare le Fajitas agli amici
  8. Nessuna trasgressione
  9. Il mondo di Shayne
  10. La regina della farsa
  11. Il calore del Sud
  12. Ridimensionamento
  13. Al servizio della comunità
  14. Sbalzi d’umore
  15. Punto di rottura
  16. Viva la democrazia
  17. Di male in peggio
  18. Matinée dopo scuola
  19. Prigioniero volontario
  20. Al posto sbagliato
  21. Parola di scout
  22. Decisione definitiva
  23. Archiviata
  24. Cercando Nicholas
  25. Vicolo cieco
  26. Una cena in centro
  27. Emotivamente fusion
  28. Sepolta dai calcinacci
  29. Alla luce del cruscotto
  30. Sms e bugie
  31. Sfortunate coincidenze
  32. In ostaggio
  33. La vecchia nuova me
  34. Crollo
  35. Vita da cani
  36. Scegli!
  37. Ballando al buio
  38. Amiche?!
  39. Brooklyn nel Paese delle Meraviglie
  40. Se nel blog c’è un errore
  41. Dove c’è fumo
  42. Al di sotto del radar
  43. Questo e Quello
  44. Spazi vuoti
  45. Di nuovo in vetta
  46. L’idolo di Harvard
  47. Il prezzo della perfezione
  48. L’altra faccia di Mrs. Moody
  49. Dispersa sul campo
  50. Il teatrino delle marionette
  51. Dalle fondamenta
  52. In frantumi
  53. Cala il sipario
  54. Ringraziamenti
  55. Indice