
- 224 pagine
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eBook - ePub
Informazioni su questo libro
Tre uomini in barca, oggi più che mai, non è solo un romanzo di viaggio, un gran divertimento, un esercizio di lingua perennemente in bilico tra comico e sentimentale. Le scorribande di George, Harris e Jerome lungo il Tamigi (per tacer del cane…) ci rimettono soprattutto in contatto con due tesori le cui tracce si sono fatte sempre più labili nella vita e nella letteratura successive: l'ozio e l'innocenza dello sguardo. Nicola Lagioia
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Informazioni
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9788817150361eBook ISBN
9788858631928JEROME K. JEROME E TRE UOMINI IN BARCA
Tre uomini in barca, uno dei racconti umoristici più famosi della letteratura mondiale, scritto nel 1889, nacque da un malinteso. L’autore Jerome K. Jerome, già noto in Inghilterra per due libri (Sul palcoscenico e fuori e Pensieri oziosi di un ozioso) e una commedia (Barbara), aveva in mente tutt’altro obiettivo. Partendo dallo spunto di un viaggio in barca da lui veramente compiuto sul Tamigi, a monte di Londra, in compagnia di due amici e del suo cane, voleva fare una descrizione della valle in cui scorre il fiume, corredandola di tutte le notizie storico-letterarie indispensabili a una guida turistica. Era nella sua mente un libro essenzialmente pratico: e fondamentalmente serio, ispirato dal desiderio di rappresentare fedelmente un paesaggio amato sin dall’infanzia (era nato a Walsall nello Staffordshire nel 1859 ma si era trasferito sin da bambino a Poplar, il quartiere popolare nell’East End di Londra in riva al fiume), ricco di ricordi personali. Doveva intitolarsi appunto La storia del Tamigi.
Fortunatamente l’editore di «Home Chimes», la rivista sulla quale Jerome aveva cominciato a pubblicare il racconto, lo giudicò troppo serio e noioso e cominciò a pretendere dei tagli. Quasi tutte le digressioni storico-letterarie vennero così eliminate restando solo quelle relative al viaggio dei tre amici. Jerome non protestò. Il racconto gli aveva preso la mano e stava andando per conto proprio oltre le intenzioni iniziali, pur conservando la cornice originale e il pretesto realistico.
Pubblicato in volume, Tre uomini in barca ebbe un clamoroso successo. In Inghilterra le varie edizioni raggiunsero il milione e mezzo di copie, una tiratura eccezionale per ogni epoca. Negli Stati Uniti la vendita fu ancora più larga, e benché l’autore non ne ricavasse nemmeno un soldo (si trattava di un editore pirata, non esisteva ancora il copyright) servì ad assicurargli una fama mondiale. Da allora le traduzioni si succedettero a ritmo incalzante in Europa e in Asia. Jerome diventò un personaggio al centro della curiosità internazionale. Riceveva ogni giorno decine di lettere e non solo dall’Inghilterra, una prova di ammirazione e di simpatia che non cessò mai di meravigliarlo. Più tardi Jerome scrisse: «Se quelle lettere fossero state l’unico risultato positivo del libro, mi sentirei già abbastanza contento di averlo scritto». Egli ne conservò solo una: quella di un giovane ufficiale impegnato nella guerra contro i Boeri che accompagnava la copia spiegazzata del libro trovato nel tascapane di un soldato rimasto ucciso.
Quali le ragioni di tale incredibile successo? Lo stesso Jerome se lo chiedeva, confessando di non riuscire a capirle. «Ho scritto libri» diceva «che mi sembrano molto migliori e più umoristici. Ma tant’è: il pubblico continua a ricordarmi come l’autore di Tre uomini in barca (per tacer del cane).» Alcuni critici hanno sostenuto che il libro piace per la sua banalità e la totale assenza di umorismo. Ma una simile spiegazione non regge. I brutti libri possono avere successo, è vero, ma solo per un breve periodo e fra un certo pubblico. Mentre la fama di Tre uomini in barca non è mai diminuita dal tempo in cui fu scritto e fra lettori di ogni specie, uomini, donne, vecchi, ragazzi, bianchi, neri e gialli.
Jerome finiva col concludere che il suo libro era andato così bene perché lo aveva scritto in un felice stato d’animo. S’era sposato da poco con Georgina Henriette Stanley e si sentiva giovane e straordinariamente contento di sé. Era estate, e a volte l’estate a Londra può essere meravigliosa. I due sposi abitavano in un appartamento sotto il tetto; Jerome scriveva davanti alla finestra e la città gli giaceva ai piedi velata da una nebbia d’oro. Di notte la vedeva brillare di luci fino all’orizzonte. Scriveva senza sforzo tanto da avere l’impressione di non essere nemmeno lui a lavorare, ma che una voce gli dettasse quello che doveva essere scritto.
Forse la riuscita del libro si spiega in parte ricordando la vocazione teatrale del suo autore. Jerome, che era rimasto senza genitori a 15 anni, integrava la sua paga di modesto impiegato delle ferrovie facendo l’attore. Il teatro fu la sua prima e più forte passione; più che scrivere commedie, gli piaceva recitarle e questo per via del contatto diretto col pubblico. Non si può leggere Tre uomini in barca senza pensare appunto a un attore di varietà che parla e si muove solo sulla scena di un teatro, magari di un cabaret, intrattenendo cordialmente il pubblico con le sue storielle. Attacca con un fattarello, da qui salta a un altro e così via per nascita naturale che attira e incanta proprio per la sua apparente spontaneità. La tecnica di Tre uomini in barca è quella della divagazione. C’è nel libro un filo conduttore, ma che conta fino a un certo punto; ciò che piace è la successione continua degli episodi sull’onda del ricordo, fuori di ogni schema fisso. E si può anche far credito alla buona fede dell’autore, quando, dopo avere divagato per un po’, riprende a parlare del fiume e delle sue meraviglie, come se quello fosse lo scopo principale del libro. L’umorismo infatti non può essere volontario e programmato. Le gags più comiche nascono sempre dal caso, o quando si ha l’aria di agire e parlare seriamente.
Dopo Tre uomini in barca Jerome, raggiunta la sicurezza economica, poté dedicarsi completamente allo scrivere. Come giornalista fu condirettore del giornale «The Idler» e in seguito direttore del «To-day», un settimanale di cui era anche proprietario e che nei suoi primi numeri pubblicò a puntate un famoso romanzo di Robert L. Stevenson. Fra i numerosi libri che continuarono ad apparire regolarmente fino allo scoppio della prima guerra mondiale, quello ad avere maggior successo fu Tre uomini a zonzo, pubblicato nel 1900. È il racconto di un viaggio in bicicletta attraverso una regione della Germania. Protagonisti ne sono gli stessi amici del primo libro, solo un poco più vecchi e senza la compagnia dell’impareggiabile Montmorency, il cane. Montmorency era morto, e Jerome, sempre scrupoloso del vero, non intendeva assolutamente risuscitarlo. L’ambiente, sullo sfondo della Foresta Nera, con i suoi villaggi idillici e i suoi abitanti cordiali e bonari, potrà sembrare, oggi, un po’ convenzionale. Ma a quel tempo spirava sul mondo un’aria di ottimismo e a molti inglesi la Germania continuava ad apparire come un paese pacifico dove la vita aveva molti aspetti piacevoli. In Germania, Tre uomini a zonzo ebbe tanto successo da essere per molti anni usato nelle scuole come libro di testo.
Quando nel 1914 scoppiò la guerra, Jerome era un uomo di 55 anni. Tuttavia chiese di prestar servizio nell’esercito, e una volta respinta la sua domanda, raggiunse ugualmente il fronte occidentale come autista nella Croce rossa francese. La vista dei campi di battaglia lo sconvolse al punto di fargli perdere ogni fiducia nella fondamentale bontà della natura umana. Al ritorno in patria era un uomo dal morale spezzato. Scrisse Tutte le vie conducono al calvario, opera che riflette l’amarezza che ormai lo possedeva, e più tardi, poco prima di morire (a Northampton, il 14 giugno del 1927) La mia vita e i miei tempi. Fu seppellito nel giardino della chiesa di Ewelm, un grosso villaggio dei Chilyterns, le colline che insieme alla valle del Tamigi componevano il suo paesaggio ideale.
MANLIO CANCOGNI
CRONOLOGIA DELLA VITA E DELLE OPERE
1859 Jerome Klapka Jerome nasce il 2 maggio a Walsall, nello Staffordshire, in Inghilterra, da Jerome Clapp Jerome, un apprezzato predicatore non conformista, e da Margherite Jonas, figlia di un avvocato di Swansea. E’ l’ultimo di quattro figli e porta il nome del generale George Klapka, eroe della guerra d’indipendenza ungherese del 1849, che era stato ospite della famiglia.
1860 - 1862 In seguito al fallimento di alcuni investimenti nelle miniere carbonifere di Walsall, il padre decide di trasferirsi con la famiglia a Londra e di avviare un’attività di vendita all’ingrosso di ferramenta. Le condizioni economiche della famiglia sono precarie e Jerome cresce nella povertà.
1869 - 1873 Frequenta la Philological School, poi la Marylebone Grammar School, ma, all’improvvisa morte del padre, avvenuta nel 1871, abbandona gli studi; all’età di quattordici anni, nel 1873, inizia a lavorare come impiegato delle ferrovie per conto della compagnia London and North-Western Railway.
1874 - 1884 Rimasto orfano anche della madre, si dedica ai più svariati mestieri, da attore in una compagnia teatrale itinerante a giornalista, impiegato, insegnante di educazione fisica.
1885 Pubblica il suo primo libro, On the Stage and Off: the Brief Career of a Would-Be Actor, una salace e dettagliata narrazione della sua esperienza di attore e della vita teatrale tardo-vittoriana, probabilmente ispirata al poema By the Fireside di Longfellow. Inizia a collaborare con la rivista «Home Chimes».
dp n="10" folio="10" ? 1886 - 1888 Pubblica The Idle Thaughts of an Idle Fellow, una raccolta di quattordici saggi umoristici precedentemente apparsi in «Home Chimes».
Il 19 giugno 1888 sposa Georgina Elizabeth Stanley, che ha ottenuto solo nove giorni prima il divorzio dal marito, e che ha una figlia, Georgina, detta Elsie, di cinque anni. I due trascorrono la luna di miele sul Tamigi; al ritorno Jerome comincia a scrivere Three Men in a Boat.
1889 - 1891 Pubblica Three Men in a Boat, che, nonostante le fredde stroncature della critica, ottiene un enorme successo di pubblico; nel 1891 escono anche Told After Supper, quattro racconti di fantasmi, e The Diary of a Pilgrimage and Six Essays, spassoso resoconto di un viaggio in Germania.
Comincia a frequentare i circoli letterari; conosce Hardy, Wells, Doyle, Zangwill, Kipling.
1892 - 1894 Prende il posto di Rudyard Kipling alla redazione del mensile «The Idle Magazine» che vanta i contributi di scrittori come Mark Twain, mentre, nel 1983, fonda lui stesso il settimanale umoristico illustrato «To-day» che ospita, tra gli altri, scritti di Stevenson.
1895 - 1899 Al teatro Comedy va in scena la commedia in tre atti The Prude’s Progress.
Nel 1897 nasce Rowena, la sua prima e unica figlia, e nel 1899 la famiglia Jerome si trasferisce a Wallingford, nell’Oxfordshire.
1900 - 1902 Pubblica Three Men on the Bommel, il seguito di Three Men in a Boat, esilarante resoconto di un viaggio in bicicletta in Germania compiuto dai tre protagonisti della navigazione sul Tamigi del 1889, e The Observations of Henry, una raccolta di cinque saggi e cinque racconti.
1903 - 1907 Dopo una permanenza di due anni a Dresda, ritornato a Londra, pubblica il romanzo autobiografico Paul Kelver, la raccolta di riflessioni e aneddoti Tea-Table Talks, la raccolta di saggi Idle Ideas, il romanzo Tommy & Co., American Wives and Others e il volume di sei racconti The Passing of the Third Floor Back and Other Stories.
dp n="11" folio="11" ? 1908 Tiene una serie di conferenze negli Stati Uniti; viene invitato a incontrare il presidente Theodore Roosevelt.
1909 - 1914 Pubblica il romanzo umoristico They and I e la commedia, incentrata sulla questione del voto alle donne, The Master of Mrs Chilvers. Nel gennaio del 1913 viene messo in scena al Prince of Wales il dramma Esther Castways; Rowena Jerome è tra le attrici principali. Nello stesso anno viene pubblicata la commedia The Great Gamble, uno studio sulla vita in Germania.
1916 Torna negli Stati Uniti su incarico del governo britannico e intervista il presidente Wodrow Wilson. Parte poi per la Francia dopo essersi arruolato come volontario nel corpo militare in soccorso ai feriti di guerra.
Esce Malvina of Brittany and Other Stories.
1917 - 1926 In questi anni vedono la luce All Roads Lead to Calvary, riflessione di carattere politico-religioso, Anthony John: A Biography, romanzo dagli accenti marcatamente religiosi, A Miscellany of Sense and Nonsense e l’autobiografico My Life and Times.
1927 Colpito da un improvviso attacco apoplettico e da una conseguente emorragia cerebrale, dopo un ricovero in ospedale di due settimane, incapace di muoversi e parlare, il 14 giugno Jerome muore. Le sue ceneri vengono sepolte nel cimitero di Ewelme, nell’Oxfordshire, non lontano dal Tamigi.
BIBLIOGRAFIA
Non esiste attualmente un’edizione critica di tutte le opere di Jerome K. Jerome. Chi volesse informarsi a fondo sulla sua vasta ed eclettica produzione letteraria può consultare con profitto il sito web della Jerome K. Jerome Society (jeromekjerome.com), dove tutte le opere dell’autore di Tre uomini in barca sono citate nell’editio princeps in 5 sezioni:
- Chronological First Editions by Category
- Complete Works by Date
- Complete Works in Alphabetical Order with Contents
- Essays and Short Story Collections
- Contributions to «The Idler»
Per quanto riguarda Tre uomini in barca (per tacer del cane), la prima edizione è quella pubblicata dall’editore Arrowsmith a Londra nel 1889.
Principali traduzioni italiane di Tre uomini in barca1
Tre uomini in barca, traduzione di Spaventa Filippi, S., Milano 1925
- — Balboni, M. P., Milano 1970
- — Oddera, B., Milano 1983
- — Spizzotin, P., Ponzano Magra (La Spezia) 1987
- — De Rosa, E, Cinisello Balsamo (Milano) 1990
Biografie e saggi critici
Connolly2, J., Jerome K. Jerome: a Critical Biography, London 1982.
dp n="14" folio="14" ? Faurot, R. M., Jerome K. Jerome, New York 1974.
Gutkess, W., Jerome K. Jerome. Seine Persönlichkeit und literarische Bedeutung, Jena 1930.
Moss, A., Jerome K. Jerome, His Life and Works (from Poverty to the Knighthood of the People), London 1929.
Pritchett, V.S., The Tin-Openers, in The Complete Essays, London 1991, pp. 634-638.
Su Tre uomini in barca
Bishop, C., Jerome, Jerome K. Three Men in a Boat, in «Reprint Bulletin Book Reviews», 26, 2, 1981, p. 16.
Browning, D. C., Introduction to Three Men on a Boat, London 1990.
Bulla, G., Introduzione a Tre uomini in barca, Roma 2003.
Della Casa Porta, Presentazione a Tre uomini in barca, Bussolengo (Verona) 1994.
Faeti, A., Postfazione a op. cit., Milano 2002.
Harvey, G., Introduction to Three Men on a Boat, New York 1998.
Jasen, D. A., Introduction to op. cit., New York 1980.
Lewis, J., Introduction to Three Men on a Boat & Three Men on the Bummel, London-New York 1999.
Matthew, Ch. e Green B., Introduction to Three Men on a Boat, London 1982.
Perdetti, G., Introduzione a Tre uomini in barca, Forlì 1970.
Piccolo, F., Introduzione a op. cit., Milano 1997.
Pritchett, V. S., Introduzione a op. cit., Milano 1969.
Prinzhofer, R., Presentazione a op. cit., Milano 1969.
Rodari, G., Presentazione a op. cit., Milano 1966.
Tripp, W., My Uncle Podger: a Picture Book, London 1975.
dp n="15" folio="15" ?PREFAZIONE DELL’AUTORE ALLA PRIMA EDIZIONE
Il principale pregio di questo libro non risiede tanto nel suo stile letterario o nell’ampiezza e utilità delle cognizioni che espone quanto nella semplice aderenza alla verità.
Le sue pagine formano la cronaca di eventi realmente accaduti. Non si è fatto altro che colorirli, senza che vi si chieda nemmeno il più modesto soprapprezzo. George, Harris e Montmorency non sono creature di una poetica fantasia, ma esseri in carne e ossa, specialmente George, che pesa circa ottanta chili. Altre opere possono competere con questa per profondità di pensiero e conoscenza della natura umana; altri libri possono offuscarla per originalità e mole; ma in fatto di spietata, irrimediabile veridicità, nulla di quanto si è scritto fin qui riesce a superarla.
Questo, più di tutti gli altri suoi pregi (l’autore ne è convinto), farà sì che il volume venga altamente apprezzato dal lettore serio, e conferirà un peso maggiore agli insegnamenti che la vicenda contiene.
Londra, agosto 1889

CAPITOLO PRIMO
Tre invalidi — Sofferenze di George e Harris — Una vittima di cento —S...
Indice dei contenuti
- Copertina
- Frontespizio
- Tre uomini in barca (per tacer del cane)