
- 256 pagine
- Italian
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eBook - ePub
Informazioni su questo libro
Cara beltà con queste parole Leopardi inizia il suo Canto più bello, intitolato Alla sua donna. In esse v'è la sintesi di tutta la ragionevole e commovente posizione del poeta dinanzi all'esistenza. Questa antologia del grande di Reca nati, grazie all'introduzione di monsignor Luigi Giussani e alla postfazione di Mario Luzi, porta un contributo originalissimo alla lettura e alla presenza di Leopardi nella cultura di oggi. Fuori da ogni dogmatismo culturale, la forza profetica e la provocazione del poeta rivivono in modo nuovo. I testi, grazie a un discreto apparato di note, risultano apprezzabili in tutta la loro drammatica bellezza.
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Informazioni
BIBLIOTECA DELLO SPIRITO CRISTIANO
Una nota dominante del metodo educativo di don Luigi Giussani (1922-2005) e della sua passione perché tutti potessero fare un cammino umano è stata l’invito a leggere libri che erano stati decisivi per la sua formazione personale. Le sue indicazioni dettero origine nel 1993 alla collana I libri dello spirito cristiano, da lui diretta fino al 2005 e proseguita fino al 2009 sotto la direzione di don Julián Carrón, all’interno della quale questo testo è stato pubblicato per la prima volta nel 1996.
La Biblioteca dello spirito cristiano intende far sì che questo patrimonio di letture sia mantenuto vivo come strumento di educazione per lettori sempre nuovi. Si tratta di romanzi, saggi, testi di poesia che hanno lasciato il segno in chi li ha accostati. Perché in essi si mostra, con varia genialità e secondo diverse prospettive storiche e psicologiche, uno spirito cristiano impegnato a scoprire e verificare la ragionevolezza delle fede dentro le circostanze della vita. Una umanità, cioè, che realizza la sua passione per l’esistenza e la sua adesione al dramma della vita con un realismo e una profondità altrimenti impossibili. Dal momento in cui Dio si è fatto uomo, l’imprevedibile è diventato un avvenimento reale. Dio si è fatto compagno agli uomini, così che la vita possa non essere vana. Nell’incontro con questo fatto storico la ragione, la volontà e l’affettività umane sono provocate a realizzarsi, a compiersi secondo tutta l’ampiezza del loro desiderio di giustizia, di bontà e di felicità. Lo spirito cristiano è l’umanità di persone stupite e commosse da questo avvenimento.
I testi della collana fondata da don Giussani, che vengono ora riproposti nella Biblioteca dello spirito cristiano, ne sono una documentazione particolare, specie dove le parole scavano nei fatti e nei cuori con tutta l’energia della grande arte.
NOTA DI EDIZIONE
Questa antologia leopardiana, ennesima nella già gran copia di edizioni, intende innanzitutto dare l’opportunità di accostare il grande di Recanati attraverso l’autorevolezza di lettura espressa nella Introduzione e nella Postfazione.
Felice, infatti, è l’occasione di aver riuniti in un testo gli interventi di monsignor Luigi Giussani e del poeta Mario Luzi, i quali espongono le ragioni ancora attuali della loro lunga e meritevole frequentazione leopardiana, ciascuno secondo la propria prospettiva e il proprio temperamento.
I loro due testi provengono da discorsi ancora inediti tenuti entrambi a Recanati; quello di monsignor Giussani nel settembre del 1982, quello di Luzi nel gennaio del 1996.
Offrendo al lettore questa raccolta, breve ma ricca, siamo sicuri di offrire ragioni adeguate a comprendere perché la lettura di Leopardi costituisce, fuori da ogni attuale dogmatismo culturale, un passaggio di grande importanza in un’ideale biblioteca di «libri dello spirito cristiano».
Introduzione
LA COSCIENZA RELIGIOSA
DI FRONTE ALLA POESIA DI LEOPARDI
Molti anni fa mi sarebbe sembrato un sogno parlare di Giacomo Leopardi a Recanati, ora invece mi è di umiliazione. So di non essere un «esperto» e di non potere perciò trattare la sua figura e le sue opere dal punto di vista letterario, storico ed estetico. Ma gli impegni della vita, in questi anni, non mi hanno mai escluso dalla familiarità di rapporto con la sua opera, e credo di aver mantenuto sempre fede al proposito giovanile di ripetermi qualche sua poesia tutti i giorni, avendole imparate tutte a memoria in terza ginnasio, tra i dodici e i tredici anni.
Dunque se il mio parlare non è un inganno questa sera, qui di fronte a voi, è soltanto perché, cedendo alle insistenze degli amici che mi onoro di avere a Recanati, non vuole essere altro che una testimonianza: una testimonianza al dramma di Leopardi, anche da me riconosciuto.
Infatti non è di Giacomo Leopardi che questa sera io parlerò, ma è con Giacomo Leopardi che vorrei parlare.
Ho letto, qualche giorno fa, nei diari di Kafka questa frase: «Oh, possedere qualcuno che abbia questa comprensione, non so, una donna, vorrebbe dire essere sostenuto da ogni parte, avere Dio»1.
Questa frase mi sembrò bene adattarsi anche al destino drammatico della vita del nostro poeta. Iniziando il dialogo con lui, il primo pensiero che mi echeggia nell’animo è questo: Giacomo Leopardi ha vissuto in un modo altissimo e drammatico la sproporzione dell’uomo di fronte alla realtà nella sua interezza. Il sentimento di questa sproporzione è per Giacomo Leopardi il contenuto di una sublimità del sentire: la sublimità del sentire nell’uomo è densa dell’emozione, dello struggimento e anche della distruzione che questa esperienza di sproporzione, del proprio piccolo punto di fronte alla totalità del reale, produce. Nei suoi libri vi sono pensieri sulla noia assai incisivi e belli. Ne leggo uno dallo Zibaldone: «Niuna cosa maggiormente dimostra la grandezza e la potenza dell’umano intelletto, né l’altezza e nobiltà dell’uomo, che il poter l’uomo conoscere e interamente comprendere e fortemente sentire la sua piccolezza. Quando egli considerando la pluralità de’ mondi, si sente essere infinitesima parte di un glo...
Indice dei contenuti
- Copertina
- Frontespizio
- Cara beltà... Poesie
- POSTFAZIONE - IL «VERO» DI LEOPARDI