
- 212 pagine
- Italian
- ePUB (disponibile sull'app)
- Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub
Io sono l'uomo selvatico
Informazioni su questo libro
Sapete chi ci ha insegnatoa mangiare le castagne?L'Uomo Selvatico. E chi scacciaLa pioggia con la bacchettaDel beltempo? Sempre lui.Vive nascosto nei boschi dimontagna. Ha una lunga barbanera e fa paura a grandi e bambini.Ma non al piccolo Martino.
Domande frequenti
Sì, puoi annullare l'abbonamento in qualsiasi momento dalla sezione Abbonamento nelle impostazioni del tuo account sul sito web di Perlego. L'abbonamento rimarrà attivo fino alla fine del periodo di fatturazione in corso. Scopri come annullare l'abbonamento.
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Perlego offre due piani: Base e Completo
- Base è ideale per studenti e professionisti che amano esplorare un’ampia varietà di argomenti. Accedi alla Biblioteca Base con oltre 800.000 titoli affidabili e best-seller in business, crescita personale e discipline umanistiche. Include tempo di lettura illimitato e voce Read Aloud standard.
- Completo: Perfetto per studenti avanzati e ricercatori che necessitano di accesso completo e senza restrizioni. Sblocca oltre 1,4 milioni di libri in centinaia di argomenti, inclusi titoli accademici e specializzati. Il piano Completo include anche funzionalità avanzate come Premium Read Aloud e Research Assistant.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì! Puoi usare l’app Perlego sia su dispositivi iOS che Android per leggere in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo — anche offline. Perfetta per i tragitti o quando sei in movimento.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Sì, puoi accedere a Io sono l'uomo selvatico di Guido Quarzo in formato PDF e/o ePub. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.
Informazioni
Print ISBN
9788817054416eBook ISBN
9788858623695“Ego sonto un homo salvadego per natura
chi me ofende ge fo pagura”
chi me ofende ge fo pagura”
Iscrizione nella camera picta di Sacco
in Val Gerola, anno 1464
in Val Gerola, anno 1464
1

Quando parlava del Selvatico, la nonna guardava sempre verso un punto preciso della montagna, e Martino se n’era accorto.
Guardava verso il Bosco dei Francesi. Anche se in quel momento stavano in casa e la finestra era chiusa, con le tendine che non lasciavano vedere niente, Martino coglieva al volo un movimento degli occhi della nonna verso quel punto, come un distratto battito di ciglia che avesse preso una strana direzione obliqua.
«Ma questo Selvatico tu l’hai visto?»
«Proprio di persona no, ma so di gente che l’ha visto eccome! Chissà, forse l’ho visto anch’io quando ero molto giovane e me lo sono dimenticato… ma tu non hai d’aver paura, basta non andare mai per i sentieri che non conosci, e mai nei boschi da solo.»
E questi inviti della nonna alla prudenza facevano sospettare a Martino che l’Uomo Selvatico fosse soltanto un’invenzione per convincerlo a rispettare i confini stabiliti dai grandi alle sue esplorazioni.
Però era molto più bello pensare che invece in qualche buco nascosto della montagna davvero ci vivesse il Selvatico, con le sue capre e i suoi tesori: allora Martino scacciava dalla mente quel sospetto fastidioso.
«Ma dove vive di preciso il Selvatico? C’è qualcuno che lo sa?»
«Oh… qua e là, dove gli piace di più, dove il bosco è più nero, magari in qualche grotta. Per questo non bisogna mai entrare nelle grotte…»
“Eppure c’è qualcosa” pensava Martino “che la nonna sa e non vuole dire…”
Poi scostava le tendine e guardava là, verso il Bosco dei Francesi.
Anche se tra lui e la nonna la collana delle domande e delle risposte era sempre la stessa, Martino non si stancava comunque mai di domandare, né la nonna si stancava di rispondere, e ogni volta che tornavano a infilare la collana delle domande e delle risposte, Martino aveva la sensazione di avvicinarsi un po’ di più al misterioso Uomo Selvatico.
«Ho sentito dire che una volta» raccontava la nonna «una ragazza era andata a far legna nel bosco…»
«Quale bosco?»
«Un bosco, non importa quale… insomma, questa ragazza aveva portato con sé una piccola accetta, per tagliare i rami.»
«Ma quanti anni aveva?»
«Non lo so, la storia non lo dice, forse sedici o diciotto.»
«Quando avrò sedici anni pensi che la mamma mi manderà nel bosco a far legna?»
«Ma non sarà necessario, ora abbiamo i termosifoni… comunque, la ragazza a un certo punto perse l’accetta e quando se ne accorse si mise a cercare, cercare, ma non riusciva più a trovarla. Aveva paura che a casa la sgridassero e la punissero, perché sai, c’è da dire che a quei tempi i genitori erano molto più severi di adesso… Così decise di non tornare finché non avesse ritrovato l’accetta.
«Girovagò per il bosco tutto il giorno e quando venne buio era ancora là che cercava la sua accetta.
«A quel punto sarebbe anche tornata a casa, ma purtroppo si accorse di essersi perduta: la poverina non sapeva più da che parte andare.
«Tutta impaurita cercò un riparo, vide una grotta e ci entrò.
«Non aveva fatto tre passi che subito una voce che sembrava il ruggito di un orso la fece quasi svenire di spavento.
«“Sento odor di carne! Chi è là?”
«La ragazza spiegò tutta tremante che si era persa nel bosco e cercava solo un riparo per la notte.
«“Ma non sai che questa è la casa dell’Uomo Selvatico? Non sai che l’Uomo Selvatico i cristiani se li mangia?”
«Allora la ragazza piangendo raccontò tutta la storia di come si era persa cercando l’accetta e il perché e il percome non voleva tornare a casa senza.
«Quando ebbe finito di parlare, il Selvatico si fece avanti e lei poté finalmente vederlo: era alto, tutto coperto da una barbaccia nera che gli arrivava fino ai piedi; i capelli sembravano un grosso cespuglio di more selvatiche e in mano teneva un paiolo di rame annerito dal fuoco.
«Rimestando nel paiolo con un mestolo di legno, il Selvatico disse: “Ti farò una sola domanda: vuoi mangiare con me o ti accontenti della compagnia delle mie capre?”
«La ragazza rispose che era così stanca, affamata e impaurita che anche le capre le bastavano per compagnia.
«Il Selvatico disse: “Hai dato la risposta giusta, vieni e mangiamo.”
«Nel paiolo c’era una specie di polenta di farina di castagne e il Selvatico la divise con la ragazza, poi le disse: “Laggiù c’è della paglia, se vuoi puoi dormire nella mia casa finché non fa giorno.”
«La ragazza si coricò sulla paglia e per la gran stanchezza si addormentò subito.
«La mattina dopo, quando si svegliò, invece che nella grotta si trovò in mezzo a un prato, proprio dove finiva il bosco, e al suo fianco era posata una piccola accetta tutta d’oro che brillava al sole.»
«Ma allora il Selvatico è ricco» osservava a questo punto Martino.
«No» spiegava la nonna, «non è ricco: ha dei tesori, ma non è la stessa cosa, ti pare?»
E Martino si sforzava allora di capire questa differenza tra essere ricco e avere dei tesori, però era difficile.

2

Il Bosco dei Francesi non ha più nemmeno un albero. Una volta c’era sì un bosco di abeti, ma poi è franata una cresta alta e la frana ha buttato giù tutte le piante, così adesso il Bosco dei Francesi è una pietraia buona solo per le vipere, dove non ci va nessuno.
Solo il nome non è cambiato.
Il posto si chiama così perché durante una delle tante guerre combattute in queste valli, un reparto di soldati francesi s’era accampato proprio lassù, in mezzo agli abeti.
È un fatto accaduto più di duecento anni fa, ma in paese la storia te la raccontano come se fosse successo ieri, e come se fossero stati lì a vedere.
Ecco: dal paese osservavano preoccupati il fumo dell’accampamento, sentivano gli ordini gridati dagli ufficiali, riuscivano persino a distinguere ...
Indice dei contenuti
- Cover
- BUR Rizzoli Ragazzi
- Frontespizio
- Dedica
- Io sono l’Uomo Selvatico