1. Spesa low cost
1. Mercato di Porta Palazzo
2. Mercato di corso Palestro
3. Mercato della Crocetta
4. Mercato di corso Orbassano
5. Mercato di corso Racconigi
6. Mercato di piazza Benefica
7. Mercato di corso Svizzera
8. Mercato di piazza Santa Giulia
9. Mercato di piazza Madama Cristina
10. Mercato generale del pesce
11. Mercato generale dell’ortofrutta
12. Gruppi di acquisto collettivo
13. Eataly Torino
14 Vinologo
15. Depepe (enoteca)
16. Amici di Bacco (enoteca)
17. Premiata Drogheria (enoteca)
18. SG Perez (granaglie)
19. Ditta Ceni (granaglie)
20. Ossola Farine
21. Negozio leggero
22. Latteria corso Vercelli
23. Azienda agricola La Magnolia
Dal mercato al supermercato
Pare che l’epoca del carrello extralarge pieno di prodotti di ogni tipo sia finito. E se fosse meglio così? E se la crisi fosse una buona occasione per imparare a fare le provviste in modo diverso, differenziando e risparmiando? Ecco la nostra soluzione: per le grandi scorte si va a Porta Palazzo o ai mercati generali, la carne e i formaggi li ordiniamo ai gruppi di acquisto, le provviste quotidiane le compriamo al mercato sottocasa, vino e detersivi li vogliamo sfusi, il pane ce lo facciamo da noi e poi, ciliegina sulla torta, beviamo l’acqua del rubinetto. Le poche cose che rimangono le possiamo anche comprare al supermercato, ma badando a intercettare i prezzi migliori.
Mercati mon amour
A partire da Porta Palazzo, passando per tutti i mercati della città , Torino ha tutto un mondo fatto di bancarelle. Vi diamo i consigli per districarvi in questa giungla, dove è ancora possibile trovare il risparmio e la qualità . Se si conoscono i posti giusti.
Mercato dell'ortofrutta (Foto di Organirama)
I migliori affari a Porta Palazzo
Tutti i torinesi conoscono il mercato di Porta Palazzo (Porta Pila per i piemontesi) in piazza della Repubblica. E tutti i torinesi sono orgogliosi del fatto che, con ei suoi cinquemila metri quadri, è il mercato all’aperto più grande d’Europa. Effettivamente chi non lo conosce rimane a bocca aperta: lo spazio della piazza è immenso, pieno di bancarelle di tutti i tipi. Si parte dai banchi dei contadini e poi, passando per la vasta area dedicata all’ortofrutta, si raggiunge l’antica tettoia dell’Orologio che ospita formaggi e carne, seguita da quella dei casalinghi. Un miracolo che si ripete ogni giorno.
Ecco vizi e virtù di questo mercato globalizzato dove clienti, venditori e merci arrivano da tutto il mondo.
ORTOFRUTTA
Troverete centinaia di venditori che urlano i pregi delle loro merci, dalle più semplici alle più ricercate. C’è l’imbarazzo della scelta, dato che i banchetti sono circa trecento. Il prezzo è sempre molto più basso rispetto ai mercati rionali: in media si spende la metà . Naturalmente non sempre va bene e può capitare, una volta arrivati a casa, di trovare qualche spiacevole sorpresa.
Se preferite una spesa più rilassante, scegliete il mercato sotto casa, magari comprando sempre dallo stesso bancarellista, che probabilmente non cercherà di imbrogliare sul peso. Se poi non avete nessuna voglia di buttarvi in questa specie di guerriglia urbana, andate al supermercato, dove ogni pacchetto riporta chiaramente il suo prezzo. Ma ricordate che, per il quieto vivere, spenderete almeno quattro volte di più…
Il vademecum del buon acquisto a Porta Palazzo
CONTADINI
Ospitati sotto la tettoia, sono la parte più interessante di tutto il mercato: un’ottantina di banchetti gestiti da contadini che vendono i prodotti dei loro campi. Fermatevi a fare due chiacchiere, magari infilando qualche parola in piemontese: con gioia vi spiegheranno le virtù delle loro piante. E ne vale la pena. Sicuramente tornerete a casa con qualche verdura sconosciuta (rafani da usare al posto delle cime di rapa? asparagi selvatici? puciu? cujèt?). Attenzione, sotto la tettoria non trovate frutta e verdura bio certificata, ma coltivata «naturalmente», senza l’uso dei pesticidi, come assicurano i contadini. E a giudicare dalle imperfezioni di frutta e ortaggi non ci stanno mentendo.
Una volta esplorata l’offerta dei contadini italiani, vi suggeriamo di provare anche i prodotti coltivati nella zona di Carmagnola dai coltivatori cinesi. Sui loro banchi trovate ortaggi esotici mai visti: cetrioli amarissimi, fagiolini lunghissimi, melanzane magrissime e zucche grandissime. Però dovrete scoprire da soli come usarli, perché difficilmente si attarderanno a darvi qualche ricetta.
Dalla parte opposta trovate due banchi che vendono solo uova, di batteria, ma a buon prezzo.
Molto folcloristici sono anche i venditori di galline vive, acquistate soprattutto da giovani donne africane.
PESCE
Il mercato del pesce è ospitato dal 1836 in un padiglione ristrutturato di recente. Ci trovate diciotto banchi scenograficamente decorati con mosaici, dipinti a tema e sculture di marmo. Tutto intorno, il frastuono dei commercianti che cercano di attirare la vostra attenzione. Voi state al gioco, ma senza distrarvi: potreste trovarvi in mano un cartoccio pieno di cozze che non volevate. Tenete sempre ben fermo il vostro obiettivo e non lasciatevi attirare da offerte troppo convenienti. Con il pesce non si scherza.
FORMAGGI, CARNE, PANE
All’interno dell’antica tettoia dell’Orologio, costruita nel 1916, sono ospitati una novantina di stand che vendono pane, carne, formaggio e salumi. Nel dubbio, potete riconoscere questa parte del mercato dall’installazione di Pistoletto sul tetto, dove la scritta «Amare le differenze» è riprodotta al neon in trentanove lingue diverse. Questa zona del mercato è «garantita»: i prezzi sono ottimi e c’è basso rischio di comprare male. Si trova di tutto, dalla carne a basso prezzo ai prodotti più ricercati. Se vi interessano i salumi, mentre vi fate servire, chiedete con nonchalance se per caso hanno dei «fondini», cioè la parte finale degli insaccati, venduti a prezzi ridotti, ma buoni quanto il cuore dei salumi.
Ci sono anche numerosi banchi etnici che vendono insaccati rumeni, prodotti peruviani o carne di agnello araba: ve la consigliamo perché è macellata secondo il metodo halal, che segue norme igieniche molto rigorose.
Il formaggio migliore lo trovate probabilmente dall’anziano piemontese con il codino, che tratta i suoi formaggi come vere signore, con cura ed estrema lentezza: lo riconoscete dalla coda perenne che si snoda davanti al suo banco, su cui sono esposti pochi prodotti ma buoni, vend...