Capitolo 1
Un metodo «unico al mondo»:* l’imbroglio
Dell’arte di farsi passare per un grande
medico innovatore
Pierre Dukan dichiara sempre di proporre «l’unico metodo al mondo dotato di un autentico piano concreto e strutturato di consolidamento e di stabilizzazione».1 Il suo metodo sarebbe così efficace che il solo fatto di renderlo noto rappresenterebbe per lui «un valido contributo per combattere il grave problema dell’obesità».2 Per questo non sarebbe stato «né morale né civile utilizzarlo a proprio uso esclusivo».3
Per poter giudicare, esaminiamo insieme questo metodo «unico al mondo», questa «terra promessa» fondata sulla «combinazione di quattro regimi successivi».4
Fase di attacco: mangiare in base alla volontà del dottor Dukan
Il primo regime dietetico, la fase di attacco, «breve e folgorante», si basa sul consumo esclusivo di una lista di alimenti proteici in quantità illimitata. È il «periodo della conquista», durante il quale si deve mettere in moto la «macchina da guerra», il «bulldozer»5 destinato ad annientare ogni resistenza. Esso dura da tre a dieci giorni e promette una perdita di peso da 1 a 5 chili.
«La regola è semplice e non discutibile: tutto quello che è indicato nella seguente lista è per voi, totalmente per voi; quello che non si trova nell’elenco no.»6 Perlomeno le cose sono chiare, non si discute con il dottor Dukan! Questa lista comprende una selezione limitata di alimenti proteici poveri di grassi, 1,5 litri di liquidi e un cucchiaio e mezzo di crusca d’avena al giorno. Si possono cuocere questi alimenti con qualsiasi metodo che escluda l’aggiunta di materie grasse. Ingredienti e condimenti diversi potranno essere utilizzati per rendere più gradevole la dieta. Raccolte di ricette si trovano nelle varie opere e nei siti internet del dottor Dukan. Riassumendo, si tratta né più né meno di mangiare in quantità illimitata un numero limitato di alimenti proteici da lui stabilito.
La crusca d’avena, presentata come il pezzo forte dell’edificio dukaniano, è destinata a rimediare alle insufficienze della dieta. Permetterà al tempo stesso di ridurre l’appetito, aumentare il senso di sazietà, attenuare la frustrazione causata dalla rinuncia a farinacei e cereali e persino di prevenire il desiderio compulsivo di alimenti dolci. Al punto da proporla ai bulimici come un formidabile strumento di difesa7 di cui potranno usufruire senza limitazioni nei momenti di crisi e senza alcun apporto di calorie. Volendo ingozzarsi, tanto vale farlo con l’avena. Come abbiamo fatto a non pensarci?
La perdita di peso nelle prime fasi della dieta si fonda sul rispetto di due raccomandazioni fondamentali: la prima è quella di non saltare mai i pasti. Il segreto consiste in effetti nel «mangiare a volontà» gli alimenti autorizzati, in modo da non avere mai fame. Ed è anche necessario «mangiare a scopo preventivo, prima ancora del sopraggiungere della fame», soprattutto per non soccombere alla tentazione degli «alimenti […] gratificanti», dolci e grassi, «connotati da una forte carica emotiva».8
La seconda è di evitare gli strappi alla regola, che sono semplicemente messi al bando. «Sappiate inoltre che la minima trasgressione, per quanto ininfluente possa sembrarvi, avrà lo stesso effetto della puntura di un ago su un palloncino. Uno scarto apparentemente innocuo è infatti sufficiente a farvi perdere il beneficio della preziosa libertà di mangiare senza alcun limite.»9
Vedremo più avanti come le due armi segrete del dottor Dukan si rivelino anche estremamente efficaci nell’alterare in profondità il corretto comportamento alimentare.
Fase di crociera: una prova di volontà
Il secondo regime, la «fase di crociera», è quello che «vi condurrà in un’unica tappa al peso desiderato».10 Consiste nell’alternare, un giorno sì e l’altro no, il regime di attacco con uno nuovo che contempla gli alimenti proteici più poveri di grassi e le verdure più povere di zuccheri. Come nella fase precedente, il cibo è concesso a volontà. Ma è il regime di attacco che resta il motore del dimagrimento, dando anche alla curva del peso un «ritmo sincopato», «una serie di conquiste seguite dal riposo». Dukan ipotizza che si possa perdere un chilo a settimana. Così, senza difficoltà particolari, si può sperare di diminuire di 20 chili in venti settimane.
La perdita di peso durante questo periodo è tuttavia più lenta. È il momento, avverte il dottor Dukan, in cui «anche la volontà più ferrea talvolta finisce per incrinarsi, le tentazioni a lungo respinte si fanno più insistenti». Questi fattori, insieme con i risultati ottenuti grazie alla dieta, portano alla «tentazione di fare la classica eccezione alla regola», al rischio di «adagiarsi sugli allori, di bloccarsi e di abbandonare la scommessa».11 Attenzione, il metodo Dukan non è per smidollati!
Esistono a questo punto tre modalità di reazione. Potete «abbandonare la dieta e sprofondare compiaciuti in un atteggiamento di rivincita cedendo alla fame compulsiva, ma con una profonda sensazione di fallimento che porta a riacquistare rapidamente peso e, peggio, a superare quello iniziale». Oppure potete riprendervi, «tornare fedelmente al regime di partenza e resistere fino al raggiungimento dell’obiettivo fissato». Potete infine sentirvi «incapaci di andare oltre, ma fare il possibile per non vanificare gli sforzi fatti […] passando direttamente alla fase di consolidamento».12
È nel corso di questa fase dimagrante che i vecchi demoni possono risorgere e rallentare la perdita di chili. Con certe persone che sono per natura predisposte al sovrappeso è preferibile non insistere – a meno che non ci sia una necessità categorica di dimagrire (in presenza di diabete, grave artrosi o ineludibili motivi personali)13 – e attendere giorni migliori per ricominciare a impegnarsi fino a raggiungere il peso inizialmente fissato. Altre persone, che il dottor Dukan stigmatizza come «poco motivate e con volontà debole»,14 saranno tentate dall’idea di abbandonare la partita. Ma se aiutate e sostenute da chi le circonda, potranno sperare in una perdita ulteriore di altri 5 chili in cinque settimane, prima di passare alla fase di consolidamento e poi a quella di stabilizzazione definitiva. Altre ancora, vittime di un percorso disseminato di «diete sbagliate» possono aver sviluppato una resistenza al dimagrimento. Ma non devono scoraggiarsi: il programma Dukan sconfiggerà tutti gli ostacoli. Se riusciranno a tenere duro, perderanno i loro 20 chili in sei mesi invece che in cinque. Ed ecco infine la donna in preda agli sbalzi ormonali della menopausa. Ma non c’è da preoccuparsi: «Questa paziente si rivela paradossalmente anche la più determinata e motivata a riuscire con successo nell’impresa e a seguire il regime per tutta la sua durata».15 Grazie a «un’attenta strategia difensiva» ci metterà al massimo un anno per raggiungere il suo obiettivo, invece dei cinque mesi previsti.
Fase di consolidamento: il piacere a prezzo del riscatto
La terza fase consiste nel consolidare il «Giusto Peso». Ora, «eccovi arrivati al peso ideale, o al peso fissato all’inizio del programma» o perlomeno, per i meno motivati e determinati, «al “peso di rassegnazione” accettato come ripiego o come vittoria parziale».16
A questo stadio, l’organismo che è stato sottoposto «al saccheggio delle sue riserve» ha un unico desiderio: riprendere chili e «riconquistare il grasso perduto». Può soddisfarlo in tre modi: acuendo la sensazione di fame, riducendo il dispendio energetico e aumentando l’assimilazione delle calorie presenti negli alimenti. Non è dunque il momento di gettare la spugna. Per fortuna, però, in base alle osservazioni personali del dottor Dukan, questa resistenza del nostro corpo non dura più di dieci giorni per ogni chilo perso. Dieci chili persi, cento giorni di consolidamento! E giunti «alla fine del tunnel» grazie al regime di stabilizzazione avremo portato a termine l’impresa. Eccoci rassicurati!
La fase di consolidamento è caratterizzata da tre semplici misure. Prima di tutto, la reintroduzione progressiva di alcuni alimenti più ricchi di grassi e zuccheri (150 grammi di frutta al giorno – in realtà solamente quella a minor contenuto di zucchero – due fette di pane integrale, una porzione di formaggio da 40 grammi, 200 grammi di farinacei due volte alla settimana). Dopo aver severamente condannato tutti i metodi basati sul calcolo delle calorie, il dottor Dukan permette una piccola deroga ai suoi principi fondamentali.
Poi, l’obbligo di concedersi due «pasti della festa» alla settimana, perché il piacere – ma guarda un po’ – è necessario. Due volte alla settimana potrete mangiare quello che volete: «un primo, un secondo, un dessert o un formaggio, un aperitivo, un bicchiere di vino, il tutto in buona quantità ma una volta sola». Ma mai più di due «pasti della festa» alla settimana. Il dubbio, infatti, è questo: dopo aver spalancato la porta, «avrete la forza di richiuderla, o sarete fra quelli che, al risveglio e presi dall’entusiasmo, non riescono a trattenersi dallo spalmare sul pane un abbondante strato di marmellata?».17 Vedremo di che tempra siete fatti!
E infine il giovedì proteico. Il giorno G, quello del riscatto. «È sia il motore sia la cintura di sicurezza del regime di consolidamento. È l’unico momento della settimana che pone dei limiti, ma è il prezzo da pagare per tenere sotto controllo la situazione, fino a quando la tempesta non si sarà placata. […] Il prezzo non è negoziabile. Attenetevi rigorosamente alle regole previste per questa giornata, altrimenti non iniziatela nemmeno, perché sarebbe fatica sprecata. […] Non scordatelo: siete i soli interessati al buon funzionamento di queste precauzioni.»18 Insomma, avrete capito che se la dieta del dottor Dukan fallisce, la colpa è solo vostra.
Stabilizzazione: la libertà vigilata
L’ultima fase, detta della stabilizzazione definitiva, è caratterizzata da una libertà alimentare totale, limitata unicamente da tre regole fondamentali che hanno la funzione di costanti richiami all’ordine. Sempre, ovviamente, il giovedì proteico, che rappresenta «un legame di protezione e di simpatia che unisce idealmente e concretamente» il maestro ai suoi adepti e che ha lo scopo di ricordare loro l’eroica «battaglia intrapresa insieme». Il giovedì è stato fissato dal dottore in persona, perché «per le persone in sovrappeso non vi è nulla di più difficile che dover scegliere da sole il momento in cui affrontare la prova». «Il carattere imposto e non negoziabile di questa giornata di riscatto» serve da «diga di contenimento per gli abusi della settimana.»19 «Questa giornata di proteine dovrà quindi essere rispettata fedelmente, perché anche una sola trasgressione o un minimo errore, alterandone l’efficacia, minaccerebbe la solidità dell’intero edificio.»20
In secondo luogo, l’obbligo di rinunciare all’uso dell’ascensore, come segno della determinazione a non ingrassare più. Scegliere l’ascensore vuol dire che «la rinuncia sta cominciando ad avere la meglio». Invece ogni volta che l’adepto percorrerà la rampa di una scala sarà come se rivolgesse «una strizzatina d’occhio» al dottore, per fargli capire che ha fiducia nel programma e «accetta di fare questo piccolo investimento», senza il quale tutto sarebbe «destinato al fallimento».21 Giusto nel caso vi venisse la tentazione di dimenticare a chi dovete, in realtà, lo stato della vostra salute.
E per finire, naturalmente, quello che è «semplicemente un trucco»:22 mantenere per tutta la vita l’abitudine di consumare tre cucchiai di crusca d’avena al giorno. In fondo, basta crederci.
Per facilitare la stabilizzazione definitiva, i libri e i siti internet del dottor Dukan propongono una grande quantità di ricette di cucina e di esercizi fisici.
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