La casa Tellier
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La casa Tellier

  1. 190 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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Informazioni su questo libro

La casa Tellier è un rispettabile bordello frequentato dai borghesi di Fécamp. Una sera però i clienti abituali trovano la porta chiusa. Le prostitute sono andate in campagna ad assistere alla prima comunione di Madame Tellier, la tenutaria.Il loro arrivo mette sottosopra il piccolo paesino normanno provocando una confusione tra sacro e profano. Le lacrime di commozione nella chiesa a cui si uniscono tutti i fedeli e che sono lette dal parroco come una miracolo si mescolano alla trasgressione, al divertimento e ai desideri illegittimi che le ragazze suscitano durante il banchetto.Questa assurda commistione, che mette a nudo l'aspetto ridicolo tanto della religione quanto della sensualità, è il segnale di un profondo sconvolgimento che spezza la salda fede borghese nella realtà delle cose e sbriciola in un crudele cinismo il senso della vita.

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Informazioni

Editore
BUR
Anno
2012
Print ISBN
9788817171168
eBook ISBN
9788858626757

INTRODUZIONE

In un’epoca in cui la gloria si confondeva con lo scalpore1 e in cui la voce di quelli che Musset chiama arringatori dominava ogni cosa, sembra che i due grandi processi letterari del 1857, quello di Madame Bovary e quello dei Fiori del male, abbiano aperto ai giovani letterati una nuova via d’accesso (sebbene non molto capace di distinguerli dal borghese che vuole stupire il mondo) al successo: lo scandalo. Il fatto che Flaubert o Baudelaire non l’abbiano mai cercato non ha nessuna importanza, il 1857 segna una data a partire dalla quale non sembra più possibile (o immaginabile) fare un’opera, se non in senso inverso alle convenzioni istituite e al consenso di quei furfanti delle persone oneste.2
Guy de Maupassant fu – destino paradossale e doloroso riflesso in Bel-Ami – una creazione quasi balzacchiana di Flaubert, nel senso che il solitario di Croisset gli concesse non solo il prestigio della sua protezione e il beneficio del suo insegnamento estetico e filosofico, ma anche i mezzi per avanzare gloriosamente nella carriera – per quanto abbietta possa essergli sembrata, per se stesso, l’idea di una carriera nelle lettere. Nel 1881, quando appare La casa Tellier, Maupassant deve a Flaubert il vantaggio relativo della sua posizione zione al ministero dell’Istruzione pubblica e delle Belle arti (impiegato fino allora alla Marina, egli fu raccomandato da Flaubert al ministro Bardoux), l’essere stato introdotto nell’ ambiente giornalistico (che Flaubert tuttavia odiava) e qualche parola di pubblicità (Flaubert aborriva la pubblicità) per il lancio di «Palla di sego» – lancio di fatto abbastanza trionfale, che autorizzò il debuttante a considerarsi a partire da quel momento come uno scrittore e a sollecitare dai suoi capi un lungo congedo che gli permise di scrivere La casa Tellier.
Nel momento in cui viene pubblicato questo volume, il suo primo libro, Maupassant è dunque relativamente celebre ed è ciò che voleva. Fin dal 1876, come dimostra una lettera a Paul Alexis, egli si preoccupava del successo («Bisognerà discutere seriamente dei modi per sfondare. In cinque3 si possono fare molte cose, e forse ci sono dei trucchi inesplorati fino ad oggi», 17 gennaio 1877) e vi arrivava in effetti quattro anni dopo, forte dei consigli di Flaubert che aveva dichiarato: «Ho delle idee sul modo di far conoscere Palla di Sego, ma spero di vedervi presto», 1° febbraio 1880). Maupassant trae dunque vantaggio dallo scalpore legato allora al nome di Zola (quel nome che «squilla come due note di tromba, violento, fragoroso, [che] penetra nell’orecchio, lo colma della sua brusca e sonora allegria. Zola! che richiamo per il pubblico! che grido di sveglia! e che fortuna per uno scrittore di talento nascere così favorito dall’anagrafe», Emile Zola, Célébrités contemporaines, A. Quentin, 1883), che peraltro, come Flaubert, egli apprezza poco; inventa impudentemente una storia degna di Boccaccio per far conoscere l’argomento delle Serate di Médan e le presunte circostanze della sua pubblicazione. 4 Il valore intrinseco di Palla di sego è immediatamente riconosciuto dai pari dell’autore, e l’intero volume, grazie in particolare al suo articolo, fa scandalo...
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Nel 1881, è dunque necessario consolidare la reputazione acquisita grazie a Palla di sego, con la pubblicazione di un volume. Maupassant concepisce allora La casa Tellier come un qualcosa di simmetrico a Palla di sego (il viaggio in treno fa da eco al viaggio in carrozza, e la divisione fra vizio e virtù si confonde in egual misura in questi due racconti sulla prostituzione); scrive L’amante di Paul (un’altra novella un po’scandalosa) e A primavera, che sta nel mezzo fra i generi della novella e della cronaca, quasi per attestare l’origine giornalistica (mercenaria) della raccolta. Le altre novelle sono già apparse nella stampa: Storia di una ragazza di campagna nella «Revue politique et littéraire», detta altresì «Revue bleue» (26 marzo 1881), Una scampagnata ne «La Vie moderne» (2 e 9 aprile 1881 ), Il babbo di Simon ne «La Réforme politique et littéraire» (1° dicembre 1879), In famiglia ne «La Nouvelle Revue» (15 febbraio 1881), Sull’acqua, con il titolo En canot ne «Le Bulletin français» (10 marzo 1876). Per la riedizione presso Ollendorff nel 1891, Maupassant amplierà il volume aggiungendovi Le Sepolcrali, pubblicato in precedenza nel «Gil Blas» in data 9 gennaio 1891.
Mia moglie e Consigli di una nonna, che concludono la presente raccolta, non furono mai inseriti nel volume finché Maupassant fu in vita. La prima di queste due novelle era apparsa nel «Gil Blas» del 5 dicembre 1882, con la firma Maufrigneuse; la seconda, intitolata inizialmente Jadis, si avvicina sia alla cronaca che alla novella, ed era stata pubblicata per la prima volta nel «Gaulois» del 13 settembre 1880, prima di essere ripresa con un nuovo titolo nel supplemento letterario del «Figaro» (9 gennaio 1892) e ne «La Vie populaire» (16 ottobre 1892). Questi due testi appaiono alla fine del volume La Maison Tellier dell’edizione Conard:5 la loro presenza può essere motivata dalla cronologia: esse sono contemporanee alla maggior parte delle altre, e dal soggetto – si potrebbe in effetti leggere La casa Tellier come un insieme di variazioni più o meno disincantate sull’amore.
La coerenza del volume è dunque innanzitutto di circostanza: Maupassant cerca in primo luogo di spianare la strada che si è aperto grazie a Palla di sego e a questo scopo utilizza in parte ciò di cui dispone già. Ma la scrittura de La casa Tellier, la novella eponima, lo occupa particolarmente ed egli si aspetta molto da essa: «Credo che sia quanto meno uguale a Palla di sego, se non superiore», scrive a sua madre nel gennaio 1881. Il soggetto appare abbastanza scabroso e Maupassant conta su questo quanto sulla sua perfezione letteraria. Il suo giovane editore, Victor Havard fa altrettanto:

Come mi avevate fatto intuire, La casa Tellier è assai sorprendente e audace; è soprattutto un terreno ardente che farà sorgere, credo, parecchie ire e false indignazioni; tutto qua, e sarei molto deluso se non aveste un grande successo (non parlo del successo letterario che è già acquisito, ma del successo di libreria).6

Le riviste che riprenderanno questa o quella novella della raccolta attireranno sempre l’attenzione del pubblico su questo duplice aspetto dell’opera. È quanto fa «La Vie populaire» (18 agosto 1881, Una scampagnata): «Il Signor Guy de Maupassant ha appena pubblicato; presso l’editore Havard, un’eccezionale e vivacissima raccolta di novelle, dal titolo La casa Tellier. Si può non essere d’accordo sulla scelta dei soggetti, ma non si può negare il talento dell’autore. Prendiamo da questo nuovo libro questa curiosa novella»;7 e Storia di una ragazza di campagna il 15 maggio dello stesso anno veniva presentata in questi termini: «Possiamo disapprovare il sistema letterario secondo il quale è stata concepita e eseguita la nuova opera del Signor Guy de Maupassant, ma sarebbe assurdo contestare il talento assai personale e l’arte piuttosto insolita di cui egli ha fatto prova scrivendo questi piccoli racconti moderni»8.
Al di là di questi argomenti pubblicitari un po’ ingannevoli, nel momento in cui Maupassant tratta con «La Nouvelle Revue» la pubblicazione di Bouvard et Pécuchet dopo la morte di Flaubert, la pubblicazione de La casa Tellier gli assegna il posto di scrittore al quale egli aspira e che lo stesso Flaubert gli aveva preparato. Ma è chiaro, secondo la formula di Yvan Leclerc, che egli si afferma come scrittore superiore in un genere minore 9, genere da debuttanti (Zola era entrato nella carriera pubblicando i Racconti a Ninon) dove egli eccelle subito e dove, più che altrove, emergerà il suo genio. Fatta eccezione per Huysmans, ma aggiungendo Mirbeau che, per poco, non fu dei loro, i médaniani apprezzeranno particolarmente il genere della novella, che permette loro di sfruttare meglio un respiro talvolta incontestabilmente corto e sfuggire un po’, grazie all’ironia e al gioco dei richiami, alla fatalità di riscrivere i capolavori dei maestri (Goncourt, Flaubert, Zola). Anche se non vi sfuggono affatto, dato che ognuno di loro scriverà la propria versione di Madame Bovary: En ménage, Madame Meuriot, Une Belle Journée, Une Vie, L’Accident de Monsieur Hébert. Scrivere delle novelle è, per certi versi, un modo di produrre il naturalismo, che si definisce forse innanzitutto (da qui la sua singolarità, il suo carattere eminentemente riflessivo) come una letteratura d’epigoni, che trae la sua modernità, addirittura la sua forza, dal suo stesso attingere nell’insieme di tutte le opere accumulate fino a quel momento nelle biblioteche e nelle memorie. Gabriel Thyébaut simboleggia qui un caso estremo, lui nel quale Gourmont vedeva il maestro occulto dei naturalisti e che diede vita ai suoi occhi «al tipo di scrittore che non scrive»,10 immerso nella lettura di Flaubert al punto di diventare, quasi, uno dei suoi personaggi. I giovani naturalisti scrivono sempre pensando ai loro maestri, affascinati da altre opere e in una sorta di dolore anticipato per la perdita della perfezione artistica. Così, essi si definiscono tacitamente come uomini del proprio tempo, che hanno rinunciato all’ideale di una bellezza universale, ma non all’alchimia del quotidiano e dell’incompiuto. La novella diventa il laboratorio di chi non smette mai, ai confini della scrittura e della lettura pietrificante, di diventare scrittore e si vieta di copiare. Tutti, nel momento in cui deve apparire grazie a Maupassant Bouvard et Pécuchet, sono impiegati d’ufficio, impiegati da Zola a copiare numerosi documenti, impiegati dai giornali a consegnare regolarmente i loro pezzi. Tutti, evidentemente, sono allora affascinati dal silenzio e soprattutto minacciati da esso. Flaubert, poi, li ha assorbiti completamente, e l’eredità flaubertiana deve essere considerata, in particolare per quanto riguarda Maupassant, ma nemmeno Céard vi sfugge, come un’esigenza e un obbligo, più che come un lascito. Esigenza tanto più difficile da mantenere per lui, spinto con entusiasmo da Flaubert verso tutto ciò che il maestro aborriva per se stesso e che si potrebbe definire la vita esteriore – da cui deriva uno sfaldamento e la scrittura di Bel-ami, dove viene elaborato il più distruttivo degli autoritratti. 11
Si tratta dunque di diventare scrittore, come non lo fosse per natura («mai nessun uomo ha puzzato d’inchiostro meno di lui»" scriverà di lui Zola), dalla posizione di lettore attonito, pietrificato – reso immobile e muto, destinato a sostituire la gestione al genio12 ( da cui la produzione di innumerevoli novelle), la collezione all’invenzione, cosa che determina la decadenza ed è altresì, se si vuole effettivamente scrivere a partire da questo, un’opera deliberatamente minore, una sorta di definizione della modernità come rinvio infinito, come esercizio. Maupassant, sulle tracce e con i consigli paradossali di Flaubert, si ingegna dunque a fare scandalo. E poiché egli nasce da Flaubert, farà scandalo dissolvendo lo scandalo, dedicandosi alla scrittura di storie che letteralmente si fissano (come si direbbe di una sostanza) del non fissarsi, il cui senso diventa indefinibile, storie che portano in qualche modo la narrazione del loro stesso annullamento e anche della loro impossibilità o della loro improbabilità. Nelle novelle di Maupassant, avviene qualche cosa e al contempo non succede nulla, se non il ritorno del medesimo o di ciò che doveva essere; Maupassant allora non smette mai di diventare scrittore proprio sospendendo il suo diventare scrittore. Persino quel famoso stile, chiaro e luminoso, quintessenza dello spirito francese, lo ripetiamo ai quattro venti, che si impone di non essere e porta la scrittura del novellista ai confini del nulla: «una pagina di Maupassant non è firmata – scriveva Goncourt – è semplicemente una buona redazione ordinaria che appartiene a tutti».
Leggiamo dalla penna di Patrick Wald Lasowski, a proposito del successo de La casa Tellier (che contò dodici edizioni in due anni e, su spinta di Turgenev, dapprima perplesso e poi infine convinto, beneficiò di una traduzione in russo):
La casa Tellier racchiude il genio di Maupassant [...] ma egli non ha avvenire. Giacché, fondamentalmente, Maupassant non ha più nulla da aggiungere. Crescerà solamente nel numero, condannato a «ricominciare». Fondendo l’innumerevole serie dei Racconti e novelle, La casa Tellier – la novella, la raccolta, il libro – ha sigillato la sua opera, una volta per tutte.13

Remy de Gourmont già vedeva qualche cosa di fatale nel meccanismo di uno scrittore che «si rinnovò così poco».14 In realtà La casa Tellier, raccolta spezzettata come tutte quelle di Maupassant, teso fra il richiamo delle circostanze e la volontà contraria di fare un’opera componendo dei libri, presenta già tutta la tematica dell’opera futura: prostitute, canottaggio, campagna normanna, mediocrità dei funzionari, figli bastardi, esuberanza della natura, acque vive o stagnanti, suicidi... Temi, o meglio figure, che emergono in novelle di varia struttura: racconti concatenati e non, semicronache o storie vere e proprie, di piega autobiografica e non, scenette o brevi romanzi (come quelli abbozzati in In famiglia e in Una scampagnata), imperniati sul dialogo (A primavera), la descrizione (Sull’acqua) o la narrazione. Anche in questo senso, la novella appare come un laboratorio, laboratorio del romanzo, questa volta, dove si sperimentano tecniche diverse, dove si moltiplicano gli esercizi, dove ci si allena a diventare scrittori. La casa Tellier è lo specchio anticipato dell’ opera di Maupassant, anche nelle sue tonalità più inquietanti: si pensi in particolare al ritorno spaventoso della morte, in In famiglia e Sull’acqua, alla minaccia di follia che aleggia su Simon, prima di incontrare Philippe, o su Rose, la ragazza di ca...

Indice dei contenuti

  1. Copertina
  2. Frontespizio
  3. La casa Tellier