PRIMO GIORNO
In principio era il silenzio.
Il silenzio del nulla.
Un nulla silenzioso.
Immaginare il nulla che nel silenzio fa il mondo che cancella anche il silenzio, è un pensiero che non solo fa rumore, ma sconvolge.
Del resto l’uomo non sa pensare il nulla, perché per pensarlo occorre essere nulla. E l’uomo lo è stato ma non lo è più.
Il silenzio disse: «facciamo le cose del mondo, facciamo il mondo». E lo disse senza che nessuno sentisse perché non c’era nessuno, e così il mondo venne fatto nel silenzio. E il mondo fu.
Dal nulla al mondo. Un evento incredibile ma certo, perché ora qualcosa c’è e in principio non c’era nulla di quanto ora esiste. Incredibile, perché ogni pensiero che faccia discendere il mondo dal nulla è folle, ma altrettanto folle sarebbe sostenere che il mondo non c’è, che dunque esiste il nulla e che tutto è ancora silenzio come in principio, quando c’era soltanto il silenzio.
Il mondo potrebbe essere da sempre e allora non ci sarebbe un principio, a meno di ammettere un inizio del sempre.
Ma il sempre non ha inizio e non può avere fine, anche se tutto ha un principio e una fine.
dp n="6" folio="6" ? Se spiegare il mondo dal nulla è impossibile, altrettanto lo è dimostrare che dal mondo si va verso il nulla. Il nulla non c’è ora e non c’è mai stato se da sempre c’è il mondo.
Se è da sempre perché non per sempre?
Bisogna pensare a un dio, che non è mondo, e che fa il mondo che non c’era.
C’era dio ma non il mondo e dio non è il mondo anche se il mondo non può esser «altro» da dio, perché nulla c’era al principio del mondo tranne dio, che esisteva da sempre.
Nessuno può avere creato dio, sarebbe un altro dio identico a dio, e se un dio crea un altro dio allora lui stesso è stato creato e quindi da sempre deve esserci stato un dio che ha creato un dio identico a sé fino al dio che è il dio che ha creato il mondo e non era mondo.
Il mondo è qualcosa di nuovo rispetto a dio, e dunque il dio del mondo è un dio differente da quello che non ha fatto il mondo ma ha generato il dio che lo ha fatto.
In principio del mondo c’era dio, e anche il silenzio.
Un dio silenzioso.
Al sorgere del mondo, e non di dio che è da sempre.
Rispetto al mondo, prima c’era il nulla, perché lui, il mondo, non c’era, ma esisteva dio prima del mondo, dio che ha fatto il mondo da sé.
Delle due una: dio è anche il mondo o il mondo è altro da dio anche se è fatto da dio.
Se dio può fare tutto perché è dio allora può aver fatto anche qualcosa, il mondo, che non è dio, ma è semplicemente fatto da dio.
Dio può fare tutto, persino ciò che è contro dio. Se così non fosse sarebbe limitato e un dio che è da sempre e che non può fare qualcosa, è impensabile.
Dio è da sempre e può fare tutto.
Ma può ammazzarsi o cancellarsi?
Può un dio non essere più dio?
dp n="7" folio="7" ? Può chi è da sempre non essere più, mentre è per sempre?
È per sempre o può essere per sempre se lo vuole?
In principio dio si è ammazzato perché egli può tutto e il mondo è ciò che rimane di un dio cadavere, di un dio morto. Dunque, in principio del mondo dio è morto e il mondo è la morte di dio.
Un dio che si è suicidato per mostrare che dio può tutto.
... nei Fratelli Karamazov Ivan sosteneva che la prova di essere veramente liberi sta nel poter uccidere un uomo senza alcun motivo, uccidere per uccidere come segno di libertà e dunque di massimo potere.
Ivan ha commesso un errore, doveva sostenere che l’uomo è libero solo se decide di non morire e dunque di farsi eternamente uomo, fuori del tempo. La sola libertà è nel poter diventare dio.
Ma ritornando a dio, egli per mostrare di potere tutto e di essere veramente libero non poteva che ammazzarsi, andando contro la condizione di chi è da sempre e per sempre.
Ma se da sempre è stato senza mondo, perché fare il mondo?
Non certo per necessità , perché dio non ne ha alcuna.
Se da sempre poteva fare il mondo e non lo ha fatto, perché generarlo a un certo punto?
Se era una necessità allora poteva farlo prima, e se non lo ha fatto, doveva per coerenza non crearlo mai.
Aveva la possibilità di pensare il mondo ma poi di non farlo e dunque mostrare di potere, in quanto non ha realizzato ciò che poteva fare.
La sola prova di libertà per un dio, è di non essere più dio o almeno di diventare un dio morto.
Se tentando di uccidersi non ci fosse riuscito, avrebbe dimostrato di avere dei limiti, il limite di non potere essere che eterno.
E da questo è facile dedurre come ogni eternità sia una disgrazia, anche per un dio. Nell’eterno tutto rimane uguale per sempre e dio sarebbe esattamente come è stato da sempre. Tutte le qualità dell’essere dio diventerebbero orrore per il fatto di non potere cambiare e di dovere essere per sempre come è stato.
Condizione da suicidio appunto, e lui ha detto: «Mi ammazzo» perché sono dio. Ed è scomparso mentre nasceva il mondo, generato da un dio che muore suicida.
Non c’è spazio alcuno per pensare che sia stato ucciso da altri, perché non c’era nessuno al di fuori di dio. Se dunque è accaduto, solo lui ha potuto ammazzarsi. Se invece c’è ancora, allora perché ha fatto il mondo?
Perché il Genesi?
La questione non sarebbe poi così importante: riguarda in definitiva dio e nessuno può preoccuparsi di dio.
Non lo sarebbe se non riguardasse anche il silenzio.
È probabile che dio, esistente da sempre, non facesse rumore e che il rumore sia solo del mondo e che dunque appartenga al mondo.
In principio viene fatto il rumore. E potrebbe dipendere dalla morte di dio, avvenuta all’origine del mondo anche se non è facile dire come un dio muore, se muore.
Bisognerebbe sapere almeno come è nato, ma non è possibile perché non è mai nato, è da sempre. Se non fosse da sempre, sarebbe stato fatto da un altro dio che mentre lo ha generato è morto, proprio per fare un dio identico a se stesso ma unico.
Non è facile giungere a sostenere che dio, per mostrare di essere libero, si sia ucciso.
Un suicidio divino è tuttavia straordinariamente affascinante.
Più facile è immaginare che sia stato ucciso, e che un dio possa suscitare le invidie di qualcuno è comprensibilissimo.
Ma era solo, a meno che egli stesso, dio, non avesse creato un altro dio che volendo essere l’unico dio, si sia scagliato contro il suo creatore e lo abbia finito. Realizzando perfettamente il piano di averlo generato proprio perché lo uccidesse, non potendosi egli suicidare. È un suicidio indiretto, simpliciter. Inoltre il nuovo dio che ammazza il vecchio è come eliminasse anche se stesso, perché è identico. Uccidendo deve aver avuto l’impressione di suicidarsi. Una strage.
Ma non sono a ben guardare esattamente identici.
Uno è da sempre e l’altro invece lo è solo dal momento in cui è stato fatto per ammazzare.
Diverso ma non minore, perché anch’egli è eterno, non da sempre ma da quel momento per sempre, mentre il dio morto è da sempre ma non per sempre, perché è morto per essere vero dio, senza limiti.
Oltre dunque alla modalità con cui viene ammazzato, si creerebbe un’aporia drammatica nel confronto tra il primo e il secondo dio. Questi penserebbe: «Se lui è stato ammazzato perché non posso morire anch’io dal momento che essere per sempre, anche per un dio nato da poco, non ha nulla di attraente?». E dunque appena ucciso il padre vorrebbe egli stesso morire e per questo dovrebbe generare un altro dio perché lo ammazzi. Una storia lunga, eterna, ma soltanto in questo modo l’essenza di dio e la sua libertà sarebbero salve. A spese di un omicidio seriale, e del resto nessuno che non sia dio può ammazzare un dio.
È però chiaro che ammazzare non è un comportamento accettabile nemmeno per un dio, si tratterebbe di un dio del male, e non può essere!
Invece deve potere, altrimenti scoprirebbe un altro limite e finirebbe per avere di sé una percezione tremenda. Si renderebbe conto di essere schiavo dell’essere dio, perché di fatto non può fare nulla se non essere da sempre e per sempre, che è una condizione da suicidio per la monotonia, per il senso di stanchezza che avrebbe del suo essere dio; e dovrebbe aggiungere che per essere liberissimo di fare ciò che vuole, deve creare un dio del male e morire ammazzato.
Ecco che la libertà di dio è dimostrata, anche se comporta il male, la presenza di satana: il dio del male.
Nessuno mai può pensare che ammazzare sia bene.
E a questo punto si potrebbe dire che in principio del mondo c’era il Male, satana, sia pure dentro dio e che proprio il Male, crea il mondo.
Il mondo nasce o per un suicidio diretto oppure indirettamente attraverso un dio che uccide dio.
In ognuna delle due possibilità , il mondo è una disgrazia.
E il mondo c’è.
Difficile è dire come si distingua un dio vivo da un dio morto e soprattutto come un dio del male si differenzi dal dio che lui ha fatto per farsi ammazzare come segno definitivo di libertà .
Il dio del male è pur sempre dio e quindi può fare tutto, essendo libero può anche ammazzarsi, lo si è detto, ma deve poter anche diventare buono.
Un satana che divenga dio del bene non è di facile fattura perché non può quel dio non ricordare, anzi non avere presente sempre, che ha ammazzato e che dunque quel gesto, che è male anche se voluto da dio, lo differenzia dal dio che lo ha generato, quello buono.
Se accadesse, il vero dio, quello che resta per sempre anche se non da sempre, sarebbe il dio cattivo, il male, e se è stato lui a fare il mondo, sicuramente l’ha fatto come espressione di sé che è strutturalmente male.
Il mondo è un orrore, è Male.
Mentre non è facile immaginare come un dio, sia pure del male, ammazzi un dio del bene, che in questo modo si vuole suicidare e decide di morire come espressione della libertà che spetta a un dio, è invece sicuro che tutta questa vicenda accadde nel silenzio.
Pur ammettendo che ci sia stato un trambusto per compiere l’atto, e che il dolore provocato dai mezzi usati per ammazzare abbia comportato il lamento o il pianto, deus flevit, si deve tuttavia tenere conto che gli dèi non hanno voce e che tutto deve essere accaduto nel silenzio.
E del resto è impensabile che l’assassino, pur compiendo un’opera titanica, abbia potuto sentire il bisogno di urlare, di offendere.
È pertanto sicuro che in principio c’era il silenzio, mentre è dubbio se a fare il mondo sia stato il dio del bene o il dio del male e se il mondo sia stato creato prima della morte del dio del bene per mostrare di essere un dio da sempre e da sempre libero, anche se fino a quel momento, cioè alla morte, non lo aveva mai dimostrato.
Ed è facilmente comprensibile che tra essere libero e dimostrare di esserlo può porsi di mezzo un abisso.
Un uomo in carcere può pensarsi libero anche se sta chiuso in una cella, ma se decide di andare al mare si accorge di non potervisi recare perché la cella è bloccata. Alla sua dimostrazione, scopre tangibilmente che in galera manca la libertà .
È proprio se stessi che bisogna convincere di una dote e a se stessi dimostrare che si può fare, che dunque quella dote c’è, mentre non è possibile affermarlo fino al momento in cui la si mette in atto.
Per sapere se uno è intonato deve mettersi a cantare ed è bene che lo faccia da solo per evitare possibili brutte figure. E se scopre di non essere sufficientemente dotato, dopo questa dimostrazione, canterà in maniera da non essere sentito da altri.
L’esempio è ovviamente fuori luogo perché tutto quanto è accaduto in principio, è successo nel più profondo silenzio. Su un silenzio totale senza gradazioni. Solo in seguito, si è parlato di gradi di rumore, che in maniera inadeguata sono stati anche definiti gradi di silenzio.
I due termini, silenzio e rumore sono complementari. Ma il silenzio in sé è uno solo e significa mancanza totale di rumore. Mentre i livelli di rumore possono essere molti. E certo di fronte a un baccano del demonio, il canto di un uccello sembra silenzio, ma quel cinguettare rispetto al silenzio assoluto è un baccano infernale e finisce infatti per prendere tutta l’attenzione che significa anche distrarsi completamente da quello che prima uno faceva.
Comunque siano andate le cose, con un solo dio o con due, gli dèi hanno preceduto il mondo e prima che il mondo fosse dominava il silenzio.
Una qualsiasi azione di dio o degli dèi non comporta il movimento e persino l’ammazzare non produce un cambiamento dello stato pre esistente, anche se un dio era morto e uno lo aveva ammazzato, per compiere, come si è detto, un suicidio.
Il movimento è spostamento da un luogo a un altro, mentre gli dèi occupano tutto lo spazio, anche fosse illimitato e infinito, non si dà mai un angolo da occupare e dunque uno spostamento da fare perché dio è tutto e anche lo spazio è parte di sé.
Potrebbe essersi trattato di movimenti interni, di una parte che si muove e si sposta dentro lo spazio già occupato, ma ciò presupporrebbe che dio fosse fatto di parti, e così non è, perché una parte è finita anche dentro un essere infinito e la finitezza è un limite, dunque dio non ha parti e non può muoversi. Le parti appartengono alle cose del mondo e dio non è cosa e non è mondo anche se può fare il mondo.
È opportuno comunque tenere presente che ogni volta che si stabiliscono delle caratteristiche di dio, delle conformazioni che lo obbligherebbero a essere com’è e null’altro, ciò allo stesso tempo attribuisce dei limiti che dio non può avere e che, in quanto essere totalmente libero, può diventare l’esatto contrario di come si pensa sia. Dio non ha parti ma può decidere di frammentarsi fino a diventare un’infinità di parti. Ma già due parti di dio sarebbero due dio perché la metà di un infinito è infinita e se poi si dividesse una delle due parti se ne otterrebbero altre che però sono sempre delle totalità , un numero infinito di totalità .
Insomma, dio è tutto quanto si pensa, ma anche l’esatto contrario di quanto si è pensato, per la sua totale libertà che gli permette di essere tutto.
Ecco perché se dio è buono è anche cattivo, nel senso che per un gesto di libertà può diventarlo. La bontà in sé non è un valore che, per quanto grande, lo limiterebbe nella libertà e farebbe di dio un carcerato dentro la bontà . Ecco perché è anche male e il male è dentro la libertà di dio. Il dio del male, colui che ha ucciso dio è dio, un’espressione della sua libertà somma.
È curioso che si sia parlato tanto della libertà legandola al mondo e a una sua creatura, all’uomo, e non si sia insistito per vederla in dio e quindi trovare in lui tutto ciò che si è attribuito, in nome della libertà , all’uomo.
Mentre dio pur essendo immortale, per la libertà può morire suicida, una sua creatura che volesse essere immortale non ci riuscirebbe, dimostrando di non essere affatto libero e di non essere certamente dio. E alla stessa conclusione giungerebbe se volesse vivere senza nutrirsi come fa un dio, perché morirebbe di fame.
L’uomo deve alimentarsi e non è un condizionamento necessariamente negativo, anche se manifesta in maniera perentoria che egli non è affatto dio. Infatti dio non mangia perché non ha corpo, ma potrebbe prendere corpo e chiedere una pastasciutta con pomodoro e basilico.
dp n="14" folio="14" ? Queste considerazioni mostrano quanto assurda sia la teologia intesa come l’analisi delle caratteristiche di dio.
Ciò che si può dire è tutto quanto si riesce a immaginare.
E proprio per questo una teologia non dovrebbe esistere.
Molti non vogliono saperne di dio, come avessero un’allergia grave per questa parola e temessero di pronunciarla, e non si accorgono in questo modo di darle quella concretezza che si vorrebbe negare.
Dio è un suono, e lo si deduce chiaramente dall’assurdità di una disciplina che si pone come conoscenza specifica di dio, dal momento che la libertà assoluta di un dio ammette tutto e pertanto non ha senso alcuno specificarne le caratteristiche.
Non vogliono sentire parlare di dio mentre, come fanno gli scienziati, sono attaccati al «caso», termine che forse andrebbe scritto maiuscolo.
Il caso dovrebbe essere il personaggio della creazione e per questo negare dio, mentre ne acquista tutti i significati fino all’indeterminato e al tutto è possibile. Al caso si concedono tutti i margini di libertà pensabili che non sono altro che quelli attribuiti a dio.
L’unica differenza sembra essere che il caso non c’è fino a che non si manifesta, e poi può anche sparire e non essere più dopo essere stato.
Insomma il caso è contro il sempre.
Ma dovrebbero ricordare costoro che anche un dio, per potere mostrare la propria libertà , si può suicidare, e niente esclude che sia morto e quindi che ci sia stato e poi sia svanito, esattamente come il caso.
Il problema è che il caso non può ma...