
- 432 pagine
- Italian
- ePUB (disponibile sull'app)
- Disponibile su iOS e Android
eBook - ePub
Il manoscritto
Informazioni su questo libro
Realtà e fantasia, controllo serrato dei colpi di scena, accorto equilibrio tra avventura, sentimenti e mistero. Un capolavoro della suspense. Che fine hanno fatto i segretissimi documenti trafugati dagli archivi dell'FBI?Chi è Peter Chancellor? Può davvero scrivere romanzi gialli su intrighi politici immaginando fatti sanguinosi e truculenti che poi si verificano con matematica inesorabilità ? Affrontando l'eterna questione se il male praticato a fin di bene sia ammissibile, Ludlum ci regala un altro appassionante romanzo.
Domande frequenti
Sì, puoi annullare l'abbonamento in qualsiasi momento dalla sezione Abbonamento nelle impostazioni del tuo account sul sito web di Perlego. L'abbonamento rimarrà attivo fino alla fine del periodo di fatturazione in corso. Scopri come annullare l'abbonamento.
Al momento è possibile scaricare tramite l'app tutti i nostri libri ePub mobile-friendly. Anche la maggior parte dei nostri PDF è scaricabile e stiamo lavorando per rendere disponibile quanto prima il download di tutti gli altri file. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Perlego offre due piani: Base e Completo
- Base è ideale per studenti e professionisti che amano esplorare un’ampia varietà di argomenti. Accedi alla Biblioteca Base con oltre 800.000 titoli affidabili e best-seller in business, crescita personale e discipline umanistiche. Include tempo di lettura illimitato e voce Read Aloud standard.
- Completo: Perfetto per studenti avanzati e ricercatori che necessitano di accesso completo e senza restrizioni. Sblocca oltre 1,4 milioni di libri in centinaia di argomenti, inclusi titoli accademici e specializzati. Il piano Completo include anche funzionalità avanzate come Premium Read Aloud e Research Assistant.
Perlego è un servizio di abbonamento a testi accademici, che ti permette di accedere a un'intera libreria online a un prezzo inferiore rispetto a quello che pagheresti per acquistare un singolo libro al mese. Con oltre 1 milione di testi suddivisi in più di 1.000 categorie, troverai sicuramente ciò che fa per te! Per maggiori informazioni, clicca qui.
Cerca l'icona Sintesi vocale nel prossimo libro che leggerai per verificare se è possibile riprodurre l'audio. Questo strumento permette di leggere il testo a voce alta, evidenziandolo man mano che la lettura procede. Puoi aumentare o diminuire la velocità della sintesi vocale, oppure sospendere la riproduzione. Per maggiori informazioni, clicca qui.
Sì! Puoi usare l’app Perlego sia su dispositivi iOS che Android per leggere in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo — anche offline. Perfetta per i tragitti o quando sei in movimento.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Nota che non possiamo supportare dispositivi con iOS 13 o Android 7 o versioni precedenti. Scopri di più sull’utilizzo dell’app.
Sì, puoi accedere a Il manoscritto di Robert Ludlum in formato PDF e/o ePub. Scopri oltre 1 milione di libri disponibili nel nostro catalogo.
Informazioni
Print ISBN
9788817114295eBook ISBN
9788858626207Dedica
DEDICA
A MARY
A MARY
Le ragioni aumentano ogni giorno.
Soprattutto, c’è Mary.
Soprattutto, c’è Mary.
PROLOGO
3 GIUGNO 1968
L’uomo fissava il muro che aveva di fronte. La sedia, come tutto il resto, era bella a vedersi, ma tutt’altro che comoda. Lo stile era Vecchia America, il tema spartano, come a indurre alle più serie riflessioni coloro che si accingevano a comparire al cospetto di personaggio così illustre.
L’uomo era sotto i trent’anni, bruno, faccia angolosa, lineamenti marcati e nitidi come se fossero stati scolpiti da un artigiano più attento ai particolari che all’insieme. Il suo volto ricordava una moneta a due facce, era irregolare e bello allo stesso tempo. Gli occhi accattivanti erano di colore celeste molto chiaro, con una cert’aria sincera, quasi interrogativa. Al momento sembravano gli occhi cerulei di un animale, lesti nel volgersi in ogni direzione, penetranti, allarmati.
Il giovane si chiamava Peter Chancellor. L’espressione che aveva sul viso era rigida. Sedeva teso sulla sedia, fissando sulla parete uno sguardo stizzito.
C’era un’altra persona nella stanza, una segretaria di mezz’età , con labbra sottili e incolori sempre tese, e capelli grigi lisci e arrotolati in una matassa che somigliava a uno scolorito elmo paglierino. Era la pretoriana, il cane da guardia che proteggeva l’intimità dell’uomo dietro la porta di quercia, oltre la sua scrivania.
Chancellor guardò l’orologio al polso; la segretaria gli scoccò un’occhiata carica di disapprovazione. Ogni indizio d’impazienza era fuori luogo in quell’ufficio: l’udienza era tutto.
Mancava un quarto alle sei; tutti gli altri uffici erano chiusi. La piccola Park Forest University nel Midwest si preparava a un’altra serata di tarda primavera nel controllato crescendo emotivo dovuto all’approssimarsi del giorno di consegna delle lauree.
Park Forest cercava di restare fuori del subbuglio che aveva messo sottosopra le altre università del paese. In un oceano in tempesta era un banco di sabbia rimasto indisturbato. Era un istituto isolato, ricco, in pace con se stesso, dove i semi della disgregazione non attecchivano. Né quelli del fervore intellettuale.
Si diceva che fosse stato proprio questo distacco interiore da tutto il mondo esterno ad attirare alla Park Forest l’uomo che si trovava dietro alla porta di quercia. Cercava l’inaccessibilità , se non l’anonimato, cosa che naturalmente non era mai garantita. Munro St Claire era stato sottosegretario di stato per Roosevelt e Truman e ambasciatore speciale per Eisenhower, Kennedy e Johnson. Aveva girato il mondo con un portafogli autonomo, portando in ogni zona calda le preoccupazioni del presidente e la propria competenza. Aveva deciso di trascorrere un semestre primaverile alla Park Forest come esperto in questioni governative: ne avrebbe approfittato per riordinare gli appunti che sarebbero stati il nucleo centrale delle sue memorie. Gli amministratori di questa università facoltosa, ma piccola, ne erano rimasti disorientati. Avevano deglutito la loro incredulità e avevano garantito a St Claire l’isolamento che egli non sarebbe mai riuscito a ottenere a Cambridge, New Haven o Berkeley.
Così si diceva.
E Peter Chancellor ragionava sui punti salienti della storia di St Claire tanto per tenere la mente lontana dalla propria storia. Cosa che non gli riusciva del tutto. Al momento i punti salienti della sua esistenza gli facevano rasentare il colmo dello scoraggiamento. Ventiquattro mesi andati persi, buttati via nell’oblio accademico. Due anni della sua vita!
La sua tesi era stata respinta con otto voti contrari e uno favorevole dal collegio di laurea della Park Forest. L’unico voto favorevole era naturalmente quello del suo correlatore ed era pertanto privo d’influenza sugli altri. Chancellor era stato accusato di superficialità , di gratuito disprezzo per la realtà storica, di ricerca trasandata e, per finire, d’irresponsabilità per aver inserito elementi di pura fantasia contrabbandati per fatti dimostrabili. Non era affatto un giudizio ambiguo. Chancellor era stato bocciato; non esisteva possibilità di appello, perché il fallimento era stato assoluto.
Da uno stato di energica esaltazione egli era sprofondato nelle tenebre della depressione. Sei mesi prima, il Foreign Service Journal della Georgetown University aveva accettato di pubblicare quattordici passi tratti dalla sua tesi. Si trattava di una trentina di pagine in totale. Il suo correlatore aveva organizzato la cosa, mandando una copia del lavoro, a colleghi amici della Georgetown, i quali avevano trovato il saggio estremamente interessante, anche se inquietante. E il Journal aveva lettori della massima influenza.
Ma per la pubblicazione c’era una condizione. Era imperativo che la tesi fosse precedentemente approvata dalla commissione accademica. Ora naturalmente non c’era più alcuna speranza di pubblicarne anche una sola riga.
La tesi, intitolata Le origini del conflitto mondiale, trattava, sulla base di un’interpretazione personale, degli uomini e delle forze che avevano agito durante i catastrofici anni dal 1926 al 1939. Naturalmente la commissione storica dell’università non aveva potuto accettare un peccato capitale come quello di attribuire dialoghi inventati a figure storiche; ma, peggio ancora, Chancellor aveva osato scrivere la sua tesi spinto da moventi di natura emotiva!
Non aveva mai digerito la teoria secondo cui i giganti finanziari sarebbero rimasti a contemplare passivamente una banda di psicopatici intenta a cambiare i connotati della Germania dopo Weimar. No. Le multinazionali avevano nutrito l’aquila nazista. I metodi e gli obiettivi di una nazione malata erano stati dapprima tollerati, e poi accettati, sulla scia di un continuo aumento dei profitti. E tra i colossi della finanza internazionale che aveva contribuito al crearsi di questa situazione c’erano alcuni tra i nomi più illustri d’America.
Ecco il suo problema. Non poteva identificare con certezza le organizzazioni indiziate, perché non aveva prove conclusive. Del resto i suoi testimoni avrebbero smentito, se lui avesse tentato di formalizzare le loro dichiarazioni. E siccome non poteva mettere a repentaglio gente il cui unico torto era stato quello di mettere in pratica politiche che non capivano e che venivano perseguite da vertici a loro ignoti, aveva cambiato i nomi dei giganti finanziari, ma in modo che essi risultassero comunque riconoscibili: altro imperdonabile errore! Aveva suscitato un vespaio. Inoltre, la Park Forest University aveva sempre goduto delle fruttifere attenzioni di vari gruppi e fondazioni. Era giusto minacciare quella proficua pace accademica per dare retta a un unico candidato e alle sue «fantasie»?
Il telefono della segretaria mandò un ronzio, non uno squillo. Il ronzio ricordò a Chancellor le voci secondo cui erano state installate linee speciali perché Washington potesse comunicare con Munro St Claire in qualunque momento del giorno e della notte.
«Sì, signor ambasciatore», disse la segretaria, «certo, signore, lo faccio passare... Benissimo. Se ha bisogno di me, posso trattenermi...» A quanto pareva la sua presenza non era richiesta e Peter ebbe l’impressione che alla donna spiacesse. «È atteso al ricevimento del preside alle sei e trenta», disse ancora. Ci fu una breve pausa, poi la donna disse: «Sì, signore. Gli comunicherò le sue scuse. Buona sera, signor St Claire». Si girò a guardare Chancellor. «Può entrare», gli disse con un’espressione interrogativa.
«Grazie.» Peter si alzò dalla scomoda sedia di legno. «Nemmeno io so perché sono qui», aggiunse.
Nell’ufficio rivestito di pannelli di quercia e illuminato da finestre da cattedrale, Munro St Claire si alzò da dietro il tavolo antico. Era un vecchio, pensò Chancellor avvicinandosi con la destra tesa, più vecchio di quel che gli era sembrato in lontananza, quando lo vedeva attraversare il cortile dell’università a passo sicuro. Lì, nel suo ufficio, l’uomo, alto e slanciato, dal volto aquilino e dai capelli scoloriti, dava l’impressione di restare eretto grazie a uno sforzo di volontà , grazie a un’opposizione risoluta agli acciacchi della vecchiaia. I suoi occhi erano grandi, di colore indefinibile, capaci di uno sguardo penetrante, non privo di una punta di divertimento. Le labbra sottili erano distese in un sorriso sotto i baffi bianchi ben curati.
«Entri, entri pure, signor Chancellor, è un piacere rivederla.»
«Non credo che ci siamo mai incontrati.»
«Bravo! Mi ha colto in flagrante e giustamente me lo rinfaccia.» St Claire rise e gli fece cenno di prendere posto davanti al tavolo.
dp n="9" folio="11" ? «Non intendevo contraddirla...» cominciò Chancellor. Poi lasciò perdere, rendendosi conto che qualsiasi cosa avesse detto sarebbe sembrata sciocca. Si sedette.
«Perché no?» chiese St Claire. «Contraddire me è niente, a paragone di quel che ha fatto nei confronti di una legione intera di studiosi contemporanei.»
«Scusi?»
«La sua dissertazione di laurea. L’ho letta.»
«Ne sono lusingato.»
«Mi ha fatto una notevole impressione.»
«Grazie, signore. Non tutti hanno espresso soddisfazione.»
«Sì, lo so. Mi hanno detto che il collegio accademico l’ha respinta.»
«Infatti.»
«Un vero peccato. C’è dietro molto duro lavoro, e non poco pensiero originale.»
Chi sei, Peter Chancellor? Hai idea di quel che hai fatto? Gente dimenticata ha rispolverato ricordi bisbigliati nella paura. Georgetown brulica di voci contrastanti. Da un’oscura università del Midwest è giunto un documento esplosivo. Un insignificante laureando ci ha improvvisamente rammentato fatti che nessuno desidera ricordare. Signor Chancellor, Inver Brass non le può permettere di proseguire.
Peter vide che gli occhi del vecchio erano benevoli, anche se la sua espressione manteneva un certo distacco. Non aveva niente da perdere, scoprendosi decisamente con lui. «Sta insinuando che lei potrebbe...?»
«Oh, no», lo interruppe subito St Claire, alzando il palmo della mano destra. «Assolutamente no. Non ho la presunzione di criticare le decisioni della commissione, non ne ho alcun diritto. E ho idea che la sua tesi sia stata respinta secondo certi criteri che non mancano di fondamento. No, non mi sognerei d’interferire. Ma mi piacerebbe rivolgerle alcune domande, e offrirle forse qualche consiglio gratuito.»
Chancellor si sporse in avanti. «Che domande?»
St Claire si appoggiò allo schienale e disse: «Incominciamo da lei. Mia curiosità personale. Ho parlato con il suo correlatore. ma le sue informazioni sono necessariamente di seconda mano. Suo padre s’interessa di giornalismo?»
Chancellor sorrise: «Lui direbbe che s’interessava. Va in pensione nel gennaio prossimo».
dp n="10" folio="12" ? «Anche sua madre scrive, non è vero?»
«Sì, certo, articoli per riviste, rubriche femminili. Anni fa scriveva racconti.»
«Dunque la parola scritta non le incute terrore.»
«In che senso?»
«Il figlio di un meccanico affronta un carburatore difettoso con meno trepidazione del figlio di un maestro di ballo. In via generale, naturalmente.»
«Se detto in via generale, lo accetto.»
«Precisamente.» St Claire annuì.
«Mi sta dicendo che la mia tesi di laurea è un carburatore difettoso?»
St Claire rise. «Vediamo di non spingerci troppo lontano. Lei ha seguito il corso di giornalismo perché evidentemente intende occuparsene.»
«Intendo occuparmi di qualche forma di comunicazione. Ma non ero sicuro di quale scegliere.»
«E tuttavia ha insistito perché questa università le attribuisse anche una laurea in storia. Dunque ha cambiato idea.»
«Non proprio. Non avevo mai avuto un’idea precisa.» Peter sorrise, un po’ imparazzato. «I miei genitori sostengono che io sono uno studioso professionista. Non che se ne abbiano a male. Grazie a una borsa di studio ho ottenuto la laurea in giornalismo. Ho servito in Vietnam, quindi lo stato mi ha pagato gli studi qui. Svolgo qualche mansione di assistente. Se devo essere sincero, devo dire che ho quasi trent’ anni e non so ancora cosa voglio fare. Comunque non credo che oggigiorno il mio caso sia straordinario.»
«Il suo lavoro indicherebbe una sua preferenza per la vita accademica.»
«Se così era, così non è più.»
St Claire lo fissò. «Mi parli della tesi. Lei fa insinuazioni strabilianti, dà ingiudizi a dir poco inquietanti. Essenzialmente, lei accusa molte personalità del mondo libero, e le loro organizzazioni, di avere nel migliore dei casi chiuso gli occhi davanti alla minaccia hitleriana quarant’anni fa, o, peggio, di avere direttamente e indirettamente finanziato il Terzo Reich.»
«Non per ragioni ideologiche, ma per ottenere vantaggi economici.»
«Scilla e Cariddi?»
dp n="11" folio="13" ? «Posso accettarlo. Oggi, dico attualmente, si sta verificando una ripetizione...»
«Nonostante l’opinione del collegio accademico», lo interruppe pacatamente St Claire, «lei deve avere svolto una ricerca approfondita. Quanto?»
Cosa ti ha indotto a incominciare? Questo dobbiamo sapere, perché è chiaro che non desisterai. Ci sono state persone che tuo tramite cercano vendette dopo tanti anni? Oppure, ipotesi assai più grave, è successo qualcosa che ha innescato il tuo senso dell’onore? Possiamo controllare le fonti; possiamo inaridirle...
Indice dei contenuti
- Copertina
- Frontespizio
- Il manoscritto