La libreria dell'armadillo
eBook - ePub

La libreria dell'armadillo

  1. 216 pagine
  2. Italian
  3. ePUB (disponibile sull'app)
  4. Disponibile su iOS e Android
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La libreria dell'armadillo

Informazioni su questo libro

Un vecchietto smemorato scende di casa per comprare le sigarette e al posto del resto la tabaccaia gli offre un biglietto del SuperEnalotto. Senza nemmeno seguire l'estrazione, quella sera infila il biglietto tra le pagine di un romanzo. Uno di quelli fuori catalogo, che ormai non stampano più. Peccato, poteva essere lui il vincitore. Ma il destino di ogni libro è imprevedibile: per un caso fortunato, il volume finisce nelle mani di un libraio che sta lottando per salvare il suo negozio dalla chiusura. E sempre il caso vuole che a domandargli quel romanzo introvabile sia Francesca, affascinante, con lo sguardo intenso e la battuta pronta. Il libro però è già sparito — con il biglietto dentro — perché Tzu Gambadilegno, un ragazzo cinese, alto due metri e zoppo, l'ha rubato mentre consegnava pollo fritto a casa del libraio. Per fortuna lui, come tutti i librai, somiglia a un armadillo: è testardo, coriaceo e non si arrende di fronte agli ostacoli. Vuole ritrovare il libro e avere una buona scusa per presentarsi a casa di Francesca con un mazzo di fiori… La libreria dell'armadillo è un romanzo capace di commuovere, di far sorridere e pensare. Ma è soprattutto una storia sull'amore per i libri all'epoca dell'ebook e della crisi; un omaggio delicato e pieno d'incanto al potere della letteratura.

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Informazioni

Editore
RIZZOLI
Anno
2012
Print ISBN
9788817056960
eBook ISBN
9788858627372

1.

Il vecchio cammina lento, strisciando le ciabatte sul marciapiede. I capelli bianchi insistono sulla nuca e sopra le orecchie. Qualcuno si diverte a resistere in cima, fiero e solitario.
Il suo corpo nervoso sorpassa le vetrine e non risponde agli sguardi curiosi delle persone. Ha la bocca aperta e osserva un punto lì di fronte, che come un’utopia lo spinge ad avanzare.
Il vecchio prende una strada ombreggiata, sulla fronte ha delle gocce di sudore e i suoi occhi patiscono quei riflessi bianchi, violenti. Il marciapiede adesso non c’è, così deve camminare rasente le automobili parcheggiate, una dietro l’altra, attaccate al muro. Un motorino gli passa di fianco, regalandogli un soffio caldo, ma piacevole. Sostituito subito dopo dal rutto della marmitta. Un automobilista suona il clacson, prima debolmente, poi più deciso. Ce l’ha con lui. Non riceve risposta o gesto di intesa. Allora piano, ma nemmeno troppo, gli si avvicina. Dal finestrino chiuso osserva quella figura spigolosa, fragile e, attento a non colpirla, la sorpassa sbuffando, e preme il piede sull’acceleratore riconquistando il tempo perduto nella delicata manovra.
Il vecchio raggiunge un incrocio, si ferma vicino a un bidone della spazzatura. Raccolta carta. A terra sono depositate delle buste piene di riviste, cartoni della pizza, giornali. Interroga l’aria.
«Ho comprato il giornale?»
Chiede al suo cervello pigro di dargli una risposta. Il vuoto. Rimane a riflettere, con un pensiero che si avvita su se stesso per qualche minuto. Passano altre automobili, senza dover rallentare, perché il vecchio è quasi appoggiato al muro, occupa poco spazio, e le braccia stanno ordinate di fianco al busto, come specchietti richiusi.
Adesso la via è larga e un portico protegge i suoi passi.
Un ragazzo cammina svaccato venendogli incontro, anticipato di qualche metro da un cane nero, massiccio, dal muso schiacciato. Fuma, e come un’attrice del muto compie il gesto di portarsi la sigaretta alla bocca in maniera vistosa.
«Le sigarette!»
Il vecchio adesso ricorda perché è sceso di casa. Si ferma a cercare una T grande. In lontananza gli pare di vederne una, così ricomincia a camminare, rumorosamente, la bocca sempre aperta in un’espressione ebete. Ogni tanto infila la mano in tasca, controllando di avere ancora quella banconota che ha preso dal comodino. C’è. Arriva di fronte al bar tabacchi Maracaibo. In vetrina sono appesi cartelli, fotocopie grossolane di biglietti della lotteria che lì, proprio al bar tabacchi Maracaibo, hanno reso felici delle persone. Un pennarello, ora blu ora rosso, ne sottolinea l’importanza.
QUI VINTI 5000 EURO! QUI VINTI 10.000 EURO!
Il vecchio entrando viene investito dal getto di aria condizionata che separa il mondo esterno da quello, confortevole, fresco, quasi freddo, interno.
Alcune persone stanno sedute su sgabelli traballanti di fronte alle macchinette del poker. Una di loro tiene una birra appoggiata sopra la macchinetta e ogni tanto, prima o dopo una bestemmia, ne beve un piccolo sorso, per farsela bastare a lungo. Due osservatori alle loro spalle attendono l’evolversi della fortuna su quei monitor.
Dietro il bancone del bar, sotto la mensola delle grappe, un ragazzo muscoloso segue una trasmissione televisiva su uno schermo montato in un angolo, sopra il frigo dei gelati. Scambia una battuta con un uomo tarchiato, che indossa una maglietta nera con su scritto SCEMO CHI GUARDA.
Il vecchio arriva di fronte alla cassa e aspetta di essere servito. Dalla foresta di schedine appese, indicazioni sulle scommesse, tabulati statistici, ritagli di giornale, spunta la grossa testa di una donna, troppo truccata, che mastica un chewing-gum. Posa la rivista che stava leggendo sul ripiano, dove fa capolino anche una striscia rotonda di pancia.
«Dica.»
«Diana rosse morbide.»
La donna lentamente si alza, e prende il pacchetto dallo scaffale alle sue spalle. La schiena è sudata, la gonna aderisce al suo sedere.
Il vecchio appoggia una banconota da dieci euro attraverso il buco del vetro, e per un breve attimo pensa di essere in banca.
«Il resto lo vuole in Gratta e Vinci?»
Inserendosi nel momento di indecisione, la tabaccaia prende due Gratta e Vinci, stacca una schedina del SuperEnalotto dal vetro, aggiunge una moneta da venti centesimi e ritorna a leggere la sua rivista.
Il vecchio infila sigarette, schedina e moneta in tasca.
Recupera nella sua mente le informazioni riguardo i Gratta e Vinci. Vogliono dire soldi, significano soldi.
«Li gratto qui?»
La donna si sporge, lievemente infastidita, e indica con il mento un punto alla sua destra.
Il vecchio raccoglie i tre biglietti e si sposta sulla mensola di fianco al vetro.
Gratta il primo biglietto. Tenta di capire il regolamento ma, vergognandosene, non ci riesce. Tende il braccio verso la donna.
«Ho vinto?»
Quella, senza alzarsi, lo squadra.
«Quante banane ha trovato?»
«Mi pare due.»
«Allora non ha vinto.»
Gratta anche il secondo biglietto, trovando altre due banane. Quindi li butta nel portaombrelli appoggiato a terra, che fa da cestino dei rifiuti. Con la mano a conca raccoglie le briciole dalla mensola, depositando pure queste nel portaombrelli. Prendendo in mano la schedina del SuperEnalotto domanda: «Che giorno è oggi?».
La donna solleva il mento dalla rivista, cercando conforto nello sguardo del barista, suo figlio. Quello sorride mentre, insieme al tizio della maglietta con su scritto SCEMO CHI GUARDA, è costretto a distogliere l’attenzione dallo schermo. Per qualche secondo anche i due che stanno giocando alle macchinette mangiasoldi si voltano, e ora dieci occhi sono rivolti verso il vecchio, che aspetta una risposta.
Intuendo il motivo della domanda, il barista prende parola: «L’estrazione è stasera. Alle otto e mezza».
Il vecchio piega in due il biglietto del SuperEnalotto e lo mette in tasca. Saluta ed esce.
Appena è fuori, il tizio con la scritta sulla maglietta lascia il suo bicchiere di amaro sul bancone e ingoia un’oliva. Lentamente, si avvicina alla mensola delle grattate. Nel frattempo anche la tabaccaia si è alzata per seguire i movimenti del cliente. Il barista osserva il tutto con le braccia incrociate.
I due giocatori di poker non girano il collo, ma ascoltano.
«Erano due banane?»
«Sì, due.»
Getta i biglietti nel portaombrelli.
Il vecchio cammina di nuovo sotto il portico. Adesso il caldo lo aggredisce, perché quei pochi minuti immerso nell’aria condizionata lo hanno abituato a un clima ben diverso.
Invece di tornare verso casa sbaglia e prende la direzione opposta, così dopo mezz’ora è fermo a un semaforo, aspettando il verde.
Controlla con la mano se nella tasca ha ancora la banconota con cui è uscito. Viene preso dal panico, nel palmo ha soltanto un pacchetto di sigarette e una ricevuta del SuperEnalotto.
«Ho perso i soldi!»
Il verde di fronte a lui è diventato giallo, e ora rosso. Il vecchio segue gli spostamenti delle automobili.
Una ragazza lo osserva fino a che i due incrociano i rispettivi sguardi.
«Si sente bene?»
«Dove sono?»
«Lei dove deve andare?»
«Ero sceso di casa per… Dovevo andare…»
«Doveva comprare qualcosa? Aveva un impegno?»
«Le sigarette! Devo comprare le sigarette!»
«Ah, bene. Ha visto, si è ricordato! Se prosegue dritto per questa strada troverà un tabaccaio.»
Il vecchio mette le mani in tasca e cerca il contatto con la banconota che ha preso da sopra il comodino, poco prima di uscire. Trova un pacchetto di sigarette e un foglietto.
La ragazza scruta i suoi movimenti.
«Ma le sigarette ce la ha già! Il pacchetto è nuovo. Guardi.»
Così dicendo toglie il pacchetto dal palmo del vecchio e lo agita di fronte al suo viso.
«Anche lei fuma Diana rosse, signorina? Come me.»
La ragazza è perplessa. Non sa cosa fare. Come ci si comporta in questi casi? Si chiama la polizia? Oppure il vecchio avrà addosso l’indirizzo di casa, in una busta, e i recapiti telefonici per le emergenze?
«Dove abita?»
«In via Leopardi, al 37.»
«La accompagno?»
«Perché? Io non ho bisogno di niente.»
Fissa un’ultima volta quell’impicciona, le strappa di mano le sigarette e riprende a camminare, questa volta sapendo come arrivare a casa.
Entrato nel suo appartamento sente piombargli addosso tutta la stanchezza della giornata. Sono le sei di sera. Cosa ho fatto tutto il giorno? Che stupido! Invece di starmene qui al fresco, al buio, con le persiane chiuse, sono stato in giro al caldo. E cosa voleva quella lì? Fregarmi le sigarette? O vendermi qualcosa, di sicuro! Forse voleva sapere il mio indirizzo per venire qui a rubare. Pensa che io sia un cretino.
«E le ho anche detto dove abito!»
Stupido.
Il vecchio torna nell’ingresso. Chiude a doppia mandata la porta. Accosta il viso allo spioncino, controllando che non ci sia nessuno sul pianerottolo. Vede soltanto la porta dell’appartamento di fronte.
Va in bagno e si getta dell’acqua sul viso, più volte. Passa la mano bagnata sulla fronte, poi si strofina tutta la testa massaggiando la nuca.
In cucina apre il pacchetto di sigarette. Ne accende una. Tossisce.
Rimane fermo per qualche minuto in mezzo alla stanza, senza un pensiero che riesca ad avere la meglio sull’altro.
Lo sguardo si sposta sulla libreria.
La mente dedica a ogni titolo una scheggia di memoria, ad alcuni nemmeno quella. Sul ripiano ad altezza occhi riposa un cofanetto contenente Don Chisciotte. Uno degli angoli del contenitore di cartone è tutto ammuffito, ma il vecchio non lo vede, o non lo ricorda, e ignora pure che manca pagina settantadue del primo volume. La pagina fu strappata trent’anni prima d...

Indice dei contenuti

  1. Cover
  2. Rizzoli la scala
  3. Frontespizio
  4. 1
  5. 2
  6. 3
  7. 4
  8. 5
  9. 6
  10. 7
  11. 8
  12. 9
  13. 10
  14. 11
  15. 12
  16. 13
  17. 14
  18. 15
  19. 16
  20. 17
  21. 18
  22. 19
  23. 20
  24. 21
  25. 22
  26. 23
  27. 24
  28. 25
  29. 26
  30. 27
  31. 28
  32. 29
  33. 30
  34. 31
  35. 32
  36. 33
  37. 34
  38. 35
  39. 36
  40. 37
  41. 38
  42. 39
  43. 40
  44. 41
  45. 42
  46. 43
  47. 44
  48. 45
  49. 46
  50. 47
  51. 48
  52. 49
  53. 50
  54. 51
  55. 52
  56. 53
  57. 54
  58. 55
  59. 56
  60. 57
  61. 58